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Legambiente: maltempo



06 Novembre 2000 

MALTEMPO. LEGAMBIENTE: NECESSARIO UN INTERVENTO STRAORDINARIO 

    "L'Italia deve seriamente impegnarsi su due fronti. Quello interno,
varando un programma straordinario di manutenzione del territorio per la
messa in sicurezza di tutti quei luoghi della penisola che finiscono
puntualmente sott'acqua con le prime piogge; quello internazionale,
facendosi portavoce nel prossimo vertice dell'Aja sull'effetto serra di una
politica efficace e duratura per la riduzione delle emissioni". Legambiente
- per bocca del suo presidente nazionale, Ermete Realacci - pone queste due
richieste al Governo, nell'ennesima giornata di maltempo e distruzioni che
ha stravolto il nord Italia e altri Paesi europei. E inevitabilmente
l'associazione ambientalista è tornata a individuare le cause che rendono
particolarmente vulnerabile il nostro territorio alle prime piogge
autunnali: cementificazione selvaggia del territorio, disboscamento,
canalizzazione dei fiumi, imbrigliamento degli argini fluviali,
antropizzazione delle aree golenali, abusivismo edilizio, speculazione.
"Sembra - ha proseguito Realacci - che ormai ci sia accordo anche tra i
politici sulla necessità di abbattere le emissioni di gas serra, per
contrastare questo fenomeno, così come sulla irrimandabilità di interventi
per rinaturalizzare i bacini fluviali. Dal Governo ci aspettiamo dunque, e
in fretta, scelte conseguenti e non solo parole". Primo banco di prova, tra
pochi giorni, il vertice internazionale che si svolgerà in Olanda, a l'Aja,
per decidere gli impegni internazionali per la riduzione progressiva delle
emissioni di gas serra. "Speriamo - ha concluso Realacci - che lì il nostro
Paese giochi, positivamente, un ruolo da protagonista".  
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07 Novembre 2000 

MALTEMPO. NORD SOTTACQUA E RISCHIO ESONDAZIONI 

    "Il nord è nuovamente sott'acqua è c'è chi arriva al paradosso di far
ricadere sugli ambientalisti la colpa dei disastri causati dalle
esondazioni. E' davvero incredibile, quando c'è chi ha fatto scempio del
territorio individuare le responsabilità in chi si oppone all'escavazione
degli alvei dei fiumi o alla cementificazione selvaggia degli argini." E'
questo il secco commento di Legambiente alle insinuazioni lanciate ieri
sera da un telegiornale nazionale, in cui all'interno di uno dei servizi
sul maltempo, è stata addossata la colpa dell'inondazione di Albenga ad una
presunta battaglia ambientalista che ha impedito la fortificazione di uno
degli argini per salvaguardare una chiesa romanica, definita oggi dal
sindaco "quattro sassi". "I Sindaci non possono abdicare alle loro
responsabilità e distribuire colpe a chi di volta in volta ritengono più
opportuno," ha commentato Massimo Serafini della segreteria nazionale di
Legambiente. "Ancora una volta torniamo a ribadire il concetto che i bacini
idrogeologici sono sistemi complessi e il quanto tali strettamente
collegati fra di loro. Non si può pensare che un intervento sbagliato a
monte non abbia ripercussioni a valle. E invece quello che si continua a
fare è proprio di spostare il problema a valle, negando ai fiumi le
fisiologiche aree di esondazione in caso di piena." E' stato ampiamente
documentato il fatto che la vulnerabilità del bacino del Po dipende quasi
esclusivamente da cause antropiche, dall'uso e dalla gestione del
territorio e delle acque che lo percorrono. Uno sviluppo urbanistico senza
regole ha preteso di costruire in aree golenali aumentando a dismisura
l'impermeabilità della terra; è stata abolita ogni forma di manutenzione.
La politica di difesa del suolo finora ha ragionato in termini di "difesa
di tutto": case, capannoni industriali, tutto ciò che risiede in aree
golenali, con una impostazione sempre più ingegneristica degli interventi
mirati a difendere gli errori già compiuti. "Il punto - ha aggiunto
Serafini - è allora restituire al fiume il territorio con le sue fasce di
pertinenza fluviale; vietare l'escavazione in alveo e nelle aree golenali;
incentivare il coltivatore a diventare il vero "difensore del suolo".
Prevedere obbligatoriamente la creazione di presidi tecnico-scientifici che
organizzino sul territorio un servizio meteo-climatico e previsione, capaci
di fornire, grazie all'uso delle più moderne tecnologie, quelle
informazioni e previsioni necessarie per l'intervento della Protezione
Civile sul territorio, per organizzare realmente un efficace allerta
rapido. E' necessario poi utilizzare il lavoro degli uomini e delle donne
per il rimboschimento delle aree bruciate durate l'estate, così meno acqua
scenderà a valle o almeno meno terra smotterà. Così come dovranno essere
ripuliti i fiumi dai rifiuti e tenere in ordine i reticoli scolanti". Nel
frattempo una squadra della protezione civile di Legambiente è già al
lavoro in Liguria, nella zona delle Cinqueterre. Chi fosse interessato a
partecipare come volontario può contattare il numero telefonico 06.86268413.