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Legambiente di Pordenone
- Subject: Legambiente di Pordenone
- From: "Baccichet Moreno" <liquentia at libero.it>
- Date: Mon, 13 Sep 2004 10:24:25 +0200
del Friuli Venezia Giulia - onlus campagna regionale della Carovana delle Alpi - EDIZIONE 2004 - Tre escursioni per un Ecomuseo della montagna pordenonese Cos'è un ecomuseo? Definire cos'è un ecomuseo è difficile nonostante sia occasione di un dibattito scaturito proprio dal successo dell'esperienza italiana. Si limita a essere un museo diffuso sul territorio o è un museo del territorio? Noi aderiamo alla definizione che ne da Rubino che lo considera "un progetto integrato di tutela e promozione di un insieme antropizzato con caratteristiche di omogeneità. Esso consiste nel valorizzare particolari itinerari culturali e ambientali mediante la tutela dell'ecosistema e di una selezione mirata di saperi materiali e testimonianze monumentali, affidandone poi la gestione al volontariato o alla cooperazione locale". Si tratta quindi di una struttura per reti (percorsi) e nodi (saperi e monumenti) distribuita sul territorio e dotata di un sistema organizzativo e di ricerca non verticistico, ma legato al territorio. L'elemento partecipativo della popolazione locale risulta essere determinante, così come lo è una particolare attenzione alla cultura dell'esperienza umana sul territorio e ai segni che questa ha lasciato. L'ecomuseo non ha magazzini, il suo bene è il territorio e la sua strategia espositiva è tesa a svelarne i segni, a renderli apprezzabili a chi abita e a chi visita i luoghi senza per questo privilegiare quest'ultimo. L'ecomuseo può diventare l'occasione per progettare un nuovo rapporto sostenibile tra il territorio e la comunità che lo abita. L'ecomuseo è un luogo "abitato": la sua dimensione territoriale permette di esaltare quel patrimonio di conoscenza dei luoghi espresso nei secoli dalle comunità locali che hanno interpretato le pendenze disegnando sentieri, appoggiando al suolo strutture e macchine per la trasformazione dei prodotti, modificato i suoli con concimazioni, livellamenti, terrazzamenti, ecc. Uomo e natura svelano al visitatore i legami che li hanno accompagnati nel tempo e, attraverso gli eredi dell'esperienza, permettono di recuperare il significato passato e le implicazioni future di una tradizione culturale. Un valore che accomuna le esperienze degli ecomusei ai parchi è l'idea che il territorio va osservato e studiato come una sorte di laboratorio permanente e in continua trasformazione. Le azioni attive dell'uomo o i suoi abbandoni provocano sullo spazio effetti che devono essere continuamente monitorati. In provincia di Pordenone sta prendendo forma il progetto per un nuovo ecomuseo che interesserà ventisei comuni dell'area montana. A proporre l'iniziativa è il GAL Montagna Leader che si occupa della valorizzazione delle aree depresse delle Prealpi Carniche. L'esperienza ecomuseale viene presa dichiaratamente come "modello di riferimento" per sviluppare un progetto culturale centrato sulla specifica identità delle Prealpi Carniche, con una stretta collaborazione con il mondo della scuola. Altro ente che sarà coinvolto nel progetto dell'ecomuseo della montagna pordenonese è il Parco delle Dolomiti Friulane che attualmente gestisce con successo la fruizione delle aree più selvagge delle Prealpi Carniche. In questo caso, quindi, l'ecomuseo non è un prodotto del parco, ma con lo stesso dialoga in un'ottica di promozione del turismo di qualità. La proposta di costruire un ecomuseo della Montagna Pordenonese è condivisa da Legambiente. Le nostre proposte Già l'anno scorso, con il programma di escursioni dedicate ai castelli, avevamo sollecitato la costruzione di un ecomuseo esteso almeno all'ambito del pedemonte pordenonese. Con l'iniziativa di Scarpe & Cervello del 2004 vogliamo indirizzare alcune proposte a chi l'ecomuseo lo sta promuovendo. Per questo motivo abbiamo programmato tre escursioni che ci permetteranno di toccare alcuni "beni" territoriali, o tipologie degli stessi, verso i quali ci dovrebbe essere una profonda attenzione durante la fase istitutiva dell'ecomuseo. Si tratta di un patrimonio di risorse in gran parte già riconosciuto dalla comunità locale: la frana del Vajont, il sistema dei castelli, il fondovalle del Meduna. Un patrimonio che se inserito nella logica e nel progetto dell'ecomuseo diventerà ancor più un riferimento di valori e di identità e che allo stesso tempo permetterà di salvare dall'abbandono e dal degrado un gran numero di "monumenti" della cultura popolare. LA FRANA E LA DIGA DEL VAJONT - 19 settembre 2004 ritrovo: ore 9,00 presso la chiesetta alla diga del Vajont a Erto Le motivazioni: I luoghi della frana del Vajont sono un simbolo del cattivo rapporto che in molte occasioni si instaura tra l'uomo e le sue attività, e l'ambiente. La disgrazia che seguì la costruzione della grande diga di Erto è un fatto che ancor oggi tocca le coscienze di tutti. Per questo motivo riteniamo utile segnalare la necessità di istituire un itinerario ecomuseale che attraversi i luoghi dello schianto rendendo espliciti i fenomeni di crisi succeduti alla sciagura ampliando in modo consistente quella che è l'offerta conoscitiva oggi presente in sito. L'escursione: La visita prenderà vita dalla chiesetta commemorativa posta nei pressi della galleria e prevede l'attraversamento del materiale di frana per visitare i luoghi più impressionanti della frattura geologica. Poi saliremo il versante opposto al M. Toc seguendo il flusso dell'onda seguita allo schianto e arrivando in un pianoro all'epoca coltivato dove l'acqua spense la sua energia distruggendo due case e cancellando l'esistenza delle due rispettive famiglie. Poco a monte degli altarini che ricordano i defunti e i sedimi delle loro abitazioni, rintracceremo un sentiero ancora intatto che ci condurrà al sentiero del Carbone che collegava Casso con la Val Zemola. Nel pomeriggio in auto raggiungeremo lo sbocco del Vajont nella Valle del Piave. Da qui risaliremo brevemente la stretta forra del fiume per vedere l'inusuale prospettiva della diga dal basso. IL SISTEMA DEI CASTELLI - 3 ottobre 2004 ritrovo: ore 9,00 presso il parcheggio di Palazzo Toppo a Toppo Le motivazioni: Lo scorso anno con una serie di escursioni mirate al paesaggio dei castelli e dei borghi medievali abbiamo voluto segnalare l'importanza di un "sistema" di fortificazioni che segue l'area pedemontana per poi entrare all'interno delle vallate principali. La permanenza di molti resti castellani e dell'antico sistema di connessione tra gli stessi è tale da giustificare un'azione di conservazione e sviluppo dei siti più importanti all'interno del progetto ecomuseale. Per questo motivo chiediamo che la nuova struttura si attivi per la creazione di "progetto castelli" del quale il breve itinerario proposto potrebbe essere una sezione. L'escursione: L'escursione prevede la visita ad alcune delle strutture che già l'anno scorso avevamo visitato. Inizieremo da Toppo con la visita della grotta difesa di matrice prefeudale dell'antro di Lorenzini, per visitare poi il castello del XIII secolo. Da qui raggiungeremo il complesso sito del castello di Meduno, una delle fortificazioni che dall'aspetto testimoniano una lunghissima tradizione di uso e riuso. Da qui scenderemo in riva al Meduna per visitare ciò che resta del villaggio protostorico di Paludana. Da qui ci muoveremo per risalire il versante opposto fino a raggiungere i resti dell'articolato castello di Mizza (Cavasso Nuovo). LA RISCOPERTA DEL FONDOVALLE DEL MEDUNA - 10 ottobre 2004 ritrovo: ore 9,00 presso la piazza del municipio di Tramonti di Sopra Le motivazioni: Alcune località alpine sembrano essere rimaste escluse dal fenomeno di recupero di identità locale che ha seguito la formazione del Parco delle Dolomiti Friulane. Oggi questa struttura è sentita come parte delle comunità che ad oggi non opporrebbero le osservazioni e le diffidenze mosse in concomitanza con la costruzione dell'ente. Ma se il parco valorizza i luoghi più selvaggi delle comunità delle Prealpi Carniche dobbiamo riscontrare una incapacità locale a recuperare gli elementi puntuali e paesaggistici delle aree rimaste all'esterno dei confini dell'area naturalistica. Alcune aree, soprattutto di fondovalle e molto antropizzate meritano di vedere valorizzati gli elementi residuali di culture e pratiche economiche ormai scomparse. Per segnalare un campione di questo "patrimonio diffuso" abbiamo scelto una valle che soffre più delle altre una crisi di valori identitari: la Val Meduna. L'escursione: L'escursione prende le mosse dal centro di Tramonti di Sopra dal quale raggiungeremo la forra del Viellia. Da qui seguendo il torrente raggiungeremo il castello di Tramonti, una struttura prefeudale che abbiamo scoperto l'anno scorso e che è ancora inedita. Visitato e rilevato (foto e metro), con l'aiuto dei partecipanti, il luogo, ci dirigeremo alla volta del bellissimo molino Zatti percorrendo la breve roggia medievale della villa di Sopra. Da qui, recuperando sentieri abbandonati che collegavano i tre villaggi raggiungeremo l'inizio della roggia della Villa di Sotto, roggia che sfruttava l'acqua del Chiarchia. Seguendola raggiungeremo i diversi molini eretti lungo il nastro d'acqua che noi proponiamo di recuperare come importante monumento medievale di una cultura dell'acqua ormai scomparsa. N.B. Il programma è provvisorio e Legambiente si riserva il diritto di porre qualsiasi modifica allo stesso ISTRUZIONI PER L'USO Il luogo di partenza di ognuna delle escursioni è facilmente raggiungibile attraverso la viabilità ordinaria. L'obiettivo è quello di conoscere i castelli ed i beni monumentali dell'area, ma di muovere anche l'interesse delle comunità locali e dell'opinione pubblica per il recupero di questo patrimonio. Questa iniziativa ha lo scopo di introdurre chi ci seguirà ad una lettura e ad una frequentazione della pedemontana Pordenonese non solo di tipo escursionistico, ma anche ambientale e culturale. Vi sono segni del territorio e pagine di storia locale che nessuno ha mai pensato di raccontare o leggere. Riteniamo giusto portare un piccolo, ma crediamo, sostanziale contributo alla scoperta di questi aspetti. Cosa portarsi al seguito - Ogni partecipante dovrà avere uno zaino per l'escursione nel quale vi consigliamo di inserire una mantella impermeabile o K-way, una borraccia per l'acqua, maglione, ed un eventuale cambio di biancheria. Va tenuto presente che le escursioni avranno luogo in una stagione abbastanza incerta da un punto di vista climatologico. Nonostante gli itinerari non presentino difficoltà escursionistiche, gli scarponi da montagna o pedule sono consigliate. Infatti, alcuni tratti dell'itinerario presentano le modeste difficoltà di una normale escursione su sentiero. Partenza e ritrovo - Chi vuole partecipare all'iniziativa deve presentarsi al punto di ritrovo scritto nel programma, meglio se essendosi prenotato ai recapiti di seguito indicati. Alla fine dell'escursione riaccompagneremo gli autisti a riprendere le auto lasciate al punto di partenza. Vettovagliamento - Il pranzo sarà frugale e al sacco. Ogni partecipante penserà a sé, ma se qualcuno porta vino e dolci anche per gli altri sarà particolarmente apprezzato. Clima - L'autunno nella pedemontana delle Prealpi Carniche è uno dei più piovosi di tutta l'Italia. Se non avremo la possibilità di effettuare tutta o una parte dell'escursione essa sarà ripetuta a novembre con comunicazione agli iscritti ed attraverso il sito internet. L'originale abbassamento dei limiti altimetrici della vegetazione ha prodotto un clima rigido a carattere più montano che pedemontano. A questo si somma il fatto che quando troveremo gli oggetti territoriali che proponiamo di conservare e valorizzare l'esplorazione delle stesse ci costringerà a stare fermi sul posto con il rischio di un veloce raffreddamento. Insomma, l'abbigliamento a "cipolla" è obbligatorio come un'ampia mantella impermeabile. Difficoltà - Tutti gli itinerari sono pensati per un'escursionista poco esperto e non particolarmente veloce. Molto spesso saranno usate le strade più antiche della zona, quelle che un tempo erano frequentate da animali e carri. L'obiettivo non è quello di stabilire dei record di velocità, ma quello di "esplorare" insieme la zona attraversata. Rassicuratevi perché non è prevista nessuna difficoltà alpinistica, anzi. Di norma le escursioni dureranno 5-6 ore in relazione alla poca luce solare. Per sfruttare la stessa al meglio durante le ultime tappe saranno ridotti i tempi della sosta. Quota e modalità di partecipazione - La quota di adesione ad una singola escursione è di _ 3 per gli adulti. Questa comprende l'assicurazione, i costi organizzativi, le tre guide che provvederanno a traghettare il gruppo da un luogo all'altro. Per informazioni: Moreno Baccichet 043476381, oppure 3408645094, liquentia at libero.it Legambiente del Friuli Venezia Giulia 0432 295483, info at legambiente.fvg.it, Informazioni aggiornate saranno inserite nel sito dell'associazione: www.legambiente.fvg.it Per cancellare il proprio riferimento dalla lista di informazioni del circolo di Pordenone è sufficiente rilanciare la mail vuota a Liquentia at libero.it
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