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tumori in cokeria: un'importante vittoria a Taranto
Lettera al Corriere del Giorno
La mobilitazione delle scorse settimane contro i fumi cancerogeni della
cokeria dell'Ilva ha ottenuto un importante risultato.
Il Sindaco di Taranto Rossana di Bello, con un'apposita ordinanza, ha
chiesto una rimozione entro 15 giorni delle cause che generano l'abnorme
inquinamento della cokeria.
E' un passo in avanti. Occorre farne un altro: bisogna prevedere dei
controlli continui sull'area industriale. Altrimenti le ordinanze rischiano
di essere parole senza efficacia.
Chiediamo pertanto che il Comune di Taranto acquisisca i dati dei sistemi
di monitoraggio interno con cui l'Ilva rileva le proprie emissioni
inquinanti. Quei dati non possono più rimanere un'informazione privata
interna all'Ilva ma possono e devono diventare informazione di pubblico
dominio, pubblicabile ogni giorno sui giornali e su Internet. La legge lo
consente (1).
Inoltre chiediamo che da ora in poi di fronte all'Ilva venga posizionata la
centralina antinquinamento mobile del Comune di Taranto. Infatti va detto
che il sistema di centraline non rileva l'inquinamento nei pressi dell'area
industriale. Come potremo controllare i dati dell'Ilva (e della altre
aziende) se il comune non piazza una centralina lì? E visto che non esiste,
perché non piazzarci quella mobile?
Altro provvedimento urgente è un'apposita analisi periodica del
benzo-a-pirene negli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), sia nell'area
industriale sia nell'area urbana, dato che in questi IPA si annida uno dei
più pericolosi killer della città. Senza questa analisi disaggregata i
valori degli IPA rilevati dalle centraline sono troppo generici e non
consentono di rendere efficace una lotta all'inquinamento che genera le
peggiori patologie della città: quelle tumorali.
Occorre restituire ai cittadini i due beni preziosi che - dopo la salute -
sono mancati a questa città: l'informazione e la trasparenza.
Non è infatti superfluo ricordare la via contorta con cui si è arrivati a
questa ordinanza del sindaco. Venerdì 26 gennaio il Corriere del Giorno
"trova" (chissà come e chissà dove) una vecchia lettera (del novembre
scorso) del Pmp (Presidio Multizonale di Prevenzione) al sindaco di Taranto
e all'Assessorato all'Ambiente della Regione Puglia in cui si proponeva il
fermo delle batterie 3/6 della cokeria a causa delle emissioni inquinanti.
Il tutto è rimasto silenzioso nei cassetti fino a quando la notizia è
diventata di pubblico dominio per merito della stampa. Di lì a poco
PeaceLink ha pubblicato sul suo sito Internet le foto della cokeria con
operai immersi in fumi cancerogeni. E' la conferma visiva dell'emergenza e
le foto sono state definite "agghiaccianti" dai giornali che la hanno
pubblicate. A questo punto si è scatenata la giusta reazione della città e
da più parti è stata invocata un'azione ferma a difesa della salute dei
lavoratori e dei cittadini. Essenziale è apparsa a tutti la funzione del
giornalismo e dell'informazione nel conseguire la vittoria e cioè
un'ordinanza del sindaco. Ma, vista la vicenda un po' contorta, non sarebbe
male chiedersi: possiamo affidare simili questioni alla buona volontà e
alla tenacia di qualche giornalista che lancia l'allarme? Non è venuto il
momento che il Comune e la Asl (e in particolare il Pmp) si dotino di un
sistema informativo diffuso che renda noti i suoi atti, specie in un
settore così delicato come quello dell'inquinamento?
Perché non mettere tutto su Internet e offrire ai giornalisti un archivio
di documentazione senza che debbano fare gli 007?
Giustamente l'assessore di Statte, dott.Onofrio Pappalepore, si è lamentato
per non aver mai ricevuto dal dott.Virtù (responsabile del Pmp) la lettera
in cui si parlava delle batterie più inquinanti della cokeria. Questi
giochi dell'informazione opaca e intermittente non possono più perdurare:
apriamo gli archivi Ilva e del Pmp, siano resi pubblici i dati
dell'inquinamento industriale.
Altrimenti noi cittadini, che paghiamo le tasse e paghiamo quindi anche il
Pmp, saremo esclusi da quell'informazione che è potere di controllo.
Sarebbe paradossale se a Taranto - dopo aver conosciuto il piano di
emergenza nucleare - non possiamo conoscere i dati dell'inquinamento
dell'Ilva e delle altre aziende.
La strada è in salita ed è lastricata di tanto silenzio.
Rendiamo noto, a tal proposito, che la Regione Puglia non ha ancora
risposto alla lettera qui sotto riportata (1) in cui chiedevamo
l'acquisizione dei dati delle centraline per l'inquinamento dell'Agip.
Gli enti locali hanno il potere di chiedere e ottenere i dati "privati"
delle centraline industriali e renderli pubblici.
Quanti morti dobbiamo aspettate ancora?
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
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PeaceLink
c.p.2009
74100 Taranto
fax 1782273886
email: a.marescotti@peacelink.it
http://www.peacelink.it
Spett.le Assessorato all’Ambiente
Settore Ecologia
Regione Puglia
Piazza Moro
70100 BARI
Oggetto: Richiesta dati emissioni.
Il sottoscritto prof. Alessandro Marescotti, in qualità di presidente di
PeaceLink, organizzazione di interesse ambientale, in base alla Legge sulla
trasparenza delle pubbliche amministrazioni,
CHIEDE
copia di tutti i dati di emissione in atmosfera trasmessi, ai sensi del DPR
203/88 e norme seguenti, a codesto Assessorato Regionale all’Ambiente dalla
raffineria AGIP di Taranto negli anni 1999-2000.
In particolare chiede di conoscere i dati forniti dalle centraline di
rilevazione gas installate lungo il perimetro della raffineria sopra detta
e deputate a rilevare le concentrazioni nell’aria degli inquinanti
aerodispersi, centraline la cui installazione è stata espressamente
dichiarata dalla stessa Azienda a codesto Assessorato nell’ambito delle
stesse dichiarazioni ex DPR 203/88.
Chiede altresì di ricevere riscontro alla presente entro 30 giorni presso
l'indirizzo: PeaceLink
c.p.2009
74100 Taranto
Taranto, 29 dicembre 2000
Prof. Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink