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Taranto/Statte, si muore (4)



RACCOMANDATA A.R.                                                                 A S.E. il Sig. Prefetto di Taranto
Dr. Gennaro MONACO
Via Anfiteatro
74100 - TARANTO

e, p.c.           Alla Procura della Repubblica
C/o Tribunale di Taranto
Dr. Francesco SEBASTIO
Via Marche
74100 - TARANTO

Al Ministro dell'Ambiente
Dr. Willer BORDON
Via C. Colombo
00144 - ROMA

All’ Assessore Ecologia Regione Puglia
Dr. SACCOMANNO
P.zza A., Moro, 37
70122 - BARI
Oggetto: Considerazioni e richieste derivanti dall'incontro del 15 gennaio 2001 presso la Casa Comunale di Statte sul problema inquinamento Atmosferico della grande industria. Piano di disinquinamento. Ill.mo Sig. Prefetto,
esprimo la mia personale delusione e preoccupazione per l'esito dell'incontro tenutosi lunedì 15 gennaio 2001 presso la Casa Comunale di Statte.
Le stesse fonti che nell'incontro precedente del 15 novembre 2000 avevano prospettato date certe ai problemi posti, sottoscrivendo il verbale della riunione effettuata ed inviato a tutti i partecipanti e a Lei per conoscenza, hanno rinviato in alcuni casi di tantissimo tempo la soluzione degli stessi, aumentando in noi il senso di incertezza e di frustrazione di fronte ad un continuo slittamento di impegni, al cospetto di una situazione sempre confusa che esige invece certezze e rimedi urgenti per il bene di noi tutti.
Come rileverà dal verbale della riunione risulta che:
·       l'attivazione della Rete di monitoraggio che avrebbe dovuto essere operativa a partire da aprile 2001, probabilmente lo sarà nel corso dell'anno 2002;
·       l'attuazione del Piano di risanamento è in una fase di stallo e non se ne conosce lo stato attuativo globale;
·       i dati relativi all'autocontrollo annuale dell'Ilva relativi al 1998-99 che avrebbero dovuto esseri disponibili entro 20 gg dal 15 novembre, saranno disponibili entro la fine di febbraio e su questi, solo diurni, successivamente nel 2001, sarà effettuato il controllo a campione del Presidio Multizonale di Prevenzione;
·       la rilevazione on line dei dati del camino E312 di AGL2 dotato di nuova tecnologia MEEP in scadenza il 31 dicembre 1999 e prospettata nella riunione di novembre entro il 31 dicembre 2000, sarà effettuata quando saranno installate le apparecchiature e ciò sarà deciso in gennaio 2001 , in concomitanza di una grande fermata. Questo impianto per il solo fatto di essere nuovo necessiterebbe di controlli più serrati da noi richiesti da novembre, ma all'atto pratico di difficile effettuazione  da parte dell'Ente preposto;
·       del sistema di rilevazione della polverosità dei parchi minerali che sarebbe dovuto essere installato entro dicembre 1999 per far scattare le misure di emergenza e del quale  nella precedente riunione era stata prospettata l'attivazione per febbraio 2001, non è stata data da parte dell'Ilva epoca certa circa l'entrata in funzione, come avrà avuto modo di rilevare nella risposta scritta al nostro quesito;
·       il sistema di Qualità Iso 14000, volontario e adottato in Europa da 150 paesi, da me richiesto fin dal settembre 1997 e su cui l'Ilva "stava pensando" è oggi, nel 2001, ancora oggetto "di valutazione circa il modo con cui procedere all'applicazione";
·       il D.lgs 372/99 che recepisce la direttiva Europea in tema di qualità ambientale è privo di fase attuativa e l'Ilva, giustamente, in tema di qualità ambientale si rifà a questo;
·       quel problema della polvere rossa proveniente dalle Acciaierie che per 10 minuti al giorno in più riprese "allieta" gli abitanti dei Tamburi e di Statte, era in fase di soluzione nel 1998 (rif.Leg. Ilva 141.1998) e con identiche parole lo è tuttora: legato a pratiche operative, alla sensibilità degli addetti, in pratica insolubile, ma in compenso abbiamo appreso che il ferro non fa male…;
·       i cinque pannelli lato Tamburi danneggiati nel mese di novembre, lo sono tuttora e la sostituzione, che avrebbe dovuto essere immediata, è ancora in fase di previsione;
·       la discarica 2b super, autorizzata in giugno 1998 con gran sofferenza, richiesta dall'Ilva nel 1994 perché la necessità era "viva e pressante", è nella fase di posa in opera del manto impermeabilizzante e nel frattempo si utilizzano le sempiterne "capienti" vasche Cotecchia in "via di esaurimento" all'atto della richiesta (1994);
