Rassegna stampa: Sempre piu' in rosso i conti della bilancia agroalimentare nazionale



Un modello produttivo agroalimentare che non funziona, non lo sosteniamo
noi ma i dati ISTAT, eppure il governo non ha nessuna intenzione di
cambiare l'impostazione delle sue direttrici di gestione, siamo un paese
con un patrimonio ed una cultura agricola ed alimentare invidiato in tutto
il mondo eppure sempre pi? dipendente per l'alimentazione umana ed animale
dalle importazioni estere. L'agricoltura italiana prossimo settore in
dismissione? Dipendere per l'alimentazione dalle multinazionali
agroalimentari significa rinunciare non solo alla sovranitˆ alimentare
diritto di ogni popolo ma anche a quella politica ed economica del paese.
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da Green Planet - 17/01/04
AGRICOLTURA: LA BILANCIA E' SEMPRE PIU' ROSSA
Il deficit dei primi nove mesi a cinque miliardi di euro (+18%)

ANSA) - PALERMO, 16 GEN - Sempre piu' in rosso i conti della bilancia
agroalimentare nazionale aggiornata a settembre 2003. Lo rilevano le
elaborazioni Ismea dei dati Istat. In particolare, il deficit dei primi
nove mesi dello scorso anno ha sfiorato quota cinque miliardi di euro,
registrando una crescita del 18% su base annua (nel 2002 il passivo era di
4,1 miliardi di euro).
Ad aggravare la situazione ha contribuito senza dubbio il settore
zootecnico che, con un passivo di due miliardi e mezzo di euro (oltre la
meta' di quello totale), ha registrato un aumento del 7% rispetto al 2002.
Anche latte e derivati, con un disavanzo di oltre un miliardo di euro,
hanno segnato un +3,4%, contro un aumento del 6% dei prodotti ittici, il
cui passivo nei primi nove mesi dello scorso anno ha toccato quota 2
miliardi di euro. Male anche i conti di oli, cereali foraggeri e tabacchi.
Tra i settori in attivo, invece, si riduce l' avanzo valutario di vini (1,8
miliardi di euro; -3,5%), farine e pasta (1,3 miliardi di euro; -5%) e, in
maniera piu' accentuata, di ortofrutticoli freschi e trasformati (1,2
miliardi di euro; -19%). Intanto, il dato relativo all' import dei primi
nove mesi del 2003 parla di una crescita sia in termini di volumi (28
milioni di tonnellate; +6%), sia di valori (18,4 miliardi di euro; +4,6%),
con tendenze all'aumento per tutti i principali prodotti.
Riguardo all'export, il dato di gennaio-settembre 2003 indica un calo dei
volumi del 5% (18,4 milioni di tonnellate), a fronte di una sostanziale
stazionarieta' degli introiti, fermi sugli stessi livelli 2002 (13,6
miliardi di euro).
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