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R: quando finiranno gas e petrolio



Perché continuo a ricevere messaggi di argomento ecologico-ambientalista
indirizzati alla lista "LAVORO", a cui non sono iscritto, e rispondendo al quale
mi indirizza automaticamente alla lista "ECOLOGIA" ?

Forse Andrea Agostini ha chiamato lavoro@peacelink.it (in rubrica, proprietà,
nel campo "Nome" )  la lista pck-ecologia@peacelink.it (in rubrica nel campo
"Indirizzo di posta elettronica")?


-----Messaggio Originale-----
Da: "Andrea Agostini" <lonanoda@tin.it>
A: <lavoro@peacelink.it>
Data invio: giovedì 1 marzo 2001 18.08
Oggetto: quando finiranno gas e petrolio


> da la stampa - tutto scienze di mercoledi 21 febbraio 2001
>
>
> LA LEZIONE / IL FUTURO DELL'ENERGIA
>
>   Quando finiranno gas e petrolio
>
>  Come il mondo si prepara a sostituire i combustibili fossili
>
>
>  Gian Angelo Vaglio
>
> NEI mesi scorsi si sono verificati ripetuti aumenti del costo del barile di
> petrolio e del rapporto dollaro/euro che hanno provocato un sostanzioso
> incremento della bolletta energetica. Evidenti ripercussioni si sono avute
> sulle vicende economiche mondiali, poiché i combustibili fossili -
> petrolio, carbone e gas naturale - continuano ad essere la fonte principale
> dell'energia prodotta in tutti i paesi. Nonostante le inversioni delle
> ultime settimane e nonostante la percentuale di energia prodotta dai
> combustibili fossili sia in lieve diminuzione (da 86 percento nel 1973 a
> circa 80 nel 1997), ci sono due buone ragioni per ridurre drasticamente
> questa dipendenza nel medio termine. L'Agenzia Internazionale per l'Energia
> (IEA, International Energy Agency), fondata nel 1974 come forum per il
> coordinamento delle politiche energetiche dei paesi più industrializzati,
> stima che la quantità di petrolio estraibile dai giacimenti finora scoperti
> raggiungerà il suo massimo nel 2014 e poi gradualmente diminuirà.
> Queste previsioni sono fatte sulla base dei consumi attuali e dei
> prevedibili incrementi di richiesta da parte dei paesi in via di sviluppo
> di Asia, Africa e America Latina. Le riserve di gas naturale dovrebbero,
> invece, durare ancora per settant'anni e quelle di carbone per circa 200.
> Forse queste date slitteranno per la scoperta di altri giacimenti o per
> nuove e più economiche tecnologie di estrazione, ma situazioni critiche
> potranno verificarsi anche prima, quando la richiesta di petrolio supererà
> costantemente l'offerta.
> La seconda ragione deriva dal contributo, attualmente del 92 per cento,
> derivante dall'uso di combustibili fossili per produzione di energia alle
> emissioni nell'atmosfera di diossido di carbonio, CO2, ritenuto il maggior
> responsabile dell'effetto serra e dei cambiamenti climatici. Questa
> percentuale deve essere ridotta, entro tempi determinati, ai livelli
> stabiliti nel 1997 dal Protocollo di Kyoto. Ciò può essere ottenuto con la
> produzione, entro il 2010, da parte dei paesi dell'OECD (Organisation for
> Economic Cooperation and Development) del 35 - 40 percento del loro
> fabbisogno energetico da fonti diverse dai combustibili fossili.
> Tra queste fonti alternative non sarà certamente l'energia nucleare ad
> avere un ruolo fondamentale. Infatti, il nucleare, pur avendo fornito nel
> 1997 un contributo del 6,6% alla produzione mondiale di energia
> (percentuale che sale al 10,6 nei paesi OECD), è destinato al declino: le
> stime dell'IEA prevedono una riduzione al 5,8 percento nel 2010 e al 4,4
> percento nel 2020. I processi nucleari possono generare elevate quantità di
> energia senza emissioni di CO2, ma problemi ambientali legati allo
> smaltimento delle scorie radioattive e problemi di sicurezza hanno spinto
> molti paesi a ridurre la fiducia negli impianti nucleari.
> Le fonti di energia alternative ai combustibili fossili, accettate
> dall'opinione pubblica, sono chiamate energie rinnovabili e comprendono un
> ampio spettro di tecnologie diverse che vanno dall'utilizzo della biomassa,
> alle celle a combustibile, all'energia idroelettrica, geotermica,
> fotovoltaica e a quella generata da onde e correnti marine e dal vento. I
> paesi dell'Unione Europea prevedono di raddoppiare, entro il 2010, la quota
> di energia rinnovabile portandola mediamente dal 6 al 12 percento
> dell'energia prodotta. Anche gli Stati Uniti hanno programmato di aumentare
> la quantità di energia rinnovabile prodotta, che fornisce attualmente il 12
> per cento dell'elettricità richiesta. In particolare, negli Usa come in
> Gran Bretagna, le ricerche sono volte nel medio termine all'incremento di
> produzione di energia dalla biomassa vegetale, dai rifiuti inceneriti e dal
> vento, mentre nel lungo periodo altre tecnologie, soprattutto le celle
> fotovoltaiche, rappresentano la sfida più promettente.
> L'utilizzo dell'energia rinnovabile è ancora relativamente scarso per le
> basse efficienze ed i costi decisamente più alti rispetto ai combustibili
> fossili. Nel settore fotovoltaico le ricerche sono volte ad aumentare
> l'efficienza di conversione in elettricità della luce solare sostituendo il
> silicio con altri materiali, come arseniuro di gallio, fosfuro di indio e
> tellururo di cadmio.
> Questi semiconduttori sono caratterizzati da bande di valenza e di
> conduzione, coinvolte nella produzione di cariche elettriche e quindi di
> corrente, con differenza molto vicina all'energia irradiata dal sole. Per
> questa ragione celle ad arseniuro di gallio hanno raggiunto efficienze del
> 30% ma il costo del materiale è ancora tale da non renderle attualmente
> competitive. Per quanto riguarda le celle solari al silicio, ulteriori
> avanzamenti tecnologici hanno permesso di raggiungere efficienze del 18%
> con il silicio policristallino, mentre la sostituzione con il silicio
> idrogenato amorfo, molto meno costoso, ha dato efficienze del 13 per cento.
> Dei 200 MW di potenza complessiva delle celle al silicio prodotte nel 1999,
> circa il 20 percento erano costruite con silicio amorfo.
> Per il 2030 si prevede che le celle fotovoltaiche possano produrre una
> potenza di 300.000 MW all'anno a costi competitivi.
> Università di Torino
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