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Taranto, veleni di cokeria (Manifesto 8/2/2001)



Morire a Taranto
INQUINAMENTO Ilva, perizia sui forni. Silenzi e coperture
ANTONIO SCIOTTO

Un operaio spazza il piano della cokeria all'Ilva di Taranto. Con la 
ramazza, come Cenerentola. La sventurata, però, ripuliva soltanto i resti 
delle sorellastre. A Taranto, invece, viene spazzata la polvere carica di 
Ipa, Idrocarburi policiclici aromatici. La foto che documenta l'attività ad 
alto rischio - dovrebbe essere fatta con sistemi di aspirazione anziché con 
la scopa - compare sul sito www.peacelink.it.
L'associazione da tempo denuncia l'inquinamento ambientale creato dall'Ilva 
di Emilio Riva, dalle centrali termoelettriche Ise, interne allo stesso 
stabilimento siderurgico, dalla raffineria Agip e dal cementificio 
Cementir. Un quadrilatero letale per gli operai e i cittadini della zona, 
che rischiano di essere decimati dai tumori. Molti di loro sono già morti. 
I dati della Asl parlano chiaro: dal 1971 al 1998 la mortalità per 
neoplasia nella città di Taranto è raddoppiata, passando da un tasso di 124 
morti a uno di 244 per 100.000 abitanti. Rispetto al totale delle morti per 
cancro, il tumore ai polmoni rappresenta il 40%, mentre la media nazionale 
è del 29% (dato 1993).
Le quattro industrie rischiano di finire sotto processo. Da qualche giorno 
è stata depositata la perizia aperta nel 1998 dall'allora giudice per le 
indagini preliminari, Brandimarte. Le analisi sono state condotte tra il 
'99 e il 2000 all'interno degli stabilimenti. Il fine, stabilire se le 
emissioni inquinanti violano la normativa anti inquinamento e le norme 
sull'igiene del lavoro. E significativo è il fatto che due magistrati della 
Procura di Taranto, Aldo Petrucci e Renato Sebastio, abbiano scritto nel 
gennaio scorso una lettera alle autorità locali per un pronto intervento 
sulla questione: se si sono mossi anche loro, evidentemente i dati 
contenuti nella perizia, ancora coperta dal segreto, devono essere allarmanti.
Ma intorno all'inquinamento che affligge e uccide i tarantini ci sono tanti 
misteri. Il 26 gennaio scorso il locale "Corriere del Giorno" ha pubblicato 
una lettera spedita nel novembre del 2000 dal Presidio multizonale di 
prevenzione dell'Asl all'Assessorato regionale e al sindaco di Taranto. Si 
chiedeva il fermo delle batterie 3 e 6 della cokeria, ritenendo che le 
emissioni di Ipa, benzene e particolato (Pm 10 e Pm 2,5) fossero 
preoccupanti. Solo all'atto della pubblicazione del giornale il sindaco si 
è mosso e ha emesso nei giorni scorsi un'ordinanza per la rimozione, entro 
15 giorni, delle cause di inquinamento.
"I politici e i sindacati tacciono - denuncia Alessandro Marescotti, 
presidente di Peacelink - L'8 aprile del 1995, 6 anni fa, l'Usl 4 di 
Taranto inviò una relazione a Cgil, Cisl, Uil, Cisnal, Confsal e Cisal. 
Nella relazione sono denunciati i livelli preoccupanti raggiunti da Ipa e 
benzo-a-pirene rilevati su 50 postazioni della cokeria Ilva. L'addetto 
coperchi del reparto Bat 9-10 risulta esposto a valori di benzo-a-pirene 
137.000 volte superiori al consentito. E vengono anche indicati i "morti 
attesi" statisticamente. Ma quella lettera è rimasta nel cassetto".

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Nell'articolo il mio pensiero e' stato riassunto un po' troppo: non tutti i 
politici e i sindacalisti tacciono. Per fortuna...
Alessandro Marescotti