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Comunicati Legambiente



01 Ottobre 2000 

BIODOMENICA: LA PIAZZA E' IMBANDITA 

    Un modo sano e gustoso per dire all'Italia "Buon appetito!", specie in
un giorno di festa: è la prima Biodomenica, giornata nazionale
dell'agricoltura e dell'alimentazione biologiche. Legambiente ed Aiab
(Associazione Italiana Agricoltura Biologica) hanno portato nelle piazze di
110 città italiane i prodotti e le bontà di un settore in costante
crescita, che si afferma sul mercato per la sicurezza dei suoi prodotti,
per la salvaguardia dell'ambiente e la qualità enogastronomica. Dal
Piemonte alla Sicilia mostre, degustazioni, incontri ed eventi per
promuovere il consumo di prodotti legati al territorio, alle sue tradizioni
e alla sua cultura. Dalle cipolle di Tropea al Parmigiano Reggiano, dal
basilico di Genova alle marmellate di agrumi in Sicilia, dalla polenta
lombarda al malloreddus alla campidanese sardo: nelle strade e nelle piazze
del Belpaese oggi si è gustata la geografia enogastronomica del biologico,
nonostante un tempo talvolta inclemente. Ma la pioggia non ha fermato i
golosi, e laddove il sole ha fatto capolino è stato un incredibile
successo. Nella sola Cagliari, per citare l'esempio più riuscito, dopo la
pioggia della notte un sole caldo ha accolto 20.000 cittadini, deliziati
dalle specialità di oltre 70 produttori locali. "La giornata di oggi è una
vera e propria festa per il palato e per l'agricoltura di qualità - ha
dichiarato Francesco Ferrante, direttore Legambiente - È con enorme piacere
che abbiamo invitato l'Italia alla nostra tavola, la tavola del biologico:
le centinaia di migliaia di cittadini che oggi hanno voluto assaggiare le
bontà proposte dagli oltre 1.000 produttori coinvolti nella Biodomenica
hanno gustato cibo sano, prodotto nel massimo rispetto dell'ambiente. Ancor
più, lo vogliamo sottolineare, hanno gustato delle vere squisitezze. Perché
il biologico è fatto soprattutto di produzioni locali, di prodotti tipici,
di cibo sano che presenta qualità alimentari ed organolettiche di
eccellenza. Ecco perché l'agricoltura biologica è un modo sostenibile e
"gustoso", direi, per far crescere la nostra economia evitando tutti i
dubbi che circondano le produzioni transgeniche e le brutte certezze che da
tempo abbiamo sull'utilizzo dei pesticidi in agricoltura". La Biodomenica
ha proposto nelle città toccate dall'iniziativa prodotti legati alla
tradizione enogastronomica del territorio: a Napoli sono stati di scena il
pomodoro e la mozzarella bio, a Genova il basilico l'ha fatta da padrone, a
Roma è stata la volta del vino dei Castelli, a Firenze dell'olio e del
farro, a Cagliari dei malloreddus e del torrone… L'Emilia Romagna si è
distinta per aver invitato i consumatori direttamente nelle biofattorie,
che hanno offerto le loro specialità a tutti i visitatori. Le prime stime
sull'iniziativa dicono che sono state offerte gratuitamente agli italiani
circa 1 milione di pagnotte di pane integrale biologico, 5 tonnellate di
mele nel solo Veneto, 1 milione di pasti caldi tra malloreddeus, frittate,
polenta, polli ed hamburger biologici ed altre specialità; ed ancora circa
2.500 litri di olio e 5.000 litri di vino, tutti rigorosamente "bio". A
Milano a gustare le bioghiottonerie c'era anche Fabio Fazio; a Roma il
ministro Willer Bordon ed a Napoli il ministro Alfonso Pecoraro Scanio. "I
dati dell'adesione data dai cittadini e dai produttori alla biodomenica -
ha dichiarato Vincenzo Vizioli, presidente dell'Aiab - ci confermano le
grandi potenzialità di questo settore; e ci dicono ancor più che questa
sarà solo la prima di una lunga serie di manifestazioni in cui gli
operatori del biologico incontreranno direttamente il consumatore con
un'offerta di prodotti davvero di qualità. Vorremmo però che come l'Italia
del gusto, dell'ambiente e della sicurezza alimentare ha risposto a questa
nostra iniziativa, così facesse anche l'Italia della politica fin dalla
Finanziaria in esame in questi giorni. Servono indicazioni chiare e forti
in materia ambientale, e nello specifico per quanto riguarda l'agricoltura
biologica, un settore che va sostenuto perché può dare molto al nostro
Paese, anche in termini occupazionali". Per sostenere il biologico in
Italia Legambiente ed Aiab hanno lanciato con la Biodomenica una raccolta
di firme per chiedere a Governo e Parlamento di sostenere concretamente le
produzioni biologiche. Dall'ultimo studio realizzato da Legambiente emerge
che il 40% dei prodotti ortofrutticoli risulta contaminato da residui di
pesticidi, il 30% presenta residui di più di un principio attivo mentre 1
campione su 50 risulta addirittura fuorilegge. Evidenze queste che non
possono non far guardare al biologico come ad una prospettiva alimentare
sicura e migliore. I numeri del biologico La superficie di coltivazioni
biologiche in Italia è passata dal 1985 al 1999 da 5.000 ettari ad 1
milione di ettari (una estensione pari a quella delle Marche ed equivalente
al 6,5% del territorio coltivato in Italia). Oggi il 30% del biologico di
produzione europea è italiano. Le aziende impegnate nel settore sono
passate da 600 nel 1985 alle oltre 50.000 del '99. Il 54% degli italiani ha
acquistato nell'ultimo anno prodotti biologici nei supermercati (il 51% per
le maggiori garanzie di sicurezza, il 22% per curiosità, il 14% perché li
trova più buoni). I prodotti biologici più venduti sono frutta, verdura,
latte e derivati, biscotti, cereali e pasta. Più di un terzo della
produzione biologica italiana viene esportato, principalmente in Europa, ma
anche su mercati più lontani (Usa, Giappone). I prodotti più apprezzati
all'estero sono la frutta e gli ortaggi, l'olio extra vergine d'oliva, il
vino (con eccellenti prodotti premiati alle più importanti rassegne
vinicole internazionali), i formaggi (dal Parmigiano Reggiano alle più rare
specialità tradizionali), la gastronomia (salse, condimenti della
tradizione popolare e innovativi), la pasta (integrale, bianca, semplice o
aromatizzata), i gelati ed i surgelati, la frutta secca, i cereali, i
legumi. Il biologico negli ultimi anni ha conosciuto un grande sviluppo e
oggi è una realtà rappresentata da circa 50.000 operatori, con un giro
d'affari nazionale stimato in oltre 2000 miliardi di lire (1999). Sono
circa 1.000 i negozi specializzati di alimenti biologici censiti in Italia.
Il 66% dei punti vendita è situato al Nord, il 22,5% al Centro e il 7,6% al
Sud con circa e il 3,8% nelle Isole. Tra le regioni ai primi posti, la
Lombardia con 148 p.v., seguita da Piemonte (138), Veneto (114),
Emilia-Romagna (88), Lazio (80) e Toscana (73). Le specialità della
biodomenica, regione per regione Abruzzo: pane, vino, ortaggi, latticini,
pasta; Basilicata: pecorino della montagna materana, latticini, marmellate,
olio; Calabria: peperoncino piccante e la cipolla rossa di Tropea; Emilia
Romagna: Parmigiano reggiano, frutta, vini DOC; Campania: pomodoro San
Marzano, mozzarella, olio; Friuli: polli alla griglia biologici, frittate
con le erbe, mela florina; Lazio: uva, vino, olio, cereali; Liguria: a
Genova il basilico e piante aromatiche; a Sanremo esposizione di fiori
biologici; Lombardia: polenta con formaggio, ortofrutta, miele, vino e
formaggi; Piemonte: salumi, formaggi, biscotti, grissini; Sardegna:
malloreddus alla campidanese e pane carasau; Sicilia: fragole, ortaggi,
marmellate di agrumi, miele, vino, olio; Toscana: Farro della Garfagnana,
olivello spinoso, miele, salumi; Umbria: salumi, olio e formaggi; Veneto:
mele e zucche, ortaggi  
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EMERGENZA MALTEMPO, TROPPE PAROLE, POCHI FATTI 

