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Net the Debt Day: non perdiamo l'occasione!



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DEBT CAMPAIGNERS HAVE G8'S ISLAND HIDEAWAY 'VIRTUALLY' SURROUNDED
Jubilee 2000 Press Release, 20 July 2000

As the leaders of the Group of Eight (G8) richest nations meet this weekend
(July 21 - 23) on a remote Pacific Island, they will be surrounded by a
'virtual human chain' of protest.  The location for their annual
get-together is Okinawa, surrounded by shark-infested waters.

Ann Pettifor, Director of Jubilee 2000 said, "The debt crisis is an
emergency that can't wait. Every day 19,000 children die because their
governments have to spend money paying debts rather than on basic services
like health care and clean water.  This is a historic moment.  The G8 must
act decisively this weekend and end the debt crisis.  The eyes of the world
are on them to make sure they don't fail once again."

"The world's leaders are lying low- and who can blame them as they've failed
to deliver on the debt cancellation promises they made last year.  But
people the world over can link up to events using the internet - and send
messages to the G8 leaders telling them to 'drop the debt'.  Jubilee 2000
supportes may not be able to get there in person but will be part of a
virtual human chain.  On the internet, Okinawa is only a click away."

A website, coordinated by Jubilee 2000, (www.summitwatch.net) carries
details of hundreds of Summit Watch events worldwide.  Churches, Jubilee
2000 groups and others from Bangladesh to Jersey are holding concerts,
vigils, human chains, club nights and other imaginative Drop the Debt
events.  

The Summit Watch website allows communities around the world to link-up on
the debt issue and will carry up-to-the-minute coverage of the events in
Okinawa, including the latest official information, comment and analysis by
Jubilee 2000, video clips and news about Summit Watch events worldwide.  

In the weeks leading up to the G8 summit, campaigners have sent over 200,000
e-mails to the world leaders calling on them to drop the debt.  Internet
activity will reach a peak on Friday July 21, dubbed 'Net the Debt Day',
when thousands of Jubilee 2000 activists will take part in one last virtual
push, urging the G8 leaders to cancel 100% of the debts of the poorest
countries.

One of the other major topics to be discussed at the G8 summit is the
'digital divide', looking at the potential opportunities and drawbacks of
new technology.  Ann Pettifor said "The thousands of children who die every
day of hunger cannot eat cybercake.  The G8 need to tackle the cause of the
wealth divide - which is debt."


For more information contact: 
In Okinawa: Nick Buxton +81 (0) 90 7639 4251 
In Tokyo: Lucy Matthew +81 (0) 90 7717 7701
In London: Marco Kuntze 020 7739 1000 ext 223 (on internet activities)
In London: Sarah Finch 020 7739 1000 ext 229 or mobile 07970 175324 (general
enquiries)
www.dropthedebt.org and www.jubilee2000uk.org 

Notes for Editors: 
1	The e-mail petition was launched by high profile celebrities
including Bono and Mohammad Ali.
2	After a year of promises from the G8, not one country has had any
debt cancelled, and only nine of 41 have had limited relief.  In the
countries where the majority of people live in extreme poverty, up to 60% of
GNP is used to service external debts.

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Bene: detto questo, aggiungiamoci anche quest'altro:


Cancellazione del debito: una duplice opportunità


Da qualche tempo, e più si va avanti più monta la marea, si sta affermando nelle nostre menti la consapevolezza della necessità di cancellare il debito che i paesi più poveri avrebbero nei confronti dei paesi più sviluppati.

A vedere le condizioni di entrambi i fronti, quelli opulenti del nord/occidente e quelli miseri del sud/oriente, tale sentimento appare naturalmente più che giustificato, non potendo dimenticare, anche, che i primi hanno comunque operato, nei secoli, un largo sfruttamento delle risorse umane e naturali dei secondi. 

A questo pressochè comune sentimento, che condividiamo pienamente, vorremmo ora aggiungere una brevissima considerazione.


Tutti sappiamo, e non dovrebbe trascorrere un solo istante senza tale consapevolezza, che il nostro pianeta è ormai estremamente sovrappopolato e la crescita del numero dei suoi abitanti umani rimane tuttora terribilmente elevata.

Non dimenticando il malefico influsso delle ipertrofiche attività economiche dei paesi più sviluppati per quanto riguarda l'incerto destino del nostro mondo, notiamo anche che paradossalmente proprio i paesi meno sviluppati, proprio quelli dove non si trova una briciola di pane od una goccia d'acqua e che, soprattutto per questo, sono affetti da violenze endemiche, sono anche quelli che, con le popolazioni ancora soggiogate da una cruda legge di natura che li conduce ad una riproduzione quasi coatta, maggiormente continuano ad elevare il numero di abitanti sul pianeta.

Finora praticamente nulla si è fatto (per lo più per timore di incorrere in antipatie varie) per cercare di migliorare tale situazione e far sì da limitare nascite che sono destinate od a precoci ed atroci morti per fame, malattie e guerre, o nella migliore delle ipotesi ad appesantire un pianeta già stracarico.

Ora, con la proposta di abolire il debito, e con il gran risalto in àmbito mondiale che tale nobile gesto avrebbe, una grande opportunità si presenta ai paesi più sviluppati. Nel cancellare il peso del debito và anche, nel contempo, instaurato un dialogo diretto coi paesi più poveri, non solo coi governi (chè troppo spesso mirano quasi soltanto a rinfoltire gli eserciti) ma direttamente e diffusamente coi popoli stessi, un dialogo mirante ad illustrare le atrocità conseguenti (per gli individui) ad una riproduzione selvaggia e la tremenda situazione demografica (per l'intero pianeta).

Vanno specificatamente e diffusamente illustrati i benefici dell'autodisciplina riproduttiva a partire dal fatto che una prole più numerosa oggi non significa maggiore ricchezza, come forse poteva accadere cent'anni fa, ma certamente maggiore povertà.


Cosa questa che ci accomuna tutti sul pianeta: far continuare a crescere la popolazione, oggi, senza far nulla per cercare di stabilizzarla, non significa affatto dar sviluppo all'umanità ma anzi deteriorarla, forse definitivamente.

Non bisogna sciupare quindi l'occasione di unire al nobile gesto della cancellazione del debito quello altrettanto nobile di avviare una seria campagna di consapevolezza demografica a livello mondiale. Un'occasione come questa potrebbe non ripresentarsi in tempo utile.



Danilo D'Antonio
Laboratorio Eudemonia

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La Grave Questione Demografica Internazionale:
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