Conclusioni e retroscena sul meeting dell'IWC (International Whaling
Commission)
di Fabio Quattrocchi fabioq8@libero.it
Fonti: vedi fine pagine
(NdA=Note dell'autore)
PARTE INTRODUTTIVA
Dal 12 Giugno al 6 Luglio
dell'anno corrente, si e' tenuto ad Adelaide, nel Territorio del Sud in
Australia, il 52esimo meeting dell'IWC (International Whaling Commission). Il
meeting e' stato caratterizzato da scontri, anche aspri, tra governi, delegati e
ministri. Qualcuno si e' anche dimesso. Forse e' stato uno dei meeting piu'
travagliati dalla nascita dello stesso IWC.
L'IWC nasce nel 1946 e ha
l'autorita' (formale) di regolare la caccia alle balene. 14 anni fa ha imposto
una moratoria internazionale che Norvegia e Giappone non rispettano. La prima
per completo disaccordo, il secondo in nome
della "ricerca scientifica" che va sotto il nome di JARPA (Japan’s Research Programme in the Antarctic)
Lo scorso Aprile, alla undicesima conferenza
delle parti (COP-11) della CITES, le due nazioni baleniere hanno tentato
eliminare il divieto internazionale del commercio di carne di balena e derivati,
ma il tentativo e' fallito.
Prima che il meeting iniziasse,
organizzazioni ambientaliste hanno lanciato spot anti-whaling (contro la
caccia) nelle TV australiane, mentre i giapponesi hanno invaso le cassette della
posta dei poveri aussies (australiani) con volantini pro-whaling. (NdA, il verbo whaling in inglese vuol dire caccia alle balene, per non
ripetere sempre la parola "caccia", questo verbo verra' usato piu' volte).
Il 3 Luglio, all'apertura ufficiale del meeting
(che era iniziato a porte chiuse il 12 Giugno), il Giappone ha tentato di
espellere i rappresentanti di Greenpeace dal meeting. Minoru Morimoto, il
delegato del paese del sol levante, ha infatti accusato l'associazione
ambientalista di atti illegali e violenti, quando, lo sorso anno, degli
attivisti rischiarono la loro vita e quella dell'equipaggio mettendosi
davanti agli arpioni di una nave baleniera, lanciando acqua contro questi per
impedirgli di cacciare o aggrappandosi ad una balena morta. La proposta di
Morimoto e' stata bocciata a gran maggioranza; ma ha mostrato che il Giappone
aveva degli alleati che avrebbero potuto compromettere una importante proposta
dell'Australia e della Nuova Zelanda.
SANTUARIO
Le due nazioni degli antipodi hanno proposto
l'istituzione di un santuario per le balene nel Pacifico Merdionale, da
aggiungersi agli altri due santuari (dell'oceano indiano e dell'oceano Atlantico
meridionale, cioe' l'oceano Antartico). L'area proposta a divenire
santuario va dal 40esimo grado di latitudine Sud, fino all'Equatore. Esso
avrebbe potuto aiutare la protezione di specie di balena minacciate, oltre che
la vera ricerca scientifica su questi giganti del mare e lo sviluppo del
whalewatching che, ad esempio, nelle isole Tonga, sta riscuotendo grande
successo. Il delegato neozelandese ha detto che se e' giusto
proteggere l'Antartico (con il gia' esistente santuario), dove le balene si
nutrono, e' altrettanto giusto e logico proteggere l'area in cui quelle stesse
popolazioni si riproducono. Il Giappone ha risposto sostenendo che e' una
proposta assurda e priva di giustificazione scientifica; mentre la Danimarca
crede che l'istituzione di un altro santuario non permetterebbe al Giappone di
raggiungere le quote concessegli; St. Vincent and Grenadines, paese caraibbico,
si e' mostrato preoccupato per il fatto che il santuario avrebbe potuto dare
come risulatto il collasso della pesca al fine di proteggere le balene.
Infine la Cina ha detto che gia' c'e' la moratoria, percio'
il santuario e' inutile.
