[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
l'inceneritore di acerra è un bluff
- Subject: l'inceneritore di acerra è un bluff
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Tue, 14 Sep 2004 09:21:40 +0200
da l'unità di lunedi 13 settembre 2004 13.09.2004 L'iceneritore di Acerra? È un vero bluff di Federico Valerio* Le botte di Acerra alla manifestazione di protesta contro l'inceneritore in costruzione, seguite dall'inevitabile scambio di accuse delle parti in causa, dimostrano - se mai ce ne fosse bisogno - che la questione dello smaltimento dei rifiuti nel centro campano genera posizioni fortemente emotive. La fermezza degli acerrani nel difendere il loro diritto alla salute e la rigidezza con cui il commissario di governo Corrado Catenacci intende proseguire il progetto di completamento del termovalorizzatore rischiano così di offuscare i fatti, che in questo caso, corrispondono ai dati tecnici e alle rilevazioni ambientali su questa scelta di smaltimento rifiuti con recupero energetico. I dati, quelli veri, dicono chiaramente che il termovalorizzatore di Acerra, così come gli altri 42 già esistenti in Italia e le decine in progettazione, è un bluff. Infatti è necessario sfatare un luogo comune, ampiamente utilizzato nella promozione dei termovalorizzatori: la convinzione che l'energia prodotta tramite il trattamento dei rifiuti nei termovalorizzatori sia rinnovabile, in quanto i rifiuti abbondano sempre. La vera questione è che una volta termodistrutto un prodotto di plastica (bottiglia, bicchiere, rasoio usa e getta.), siamo costretti a produrre lo stesso oggetto, che continua ad essere richiesto dal mercato, partendo da materie prime vergini assolutamente non rinnovabili, compreso il petrolio, da cui derivano i monomeri per la sintesi delle materie plastiche. Anche lo slogan che la termovalorizzazione dei rifiuti ci fa risparmiare combustibili fossili non è corretto: la produzione di una nuova bottiglia, di un nuovo bicchiere, di un nuovo rasoio, di un nuovo giornale richiede più energia di quanto se ne sia recuperata con la loro termovalorizzazione.Peraltro, fatto più grave, a dati inattendibili sulla sicurezza dei termovalorizzatori si sono affidati numerosi amministratori pubblici e in particolare il vice commissario per l'emergenza rifiuti della Campania, Raffaele Vanoli, impegnato nell'appoggiare e promuovere, verso gli amministratori pubblici italiani, il modello Acerra, come soluzione al problema dei rifiuti urbani. In uno dei lucidi utilizzato in queste sue conferenze in giro per l'Italia, si apprende che in un'ora di funzionamento di un termovalorizzatore si libera tanta diossina quanto quella prodotta da 15 auto catalizzate. Il che equivale a dire che l'inquinamento prodotto dagli inceneritori è trascurabile, addirittura ridicolo, se messo a confronto con le emissioni prodotte dalle automobili in una città di medie dimensioni. Questa stessa informazione appare, identica, a pagina 47, di una pubblicazione della FISE-ASSOAMBIENTE (Associazione Imprese Servizi Ambientali) intitolata: «Incenerimento di rifiuti. Un'analisi per capire». Nel testo originale è riportata la fonte del confronto inceneritori-traffico: un numero di «Quattroruote» del 1992! Certamente questa rivista è utile e affidabile per acquistare un'automobile ma di dubbia autorevolezza in materia scientifica ed ambientale. Infatti, il confronto riportato da Quattroruote non ha nessun riscontro con la realtà. Gli studi svolti dall'Unione europea delineano un quadro ben più preoccupante: partendo dai fattori di emissioni di diossine riportato nell'Inventario delle Diossine in Europa e dai consumi medi di carburante dell'attuale parco autoveicolare di una grande città italiana, è possibile calcolare che, in un giorno di funzionamento, un moderno termovalorizzatore, al meglio delle proprie prestazioni, emette una quantità di diossine pari a quella emessa giornalmente da oltre 2 milioni di autovetture catalizzate. La differenza tra 360 e 2 milioni è molta, soprattutto se misurata in salute dei cittadini. Per questo la lotta degli acerrani appare giustificata da legittime preoccupazioni, più che da miope egoismo. La soluzione migliore per la gestione dei rifiuti è il recupero e il riciclaggio dei Materiali Post Consumo (termine culturalmente preferibile a «rifiuto»). Riciclare e riusare significa diminuire l'immissione sul mercato di prodotti creati ex novo, di ulteriori imballaggi e quindi realizzare un vero risparmio di energia. Certamente questa scelta è insufficiente se non accompagnata da altre azioni come l'obbligo di usare materiali riciclati in prodotti di largo consumo, la promozione della raccolta differenziata di qualità e di un consumo consapevole tramite campagne informative, e la premiazione con agevolazioni fiscali delle aziende e dei cittadini che producono meno rifiuti e riciclano di più. Basterebbe applicare alla lettera le direttive europee, recepite nel 1997 dal nostro Paese con il Decreto Ronchi, secondo cui «riduzione, riuso e riciclaggio» devono venire prima del «recupero energetico». Basterebbe questo, se gli interessi della lobby degli inceneritori non fossero ben protetti ed economicamente sovvenzionati da leggi tutte italiane che classificano i rifiuti urbani come fonte energetica rinnovabile, i cui produttori - i cittadini consumatori - sono costretti a pagare (con la Tassa Rifiuti) per la conversione in elettricità del loro «combustibile». Probabilmente basterebbero queste scelte, già operative nel resto d'Europa e negli Stati Uniti, per ridurre drasticamente la quantità di rifiuti indifferenziati da smaltire ed evitare a monte, con la cancellazione di numerosi termovalorizzatori diventati inutili e anti economici, proteste accese e giustificate come quella che in questi giorni scuote Acerra. *Responsabile del laboratorio di chimica ambientale dell'Ist di GenovaConsigliere nazionale di Italia Nostra
- Prev by Date: Legambiente di Pordenone
- Next by Date: Vademecum anticaccia per tutelare i cittadini dai cacciatori.
- Previous by thread: Legambiente di Pordenone
- Next by thread: Vademecum anticaccia per tutelare i cittadini dai cacciatori.
- Indice: