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SOS Acerra
- Subject: SOS Acerra
- From: "Disobbedienti " <disobbedientimolise at libero.it>
- Date: Tue, 17 Aug 2004 15:26:10 +0200
Appello alla mobilitazione, alla resistenza, alla disobbedienza agli abitanti di Acerra, agli attivisti del movimento dei movimenti, ai disobbedienti sparsi per l'Italia e l'Europa, ai comitati cittadini di Scanzano, Montecorvino, Termoli, Ariano Irpino a tutte le donne e gli uomini di buona volontà, ai sinceramente democratici e agli eterni ribelli, ai movimenti dei disoccupati e a chiunque lotta per la dignità a tutto il sud che si ribella S.O.S. ACERRA Sono ormai diversi anni che ci provano a iniziare i lavori per il termodistruttore di Acerra. Ogni volta migliaia di persone sono scese in piazza per impedire l'ulteriore scempio di un territorio già martoriato da fabbriche inquinanti, devastazione ambientale, criminalità organizzata, disoccupazione, precarietà e lavoro nero. Hanno stuprato, inquinato e devastato il nostro paesaggio. Hanno avvelenato le nostre terre, le nostre acque. Hanno sfruttato nelle fabbriche i nostri padri. Hanno fatto emigrare i nostri figli. E ora ci vogliono "regalare" anche un inceneritore. I poteri forti, i potenti hanno già deciso: il Governo Berlusconi, la Regione Campania, la multinazionale FIBE, hanno localizzato il sito dove costruire il termodistruttore, hanno già appaltato, hanno già foraggiato, hanno studiato tutti i minimi particolari, finanche l'assurdo break-even, il punto di incontro tra la crescita del profitto economico e la perdita in termini di sostenibilità ambientale e salute collettiva. Hanno fatto i loro bei calcoli, ma hanno fatto i conti senza l'oste! L'oste è chi vive in queste terre, chi lavora queste terre, chi ci cresce i propri figli, chi le percorre ogni giorno, respira l'aria circostante, si ciba dei suoi frutti, trascorre la sua esistenza: sono gli abitanti di Acerra, sono gli abitanti dei paesi limitrofi. Sono loro che hanno il diritto e il dovere di scegliere il proprio destino, il proprio futuro e il futuro del territorio in cui vivono, non certo le multinazionali e le loro sporche logiche del profitto. I poteri forti hanno deciso dall'alto, a tavolino, senza consultare nessuno, che qui si deve costruire l'inceneritore, ma la determinazione e la lotta della popolazione è riuscita fino a questo momento a impedire l'attuazione di questo atto di prepotenza e prevaricazione. Ma ora tornano al contrattacco, mostrando il loro volto più becero: lo fanno a metà agosto, nella speranza che il clima estivo riesca a disincentivare la partecipazione e l'attenzione intorno a quello che si preannuncia come un ignobile atto di violenza che le istituzioni si preparano a sferrare nei confronti della popolazione ribelle di Acerra. 1300 uomini tra polizia e carabinieri, in tenuta anti-sommossa, sono stati radunati in queste ore intorno ad Acerra, per imporre con l'uso della forza quanto deciso nei palazzi del potere. Si troveranno a centinaia in aperta campagna a fare da guardia ad una lamiera e alcune aste di legno poste come perimetro del cantiere, si troveranno a dover manganellare donne, vecchi e bambini, perchè nessuno ha intenzione di abbandonare l'occupazione del sito che per lunghi mesi è stata portata avanti da centinaia di persone: lì, in località Pantano, al posto del cantiere in questi mesi gli attivisti del comitato hanno seminato il terreno, piantato alberi, costruito un parco per bambini, hanno dimostrato concretamente come sia possibile, e sempre più necessario, immaginare e costruire un altro modello di sviluppo del territorio che non sia incentrato sul veleno e la devastazione ambientale. Intorno a quelle poche centinaia di metri di terra si gioca una partita importantissima che va anche al di là del futuro del territorio e della comunità di Acerra. In campo ci sono due alternative: i diritti dell'umanità contro la barbarie del neoliberismo. I movimenti dei disoccupati di Acerra in questi anni hanno già dimostrato come la dignità non può essere calpestata, come i diritti vanno affermati e rivendicati e non elemosinati come favori. Ora c'è bisogno che quella determinazione a mobilitarsi e lottare per un futuro dignitoso si estenda: la battaglia contro il termodistruttore deve diventare il terreno di mobilitazione per tutti i movimenti che in questi anni, al di là delle differenze, hanno costruito dinamiche di conflitto e di riappropriazione dal basso dei diritti negati. Le lotte di Scanzano, Montecorvino, Termoli, Ariano Irpino hanno mostrato con i fatti che un "altro meridione è possibile", un meridione che non china più la testa, che non subisce passivamente e in silenzio l'arroganza del potere costituito, un Sud che si ribella, che sceglie di autorganizzarsi come comunità locali insorgenti e rivendica il proprio diritto all'autodeterminazione e all'autogoverno del territorio, un sud che costruisce con i picchetti, con i blocchi, con la disobbedienza e la lotta ad oltranza, un potere costituente in conflitto con gli interessi e le logiche dominanti del profitto, con le regole e le compatibilità del potere costituito. Un Sud che riscopre una partecipazione e un protagonismo sociale diffuso - fuori dalle secche tradizionali di una rappresentanza politica sempre più ingabbiata in una miserevole alternanza di affarismo, retorica e tecnicismo - capace finalmente di dare voce ai senza voce, a quelle molteplicità di domande sociali inevase, a quei diritti e bisogni fondamentali e universali, a quei soggetti sociali non garantiti i cui interessi deboli progressivamente vengono sacrificati per difendere privilegi e solidità degli interessi forti. Da qui, da questo sud ribelle, da Acerra, dobbiamo ripartire per riappropriarci del nostro futuro. Per questo dobbiamo rincontrarci in tanti domani alle 5 del mattino sul sito dove vogliono costruire il termodistruttore, e così anche dopodomani e il giorno seguente pure, con l'obiettivo di far desistere chi pensa di schiacciare, con la forza e la violenza , la nostra dignità. Ferragosto è tempo di relax, di vacanze, di divertimento. Il nostro Ferragosto quest'anno sarà invece un ferragosto di lotta. Un Ferragosto per la democrazia, per la giustizia sociale, per la dignità. Movimento dei Disobbedienti __________________________ L'autoritarismo ha bisogno di obbedienza, la democrazia di DISOBBEDIENZA
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