VOTO PER IL
SANTUARIO
Il 4 Luglio, dopo tre ore e mezzo di
accese discussioni, si e' votata la proposta di Nuova
Zelanda e Australia. Nonostante la maggioranza dei 41 delegati abbia votato SI,
era necessario il raggiungimento del 75% dei consensi per l'approvazione. Ecco i
voti:
18 SI (a favore del
santuario)
Australia, Austria, Brasile, Cile, Finlandia,
Francia, Germania, India, Messico, Principato di Monaco, Olanda, Nuova Zelanda,
Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Gran Bretagna, USA
11 NO
Antigua e Barbuda, Cina, Danimarca,
Dominica, Grenada, Guinea, Giappone, Norvegia, St. Kitts e Nevis, St.
Lucia, St. Vincent e Grenadines
4 ASTENUTI
Irlanda, Korea, Oman, Russia
2 NON PRESENTI AL VOTO
ITALIA, Isole
Salomone (il delegato di questo paese sarebbe stato visto con una valigetta
piena di Yen...)
[NdA: per protestare contro il nostro delegato,
Giuseppe Ambrosio, che non si sa' come mai non abbia votato (forse credeva fosse
un viaggio turistico in Australia) mandate una email allo stesso: gambrosio@politicheagricole.it
]
6 NON AVENTI DIRITTO A VOTO
Per l'approvazione sarebbero bastati altri 4
SI.
COMMENTI E REAZIONI DEL
VOTO
Il ministro dell'ambiente australiano si e' detto molto deluso (anche perche' era stato lui a fare la proposta) e ha dicharato che riproporra' il santuario al prossimo meeting che si terra' a Londra nel 2001. Ha precisato che i rapporti [commerciali] tra Australia e Giappone non cambieranno nonostante i due paesi abbiano posizioni completamente opposte sulla questione "Balene". Il WWF-New Zealand e' molto deluso
e dice che si e' persa una importante occasione, ma riconosce l'impegno del
ministro per la conservazione neozelandese (la sign. Lee) che ha chiesto
fino all'ultimo al Giappone di cambiare posizione. Il ministro ha pero'
avuto anche dei problemi. Avrebbe detto nella sede del meeting che i maori
appoggivano il santuario, ma il rappresentante dei Maori ha negato
tutto.
Greenpeace ha accusato (gia'
prima del voto) il Giappone di comprare i voti delle nazioni caraibbiche
con "aiuti" finanziari. Questi paesi, come accusa l'OCSE, hanno alti tassi di
corruzione e sono paradisi fiscali, oltre che paradisi per la mafia. Diciamo
che si fanno convicere facilamente dagli
"aiuti"... Il paese del sol levante adotta lo stesso sistema con le nazioni
africane assicurandosi il loro appoggio nell'elezione di un seggio permanente al
Consiglio di Sicurezza dell'ONU attraverso gli "aiuti" della JICA e dell'OECF
(due agenzie pubbliche gaipponesi che distribuiscono i soldi datigli dal
governo). Tra l'altro le accuse non vengono dal nulla, ma da dichiarazioni
passate di ministri giapponesi i quali sostenevano in sostanza che gli
aiuti finanziari gli avrebbero fornito degli alleati...
Greenpeace aveva lanciato una
petizione online una settimana prima del meeting, sono state raccolte 13,000
firme che chiedevano tutte ai governi di Dominica, Irlanda e St. kitts and Nevis
di votare a favore del santuario e di non cedere alle pressioni del Giappone; ma
nessuno di loro l'ha fatto.
Atherton Martin, il ministro dell'ambiente della
Repubblica Dominicana, paese caraibbico, si e' dimesso dopo che il
delegato del suo paese ha votato NO. Era stata concordata l'astenzione, ma
le mazzette di Yen hanno fatto si' che il delegato votasse a sfavore; come
accusa l'ex ministro. "Mi dimetto" ha inoltre dichiarato "per far si' che la
Rep. Dominicana mantenga una immagine 'verde' (come isola rispettosa
della natura)." In questa isola, come negli altri paesi caraibbici, il whale
watching (osservazione delle balene) sta portando sempre piu' introiti, ma cio'
non e' servito a convincere i governi a prendere una posizione favorevole al
santuario... si vede che usano un peso, ma due misure.
