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R: borsa dei fumi contro l'inquinamento
Tempo fa nella lista pck-ecologia avanzai forti dubbi sull'ecocompatibilita'
di strategie di tassazione delle attivita' produttive nocive per l'ambiente,
poiche' mi pareva che tale tassazione potesse alla fine risolversi in una
licenza di inquinare, dal lato del produttore, ed in un indiscriminato
aggravio di costi, dal lato del consumatore. Mi pare che la proposta
descritta con toni alquanto entusiasti dall'articolo del giornale
confindustriale possa servire al mondo ambientalista a chiarire meglio la
questione, che va al di là della mera contingenza, ed a chiarirsi su alcune
sue linee di azione.
E' tutto da vedere che una *borsa dei fumi* serva a ridurre effettivamente
le emissioni. E' del tutto evidente, infatti, che dal lato della grande
impresa inquinante (la Montedison) e' certo utile a sostituire le
*farraginose* ed *inutili* normative, evitando i classici bastoni tra le
ruote di qualche magistrato *d'assalto*. Molto ideologico mi pare l'assunto
che anche l'impresa con tecnologia a basso impatto possa essere stimolata a
ridurre le emissioni: lo farà nella misura in cui il mercato glielo rendera'
conveniente, cioe' fino a che e nella misura in cui ci sara' una impresa a
forte impatto che le acquista i diritti. Questo significa che si tratta, nel
migliore dei casi, di un gioco a somma zero, e quindi di un inganno per chi
e' convinto che debbano essere non certo accantonate (come si prefigura
nell'articolo), ma anzi sviluppate politiche volte ad una drastica riduzione
delle emissioni inquinanti e dell'identita' distruttrice di questo modello
di sviluppo dominante.
Non e' la prima volta che i settori neoliberisti propongono il mercato come
supremo regolatore degli sfracelli che esso stesso produce nel pianeta.
Neppure e' una novita' che a prefigurarlo sia il protocollo di Kyoto:
abbiamo avuto modo di leggere su peacelink della truffaldina clausola di
scambio tra foreste artificiali e foreste reali, consentita dal protocollo
con l'obiettivo dichiarato di ridurre le emissioni, ma con l'obiettivo reale
di consentire sotto parvenze ecologiche la distruzione di cio' che rimane
delle foreste del pianeta.
Mi pare allarmante, qualora corrispondesse a verita' cio' che si annuncia
nell'articolo del Sole 24 Ore, che lo stesso Ministero dell'Ambiente si
accinga ad appoggiare il progetto: questo significa che dobbiamo attenderci
a breve ennesime deroghe a standard ed a soglie anti inquinamento? Un altro
addio alle politiche pubbliche, tanto ci pensa il Mercato? Speriamo almeno
che Rutelli non abbia letto l'articolo, se no chissa' cosa ne esce...
----- Original Message -----
From: Andrea Agostini <lonanoda@tin.it>
To: <lavoro@peacelink.it>
Sent: Sunday, November 12, 2000 6:36 PM
Subject: borsa dei fumi contro l'inquinamento
> dal sole 24ore
>
> Martedì 7 Novembre 2000 italia - economia
> Progetto Montedison per abbattere le
> emissioni Contro l'inquinamento
> arriva la Borsa dei fumi
>
> MILANOAnche in Italia arriva la "Borsa dei fumi". La
> Montedison ha messo a punto un modello, ispirato sugli
> esempi diffusi da anni negli Stati Uniti, per ridurre le
> emissioni delle ciminiere: gli stabilimenti e
soprattutto le
> centrali elettriche in futuro potrebbero negoziare fra
> loro i
> diritti di inquinamento o, meglio, gli incentivi alla
> riduzione
> dell'impatto ambientale affidati non a normative
> difficili da
> applicare ma alla regolazione del mercato. Lo prevede,
> chiamando questo meccanismo "emission trading", il
> Protocollo Onu di Kyoto sulle emissioni di anidride
> carbonica
> e sui cambiamenti del clima. Quello della Montedison non
è
> un caso isolato.
>
> Negli Stati Uniti una serie di leggi, che derivano dal
> Clear Air
> Act (cioè legge sull'aria pulita), hanno stabilito che
chi
> supera il tetto di fumi previsto può comprare l'eccesso
di
> emissioni da un'altra azienda che invece produce meno
> inquinamento. In questo modo, le aziende e le tecnologie
> inquinanti che non hanno alternative non sono costrette
a
> chiudere, ma devono pagare il diritto di emettere più
fumo
> del permesso. Ciò provoca una perdita di competitività
che
> costringe le aziende a ricercare nuove (e più pulite)
> forme di
> produzione. Viceversa, chi ha tecnologie a basso impatto
> ambientale (e diritti da vendere) è incentivato a
ridurre
> sempre più l'impatto ambientale. E negli Usa non si
contano
> le "borse delle emissioni", come quelle sulla rete
> Internet. Un
> esempio per tutti: la Borsa dei fumi sul sito
> www.cantor.com.
>
> Il meccanismo di emission trading potrà essere effettivo
su
> scala mondiale dal 2008, ma l'Unione Europea intende
> realizzarlo a partire dal 2005.
>
> Il progetto, che ha il sostegno del ministero
dell'Ambiente,
> studia la fattibilità dello scambio dei diritti di
> emissione tra
> ciascuno dei 200 impianti europei della Montedison e
mira a
> ridurre del 10% le emissioni di anidride carbonica nel
> periodo 1998-2010.
>
> Un modello economico permette l'allocazione ponderata di
> quote di diritti di emissione a singoli impianti secondo
> alcune variabili principali quali l'inquinamento
> potenziale, lo
> sviluppo della produzione, la tecnologia applicata e
quella
> disponibile e le scelte aziendali di lungo periodo. Il
> modello,
> calcolando il costo marginale di abbattimento di ogni
> impianto, verifica l'opportunità e l'interesse economico
di
> effettuare lo scambio di emissioni tra le imprese. Il
> meccanismo è in grado di rivelare la reattività di
specifici
> settori e impianti alla necessità di ridurre le
emissioni.
>
> J.G.
>
>
>