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[ACEA #335] Chiudere l'altoforno di Cornigliano



Agenziastampa per i Consumi Etici e Alternativi
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Comunicato n. 335 del 21-7-2000

CHIUDERE L'ALTOFORNO DI CORNIGLIANO
Legambiente e la cittadinanza hanno deciso di marciare nuovamente insieme
il 17 luglio a Cornigliano (Genova) per denunciare le gravissime violazioni
delle leggi nazionali sulla tutela della salute pubblica, per chiedere la
conseguente chiusura entro il 29 agosto delle attività fusorie in
Cornigliano, per esprimere la contrarietà di tutta la città
all'installazione di forni elettrici nel tessuto urbano per il carico di
nuovi inquinanti cancerogeni che si prevede si spargerebbero su Genova
(diossine e radiazioni ionizzanti).
La situazione sanitaria a Cornigliano è oltre la soglia dell'allarme rosso.
Legambiente ha chiesto il 3 gennaio scorso alla Procura della Repubblica il
sequestro degli impianti dell'area a caldo in quanto i valori medi degli
inquinanti cancerogeni emessi dall'impianto siderurgico (come confermato da
IST e Provincia) creano fuori dello stabilimento concentrazioni medie annue
superiori di oltre il 600% (seicento per cento) i limiti massimi consentiti
dalla legge nazionale. Tali concentrazioni raggiungono all'interno
del'impianto siderurgico valori allucinanti. La media annua supera di oltre
il 4.000% (quattro mila per cento) i limiti di legge: i giovani lavoratori
assunti in contratto di formazione lavoro sono a tutti gli effetti "vite
vendute".
Ecco perché il 3 gennaio abbiamo chiesto che la Procura della Repubblica
sequestri gli impianti inquinanti e indaghi sul comportamento omissivo dei
pubblici amministratori.
La marcia-fiaccolata di Legambiente e della cittadinanza, oltre a ricordare
alla Magistratura e alle istituzioni tutte che Cornigliano non è situata
nel Far West del 1850 ma è un pezzo di territorio nazionale nel 2000,
intende ribadire impegni e divieti direttamente stabiliti dalla Legge
426/98 che regola i contenuti dell'Accordo di Programma:
- tutti gli impianti a caldo vanno chiusi (improrogabilmente entro il 29
agosto 2000 come stabilito dal Collegio di Vigilanza);
- nessuna attività fusoria (e più in generale nessun impianto siderurgico
del ciclo della laminazione a caldo) può essere reinstallata a Cornigliano
(no quindi ai forni elettrici e al loro potenziale carico cancerogeno di
diossine e radiazioni ionizzanti);
- le aree demaniali non necessarie alle uniche attività siderurgiche
consentite dalla legge 426/98 (lavorazioni a freddo potenziate) vanno
destinate ad attività pulite a cominciare dalle aree non in concessione a
Riva e già immediatamente disponibili (30 ettari circa relativi al reparto
laminazione a caldo chiuso nel 1984).

Per maggiori informazioni: COMITATO REGIONALE LIGURE Legambiente
Volontariato n16129 GENOVA - Via Caffa 3/5 B - Telefono e Fax 010.319.168
E-mail: legambienteliguria@libero.it

(Fonte AceA)





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