Volti e parole dal genocidio del Rwanda

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Title: edizioni la meridiana

edizioni la meridiana

 

Il 7 aprile del 1993 in Rwanda comincia il massacro. Milioni di vittime stuprate, violentate, uccise con machete. Corpi lasciati a pezzi per strada o buttati morenti nelle fosse comuni. Due etnie: una contro l’altra armata. Sono passati 15 anni e ancora c’è bisogno di sapere, capire, fare memoria. Anche con un libro.

 

Le ferite del silenzio

Testimonianze dal genocidio del Rwanda

pagg. 256 Euro 22,00

 

è un libro dove i volti parlano. 79 interviste e 79 volti, in primo piano. Ognuno un nome, una storia. Yolande Mukagasana, sopravvissuta al genocidio, già autrice de La morte non mi ha voluta, ha incontrato e intervistato le vittime e i carnefici del genocidio. Alain Kazikierakis ha fotografato il loro volto, di per sé un racconto. Un libro crudo amaro, dove la sofferenza sta sia in chi ha alzato il machete che in chi l’ha subito, come anche l’odio o il bisogno di riconciliazione, o ancora la fatica di capire. “In un genocidio siamo tutti perdenti: sia le vittime che i carnefici” scrive Yolande a conclusione della sua introduzione. Invece Alain osserva: “Per gli uomini, donne e bambini che siamo andati a trovare, sia vittime che carnefici, il tempo si era fermato. La parola aveva quindi ancora la sua immediatezza. Mentre loro si confidavano a Yolande, io e la mia Hasselblad, era come se non esistessimo. È grazie a lei, alla sua presenza di sopravvissuta, che sono riuscito a mettermi di fronte al genocidio; lei mi ha invitato a sentire le profonde ferite della disperazione, la sofferenza di ogni istante, il dolore di aver perso tutto ciò che si amava, il senso di colpa per essere rimasto in vita. Una miriade di sentimenti che non avrei mai captato, senza la sua presenza. I ritratti che presento sono dei volti che parlano del loro vissuto di ieri e di oggi.”

Un libro da guardare, leggere e ascoltare… in silenzio. Perché le ferite parlano e urlano tutto quanto il loro far male, ma in silenzio. Se solo lo ascoltassimo, quel silenzio!

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