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Legambiente-Aiab: boom del biologico
26 Ottobre 2000
BIO-BOOM IN ITALIA. LEGAMBIENTE E AIAB AL SALONE DEL GUSTO
Mensa sana, in corpore sano. Per 145.000 studenti non è solo uno
scherzoso modo di dire, ma una saporita realtà. In 13 regioni, infatti, le
mense scolastiche di alcune materne, elementari e medie hanno stabilmente
inserito nel loro menu prodotti biologici. Il piatto verde più pingue,
ossia il maggior numero di bio-pasti è appannaggio di quattro regioni: il
Piemonte (38.745), l'Emilia Romagna (34.986), la Toscana (24.558), la
Liguria (23.500). Ma anche nelle altre, pur se le cifre sono più contenute,
questi prodotti cominciano a marcare la loro presenza. Troviamo così il
Friuli Venezia Giulia con 9.223 pasti (soprattutto nelle materne), il
Veneto (6.476), il Trentino Alto Adige (2.658), il Lazio (1.940), la
Lombardia (1.000), la Puglia (929), la Sicilia (800), la Calabria (200) e
le Marche (90). Particolare non irrilevante, all'importanza di
un'alimentazione sana per i bambini e di una corretta educazione
nutrizionale si unisce, nei territori dove le mense bio hanno già preso
piede, anche uno sviluppo delle aziende locali chiamate a fornire la
materia prima. Ma la diffusione dei prodotti biologici nelle scuole altro
non è che il riflesso di un mercato in continua espansione, di un modo di
alimentarsi sano ed ecologico che conquista sempre maggiori spazi. La
superficie di coltivazioni biologiche in Italia è passata infatti dal 1985
al 1999 da 5.000 ettari ad 1 milione di ettari (una estensione pari a
quella delle Marche ed equivalente al 6,5% del territorio coltivato in
Italia). Oggi il 30% del biologico europeo è italiano. Le aziende del
settore sono passate da 600 nel 1985 alle oltre 50mila del '99. Così pure è
cresciuta l'attenzione della grande distribuzione: il 100% dei supermercati
presenta a scaffale prodotti biologici. I principali dati del biologico, le
qualità sanitarie, ambientali e organolettiche del settore, ma anche i dati
dell'agricoltura che ancora fa ricorso alla chimica sono stati presentati
oggi al Salone del Gusto di Slow Food in corso di svolgimento a Torino.
All'iniziativa hanno partecipato Valerio Calzolaio, sottosegretario
all'ambiente, Carlo Petrini, presidente Slow Food, Ermete Realacci,
presidente nazionale Legambiente, Vincenzo Vizioli, presidente Aiab
(Associazione italiana per l'agricoltura biologica), Bernard Geier,
direttore dell'Ifoam (Federazione internazionale dei movimenti per
l'agricoltura biologica). E l'incontro di oggi ha fornito anche l'occasione
per la definizione di un protocollo d'intesa sul biologico tra Aiab, Slow
Food e Legambiente. Dicevamo dunque delle scuole. In totale, per ora, ci
sono 108 mense biologiche, alcune ormai storiche (a Grugliasco, in
provincia di Torino, l'esperienza è partita sul finire degli anni '80),
concentrate in prevalenza al centro-nord (rispettivamente 24 e 77). Tra
mense e ristoranti naturali, per una curiosa coincidenza, non c'è
differenza: sono 108 e diffusi soprattutto in Lombardia (23), Marche (18),
Toscana (15), Emilia Romagna (13). Per le proprie pietanze le cucine
naturali possono contare su circa mille (918 per la precisione) negozi di
alimenti bio, su 109 mercatini, su 37 attività commerciali di circuiti
nazionali in franchising, su 624 punti vendita ortofrutticola nei
supermercati tradizionali, nonché su 311 negozi del commercio equo e
solidale. "L'agricoltura biologica - ha dichiarato Ermete Realacci - è un
modo produttivo per incrociare tipicità e qualità ambientale, per legare
gusto e valorizzazione del territorio. E anche, perché no, per offrire una
risposta forte ai ripetuti e invadenti tentativi di omologazione del
mercato alimentare con cibi geneticamente modificati. Proprio l'importanza
della qualità va sottolineata con decisione. Qualità economica, perché le
ricadute virtuose di questo settore sulle economie locali sono molte e
valorizzano quell'intreccio di saperi e sapori che contraddistingue il
Belpaese. Qualità sanitaria, perché è la miglior risposta alla zootecnia
che produce la mucca pazza e i polli alla diossina o all'agricoltura tutta
pesticidi e sostanze chimiche. Ma parliamo anche di qualità
enogastronomica, perché i prodotti biologici si avviano a connotarsi anche
per il loro gusto al palato. Ecco perché Legambiente organizza da anni a
Festambiente, la sua kermesse estiva, premi nazionali per il miglior vino
ed il miglior olio biologici; così molti prodotti "bio" riescono a scalare
le classifiche di manifestazioni come Vinitaly di Verona. Sono eventi
importanti per offrire all'agricoltura biologica una vetrina nazionale e
per sollecitare le aziende a migliorare costantemente la loro produzione".
Le produzioni biologiche vengono infatti scelte, come detto, da un numero
sempre più consistente di consumatori perché sane, coltivate cioè senza
pesticidi e concimi di sintesi. Ma è chiaro che, per uscire da un mercato
di nicchia, i produttori biologici devono garantire, e lo fanno già oggi
con ottimi risultati, anche la qualità organolettica e nutrizionale degli
alimenti. L'impegno del movimento del biologico è quello di promuovere uno
sviluppo dell'agricoltura che risponda ai bisogni alimentari dei cittadini
che sia fondato su tre pilastri portanti: il gusto, la salute e l'ambiente;
in poche parole la qualità del biologico. Un impegno confermato dal
presidente Aiab: "I dati del biologico - ha dichiarato Vincenzo Vizioli,
presidente dell'Aiab - confermano il radicamento nel territorio e le
opportunità di sviluppo che questo settore rappresenta per le economie
locali. Le indagini più recenti parlano di un incremento occupazionale nel
biologico, rispetto all'agricoltura convenzionale, previsto tra il 10 ed il
30%; ciò in considerazione del fatto che in proporzione si impiega più
manodopera rispetto all'agricoltura intensiva. Al contempo, con
l'ampliamento e la migliore organizzazione del mercato, si va creando per
il consumatore l'opportunità di acquistare prodotti biologici sempre più a
buon mercato: i prezzi rilevati nel 2000 sono, rispetto a quelli del '98,
più bassi dell'11%. L'agricoltura biologica è uno strumento indispensabile
per affiancare alla centralità della produzione la centralità dell'ambiente
e della qualità". I consumatori apprezzano questo sforzo. Lo testimonia
anche il successo della prima Biodomenica organizzata da Legambiente e Aiab
il 1 ottobre scorso: 1.000 fattorie hanno portato nei centri storici di
oltre 100 città mostre e degustazioni per promuovere il consumo di prodotti
sicuri e di qualità, legati al territorio, alle sue tradizioni e alla sua
cultura. Una giornata che ha visto la partecipazione di decine di migliaia
di cittadini e che ha contribuito a far conoscere le tecniche produttive,
le pratiche agronomiche ecocompatibili e la loro praticabilità. E che è
stata sicuramente una buona occasione per gustare frutta, ortaggi, olio,
vino, formaggi ed altre bontà ancora.