Re: [ecologia] Effetto serra e Co2. I negazionisti sono stati pagati dalle multinazionali



Si è aperto su questa lista un dibattito sull'effetto serra e sulle lobby economiche in risposta a chi avanza dubbi e critiche sulle campagne di Greenpeace contro i gas alteranti del clima.

Il ruolo delle lobby (che citavo) non è stato quello di gettare discredito sugli "ambientalisti seri" ma di negare l'effetto serra e le sue connessioni con le attività della grande industria.

Queste potenti lobby hanno spinto il governo degli Stati Uniti a non aderire al Protocollo di Kyoto, diffondendo studi (non veritieri) che mettevano in dubbio la responsabilità delle attività antropiche e di quelle industriali in particolare. Le multinazionali del petrolio e delle energie fossili, più quelle collegate funzionalmente, come Exxon Mobil, Shell, BP, Dupont, Chrysler, Chevron, General Motors e Good Year, hanno finanziato la Global Climate Coalition (GCC), che era l'organizzazione negazionista più attiva circa l'effetto serra, non tanto per polemizzare contro gli ambientalisti quanto invece per influenzare i governi nelle scelte politiche cruciali relativie al controllo delle emissioni industriali.

Stiamo quindi molto attenti a non fare il gioco di questa potente alleanza di varie lobby che mirano complessivamente a minimizzare o a negare l'impatto ambientale, climatico e sanitario dell'industrializzazione priva di regole e di controlli.

Questo fatto è importante da comprendere.

Il controllo delle emissioni industriali è infatti la "frontiera" della "buona politica".

Controllare le emissioni industriali significa "mettere il naso" nella proprietà privata, nei meccanismi più riservati e delicati delle grandi industrie. Significa entrare nei loro file, nei loro computer, nei loro archivi dati. Paradossalmente questo mondo potrebbe persino sposare il pacifismo se esso servisse a portare l'attenzione dell'opinione pubblica altrove. Quindi dobbiamo fare grande attenzione a far convivere campagne sulla pace e sull'ambiente in modo che si completino evitando che si escludano con una forza di fascinazione che ingrandisce e focalizza il particolare.

Concondo con chi non enfatizza in modo totalizzante la questione della Co2 e dell'effetto serra. La questione va affrontata nell'ambito delle emissioni complessive, con un approccio che le tenga tutte assieme, analizzando i diversi e plurali effetti quando le emissioni "ricadono" ed entrano poi nell'ecosistema e lo modificano, alterando il clima e favorendo la desertificazione, ad esempio, ma anche entrando nei nostri polmoni o nella catena alimentare o peggio ancora nel DNA con effetti genotossici. 
Isolare un solo effetto, ingigantirlo e poi perdere di vista gli altri è un rischio che si corre enfatizzando l'effetto serra e rendendolo il pericolo e non un pericolo. Ma questo può avvenire con qualunque campagna quando diviene totalizzante.

L'Ilva a Taranto ad esempio dedicava dieci anni fa a PeaceLink il paginone centrale a colori del suo giornale per mettere in grande risalto la campagna sull'uranio impoverito (una campagna di PeaceLink). La ragione di tale enfasi era chiara. Non dobbiamo pertanto cadere - e ho hatto questo esempio non a caso - nei tranelli delle campagne totalizzanti. Vale per tutti.

Ultima cosa: un cenno alla nostra Costituzione: art. 41.

Art. 41.

L'iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.


E' l'articolo che Tremonti vorrebbe modificare, non a caso.
Il fatto importante è che la grande industria non possa svolgere le proprie attività  "in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana" e che "l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali".

Che la grande industria possa essere "indirizzata" verso "fini sociali" in modo da non "recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana" significa che noi come cittadini possiamo "entrare nella proprietà privata" se la proprietà privata "entra" nei nostri polmoni o nell'ambiente in cui viviamo.

Dico questo perché è proprio la politica di controllo delle emissioni (sia quelle nocive per la salute sia quelle nocive per il clima) che costituisce la NUOVA FRONTIERA della politica, come dicevo prima, quella che fa prevalere regole pubbliche su regole private.

E' ovvio che le multinazionali si mobilitino per evitare che vengano stabilite regole sulle emissioni alteranti del clima e su quelle nocive alla salute.
Oltre alle multinazionali vi sono interessi militari e guerre che determinano impatti sull'ambiente e la salute, basti pensare agli effetti dei test nucleari che sono entrati perfino nel latte materno (per poi lasciar posto alla diossina...). Mettere il naso nel mondo militare (es. i poligoni di tiro, il munizionamento, ecc.) per tutelare il bene supremo della salute... anche quello non è tollerato.

Dobbiamo essere capaci di portare avanti campagne in modo pluralistico, evitando che una venga considerata più importante delle altre ed evitando che si creino campagne di depistaggio funzionali alle lobby, campagne che si insinuano poi in frange sprovvedute.
Pertanto dobbiamo fare una buona informazione scientifica, offrendo dati, prove di laboratorio, aprendoci alle verifiche di terzi, ecc. ecc. nel pieno spirito della scienza che è sempre basata sulla verifica e la fasificabilità delle ipotesi.

Riuscire a promuovere una politica che anteponga l'interesse sociale all'interesse militare o delle multinazionali è la nuova frontiera. Qualcuno in questa strategia forse vedrà spuntare un pezzo della barba di Marx, ma questo, personalmente, non mi dispiace.

Dobbiamo sapere che percorrendo questa strada avremo contro i negazionisti di ogni genere e tanti tanti tanti quattrini per negare.

Spero di essere stato abbastanza chiaro ed esaustivo, esponendo il mio punto di vista di "politica ambientale" sulla questione dell'effetto serra.

Alessandro







Il 15/09/2011 23.22, corrado penna - fisico ha scritto:
Il signor Marescotti non sapendo ribattere alle accuse rivolte agli pseudo ambientalisti dell’effetto serra, non sa fare altro che parlare male di persone che io stesso odio
 
Non ho niente a che spartire con quelle lobby funzionali al sistema. Il loro ruolo è infatti quello di gettare discredito sugli ambientalisti seri. Le persone ingenue infatti quando vedono certi individui esecrandi negare l’effetto serra da CO2 pensano automaticamente che l’effetto serra esiste.
 
Lo pseudo ragionamento è: se chi nega l’effetto serra è inaffidabile allora l’effetto serra esiste
 
Alla stessa maniera potremmo dire che essendo inaffidabile chi diffonde le tesi del global warming (i reali inglesi e un ex vice presidente USA)  le tesi del global warming sono false
 
Uno a uno e palla al centro
 
Discutiamo dei fondamenti scientifici? Io questo ho fatto e nessuno è riuscito a replicare
 
Attenzione ai negazionisti ... delle scie chimiche pero’
 
 
 
Sent: Thursday, September 15, 2011 11:07 PM
Subject: [ecologia] Effetto serra e Co2. I negazionisti sono stati pagati dalle multinazionali
 
Ciao a tutti!

Qualche parola sulla questione dell'effetto serra e la Co2.

La questione - nel nostro piccolo - l'abbiamo affrontata nella città più densamente industrializzata d'Italia, con un polo produttivo che è due volte la città. A Taranto infatti abbiamo la più alta concentrazione di aziende con emissioni di Co2 (anidride carbonica).

I numeri?

10,6 milioni di tonnellate l'acciaieria Ilva e 9,5 milioni di tonnellate la centrale termoelettrica ad essa collegata. Complessivamente sono oltre 20 milioni di tonnellate di Co2.
Poco distante, a Brindisi, la centrale termoelettrica Enel emette 14,2 milioni di tonnellate di Co2.

Inoltre l'Eni a taranto sta puntando a triplicare la centrale Enipower, dotandola di nuove tecnologie che abbattono vari inquinanti, e tuttavia il potenziamento accresce le emissioni di Co2.

A chi farebbe comodo qui da noi la posizione negazionista?

Questo per dire che qui a Taranto la lotta per l'abbattimento della Co2 è visto come un attacco al potere industriale di emettere senza regole.
Quando tiriamo fuori i dati sulla Co2 rompiamo le scatole perché poniamo al centro le implicazioni della grande industria, il suo enorme impatto ambientale.

A queste industrie la posizione negazionista sulle emissioni di Co2 era estremamente funzionale. E il negazionismo è stato parte integrante della strategia di Bush, fortemente sostenuto dalle lobby delle multinazionali più impattanti; tanto che Bush non ha voluto firmare il protocollo di Kyoto.

Vale la pena dire come stanno le cose e a chi ha fatto comodo negare.

Per anni ha lavorato una lobby molto potente, la Global Climate Coalition (GCC); era l'organizzazione negazionista più attiva negli anni novanta, e agiva anche in malafede.

