Continuiamo a fare pressione sul Parlamento Europeo



Care tutte e cari tutti:
come saprete, la commissione Ambiente del parlamento europeo ha votato,
anche se a stretta maggioranza, a favore della riclassificazione
dell'incenerimento; il testo approvato prevede che gli inceneritori, la cui
efficienza energetica, calcolata mediante una determinata formula, superi un
certo grado, siano considerati impianti di recupero anzichè di smaltimento.
La commissione ha peraltro ripristinato con alcune modifiche (non tutte
migliorative) una serie di emendamenti approvati in prima lettura (le
procedure dell'UE sono lunghe e complesse) che il Consiglio Europeo aveva
poi cancellato. Tuttavia, per quanto riguarda l'incenerimento, questo voto
rappresenta una sconfitta (in prima lettura il Parlamento aveva respinto la
riclassificazione) non facilmente recuperabile, per due motivi: il testo
prima di passare al voto in seduta plenaria, passa attraverso una sorta di
contrattazione con il consiglio e il rischio è che ne esca con ulteriori
peggioramenti; in secondo luogo, i parlamentari non possono più presentare
emendamenti singolarmente, ma solo in gruppo (e il numero minimo è piuttosto
consistente). Probabilmente, come è già successo in commissione, il
Parlamento sarà posto di fronte ad una sorta di baratto, o, se preferite, di
ricatto: il Consiglio si degnerà di prendere in considerazione gli obiettivi
di riciclaggio (50% per gli urbani e 70% per gli industriali e da
demolizione, il tutto al 2020) e la stabilizzazione della produzione dei
rifiuti (ai livelli del 2009, ma a partire dal 2012) se il parlamento
accetterà la riclassificazione. Poichè esiste una pressione molto forte
della lobby inceneritorista (il 17 giugno, prima del voto, il CEWEP invita
tutti i parlamentari un maxi pranzo-dibattito sul tema del recupero di
energia dai rifiuti), verrebbe da pensare che se il Parlamento respingesse
la direttiva, lo smacco lo subirebbe la lobby degli inceneritori, mentre gli
obiettivi per il riciclaggio e la stabilizzazione delle produzioni
andrebbero probabilmente avanti per forza di cose e per necessità più che
per imposizione di legge (con limiti temporali tanto lunghi, difficilmente
gli obiettivi potranno avere effetti reali sulle politiche dei singoli
paesi, come non li hanno avuti, in italia, quelli fissati dal decreto
Ronchi). Comunque sia, credo che, avendo intrapreso, nel nostro piccolo, una
sorta di contro-lobbying sui parlamentari, occorra proseguire, sperando che
questo possa contribuire, se non altro, a che il provvedimento non venga
cambiato in peggio.
Qui sotto (in allegato anche la versione in inglese) vi copio una bozza di
lettera che mi è venuta in mente dopo aver letto l'articolo del Sole 24 Ore,
che vi allego, sul centro riciclo di Vedelago. Se qualcuno intanto vuol
cominciare a lavorare sul tema degli impatti sulla salute, ben venga. Credo
che questa volta sarebbe più efficace un'azione più articolata, con lettere
e iniziative diverse. Buona resistenza a tutti
Gianni Malatesta
Chi avesse smarrito gli indirizzi dei parlamentari me li chieda con una mail
direttamente al mio indirizzo
Altrettanto facciano gli iscritti a quelle liste dove gli allegati vengono
rimossi
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Gentile Parlamentare Europeo,
mi permetta di ricordarle una frase del grande Albert Einstein:
"Un uomo intelligente risolve un problema, un uomo saggio lo evita"
I rifiuti non sono un problema: sono una risorsa. Essi diventano un problema
se non sono correttamente gestiti.
Lo smaltimento dei rifiuti crea problemi. L'incenerimento ne crea molti,
soprattutto sotto il profilo della salute dell'uomo e della biosfera.
Sappiamo che i fumi che si producono contengono moltissime e diverse
sostanze, fra le quali alcune altamente tossiche (inclusi cancerogeni certi
per l'uomo), e questo è sicuramente un grossissimo problema. Inoltre esso
non è in grado di risolvere il problema delle discariche, perchè produce
scorie e ceneri che contengono a loro volta sostanze altamente tossiche e
devono essere smaltite in discariche speciali: anche questo è un ulteriore
grosso problema.
La tecnologia può ridurre questi problemi, ma mai eliminarli del tutto.
Inoltre tutto questo ha un costo tanto più elevato quanto maggiore è la
protezione della salute e dell'ambiente che viene richiesta.
Comportiamoci allora da uomini saggi: evitiamo il problema, scegliendo la
strada virtuosa che la natura ci indica: ogni materiale deve rientrare nel
ciclo produttivo e vitale per essere utilizzato nuovamente.
Quello che vorrei suggerirle con questa lettera è che esistono soluzioni che
consentono di evitare sia l'incenerimento che la discarica e che alcune di
tali soluzioni possono essere di facile e pronta realizzazione, con costi di
investimento contenuti e capaci di produrre occupazione e soprattutto utili
in grado di remunerare adeguatamente il capitale investito. Un esempio viene
dall'Italia e dimostra che questo paese non può essere ridotto all'immagine
si è purtroppo guadagnata con lo scandalo dei rifiuti della Campania.
In allegato a questa lettera potrà trovare un articolo pubblicato su "Il
Sole 24 Ore", quotidiano economico della Confindustria, in cui viene
illustrata l'attività del Centro Riciclo di Vedelago: a questo centro
arrivano materiali provenienti dalla raccolta differenziata della provincia
di Treviso e di altre località del Veneto. I materiali in ingresso hanno
gradi diversi di differenziazione, in quanto provenienti da località che
operano con metodi diversi di raccolta: ciò nonostante, il risultato è che,
allo stato attuale, il 98.2% dei materiali in entrata viene recuperato e
agevolmente collocato sul mercato traendone elevata remunerazione. Anche ciò
che normalmente rappresenta un residuo non riciclabile, in questo Centro
viene trasformato, con un procedimento privo di impatti ambientali e
sanitari, in una sabbia sintetica altamente richiesta - e remunerata - per
le sue qualità sia dall'industria della lavorazione delle plastiche sia
dall'industria dei manufatti cementizi.
Il fatto che sul quotidiano economico più letto in Italia dagli operatori
finanziari sia stato pubblicato un articolo su questo Centro è la
dimostrazione dell'interesse suscitato da un metodo che può rendere
concretamente e rapidamente realizzabile la prospettiva "Rifiuti Zero", che
la maggior parte della gente considera un'utopia di lunga e difficile
attuazione.
Vorrei invitarla a riflettere su questo esempio ed eventualmente a
documentarsene più approfonditamente, perchè esso, combinato con altre
strategie di recupero, può permettere di raggiungere obiettivi ben più
ambiziosi e soprattutto in tempi molto più rapidi di quelli previsti nella
nuova direttiva quadro sui rifiuti, che, come Parlamentare Europeo, sarà
chiamato ad esaminare in sessione plenaria .
Dal recupero realizzabile adottando simili metodologie si otterrebbero
benefici in termini economici e di occupazione ben più alti di quelli
ottenibili con il recupero energetico. Ne guadagnerebbe sicuramente
l'economia, ma soprattutto la salute delle popolazioni e l'ambiente.
Rngraziando per l'attenzione, voglia accettare i miei più distinti saluti

