Libreria Editrice Fiorentina - Il Rinascimento della campagna italiana 16 marzo 2008





COMUNICATO STAMPA

La Libreria Editrice Fiorentina contribuisce alla campagna di informazione
di sensibilizzazione a favore della causa ecologista attraverso la
pubblicazione de L'Ecologist italiano.
L'Ecologist, infatti, è la prima rivista ecologista, fondata da Edward
Goldsmith, nel 1970, e attualmente è l'unica al mondo ad essere pubblicata
in più lingue e con diverse redazioni in Inghilterra, India, Nuova Zelanda,
Francia, Spagna, Brasile, Libano ecc.
L'Ecologist italiano è una collana di volumi monografici iniziata nel
settembre del 2004 dalla Libreria Editrice Fiorentina che porta in Italia,
con i migliori articoli delle edizioni straniere integrate con contenuti
originali, una visione finora emarginata nel nostro dibattito
sull'ambiente, basata su un'idea di natura vicina alle religioni
tradizionali.


L' Ecologist italiano organizza un incontro sul

Rinascimento della campagna italiana

domenica 16 marzo 2008, ore 10.30

Tribuna Galileo, Museo di Storia Naturale, Sezione Zoologia "La Specola"

Interverranno: Giannozzo Pucci, Vandana Shiva, Michele Corti e Marco Chiletti.

Per l'occasione, verrà presentato l'ultimo numero de L'Ecologist

Agricoltura è disegnare il cielo




Il Rinascimento della campagna italiana

La campagna è la fonte materiale della nostra identità, esprime
l'intelligenza e le tradizioni con cui abbiamo usato per decine di
generazioni le nostre limitate ricchezze vitali di territorio, acqua, aria,
piante e cibo, la nostra capacità di custodire la bellezza della terra e la
salute dei suoi frutti. Il mondo contadino deserto e in rovina è la più
evidente rappresentazione della decadenza del paese. La distruzione è il
risultato di politiche che hanno urbanizzato le campagne, vi hanno promosso
stabilimenti industriali a cielo aperto trasferendo sui campi tecnologie di
guerra - concimi chimici, diserbanti, insetticidi, anticrittogamici,
meccanizzazione a base di energie fossili ecc. - con il conseguente
inquinamento dei cicli alimentari e la distruzione delle preesistenti
ultramillenarie comunità contadine, spinte alla deportazione.
Le normative fiscali, sanitarie, burocratiche e urbanistiche in Italia per
il mondo rurale sono più punitive che negli altri paesi europei. Un decreto
legislativo ha sottoposto a tassazione IVA e tenuta dei libri contabili i
redditi dei contadini largamente al di sotto della soglia di povertà.
Un'altra legge ha imposto ai contadini l'iscrizione alla camera di
commercio come imprese agricole.
Tali imposizioni sono sacrosante per le fabbriche e le imprese che
praticano l'agricoltura industriale. Imporle ai contadini equivale a una
colonizzazione culturale e contribuisce a cancellare ogni traccia del mondo
rurale.
La perdita di popolazione agricola nelle zone di collina e montagna, gli
alti livelli d'inquinamento dell'agroindustria e la devastante crescita
delle periferie sono aspetti complementari dello stesso fenomeno.

Un'agricoltura in grado di migliorare l'ambiente naturale è diventata a
livello mondiale una delle maggiori emergenze del nostro tempo.
La rinascita di una campagna fertile capace di ospitare una comunità
contadina rinnovata e ricca di intelligenza e possibilità non è un fatto
tecnico, richiede un progetto culturale, politico e pratico/educativo oltre
a imponenti liberalizzazioni delle tradizionali attività economiche
essenziali del mondo rurale italiano.

Agricoltura è disegnare il cielo

Per molti decenni nelle scuole e nelle università di agraria si è
presentata l'agricoltura come uno dei tanti settori dell'economia. Chi
faceva ingegneria imparava a fare i ponti, le automobili e mille altre
cose, chi faceva agraria imparava le tecniche più moderne per far produrre
al massimo piante e animali con meno spesa.
A restare fuori c'erano molte cose, cioè l'essenza artigiana della campagna
come vocazione: la coltivazione della terra non è un settore dell'economia
ma la più alta possibilità umana di guidare la natura e conoscere le sue
leggi, per questo in molte tradizioni il contadino è il lavoratore più
vicino a Dio. L'agricoltura industriale costituisce invece una delle
attività più distruttive dei campi e della conoscenza della natura.
Perciò vera agricoltura, coltivazione del suolo e dell'anima insieme, è
disegnare il cielo in terra, rispecchiare sulle piante, sui sassi, sui
sentieri dell'acqua e dell'aria tracciati nel proprio campo quel paradiso a
cui tutto tende e per il quale vale la pena accettare il sudore, la
sofferenza, le avversità a e la morte stessa.
Qui sono raccolti gli intramontabili saggi de L'Ecologist sull'agricoltura
usciti in trent'anni, insieme a conferme ed echi di casa nostra per
capovolgere tutti i pregiudizi e i dogmi dell'agricoltura industriale che
dominano le scuole, le università e la cultura italiana.


Eleonora Brandigi,
Ufficio stampa

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