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amianto ex fibronit la motivazione del giudice
- Subject: amianto ex fibronit la motivazione del giudice
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Tue, 8 Feb 2005 12:36:57 +0100
da repubblica.it MARTEDÌ 8 FEBBRAIO 2005 LA SENTENZA Le motivazioni del provvedimento del giudice che ha condannato i dirigenti Ex Fibronit, il latte agli operai "Così combattevano l´amianto" MARA CHIARELLI Il processo, durato quattro anni e mezzo e conclusosi ad ottobre, ha riconosciuto per la prima volta in Italia il nesso di tragica causalità tra il contatto quotidiano con le fibre killer e la malattia professionale, a danno di un numero così elevato di operai e protrattosi per un periodo di tempo talmente lungo. Tanto che copia della sentenza è stata richiesta al pm Ciro Angelillis dal collega veneziano Felice Casson, lo stesso che ha condotto il processo di primo grado a tutela dei lavoratori di Porto Marghera. Ma per arrivare a questo, numerose sono state le battaglie condotte dal 1974 ad oggi, da quando cioè 128 dipendenti avviarono una causa di lavoro contro l´azienda. Insufficienti i controlli condotti dall´Enpi e dall´Ispettorato del Lavoro, "sporadici, parziali - come riporta il giudice - e generiche le cartelle cliniche ". I sopralluoghi fatti nel ´72 e ´74 dalla professoressa di medicina del lavoro, Marina Musti (all´epoca consulente dell´Inca), evidenziano una totale incoscienza da parte dei 310 lavoratori delle pericolose condizioni nelle quali lavoravano. «Spesso le pulizie venivano fatte con il tubo di aria compressa - le raccontarono - e certe volte facevamo gli scherzi: sollevavamo la polvere da terra verso un altro operaio, così per scherzo». Di quelle 310 persone visitate, ricorda la professoressa, "ne vennero trovate ammalate d´asbestosi ben 141". Non è difficile, a questo punto, immaginare l´assoluta inutilità di quelle mascherine di carta o dei rimedi tradizionali, come mezzo litro di latte somministrato all´operatore del reparto mescole. E non soprende nemmeno che sia stato ucciso dall´amianto anche il guardiano di portineria, la cui postazione si trovava vicino al pericolosissimo reparto dei "pezzi speciali". Lascia piuttosto allibiti il fatto che i dodici lavoratori, per i quali è stato avviato (a seguito di denuncia) il processo, abbiano ignorato per tanto tempo la genesi della loro malattia, restando a contatto con le fibre di asbesto per anni. In un caso, tra il primo accertamento del mesotelioma pleurico alle dimissioni volontarie, ne passarono ben sette e cinque mesi. Nel mezzo, il silenzio dei "padroni", che avrebbero taciuto anche quando tra la fine del ´75 e il ´76 furono spedite numerose lettere di licenziamento. Quelle bocche cucite, secondo il giudice, erano sintomo di una "condotta omissiva" che prolungando l´esposizione al pericoloso materiale degli uomini in tuta blu, ne ha accorciato la vita. Il risarcimento di 20 mila euro a famiglia, disposto dalla Pirrelli, è evidentemente solo un simbolo per un valore senza prezzo.
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