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Dear Member of the European Parliament,
may I remind you of Albert Einstein’s words: “An intelligent man solves a
problem, a wise man avoids the problem”. Waste isn’t a problem, it’s a
resource. It only becomes a problem if it is not managed correctly..
Waste disposal creates problems. Waste incineration creates many problems,
particularly for human health and the biosphere. We know that incinerator
emissions contain many different chemicals, including some very toxic
substances, some of which are ascertained human carcinogens, and this is a
very big problem. Incineration does not solve the landfill problem, as it
produces bottom and fly ashes which in turn contain highly toxic substances
which must be disposed of in special landfills, and this is another big
problem.

Technology can reduce  these problems, but will never be able to eliminate
them entirely. And of course all this comes at a cost, which will be all
the higher, the greater the level of protection of human health and the
environment we require.

So let’s behave like wise men, let’s avoid the problems by choosing the
virtuous way which nature shows us: each material should be put back into a
production cycle to be used again.
With this letter I wish to call your attention to the fact that  solutions
which allow us to avoid both incineration and landfills do exist and some of
these solutions  can be easily and quickly put into practice with moderate
investment costs,  producing jobs and profits. The following is an example
of one such solution  and shows that what is happening in Campania with the
waste scandal cannot be considered as representative of waste management in
our country.
Attached to this letter you will find an article published on  “Sole 24 Ore”,
an economic newspaper belonging to the Italian Manufacturers’ Association,
illustrating the activities of the Vedelago Recycling Centre. This centre
receives source separated materials from the province of Treviso and from
the Venetian Region. The  source separated materials delivered to the Centre
vary in their quality, as they come from different areas, each with its own
method of waste collection. In spite of this, the final result is that
currently 98,2% of the delivered materials is recovered and then easily
marketed with high profits. In this Centre,  even the usually non recyclable
residue undergoes a transformation – with a procedure that has no adverse
health or environmental impacts -  and becomes a  very profitable synthetic
sand much sought after both by plastic and cement industries because of its
qualities. The fact that the economic newspaper most widely read by
financial  operators in Italy has published an article on this Centre is
proof that there is great interest in this method which can quickly and in
actual fact put into practice the “Zero Waste” prospects, which most people
consider to be a utopia which could only be put into practice with great
difficulty and in a distant future.

I hope you will think about this Centre and eventually gather more
information on it, as, together with other recovery  strategies,  it may
allow us to achieve  much more ambitious goals, in a much shorter time than
that established in the new Waste Framework Directive which you, as a member
of the European Parliament, will be called to examine during the plenary
session.
Much greater benefits, both in economic and occupational terms  can be
obtained from recovery of materials using the described procedure than from
energy recovery. There would be economic benefits, but the greatest benefits
would be for the health of the populations and for the environment.

Thank you for your attention
                                                           Yours faithfully

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