    "Dopo la drammatica notte di Soverato, dopo quel 10 settembre di fango
e di morte, in Calabria sono state allestite solo tante belle frasi, ma
niente in concreto si sta muovendo per bloccare il pesante dissesto
idrogeologico della Regione. Tutti hanno richiesto interventi urgenti per
mettere in sicurezza le aree a rischio, pochi tra gli amministratori hanno
capito che quell'urgente si deve tradurre in subito". E' amaro il commento
di Legambiente all'ennesima giornata di pioggia e distruzione che ha
colpito la Calabria. Secondo l'associazione ambientalista troppo a rilento
viaggiano quegli interventi necessari per impedire il frequente ripetersi
di eventi alluvionali: pulizia degli alvei di fiumi e torrenti,
rinaturazione delle golene fluviali (le aree destinate ad accogliere le
piene), individuazione e demolizione di quegli interventi edilizi abusivi
che rendono ancor più fragile il territorio, predisposizione di un piano di
tutela idrogeologica, repressione delle attività di escavazione illegale.
"La Calabria - ha sottolineato il direttore generale di Legambiente,
Francesco Ferrante - ha bisogno di una grande opera pubblica: la
ristrutturazione del territorio ferito e reso friabile dall'abusivismo
edilizio (nel solo 1999 sono stati costruiti 462mila mq fuorilegge), dalla
cementificazione di fiumi e torrenti, dal disboscamento delle aree
golenali, dalle cave abusive e dalle discariche di rifiuti illegali gestite
dall'ecomafia, dagli incendi dolosi (circa 15mila gli ettari bruciati
quest'anno), dall'erosione costiera accelerata dalla massiccia
urbanizzazione dei litorali (metà della costa jonica è ad altissimo rischio
erosione), dalle dighe inutili costate centinaia di miliardi e che non
erogano una goccia d'acqua. "La mappa del rischio idrogeologico in Italia
degli ultimi 50 anni - ha sottolineato ancora Ferrante - vede la Calabria
come una delle Regioni più a rischio d'Italia, con l'82,5 % del territorio
che può essere soggetto a frane, alluvioni, inondazioni, smottamenti.
Campania e Calabria sono le due Regioni italiane che hanno subito il
maggior numero di frane e alluvioni con 1.773 aree colpite. Ma ancora più
di questi dati, sono gli eventi che ancora ieri hanno scosso la Calabria
che impongono di intervenire subito, che la Regione e le altre
amministrazioni competenti (a livello locale e nazionale) mettano
finalmente mano ad un progetto complessivo di recupero del territorio".