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Legambiente: veicoli fuori uso



07 Novembre 2000 

VEICOLI FUORI USO E AMBIENTE 

    Ogni anno in Europa vengono rottamati circa 9 milioni di veicoli, solo
nel nostro Paese più di 30 milioni di pneumatici usati devono essere
smaltiti. La sostituzione delle gomme dei veicoli circolanti e la
rottamazione di quelli ormai fuori uso generano questa enorme mole di
materiali da smaltire, ma la direttiva europea in via di approvazione
definisce proprio gli obiettivi temporali e qualitativi per il riciclaggio
e riutilizzo di questi materiali, sancendo anche la responsabilità del
produttore in applicazione del principio "chi inquina paga". Attualmente,
sono meno di 3 milioni i pneumatici che vengono ricostruiti, ma anche
questa limitata porzione determina la non immissione nell'ambiente di più
di 50mila tonnellate di rifiuti, un risparmio energetico (petrolio ed
equivalenti) pari a 180 milioni di litri, un risparmio di spesa per gli
utilizzatori finali pari a 520 miliardi di lire. Questi i dati presentati
oggi da Legambiente e Airp (Associazione italiana ricostruttori pneumatici
), nel corso di un convegno a Roma, che ha visto la partecipazione del Sen.
Nicola Fusillo (Sottosegretario Ministero Ambiente), Sen. Fausto
Giovannelli (Presidente Commissione Ambiente del Senato), On. Franco
Gerardini (Commissione Ambiente della Camera), Alberto Fiorillo (segreteria
nazionale Legambiente), Duccio Bianchi (Istituto Ambiente Italia), Silvia
Calamandrei (Comitato economico e sociale europeo), Maurizio Pernice
(Ministero dell'Ambiente), Salvatore Di Carlo (Fiat Auto), Gianni Geraci
(Presidente Airp), Francesco Ferrante (direttore generale Legambiente),
Gianni Squitieri (Presidente Osservatorio Nazionale Rifiuti), Giancarlo
Marino (Michelin Italia). Attualmente i veicoli fuori uso costituiscono in
massima parte una fonte di inquinamento e uno spreco di risorse. La
Commissione europea ha però promosso la direttiva sui veicoli fuori uso che
oltre a definire chiari obiettivi quantitativi per il riutilizzo, il
riciclaggio e il recupero di veicoli e dei loro componenti, incoraggia i
produttori a costruire veicoli nell'ottica di un loro eventuale
riciclaggio. Ogni anno infatti, nell'Unione europea i veicoli rottamati
generano tra gli 8 e 9 milioni di tonnellate di rifiuti, in parte tossici e
pericolosi. L'obiettivo della proposta è di far sì che nel 2005 almeno
l'80% del peso dei veicoli possa essere riutilizzato e riciclato, entro il
2015 detto livello dovrebbe ammontare al 95% del peso riutilizzato e/o
riciclato. Essa inoltre applica l'importante principio della responsabilità
dei produttori stabilendo che la raccolta e il riciclaggio dei veicoli
fuori uso non devono diventare un onere per le autorità pubbliche, ma
devono essere di responsabilità degli operatori economici del settore
automobilistico. In Italia negli ultimi tre anni sono stati radiate circa
1,5 milioni di autovetture - oltre a camion, autobus, ciclomotori etc. La
crescente rapidità del rinnovo del parco circolante in italia - oltre alla
sua estensione - manterrà anche in futuro elevato il numero di auto
destinate alla rottamazione e, contemporaneamente si avvertiranno gli
effetti della trasformazione del parco circolante, con una presenza
crescente di autovetture di media e grande cilindrata. Il numero dei
veicoli demoliti ogni anno nell'Unione europea (8/9 milioni), producono
circa 8-9 milioni di tonnellate di rifiuti generali. Questa cifra è
destinata ad aumentare in futuro, dato che sempre più i veicoli vengono
immessi sul mercato. I cosiddetti "residui di frantumazione" di questi
veicoli vengono oggi smaltiti in discarica, con conseguente contaminazione
del suolo e delle falde acquifere. Questi residui contengono notevoli
quantità di sostanze pericolose, ad esempio metalli pesanti, bifenili
policlorurati (PCB), clorofluorocarburi (CFC), sostanze organiche, ecc. I
rottami frantumati e gli oli usati dei veicoli sono considerati dalla
legislazione internazionale, comunitaria e nazionale rifiuti pericolosi.
Questo tipo di rifiuti corrisponde a circa 2 milioni di tonnellate di
rifiuti all'anno e rappresenta il 10% dei rifiuti pericolosi generati ogni
anno in totale nell'UE e il 60% del peso totale dei residui frantumati.
Secondo la direttiva, metalli pesanti come l'acciaio, il mercurio, il
cadmio e il cromo esavalente non possono essere frantumati o smaltiti in
discarica o soggetti ad incenerimento, pertanto saranno riciclati o
eliminati dai nuovi veicoli. Rispetto al PVC, nelle automobili, può essere
agevolmente sostituito con altri materiali e vari costruttori lavorano già
in questo senso. La redditività del riciclaggio dei veicoli fuori uso è
oggi divenuta incerta, tanto che i veicoli spesso sono importati e
rottamati nei paesi nei quali il prezzo di smaltimento è più basso. Se in
passato infatti l'esistenza di un mercato dei componenti e dei rottami
metallici rendeva redditizio il trattamento ed il recupero delle parti
metalliche, oggi la situazione è cambiata, a causa del maggior uso di parti
non metalliche nella produzione di veicoli, dell'aumento dei costi di
smaltimento dei materiali non riciclabili e del calo dei prezzi
dell'acciaio. Per rendere il trattamento dei veicoli fuori uso redditizio,
debbono essere adottati adeguati provvedimenti volti a sviluppare
l'infrastruttura necessaria alla raccolta e al riciclaggio delle parti non
metalliche. "Prevenirre e ridurre la produzione di rifiuti. Promuovere e
incentivare il riutilizzo, recupero e riciclaggio di materia prima. Ridurre
al minimo l'uso della discarica. Queste le proposte - ha dichiarato il
direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante - avanzate per anni da
Legambiente, ma fino ad ora la legislazione sui rifiuti si era sviluppata
in direttive indicanti norme generali di gestione di tutti i tipi di
rifiuti o in regolamentazioni su specifici tipi di rifiuti contenenti
materiali pericolosi (oli usati, batterie) e sulle diverse operazioni di
smaltimento e trattamento (incenerimento, discariche). Questa direttiva
invece è la prima che coinvolge i produttori primari nella responsabilità
circa i rifiuti prodotti al termine del ciclo di vita; si colloca dunque
all'incrocio tra politica di gestione dei rifiuti e politica dei prodotti,
invadendo un terreno che finora era stato precluso alla politica
ambientale". In un paese dove le discariche abusive deturpano il territorio
- sono 2333 le infrazioni accertate nel ciclo dei rifiuti secondo l'annuale
rapporto sulle Ecomafie di Legambiente - è utile soffermarsi sugli aspetti
positivi di razionalizzazione del settore della rottamazione che la
direttiva induce, perché l'adozione dell'articolo 5 sulla raccolta di tutti
i veicoli fuori uso presso impianti di trattamento autorizzati costituisce
uno strumento prezioso per la salvaguardia del nostro territorio. C'è da
chiedersi se negli incentivi alla rottamazione che sono stati introdotti a
suo tempo per il settore dell'auto non sarebbe stato opportuno già
anticipare su alcuni aspetti della direttiva in preparazione, introducendo
considerazioni ambientali nel provvedimento