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"PIOGGIA" DI ANTENNE POLEMICA IN COMUNE



dal Mercantile del 2.3.01

"PIOGGIA" DI ANTENNE POLEMICA IN COMUNE

La delibera che autorizza l'installazione su beni civici sotto accusa

Palazzi storici, chiostri, teatri, giardini, case, impianti sportivi e
anche circoli sociali.
Sono alcune delle categorie di edifici e terreni di civica proprietà che
potrebbero essere deturpati in futuro dalle tanto discusse e anti -
estetiche antenne per la telefonia mobile. Il tutto con il consenso
dell'amministrazione comunale. A fine gennaio, la giunta di Tursi  ha
approvato una delibera relativa all' "Individuazione di beni immobili di
civica proprietà per l'installazione di impianti di telefonia mobile.".
Nella lista, per esempio, Palazzo Ducale, Palazzo Tursi, Palazzo Albini,
Palazzo Bianco, Palazzo Rosso, il teatro Carlo Felice. In cambio il Comune
riceverebbe dai gestori un corrispettivo economico, variabile a seconda
della superficie dell'immobile interessato e della sua localizzazione.
Immediatamente la polemica in seno al consiglio comunale che, in seguito ad
un'interpellanza di Antonio Bruno (Sinistra Verde - Rifondazione Comunista)
ha dato mandato all'esecutivo di modificare la lista dei siti identificati.

TURSI SEDOTTA DA "ANTENNOPOLI"

Paradossi. Fra gli edifici in cui sarà permesso installare gli impianti per
la telefonia molti palazzi storici.
Nell'elenco del Comune figurano anche il Ducale e alcuni centri sportivi.

Palazzi storici, chiostri, teatri, giardini, case, impianti sportivi e
anche circoli sociali.
Sono alcune delle categorie di edifici e terreni di civica proprietà che
potrebbero essere deturpati in futuro dalle tanto discusse e anti -
estetiche antenne per la telefonia mobile. Il tutto con il consenso
dell'amministrazione comunale. Il tutto con il consenso
dell'amministrazione comunale. A fine gennaio, la giunta di Tursi  ha
approvato una delibera relativa all' "Individuazione di beni immobili di
civica proprietà per l'installazione di impianti di telefonia mobile.",
nella quale vengono indicati una serie di edifici e di luoghi in cui questi
impianti le "famigerate" antenne, potrebbero essere installate, in cambio
di un corrispettivo economico che l'amministrazione comunale riceverebbe
dai gestori della telefonia mobile, variabile a seconda della superficie
dell'immobile interessato e della sua localizzazione.
L'elenco è ampio e vario e non può suscitare un po' di sorpresa e più di
una perplessità.
A farsene portavoce è il consigliere comunale Antonio Bruno, esponente di
Sinistra Verde nel gruppo di Rifondazione Comunista, che ha presentato
un'interpellanza per denunciare appunto i criteri con cui sono stati scelti
i siti da inserire in questo elenco.
Nella lista figurano, infatti, alcuni edifici storici e molto noti come
Palazzo Ducale, Palazzo Tursi, Palazzo Albini, Palazzo Bianco, Palazzo
Rosso, il teatro Carlo Felice, il chiostro di San Lorenzo, il teatro
Modena, villa Bickely a Cornigliano, villa Rosazza, la biblioteca Bruschi a
Sestri Ponente accanto a quartieri di edilizia pubblica densamente abitati,
come Begato (via Maritano, via Linneo, via Cechov), Sestri Ponente (via
meldi e via S. M. della Costa), Voltri (via Viacava e via Ventimiglia), Cep
(via Due Dicemrbe, via Novella), piazzale Adriatico e Lungobisagno
Dalamzia, Pegli 3 (via Ungaretti, via Pastore, via Pavese), via Copernico,
salita del Prione. Non solo. Le antenne potrebbero piombare anche su aree
da adibire a verde pubblico e su circoli sportivi e sociali, come la
piscina di piazza Guerra, i campi da bocce di Mura dello Zerbino e via
Amarena, i giardini di piazza Rizzoglio, il complesso sportivo di Pegli 3,
il tennis club di viale Sauli, l'impianto sportivo di via Acciai, i
giardini Unicef della piscina di lago Figoi, gli stabilimenti balneari San
Nazzaro di corso Italia, i bagni Scogliera e il castello della passeggiata
di Nervi, l'ex scuola di via Nasche.
"Credo che in base al principio di precauzione - osserva bruno - non sia
affatto opportuno sistemare le antenne in aree densamente popolate o
frequentate da giovani e bambini e credo che si dovrebbe anche evitare di
deturpare edifici storici con antenne di qualunque tipo."
Di qui la richiesta del consigliere comunale alla giunta di modificare
l'elenco dei siti pubblici da fornire ai gestori di telefonia mobile in
modo da escludere appunto queste "categorie" giudicate particolarmente a
rischio e da tutelare.
"In ogni caso, al di là della modifica della delibera - sottolinea Bruno -
credo che sarebbe opportuno sospendere ogni nuova autorizzazione in attesa
del perfezionamento della nuova legge nazionale sull'elettrosmog che è
stata recentemente approvata."
Non la pensa così, però, l'assessore Giovanni Facco, uno dei proponenti
della delibera assieme ai colleghi Claudio Basso e Valter Seggi.
"La legge sull'elettrosmog non ha nessun impatto su questo tema - commenta
Facco - perché riguarda l'elettrosmog nel suo complesso. I nostri valori di
riferimento sono stabiliti da una legge regionale e le autorizzazioni
vengono rilasciate sulla base delle licenze edilizie e dell'autorizzazione
dell'Arpal (Agenzia Regionale per l'Ambiente ndr.)
Quanto agli immobili comunali inseriti nella delibera di giunta : "Noi
abbiamo stilato un elenco di un migliaio di siti partendo da una premessa -
spiega Facco - il fatto che il Comune, che è proprietario di tanti
immobili, potrebbe anche avere una fonte di entrate dall'installazione di
impianti di telefonia mobile . L'elenco è stato stilato sulla base di un
ordine del giorno approvato dal consiglio comunale che escludeva scuole,
parchi e impianti sportivi. Se qualcosa ci è sfuggito o se ci siamo
sbagliati, siamo pronti a correggerci nel momento in cui i gestori fossero
interessati a qualcuno di quei siti. Il fatto di aver stilato un elenco in
cui si possono installare impianti di telefonia mobile, infatti, -
sottolinea - non significa nulla, perché si dovrà  vedere se i gestori
saranno interessati a qualcuno di questi siti e se faranno richieste."
La compilazione di questa lista, però, aveva suscitato un po' di
discussione anche in giunta, al memento dell'approvazione della delibera :
"Io avevo dato il mio consenso, condizionandolo, però, al fato che si
eliminassero tutti i siti esclusi dall'ordine del giorno del consiglio
comunale." Ricorda l'assessore allo sviluppo sostenibile Elio Volpone. Ma
forse qualcosa è sfuggito a questa successiva opera di sfoltimento. "E
comunque - osserva Bruno - resta il problema degli edifici storici". 
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Antonio Bruno
vice Presidente del Consiglio Comunale di Genova
Altro Polo -  Sinistra Verde
0339 3442011
bruno@aleph.it
antonio.bruno@katamail.com