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Legambiente: alluvione, critiche al Governo
17 Ottobre 2000
LEGAMBIENTE CRITICA IL GOVERNO SULL'ALLUVIONE: LA FINANZIARIA AMATO
TRADISCE LE PAROLE SPESE PER GIUSTIFICARE QUESTO DISASTRO
"Per 20 anni noi ambientalisti abbiamo combattuto una battaglia di
scienza per dimostrare che l'effetto serra esiste ed è una minaccia per il
pianeta. Spiace oggi che proprio quegli stessi argomenti possano essere
usati come parafulmini per nascondere, in un'occasione così grave come
l'alluvione di questi giorni, responsabilità umane precise, di cattiva
gestione del territorio, di cementificazione dei corsi d'acqua, di mancanza
di pianificazione" Con queste parole Legambiente indirizza oggi al
Presidente del Consiglio Amato una dura nota polemica sulle ragioni del
disastro alluvionale nel nord Italia. "Accogliamo con piacere - si legge
ancora nella nota di Legambiente - la fede scientifica con la quale
finalmente si avvalorano le tesi dell'effetto serra. La sfortuna piove
sempre dall'alto. Legambiente questa volta è convinta anche e soprattutto
di altre ragioni: siamo convinti che dietro l'ennesima tragedia annunciata
ci sia l'assoluta mancanza di investimento nella manutenzione del
territorio. E ci piacerebbe che fosse questa la prossima scoperta di
qualche illuminato politico nazionale: l'investimento sulla manutenzione,
sulla buona gestione del patrimonio territoriale. Ma siccome ci piace
sempre ragionare sull'oggi diamo al Presidente Amato anche qualche spunto
immediato di riflessione. L'effetto serra, nella sua opinione, avrebbe
causato 12 morti e sfollato 25.000 persone dalle loro abitazioni. Bene,
l'Italia ha sottoscritto degli accordi internazionali, gli accordi di
Kyoto, con la quale si impegna proprio in una riduzione programmata delle
emissioni di gas serra. Ebbene la sua finanziaria, Presidente Amato,
continua ad allontanare colpevolmente l'Italia dagli obiettivi fissati a
Kyoto, non prevedendo una sola lira, alcun intervento strutturale per
ridurre le emissioni di anidride carbonica nei trasporti, nell'industria,
nei consumi domestici, nella produzione di energia. Si tratta di una
mancanza gravissima rispetto ad accordi che il nostro Paese ha sottoscritto
e che dovrà verificare quantoprima in sede internazionale". "Ancor più la
sua finanziaria, Presidente - prosegue Legambiente - taglia i fondi
previsti per il decreto Sarno e per la 183; per le due risorse normative,
in altre parole, che dovrebbero governare la manutenzione del territorio in
Italia. Meno soldi per scongiurare altri possibili futuri disastri, e più
recriminazioni che chiamano in ballo un nodo ambientale, l'effetto serra
appunto, che vede nella politica economica del suo Governo uno dei suoi
maggiori fattori di crescita. Il bilancio che traiamo dal suo intervento,
in questa infelice circostanza, non ci conforta affatto. Cogliamo
l'occasione per esprimerle un ultimo timore: nel '94, per fronteggiare i
danni di un'altra alluvione, furono spesi 11.000 miliardi. E furono spesi
male, come oggi possiamo tutti constatare. Se oggi fossero disponibili
nuovi fondi per riparare almeno in parte i danni di questo disastro, vi
preghiamo, che non vengano gettati nel fango come accadde allora. Oggi
piove meno che nel '94: allora furono 60 cm in 60 ore a determinare
l'alluvione, oggi sono stati, nello stesso periodo, tra i 30 ed i 40. Gli
effetti sul territorio sono però gli stessi, se non peggio". Legambiente è
impegnata in queste ore con una squadra del suo gruppo di protezione civile
sulle zone del disastro, particolarmente nell'area di Ivrea. L'associazione
ambientalista sta organizzando un'assistenza di lungo periodo, per riuscire
ad aiutare i cittadini colpiti dall'alluvione anche dopo la partenza delle
unità di emergenza.