"A finanziare la GCC nel corso della sua attività almeno 75 grandi industrie legate in qualche modo ai combustibili fossili, tra cui: Exxon Mobil, Shell, BP, Dupont, Chrysler, Chevron, General Motors e Good Year. Solo per la campagna (dis)informativa coincidente con la negoziazione del protocollo di Kyoto, la Coalition (secondo il Los Angeles Times) avrebbe speso oltre 13 milioni di dollari", scrive Giulio Meneghello. Il resto lo si trova qui http://qualenergia.it/articoli/20090504-negazionisti-che-sapevano-di-mentire-1

Attenzione ai negazionisti...

Alessandro




Il 15/09/2011 20.23, corrado penna - fisico ha scritto:
wwf greenpeace legambiente, tutti a cianciare di riscaldamento globale

Esiste una teoria scientifica riguardo al global warming? NO E NON POTRA' MAI ESISTERE!

Non possiamo infatti fare esperimenti su più terre differenti modificando le concentrazioni di CO2.

Non possiamo, anche per quanto sopra riportato, fare esperimenti che ci permettano di discernere tra le varie cause quali siano all'origine del riscaldamento (o raffreddamento) ambientale. Forse l'uso massiccio di strumenti elettrici, antenne a micro-onde, dispositivi wireless, telefonini, riscaldatori ionosferici (HAARP e company) non riscalda il pianeta? Forse l'uso di gas per il riscaldamento domestico, l'uso di derivati del petrolio per la combustione nei motori delle auto, l'uso di energia elettrica per i condizionatori d'estate non riscaldano il pianeta? Forse i cambiamenti millenari nell'orbita terrestre, e quindi nell'irraggiamento solare ricevuto, non modificano la temperatura del pianeta?

E che dire dell'usanza di mettere sensori termometrici per "misurare la febbre della terra" in zone fittamente abitate? In quelle zonetra asfalto, cemento, riscaldamento invernale, condizionatori accesi d'estate (che consumano molti kw e che quindi riscaldano l'ambiente), motori delle auto e chi più ne ha più ne metta, SIAMO SICURI CHE LA TEMPERATURA E' SALITA A CAUSA DELL'ATTIVITA' DELL'UOMO, ma da qui ad incolpare il fantomatico effetto serra da CO2 ce ne corre.

E che dire del fatto che 1200 anni fa con molta meno CO2 in giro la Groenlandia godeva di un clima tiepido? E del fatto pochi secoli più tardi il Tamigi gelava regolarmente? Che c'entra la CO2 con fenomeni del tutto naturali che occorrono e sempre occorreranno.

Se a questo aggiungiamo il fatto che gli pseudo-ambientalisti che cianciano di riscaldamento globale si appoggiano su frodi vere e proprie? E del fatto ched le hanno persino ammesse? Vedi articolo su "La stampa" http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=258&ID_articolo=126&ID_sezione=&sezione=

L'articolo recita testualmente: "Mentre l'imminente terza eccezionale nevicata dell'anno si prepara a raffreddare ulteriormente il sempre più tiepido interesse degli inglesi per il surriscaldamento del pianeta, gli ecoscettici assestano un nuovo colpo alla credibilità degli avversari. Phil Jones, l'ex direttore della Climatic Research Unit dell'università East Anglia dimessosi a dicembre per lo scandalo delle email che mostravano come i ricercatori avessero ritoccato alcuni dati aggravandoli, ammette ora che negli ultimi quindici anni non c'è stato aumento "statisticamente rilevante" della temperatura. Vale a dire che tutti gli allarmi ambientalisti lanciati dal 1995 a oggi sarebbero, nella migliore delle ipotesi, esagerazioni."


E come non concludere ricordando che viviamo fin troppo spesso sotto una cappa di scie degli aerei che molte volte ricoprono intere nazioni? L'effetto globale delle scie di condensa è quello di riscaldare il pianeta ... sempre che le si voglia chiamare scie di condensa quelle porcherie che oscurano i nostri cieli ...

C'è qualcuno che sparge sopra la nostra testa un telone di bianche schifezze e gli pseudo-ambientalisti parlano ancora di effetto serra da CO2, siamo alla frutta!

Credere agli ambientalisti di regime di fronte ad un cielo completamente coperto di bianco delle scie degli aerei è come credere a babbo Natale quando si sono raggiunti i 18 anni di età