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biotech:il terribile esercito delle piante invincibili



da alias - manifesto di sabato 24 giugno 2000
IL TERRIBILE ESERCITO DELLE PIANTE INVINCIBILI
di fabrizio fabbri - greenpace italia -

Uno dei principi di basee su cui si è costruito 1'impero delle industrie
del transgenico è stata l'invenzione di un principio, quello della
«sostanziale  equivalenza». Questo assunto , privo di alcun fondamento
scientifico, coniato dalle industrie biotech, parte dal presupposto che
1'inserimento di singolo o pochi geni diversi quelli della pianta
originaria non porta a significativi cambiamenti. Pertanto le piante
trangeniche sono da ritenersi sostanzialmente equivalenti». Imponendo, con
la connivenza delle autorità, 1'adozione di questo principio, le piante
manipote hanno trovato la strada libera da ostacoti nei processi per la
concessione dei permessi di commercializzazione e rilascio in ambiente di
ogm, in Usa ed i Europa. le industrie biotech hanno imposto di trattare le
piante transgeniche alla stregua li quelle non manipolate per evitare i
controlli a medio e lungo termine sull'impatto ambientale e sanitario, ma
allo stesso tempo sostengono che le piante transgeniche sono una loro
«invenzione e ne chiedono e ottengono la brevettazione e la proprietà
intellettuale. Finalmente, pero' sia il consiglìo superiore di sanita' che
il comitato per le biotecnologie e la biosicurezza, istituito presso la
presidenza del consiglio, hanno riconosciuto I'invalidità di tale assunto.
Ma che le piantc transgeoiche non potesscro essere considerate uguali a
quelle cìi provenienza lo si puì~ osservare anche dai primi danni
ambientali che negli llsa suno realtà e non piìi semplic.e.mente ipotesi.
Da sempre, gli oppositori degli Ogm in campo agroalimentare hanno paventato
il rischio che le caratteristiche di resistenza agli erbicidi, introdotte
in circa il 70% delle piante transgeniche, potessero passare a specie
vegetali infestanti rendendo necessari interventi più drastici.
Recentemente in Ohio sono state selezionate delle infestanti di piantagioni
di colza che avevano acquisito la resistenza a tre erbicidi ereditandola
dai campi circostanti in cui negli ultimi cinque anni sono state coltivate
varietà di rape transgeniche resistenti a quei prodotti. Il risultato è che
per combattere queste infestanti si dovrà fare ricorso a erbicidi più
potenti e quindi più tossici.
Oltre la ricerca di laboratorio sulle farfalle monarca pubblicata su Nature
e che evidenziava un possibile danno alla riproduzione per quegli individui
che si cibavano di polline transgenico, negli ultimi anni numerosi studi
hanno evidenziato come le piante manipolate possono risultare deleterie per
molte specie di insetti non dannosi o utili per 1'agricoltura.
L'elemento di continuità tra le diverse osservazioni in campo riguardano
tutte il possibile impatto sulla fertilità degli insetti che si cibano di
Ogm. Una strana coincidenza con il lavoro di Arpad Pusztai, licenziato dal
laboratorio dove faceva ricerca da decenni per aver ventilato un simile
effetto in ratti alimentati con patate transgeniche. Ma, si chiederà il
lettore, è possibile che 1'incoscienra degli organi di controllo
statunitensi ed europei arrivi a permettere l'uso di alimenti di cui non si
conoscono minimamente gli effetti?
Da una ricerca commissionata da Greenpeace sulla qualità e la quantità
delle ricerche portate a corredo delle domande di commercializzazione di
ogm bioingegnerizzati per produrre un insetticida endogeno (Bt),
sembrerebbe proprio di sì. Solo 28 ricerche di cui 14 in campo e tutte
condotte con metodi assolutamente inaclatti a dare indicazioni sull'impatto
ambientale degli Ogm stucitati nel medio e lungo termine.
Nonostante questa carenza, cinque studi conclusero che era possibile
prevedere effetti negativi nel medio termine su insetti non dannosi per
1'agricoltura. Ie stesse piante Bt, dal nome del Bacillus thuringiensis, un
batterio da cui è stata tratta I'informazione genetica di produzione del
veleno, portano spesso Ie informazioni che conferiscono resistenza agli
antibiotici. Il mais della Novartis in commercio anche da noi ha queste
caratteristiche e uno dei timori piu' inquietanti riguarda la possibilità
che quest'informazione possa essere passata alla flora batterica gastrica
ed intestinale degli animali, uomo incluso, che si dovessero nutrire di
questo prodotto. Quest'ipotesi è stata confermata dal Consiglio superiore
di sanità nella seduta del 16 dicembre del 1999 che ha anche riconosciuto
la possibilità che il transgene (la porzione aliena alla pianta) può
portare alla produzione di composti potenzialmente pericolosi per l'uomo.
Nonostante ciò, a tutt'oggi solo i cibi destinati alla prima infanzia
dehbono essere, per legge, privi di Ogm. Ma chi si cura di verificare il
rispetto di questa norma? Perché non
si estende ai malati ed  agli  immunodepressi, soggetti sensibili quanto i
bambini all'introduzione di alimenti potenzialmente tossici? E soprattutto,
perche' di frontealle bugie delle industriee la connivenzadegli organismi
di controlloe a fronte di rischi per l'ambiente e la salute di tale
gravita', non si procede immediatamente a bloccare questo mercato?