[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Comunicati Legambiente



03 Ottobre 2000 

FESTA DELL'ALBERO. DALLA SEQUOIA ALL'ULIVO 

    Julia Hill "la farfalla" che ha conquistato il mondo vivendo due anni
su una sequoia per impedirne l'abbattimento ha dei fratelli italiani.
Storie "di casa nostra", meno appariscenti, che dimostrano come la tenacia
e il coraggio di un singolo individuo qualche volta possono molto per
riuscire a combattere la follia della distruzione ambientale. Uno di questi
eroi nostrani si chiama Giuseppe Pino - un nome, un destino - e si è
arrampicato su un olivo della sua terra, la Sicilia per impedire che le
ruspe, per far posto a campi da tennis e parcheggi, radessero al suolo un
intero oliveto secolare. L'eroina d'oltreoceano e il siciliano si sono
incontrati questa mattina nel corso del convegno organizzato da Legambiente
e dal Consorzio del Pannello Ecologico, per promuovere la Festa
dell'Albero, la manifestazione che vedrà i cittadini al lavoro in molte
città italiane per piantare nuovi alberi e rinverdire aree pubbliche. Alla
conferenza hanno partecipato Ermete Realacci, presidente nazionale di
Legambiente, Alfonso Pecoraro Scanio Ministro delle Politiche Agricole e
Forestali, Tiziano Fazzi, Responsabile Sviluppo del Consorzio Pannello
Ecologico e Giancarlo Ricchi, del gruppo Saviola. § Eroi di casa nostra La
battaglia di Giuseppe Pino è iniziata il 16 settembre 1996 e non è ancora
terminata. Quel giorno è salito su un olivo secolare e ha minacciato lo
sciopero della fame ad oltranza. Un gesto estremo per impedire che quasi
300 olivi secolari venissero estirpati per costruire un impianto sportivo
con relativo parcheggio. Una pacifica protesta per fermare uno scempio che
si stava perpetrando nel comune di Rometta in provincia di Messina in barba
a leggi ed a qualunque buon senso, in una zona ad elevato rischio
idrogeologico. Il suo gesto è riuscito a fermare le ruspe che avevano
cominciato a tagliare gli ulivi, ma non ha impedito che da allora si
innescasse una battaglia legale senza esclusione di colpi. Denunce,
assoluzioni, ricorsi al Tar non hanno portato ancora alla risoluzione del
caso e a tutt'oggi sull'uliveto di Rometta pende la spada di Damocle della
distruzione. Altra storia, altra regione, altro "eroe". Il teatro d'azione
è Novi Velia, una piccola località poco distante da Vallo della Lucania,
nel cuore del parco del Cilento. la battaglia è combattuta da Gaetano
Passarelli, proprietario di un terreno ereditato dai bisnonni dove vegetano
piante di olivo antichissime e maestose. Il Comune di Novi Velia, l'11
febbraio scorso ha deliberato la distruzione dell'uliveto per far posto ad
una colata di cemento di case popolari. Per l'esproprio del bosco gli hanno
offerto 350 milioni ma per Passarelli non ci sono questioni economiche che
tengano per alberi millenari, alcuni piantati addirittura dagli antichi
greci. Passarelli, per fermare questa assurda speculazione ha messo a
disposizione un altro terreno di sua proprietà, distante solo 250 metri
dall'oliveto, ma il Comune che a tutt'oggi non ha ancora dato una risposta.
Attualmente la proposta avanzata da Passarelli è all'esame del
Coordinamento Territoriale dell'Ambiente e speriamo vivamente che venga
accettata per fermare una follia che andava verificandosi nel bel mezzo di
un Parco Nazionale, riserva di biosfera Mab dell'Unesco. "Storie come
queste - ha commentato Ermete Realacci, Presidente Nazionale di Legambiente
- sono importanti per dimostrare come l'impegno di un singolo può molto per
la salvaguardia dell'ambiente. Casi limite, come quelli di Julia Hill o del
"nostrano" Giuseppe Pino sono emblematici per evidenziare come ognuno di
noi, ogni giorno, può fare qualcosa di concreto. Sia questo il non lasciare
rifiuti in giro, il denunciare casi di degrado o il partecipare a
iniziative di volontariato ambientale. La Festa dell'albero è un
appuntamento importante per dare un contributo significativo: difendere il
patrimonio boschivo, piantare nuovi alberi, infatti, vuol dire anche
contribuire realmente alla riduzione dell'effetto serra e alla difesa della
vita sul Pianeta." § La Festa dell'Albero. La storia La "Festa dell'
albero" è una delle più antiche cerimonie forestali e dimostra come il
culto ed il rispetto dell'albero affermino il progresso sociale, ecologico
ed economico di un popolo. La necessità di educare la popolazione al
rispetto degli alberi con una festa si concretizzò per la prima volta in
alcuni stati del Nord America nella seconda metà dell'Ottocento quando
spaventose inondazioni distrussero gran parte dei boschi. Nel 1872 il
Governatore dello Stato del Nebraska, Sterling Morton, pensò di dedicare un
giorno all'anno alla piantagione di alberi per creare una coscienza
ecologica nella popolazione e per accrescere il patrimonio forestale. Quel
giorno fu chiamato Arbor day e la sua risonanza giunse anche in Europa dove
trovò molti estimatori. In Italia la prima "Festa dell'albero" fu celebrata
nel 1898 per iniziativa dello statista Guido Baccelli, quando ricopriva la
carica di Ministro della Pubblica Istruzione. Nel 1951 una circolare del
Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste stabiliva che la "Festa degli
alberi" si dovesse svolgere il 21 Novembre di ogni anno, con possibilità di
differire tale data al 21 marzo nei comuni di alta montagna. La
celebrazione si è svolta con regolarità e con rilevanza nazionale fino al
1979; successivamente è stata delegata alle Regioni che hanno provveduto e
provvedono localmente ad organizzare gli eventi celebrativi. · Le
iniziative dell'edizione del 2000 A partire da quest'anno la Festa
dell'Albero riprenderà vigore grazie ad un accordo interministeriale tra
Ministero delle Politiche Agricole e forestali e Ministero della Pubblica
Istruzione. La collaborazione nasce dalla necessità di sensibilizzare anche
i più giovani alle tematiche relative alla salvaguardia delle risorse
fitogenetiche e in particolare, novità di quest'anno, riguardo alle specie
arboree da frutto ed alle essenze forestali autoctone, attualmente in
pericolo anche per la forte incidenza degli incendi boschivi. Legambiente
darà il suo contributo alla manifestazione organizzando iniziative in molte
zone d'Italia. Da domani, mercoledì 4 ottobre, fino al 21 marzo si
svilupperà un calendario ricco di appuntamenti: a Viterbo, Legambiente
insieme ad Amway e Corepla regalerà alla città un'area verde attrezzata con
giochi e strutture realizzate completamente in plastica riciclata.
Contemporaneamente a Napoli il Ministro Pecoraro Scanio si recherà in due
scuole dove, insieme agli alunni, pianterà degli alberi da frutta e verrà
organizzata una merenda a base di frutta biologica. Sempre in Campania,
Legambiente inaugurerà la "banca dell'albero", un'iniziativa che mette in
contatto chi ha delle piante da regalare con chi ne ha bisogno. Nelle
Marche è stata lanciata la petizione e una raccolta firme per salvare le
querce secolari: nella petizione che Legambiente ha inviato al presidente
della giunta regionale si chiede che venga rialzata drasticamente la
sanzione prevista per chi abbatte gli altri alberi protetti, ridotta due
anni fa a sole 200.000 lire per una quercia fino a cento anni di età.
Sempre nelle Marche a partire da domani, si potrà partecipare alla campagna
per piantare gli alberi richiedendo un kit di giardinaggio ai circoli della
regione. "Dopo tanti anni", ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, ministro
delle Politiche Agricole e Forestali, "il Ministro De Mauro ed io abbiamo
ripristinato la Festa dell'Albero il 21 marzo e il 4 ottobre di ogni anno
proprio per indicare in date significative del calendario, il cammino che
ogni giovane farà nell'ambito dell'offerta formativa scolastica. In
particolare, di comune accordo con il ministro De Mauro, ho voluto che la
Festa dell'Albero fosse la festa di tutti gli alberi anche quelli da frutto
nel segno del binomio tradizione-innovazione. Tradizione per il recupero di
questa bella festa già oggetto di regio decreto del 2 febbraio 1902,
innovazione per l'introduzione degli alberi da frutto come simbolo di una
diversa e significativa attenzione al mondo nutrizionale ed alimentare." ·
I numeri dell'Italia verde L'Italia è il paese dove si trovano più della
metà delle piante di tutto il continente: 5.599 specie su un totale di
11.047. E' un dato che dà l'idea della grande varietà che ancora distingue
la nostra penisola, un primato che va attribuito a madre natura più che
alla gestione di questa straordinaria eredità. Il 13% di tale ricchezza ci
è stato affidato "in esclusiva": le specie endemiche sono 732: dunque o le
salviamo noi o spariranno del tutto. Questa eccezionale biodiversità ha le
sue radici nella particolare posizione geografica dell'Italia, ma è frutto
anche del secolare intervento dell'uomo. La prima stagione dell'intervento
umano è stata positiva per la moltiplicazione della biodiversità; l'attuale
relazione uomo-natura rischia però di mostrare il suo lato peggiore.
Vent'anni fa le specie vegetali minacciate erano 42, oggi sono 456 (l'8%
del nostro capitale verde). 15 piante sono estinte, 84 minacciate, 179
vulnerabili, 178 rare. E a quest'elenco bisogna aggiungere 275 licheni e
367 muschi a rischio. In questo panorama sostanzialmente negativo, a cui va
aggiunto che l'Italia è al terzo posto in Europa con il 30% della
superficie boschiva a rischio defoliazione, c'è una nota positiva. Le
statistiche forestali evidenziano che tra il 1985 e il 1995 la superficie
boschiva è cresciuta, passando da circa 8 milioni e mezzo di ettari a 10
milioni. In un decennio gli alberi hanno conquistato l'8% del territorio
italiano e adesso coprono complessivamente il 33% della penisola. Solo il
10% dell'incremento è da attribuire a rimboschimenti artificiali: in gran
parte, la foresta è tornata "naturalmente" a crescere su montagne e
colline. Peraltro, appena il 2% dei boschi di casa nostra può essere
annoverato nella categoria di quelli "naturali": per trovare foreste
vergini bisogna spingersi fino all'estremo nord dell'Europa, in
Scandinavia. I boschi sono un ottimo biglietto da visita della nostra
natura: maestosi sono i relitti glaciali del pino loricato nel Pollino in
Calabria, le stazioni di betulle più meridionali d'Europa, gli alberi
serpente. E ci sono anche intrecci di rami e foglie "storici", modellati
sui gusti dell'Arciduca di Toscana (come le faggete delle Foreste
Casentinesi), sulle esigenze delle comunità locali (il bosco della
Partecipanza di Trino Vercellese ad esempio) o ancora - è il caso del bosco
del Cansiglio - sull'intenzione della Serenissima di coltivare una foresta
per costruire navi.  
____________________________

FRATTINI A LA NUOVA ECOLOGIA 

    "Essere liberali non significa dare o prendersi la libertà di fare e
disfare a piacimento. In particolare sui temi ambientali, mi rendo conto di
trovarmi a volte in dissenso anche con esponenti della Casa delle Libertà.
Non è ammissibile confondere il desiderio di sburocratizzazione e di
liberazione da vincoli e orpelli normativi con una "mano libera" che
permetta abusi e devastazioni. Nel momento in cui si afferma di voler
creare ricchezza sul territorio non si può, evidentemente, ignorare che
questo implica la conservazione e la tutela delle risorse che permettono di
produrre ricchezza" Con queste parole Franco Frattini, il responsabile del
Polo delle Libertà per le Politiche Regionali, risponde su La Nuova
Ecologia alle sollecitazioni che Realacci gli pone in un forum, in edicola
questo mese sul mensile di Legambiente. L'esponente di Forza Italia ha
ricordato quindi come la difesa dell'ambiente e la valorizzazione delle sue
risorse siano un'opportunità di sviluppo per il Paese; e dopo aver operato
alcuni distinguo sul così detto "abusivismo di necessità", ha espresso il
suo parere sul caso Sicilia, dove il Governo regionale vorrebbe varare con
una legge una sanatoria incondizionata per l'abusivismo costiero: "Ci sono
delle realtà - ha dichiarato Frattini - che ho visto di persona in regioni
povere e in aree poverissime della Sicilia in cui abbattere una casa
abusiva significa buttare per strada delle persone che non ne hanno
un'altra, e che magari non hanno neanche un lavoro. Cosa succede allora?
Che queste persone per sopravvivere si rivolgeranno alla mafia. Per
applicare una legge, si corre il rischio di relegare parti della
popolazione in un circuito di emarginazione e di illegalità. Dunque non
generalizzerei sulla necessità, comunque e a qualunque costo, di
un'applicazione rigorosa. D'altra parte, evidentemente, non condivido
affatto una sanatoria generalizzata". Sulle dichiarazioni rilasciate da
Frattini a La Nuova Ecologia è intervenuto quest'oggi anche il presidente
di Legambiente, Ermete Realacci. "Le posizioni di Frattini - ha dichiarato
Realacci - dimostrano che i problemi della legalità ambientale non sono
appannaggio di uno schieramento o di una cultura politica. Pure lo stesso
disagio con cui l'esponente di Forza Italia dichiara di trovarsi in
contrasto sui temi della difesa dell'ambiente con alcune delle posizioni
espresse nel Polo dovrebbe far riflettere. Il caso della sanatoria che il
Governo siciliano vorrebbe varare nell'isola è in tal senso emblematico, e
crediamo potrebbe essere una buona occasione per il Polo delle Libertà per
un cambio deciso di rotta, per una politica più responsabile sul problema
dell'abusivismo. Il mattone illegale alimenta la mafia e distrugge il
territorio, le sue risorse ambientali e paesaggistiche. Ecco perché noi
siamo convinti che su questo tema occorra una responsabilizzazione politica
trasversale. Sul rispetto della legalità perché è di questo che stiamo
parlando, è evidente che non possono esistere distinzioni di schieramento"