Il delegato giapponese e' molto
felice e ha detto che impedire al Giappone di praticare whaling e' come impedire
agli aborigeni di cacciare i canguri o agli australiani di mangiare il pasticcio
di carne (tipico piatto del paese); cioe' significa non rispettare la cultura
del suo paese. Cassandra Phillips, del WWF international, ha risposto dicendo
che non si tratta di rispetto o non rispetto, ma di una questione su cui deve
decidere la comunita' internazionale, non il Giappone da solo. Anche
perche' le balene non fanno parte di una nazione o di poche, ma
migrano toccando molti paesi, oltre che acque internazionali. "Non potremo
mai assicurare un futuro alle balene se alcune nazioni dell'IWC continuano
a fare solo i loro interessi economici."
Le nazioni pro-whaling, hanno ribadito che l'IWC
e' un organismo di controllo, non un'organizzazione conservazionista come alcuni
vorrebbero che fosse, rivolgendosi in particolare all' Australia e alla
Nuova Zelanda NOTIZIE DI
BACKGROUND
Il Giappone e la Norvegia
dimenticano che le balene non sono pesci, ma mammiferi. Quindi, mentre i pesci
si riproducono con una certa facilita' e sono una risorsa naturale da poter
sfruttare; le balene, mammiferi, hanno un periodo di gestazione molto
lungo e si riproducono ogni 2 anni circa. Poi i loro piccoli devono sopravvivere
e devono raggiungere l'eta' di riproduzione: 10 anni. Quindi non si puo' parlare
nemmeno di sfruttamento sostenibile e, come ha detto Cassandra Phillips del WWF
International, ora le balene sono minacciate da altri pericoli: effetto serra,
arenamenti, collisioni con navi, la marina militare statunitense, reti da pesca
e inquinamento del mare.
*************************
Uno degli argomenti con cui le due nazioni
baleniere si difendono e' quello di dire che meno balene significano piu' pesce
per i pescatori. Secondo l'ICR (Institute for Cetacean Research), la
cui sede e' in Giappone, i grandi cetacei ingoierebbero dai 280 a 500
milioni di tonnellate di cibo ogni anno. Quel cibo potrebbe essere disponibile
per i pescherecci. Ma la catena alimentare e' molto piu' complessa di
quanto si pensi. L'ICR dovrebbe spiegarci, ad esempio, come mai in un secolo di
caccia durante il quale sono state uccise almeno 1.600.000 balene, il 66%
delle specie di pesci piu' usate per l'alimentazione e' in declino (dato fornito
dalla FAO). Se fosse come dicono loro ci dovrebbe essere una grande abbondanza
di pesci. In realta' le cause di questo declino non sono i grandi cetacei, ma il
sovrasfruttamento che proprio i pescherecci giapponesi e norvegesi praticano.
Le balene invece aiutano a mantenere
l'equilibrio naturale degli oceani. Inoltre le balene non mangiano specie
commercialmente valide: molte ingoiano krill, plancton e piccoli crostacei,
altre, come i capodogli (dotati di denti), si cibano di pesci degli abissi
che i pescatori non possono pescare. La loro funzione biologica puo' essere
paragonata a quella degli squali o di altri grandi predatori, che, come ormai
molti hanno capito, sono essenziali per il buon funzionamento dell'ecosistema.
Mettiamo il caso che una balena morta significhi
piu' pesce... questo non si tradurrebbe sicuramente in piu' pesce per i
pescatori perche' essi cercano solo alcune specie di pesce, e, come detto prima,
le balene non mangiano specie commerciabili; inoltre ci sarebbero comunque altri
predatori: uccelli, squali etc... Quindi non e' affatto vero che una balena
morta porterebbe ad un maggior pescato ed e' sbagliato interpretare la catena
alimentare in modo semplicistico.
Giappone e Norvegia usano questi argomenti non
solo per giustificare il non rispetto della moratoria, ma anche per incolpare i
poveri cetacei della non abbondanza di pesce. In altre parole... non solo per
far arricchire i cacciatori di balene (whalers), ma anche per togliere le
accuse di sovrasfuttamento dell'oceano dalla loro potente industria della
pesca.
*************************
Ma non e' tutto! Entrambe le nazioni sostengono
che la fine del whaling sarebbe la fine di una loro pratica tradizionale. La
fine di parte della loro cultura. C'e' da chidersi: ma prima esistevano le
baleniere-fabbrica che vengono usate adesso? Prima i
Giapponesi cacciavano anche nel sud del pacifico e dell'Atlantico? la risposta
di ambedue le domande e' NO! Se i norvegesi e i giapponesi sono cosi'
attaccati alle loro tradizioni perche' non cacciano con mezzi e modi
tradizionali? Dovrebbero usare la lancia o reti e piccole canoe; cacciare solo vicino la costa... (non nell'Antartico!!!!); e solo a fini di
sussistenza, non per fare oli per prodotti cosmetici e piatti "prelibati" nei
ristoranti riservati ai ricchi.
In poche parole, non solo il Giappone non
rispetta la moratoria, ma non rispetta nemmeno le proprie tradizioni e, come
vedremo piu' avanti, neanche le regole scritte dell'IWC sulla caccia a fini
scientifici.
RAPPORTO IWC
Un rapporto dell'IWC, pubblicato durante il
meeting, afferma che la commissione scientifica non e' ancora in grado di dare
numeri precisi sulle popolazioni di balenottere minori (Balaenoptera
acutorostrata e' la specie che il Giappone e la Norvegia cacciano), ma che
gli attuali livelli sono molto inferiori da quelli stabiliti negli anni '80
secondo i quali rimanevano 760,000 balenottere minori in tutto l'emisfero Sud.
In questo modo dovrebbe prevalere il principio
di precauzione (stabilito dall'Earth Summit di Rio nel 1992); e c'e' un motivo
in piu' per istituire un santuario che permetta di studiare le
popolazioni di balena rimaste. Ma il Giappone non ne vuole sapere e dal
1987 (cioe' da quando viola la moratoria) fino ad oggi ha alzato il numero
di esemplari cacciati: tra il 1987 e il 1993 uccideva 300 balenottere
minori all'anno, nel 1995/96 ha alzato la quota a 440; oggi arriva a 540 a
cui vuole aggiungere 10 capodogli e 50 balene gialle (totale: 600!!). La
Norvegia invece e' gia arrivata a 655 esemplari (tutte balenottere minori)
l'anno.
Il Giappone non viola solo la moratoria, ma
anche le regole sulla caccia a fini di "ricerca"; l'IWC, infatti,
raccomanda che l'uccisione dei cetacei dovrebbe avvenire solo se i dati
scientifici esistenti o le analisi condotte con metodi non crudeli sono
insufficienti. Il paese del sol levante non rispetta neanche questi criteri.
Inoltre il rapporto dell'IWC rivela che l'URSS,
nella stagione di caccia 1959/60, uccise ben 12,945 megattere, ma ne
dichiaro' solo 720!! Cioe' ne caccio' tante quante si crede oggi vivano in tutto
l'emisfero sud. Sempre lo stesso rapporto consiglia di
riconoscere 3 popolazioni di balene Nere, non 2 come avviene oggi; infatti vi e'
una popolazione di questa specie di cui sono rimasti solo 300-600 esemplari. E'
quindi importante riconoscerla come popolazione a se' stante per
proteggerla.
Cassandra Phillips, del WWF International,
sotiene che tutti questi dati sottolineano l'incertezza
scientifica che c'e' sulla questione e anche sugli effetti a lungo termine che
la caccia commerciale potrebbe provocare.
STATISTICHE
Delle 591 balene uccise dalla flotta norvegese
nel 1999, il 38% prima di morire ha sofferto per 5 minuti; una oltre 90
minuti! Questi sfortunati esemplari sono stati i primi ad
essere presi da un arpione esplosivo e ripetutamente colpiti da
fucili. E' stata sperimentata una granata che riduce il tempo alla
morte fino a 2.5 minuti. Quest'anno il Giappone uccidera' anche altri
25,000 delfini e focene che soffriranno per 15 minuti a
causa dell'elettricita' proveniente dall'arpione.
In entrambe le flotte l'arpione a esplosione non
uccide l'animale, ma lo cattura soltanto; poi intervengono arpioni a scarica
elettrica o armi da fuoco.
CARNE HEAVY METAL
Secondo due studi, uno del WWF International e
l'altro della Coalizione Svizzera per la protezione delle balene, la carne di
balena norvegese e giapponese contiene sostanze chimiche molto pericolose per la
salute umana.
CARNE NORVEGESE (Studio del
WWF)
Le prime analisi di carne e grasso di balena
mostrano che questi contengono alcune delle piu' pericolose sostanze chimiche
del mondo. I 20 campioni sono stati prelevati dai mercati norvegesi nel
1999. I ricercatori hanno trovato 50 PCB (Polychlorinated Biphenyls;
Bifenili Policlorinati); sostanze chimiche che danneggiano gli ormoni
(EDC); pesticidi organoclorini di cui DDD e DDE ("parenti" del DDT); e 25
metalli tra cui il mercurio organico. Secondo i primi risulati queste sostanze
non superano i limiti stabiliti dall'OMS. Ma il mercurio organico e' molto
pericoloso se accumulato.
Gordon Shepherd del WWF, ha detto che se la
gente consuma regolarmente carne di balena, questo potrebbe nuocergli gravemente
alla salute, mettondo a rischio se stessi e soprattutto i bambini. Queste
sostanze fanno aumentare i cancri, danneggiano il sistema immunitario e riducono
gli spermatozoi.
Gli EDC potrebbero provocare problemi nel
comportamento e nella capacita' di imparare dei bambini e anche nella
riproduzione. Una volta che queste sostanze chimiche entrano nel nostro
organismo, non possono piu' essere rimosse.
La Norvegia non dovrebbe essere sorpresa dai
dati emersi dalle analisi sulla carne di balenottere minori. Esse sono infatti
soggette ogni estate alle sostanze chimiche e radioattive presenti nel mare di
Barents, provenienti dai fiumi inquinati della Russia e dalle basi militari. Le
balenottere incontrano situazioni simili nel Mar del Nord e nel Mar d'Irlanda in
inverno.
Nell'Aprile del 2000 alla conferenza delle parti
della CITES la Norvegia ha proposto l'apertura del commercio di carne e
grasso di balena verso il Giappone. Ma la proposta e' fallita con una grande
maggioranza a sfavore.
In questi anni il prezzo della carne norvegese
e' sceso di molto. 1Kg costa 1 cent, contro i 30 cents dell'anno scorso e 2$
prima del del divieto a commerciare. Centinaia di tonnellate di grasso sono
state accumulate dal 1993, raggiungendo proporzioni gigantesche. Nessuno in
Norvegia mangia piu' questi prodotti, sebbene in Giappone sia una delicatezza...
che di certo non serve per la sopravvivenza.
CARNE GIAPPONESE (Studio della coalizione svizzera per
la protezione delle balene)
Questo studio ha rilevato che meta' dei campioni
di carne contiene livelli preoccupanti di sostanze chimiche. Inoltre un terzo
non era ben etichettato e i consumatori non sapevano cosa stessero comprando,
anche se conoscono le specie da evitare.
Il livello di mercurio supera ben 1.600 volte la
quota stabilita dal governo giapponese. Questo studio ha analizzato un po' tutti
i cetacei consumati in Giappine, tra cui anche delfini. L'ICR ha addirittura
consigliato ai consumatori di bollire la carne in modo da purificarla da quelle
sostanze!!! Sembra assurdo!
Piu' della meta' dei cetacei mangiati contiene
livelli inaccettabili di sostanze chimiche. L'80% della carne di balenottere
minori (Balaenoptera acutorostrata) superava il "valore di equivalenza
di tossicita'" [(Toxic Equivalency Value) cioe' una singola cifra che valuta la
tossicita' del campione messa a confronto con gli standard] per le
diossine.
COP-11 CITES (Convention on
International Trade in Endangered Species)
All'undicesima riunione della CITES, svoltasi lo
scorso Aprile, le due nazioni baleniere hanno tentato in
vari modi di indibolire la protezione delle balene. Vediamo
da vicino le proposte:
1. Togliere la balena grigia dalla lista delle
specie protette e permesso a commerciarne la carne.
Voti: 40 SI, 63 NO. Non approvato.
2. Permettere alla Norvegia di commerciare carne
di balenottera minore nel Nord Atlantico.
Voti: 52 SI, 57 NO. Non approvato.
3. Non riconoscere all'IWC l'autorita' di
decidere sul whaling (la caccia).
Voti: 31 SI, 49 NO
FINE DEL MEETING
L'IWC riaffema il divieto del
whaling commerciale e prende tempo per aggiornare e aggiustare l'attuale
sistema di gestione. Un sistema per calcolare le quote da cacciare e' stato
adottato nel 1993, ma non e' mai stato approvato formalmente lasciando la
possibilita' di rivederlo. Il governo Norvegese ha annunciato che cerchera' di
indebolire il sistema al fine di ottenere quote maggiori.
Nonostante la forte pressione dei governi
statunitense e britannico affinche' finisca il whaling "scientifico" del
Giappone, il delegato del sol levante ha continuato ad ignorare la volonta'
della maggioranza dei membri e ha ribadito la volonta' di aggiungere 10
capodogli e 50 balene gialle alle 540 balenottere minori che attualmente
caccia ogni anno.
Secondo il Giappone e numerosi paesi caraibbici
le balene sarebbero la causa del declino degli stocks ittici nel mondo. Le
balene mangierebbero cosi' grandi quantita' di pesce da compromettere il pescato
annuale. Invece il ministro britannico della pesca ha detto che le cause sono
ben altre e le balene sono un problema insignificante di fronte a problemi
quali: cambiamenti climatici, sovrasfruttamento degli stocks e
inquinamento.
Cassandra Phillips ha detto che e' felice che
l'IWC abbia preso qualche provvedimento per la protezione delle balene nere del
Nord Atlantico. Secondo il WWF, questa specie, la piu' minacciata al mondo,
scomparira' entro breve se USA e Canada non faranno di piu' per proteggerla. Di
queste balene sono rimasti solo 300-600 esemplari. Nel 2000 e' stato avvistato
solo un piccolo nella stagione in cui le femmine partoriscono. Solo il 38% delle
femmine e' sono sessualmente attive. Nel 98 sono stati avvistati 6 piccoli, nel
99 solo 3, quest'anno uno. Le minacce maggiori, dice il WWF, sono le reti da
pesca, l'inquinamento; ma soprattutto la collisione con le navi che provoca il
90% delle morti. Percio' si chiede che venga istituita una ship-free area (zona
senza navi) e che si peschi solo in alcuni
mesi.
L'ex segratario dell'IWC Ray Gambell e'
stato sostituito da Nicola Grandy. Cittadina inglese con laurea in biologia
marina dell'universita' di Liverpool, con numerose specializzazioni come quella
sull'inquinamento marino da petrolio. Ha lavorato per 10 anni nell'OCSE
sulle questioni delle sostanze chimiche. E' molto interessata a far
diventare l'IWC piu' attento nel prevenire e combattere le minacce che i
grandi cetacei devono sopportare.
Il 53esimo meeting si svolgera' l'anno prossimo
a Londra dal 23 al 27 Luglio all'Hotel Novotel a ovest di Londra. E nel mentre
12,055 balene saranno uccise...
Per maggiori informazioni e approfondimenti sul
meeting e sugli argomwnti discussi: fabioq8@libero.it
Fonti:
Eco Online www.eco-online.conf.au WWF
International www.panda.org/news
WWF 51st IWC meeting www.panda.org/iwc
WWF New Zealand www.wwf.org.nz ABC on line www.abc.net.au/news Panda n.8, Agosto 1998 www.wwf.it
Modus Vivendi n.6, 1999 www.verdi.it
FAO
www.fao.org
State of the World 99
www.worldwatch.org
Living Planet report 99 www.panda.org/livingplanet
IWC
Homapages
http://ourworld.compuserve.com/homepages/iwcoffice
Balene e Delfini (DeAgostini) www.deagostini.it
Fabio Qu@ttrocchi fabioq8@libero.it
ACT NOW WWW.PASSPORT.PANDA.ORG Let's leave our children a living planet ---------------------------------------------------------------- Man commits evil through ignorance of the good L'uomo commette il male per ignoranza del bene by Socrates ---------------------------------------------------------------- |