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ILVA Taranto: come progettare un lavoro ecosostenibile
- Subject: ILVA Taranto: come progettare un lavoro ecosostenibile
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Tue, 06 Aug 2002 08:04:18 +0200
Inviamo questo intervento oggi che Riva ha spento tutti i forni della batteria 4 della cokeria ILVA di Taranto, accingendosi anche a spegnere le batterie 3-5-6 perché fuori norma, come ha rilevato la recente perizia della magistratura.
E' un contributo all'analisi e al dibattito. Emidio Loperfido (Cisl) e Alessandro Marescotti (PeaceLink) --- ILVA Taranto: come progettare un lavoro ecosostenibileAssociazioni ambientaliste e sindacati a Taranto stanno compiendo un importante sforzo per far convergere - in un quadro programmatico dal taglio rigoroso e costruttivo - i propri obiettivi in una prospettiva condivisa che sia concreta e non demagogica, capace di creare sinergia fra difesa dell'ambiente e tutela del lavoro (il documento comune di ambientalisti e sindacati è su Internet all'indirizzo http://www.peacelink.it/webgate/taranto/msg00444.html ).
Ambientalisti e sindacati partono da una comune percezione: Riva tenta di scaricare su altri responsabilità e inadempienze proprie. Esse sono state rilevate dalla perizia commissionata dalla Magistratura con le conseguenti prescrizioni al tetto produttivo del carbon coke limitatamente alle batterie 3/6. Riteniamo paradossale la dichiarazione di Riva di rinunciare agli investimenti che sono di carattere ecologico ma anche produttivo.
A tutto questo occorre rispondere con una grande unità fra le forze sindacali e le forze ambientaliste.
Noi lavoreremo perché si realizzino le condizioni per operare sul tema della sostenibilità ambientale e della salute in termini organizzati tra forze sociali, ambientaliste e pubblica amministrazione nel solco della concezione normativa comunitaria a cui per appartenenza tutti i livelli pubblici e privati devono sottostare al fine di gestire i rischi ambientali all'interno e all'esterno dei luoghi di lavoro. In coerenza con questo va respinta e dichiarata inopportuna qualsiasi scelta di terrorismo occupazionale o demagogica. La nostra richiesta di applicazione delle leggi in campo ambientale coincide con la più alta protezione del bene supremo dei cittadini e dei lavoratori: la salute e la vita.
Le associazioni ambientaliste e i sindacati ritengono che la migliore tutela in concreto dei livelli occupazionali sta nel controllo degli scarichi a norma preferibilmente mediante una Dichiarazione Ambientale Integrata (ex DPR del 1998 che ha dichiarato Taranto area a elevato rischio ambientale). Tale Dichiarazione costituisce la garanzia non solo del mantenimento dei livelli produttivi industriali - che a Taranto sono di interesse strategico nazionale - ma anche di un'occupazione persino potenziata (con nuovi profili professionali sia pubblici sia privati) e oltretutto garantita da una situazione sanitaria anch'essa a norma.
Noi riteniamo che gli investimenti innovativi in campo tecnologico saranno la verifica concreta della volontà della proprietà dell'ILVA ad operare per un vero e duraturo posizionamento industriale dello stabilimento siderurgico di Taranto.
Il rifiuto o la negazione di questo percorso inevitabilmente minerà la credibilità dell'azienda sia in campo ambientale che della sicurezza nei luoghi di lavoro. Diciamo questo con giustificato allarme.
Infatti, prendendo a riferimento i risultati dell'ultima perizia commissionata dalla Magistratura in cokeria, si pone la necessità di una verifica degli attuali protocolli sanitari che regolamentano la sorveglianza medica per i lavoratori addetti alla produzione del carbon coke, essendo stato rilevato un significativo impatto sull'organismo dei lavoratori interessati a tale produzione.
Pertanto occorre richiedere un tavolo nazionale di confronto con il Governo (attività produttive e ambiente). Altrettanto necessario e utile è la predisposizione di tavoli regionale ma soprattutto provinciale (e in tal senso l'annunciata Consulta provinciale va considerata un impegno a cui dare continuazione) per la gestione concertativa della sostenibilità ambientale con il conseguente corredo della scelta dei profili che caratterizzeranno le scelte prevenzionali non solo per l'industria ma anche per gli inquinamenti civili in ordine alle depurazioni, al recupero e riutilizzo dell'acqua, all'intervento sui rifiuti e le discariche, alla mobilità urbana ed extraurbana, ai controlli degli impianti termici domestici, ad una nuova definizione delle aree a verde pubblico. Alla Provincia è demandato (come recita il Testo Unico 2000 della Pubblica Amministrazione) tale compito.
Questo è un contributo che le associazioni ambientaliste e sindacali possono offrire. Vogliamo superare ogni falsa contrapposizione fra ambiente, occupazione e salute, progettando un'occupazione ecosostenibile.
Emidio Loperfido - Cisl Alessandro Marescotti - PeaceLink
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