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genova stoppani le accuse del procuratore
- Subject: genova stoppani le accuse del procuratore
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 9 Feb 2005 10:37:30 +0100
da repubblica.it IL GIORNALE DI OGGI, MERCOLEDÌ 9 FEBBRAIO 2005 Il testo dell´avviso di garanzia ai quattro indagati per anni di inquinamento Stoppani ultimo atto tutte le accuse del pm E si scopre l´acido "corretto calce" Un nuovo indagato: è un dirigente della Corind, accusata di traffico di rifiuti Molte contestazioni per la vicenda dello straripamento del Lerone nel 2002 MARCO PREVE Ventuno capi d´imputazione per quattro indagati. L´inchiesta della procura e della Stazione navale della Guardia di finanza sulla Stoppani di Cogoleto è in dirittura d´arrivo. Il pm Francesco Albini Cardona si appresta a concludere le indagini e nei giorni scorsi, per sottoporre gli indagati ad interrogatorio, ha inviato ai quattro e all´avvocato difensore Corrado Pagano, un avviso di garanzia che contiene la cronistoria degli ultimi anni d´inchiesta e del quale Repubblica è venuta in possesso. Tre degli indagati erano noti: si tratta di Plinio Stoppani, 84 anni, Giuseppe Bruzzone, 58 anni, direttore tecnico dello stabilimento, Giorgio Valenza, 54 anni, direttore responsabile, e infine Carlo Veronesi, 66 anni, amministratore della Corind, società di Valduggia, in provincia di Vercelli. Partiamo da quest´ultima azienda, che rappresenta il cardine di una delle accuse più pesanti: traffico illecito di rifiuti pericolosi. Perché, recita l´avviso di garanzia «effettuavano attività di gestione di rifiuti pericolosi, costituiti da soluzioni di acido cromico esausto, senza alcuna autorizzazione. In Cogoleto dal 1994 ad oggi». Ai quattro viene contestato anche il falso ideologico. L´accusa merita un breve excursus. La Corind è un´azienda che si è sempre occupata di smaltire gli acidi esausti da cromatura, provenienti da aziende del Nord Italia. Qualche anno fa si fonde con la Stoppani. E da allora, secondo la procura, invia allo stabilimento di Cogoleto bidoni pieni di acido cromico esausto sotto forma di prodotto e non di rifiuto, per risparmiare sui costi di smaltimento. Addirittura, scoprono i finanzieri, alla Corind i bidoni vengono "corretti" con la calce in modo da abbattere temporaneamente il ph e l´acidità della materia trasportata. A Cogoleto, il cromo esausto viene impiegato al posto dell´acqua nel processo industriale (in gergo tecnico nella "fritta", quando dalla cromite si estrae il cromo), per "arricchire" il prodotto, ma provocando anche un maggior inquinamento, a base di metalli pesanti, delle terre in cui si svolge questo tipo di lavorazione. Ma l´attenzione della procura (nell´atto di fine indagini le contestazioni saranno ancora maggiori di quelle odierne) si concentra su diversi episodi dai quali emerge un quadro di noncuranza, inefficienza, consuetudine alla violazione di leggi in materia ambientale. In particolare quando nel febbraio di 2 anni fa le forti piogge avevano provocato lo straripamento del torrente le cui acque avevano invaso aree adibite a deposito di materiali inquinanti. Questo, secondo il pm, si è verificato anche perché non è stata effettuata «la necessaria manutenzione degli impianti produttivi e omettendo di tenere costantemente libera e perfettamente efficiente l´intera rete di raccolta e captazione delle acque meteoriche». La procura contesta la violazione di leggi sull´ambiente la 22 del 1997 e la 152 del 1999: «gestione di rifiuti pericolosi e trattamento e recupero di bangi esausti da cromatura»; «causavano il deterioramento delle acque del torrente Lerone sversandovi ingenti quantità di cromo esavalente»; «mediante condotte omissive cagionavano l´apertura di nuovi scarichi di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose, cromo totale ed esavalente»; gestione di rifiuti non autorizzata di località Molinetto, la storica discarica della Stoppani, anche per aver effettuato «lo scarico delle terre depositate nei moduli ad una distanza inferiore ai cinque metri dall´argine di contenimento».
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