·       la discarica ex cava Due Mari è sempre operativa e non è dato sapere se il progetto approvato prevede anche l'impermeabilizzazione, come per legge, e il manto HDPE più argilla. L'ufficio Ecologia del Comune di Statte ha documentato e ripetutamente denunciato scarichi di fanghi in sito privo di impermeabilizzazione senza risultato alcuno;
·       il carico di polveri emanate dai camini di CET 1 ha allarmato l'ASL, dato che si vanno ad aggiungere ad un carico inquinante TOTALE di cui sono fatti autocontrolli PARZIALI e la risposta ai nostri quesiti posti su CET 1 non è stata confacente alla domanda;
·       la verifica degli interventi previsti nell'accordo di programma Ilva, Regione Puglia scadenti a dicembre 1999 non è stata effettuata dall'Ente preposto.
E allora Sig. Prefetto, visto che i politici sono chiamati a correre ai ripari quando i danni sono già fatti, questa volta siamo nei tempi utili per subordinare i ventilati e presumo imminenti aumenti produttivi previsti dall'Ilva e dall'Agip Petroli a:
1.      una verifica se l'Ambiente possa sopportare un carico inquinante di tale portata chiedendo un'immediata Verifica di Impatto Ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente dell'intera area di Stabilimento allargandola anche ad altri impianti in via di raddoppio di produzione e estendendola anche a Inceneritori presenti e previsti sul territorio;
2.      la convocazione del Comitato di Coordinamento del Piano di disinquinamento  previsto nell'art. 6 del Piano e composto da due rappresentanti del Governo, di cui uno del Ministero dell'Ambiente,   due rappresentanti della Regione Puglia, di cui uno dell'Assessorato all'Ambiente, e uno ciascuno per i cinque Comuni dell'Area ad elevato rischio ambientale, per una verifica dello stato dell'arte del Piano, l'applicazione completa del quale senza ulteriori proroghe nei tempi di attuazione e con controlli efficaci dei tempi e dei modi può contribuire ad una mitigazione della attuale situazione;
3.      all'attivazione immediata mediante installazione delle apparecchiature, della rilevazione on line delle immissioni convogliate del camino E 312 di AGL2, del camino E 422/6 di COKE e dell'Impianto DPPLAT dell'Agip Petroli, al loro controllo sistematico e costante e divulgazione dei dati al pubblico, trattandosi di impianti dotati di nuove tecnologie di cui si deve accertare l'efficacia;
4.      dell'attivazione immediata del sistema di rilevazione della polverosità dei Parchi minerali primari idoneo a far scattare le contromisure;
5.      allo svolgimento di un'indagine conoscitiva al fine di appurare se CET 1 è formalmente autorizzata a procedere nella produzione di energia elettrica, fermo restando che la stessa all'epoca delle autorizzazioni per la costruzione e gestione di CET 3 (oggi ISE) avrebbe dovuto cessare la sua attività entro il 30 settembre 1997, e sicuramente la Verifica di Impatto Ambientale, non effettuata, avrebbe dimostrato che l'impatto ambientale non consentiva la sua costruzione e ciò indipendentemente dal suo risanamento;
6.      l'attivazione della Rete di monitoraggio ambientale con l'installazione e funzionamento delle centraline (nr. 21) nei tempi in prospettati il 15 novembre e cioè aprile 2001;
7.      l'emissione immediata del decreto attuativo del D.lgs. 4 agosto 1998 nr.372 relativo alla prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento.
Chiediamo che tutto ciò costituisca conditio sine qua non per concedere l'aumento di produzioni (ILVA, AGIP PETROLI) che altri non hanno voluto e che noi tutti non possiamo accettare supinamente sulla nostra pelle.
Se il massimo responsabile dell'Ilva, come è scritto nel verbale di stenotipia del consiglio comunale tenutosi a Statte nel 1997, è intenzionato  " a fare il massimo possibile per quanto riguarda il problema ambientale, perché siamo a Taranto, vogliamo rimanere a Taranto, non vogliamo essere ricattati da nessuno, perché dobbiamo fare le cose nel miglior modo possibile", quale migliore occasione per dimostrarlo?
A Statte ci credevamo, non chiediamo altro che "i fatti" ci aiutino a crederci ancora.
                                                                                     
 Distinti saluti.
                                                                        L’Assessore Ecologia, Ambiente e Sanità
                                                                                   Dr. Onofrio Pappalepore