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R: Acqua bis
- Subject: R: Acqua bis
- From: "Terry" <teresa.s at libero.it>
- Date: Tue, 14 Mar 2000 22:35:22 +0100
- Importance: Normal
Probabilmente ti sei già informato comunque visto che l' hai chiesto tu ti posso dire quello che so sull'uso dell'ozono come agente disinfettante. L'ozono è una forma allotropica dell'ossigeno che si produce tramite scariche elettriche. E' un disinfettante molto potente, ma ha un tempo di permanenza nel liquido molto basso. E' normalmente considerato in alte concentrazioni un inquinante per l'atmosfera, in quanto è una delle principali cause dell'inquinamento fotochimico. Viene usato negli impianti di depurazione come finitura del trattamento depurativo e negli impianti di potabilizzazione per eliminare gli elementi patogeni, la miscelazione tra ozono e acqua avviene di solito in torri in controcorrente. In questa torre si massimizza il trasferimento della fase gassosa in quella liquida. Per quanto riguarda quello che diceva Fabio Roggiolani penso che la soluzione di centraline di cloro nella città di Roma sia difficilmente realizzabile; il dosaggio del cloro attraverso centraline delocalizzate risulterebbe un'operazione complessa in quanto la variabilità delle caratteristiche dell'acqua causerebbe una complessità eccessiva nella gestione delle singole centraline. Inoltre il cloro è una sostanza tossica che richiede un controllo e una messa in sicurezza dei luoghi dove viene utilizzato e posizionare dei dosatori per Roma vuol dire mettere seriamente a rischio la salute dei cittadini-consumatori. La distribuzione dell'ozono è altresì sconsigliabile in quanto i costi sarebbero così alti che l'utente finirebbe per pagare cifre irragionevoli per un'acqua utilizzata non solo per bere. Teresa -----Messaggio originale----- Da: pck-ecologia-request at peacelink.it [mailto:pck-ecologia-request at peacelink.it]Per conto di Stefano Carboni Inviato: venerdì 10 marzo 2000 14.16 A: pck-ecologia at peacelink.it Oggetto: Acqua bis Grazie a tutti per i numerosi e utili interventi sul tema da me sollevato, quello del consumo alimentare dell'acqua. Volendo fare un riassunto di quanto letto nei messaggi in lista (e anche in un messaggio arrivatomi "trasversalmente" da fuori), direi che l'acqua minerale, come categoria, ne esce decisamente malconcia (anche se poi, a mio avviso, sarebbe comunque utile discriminare tra tipo e tipo): - i controlli sull'acqua imbottigliata avvengono molto di rado, mentre gli acquedotti vengono analizzati anche ogni 24 ore. Tra l'altro Roma, rispetto ad altre citta', sembra avere il vantaggio di disporre di un'acqua decisamente migliore, seppure "corretta" al cloro. - le ditte imbottigliatrici non sono tenute a dichiarare tutte le sostanze contenute nell'acqua, tanto che il governo italiano e' stato deferito alla corte di Giustizia Europea: un decreto del '92 permette infatti alle aziende italiane di non dichiarare (se entro certe concentrazioni, per altro piu' alte di quelle ammesse per l'acqua potabile) 19 sostanze tossiche tra le quali l'arsenico, il cadmio, il cromo, il nichel e i nitrati. Mi e' stato detto che il 75% delle acque minerali sarebbero fuorilegge se uscissero dal rubinetto! - non e' detto che le acque di alta montagna siano migliori, perche' la distanza percorsa dall'acqua prima di arrivare alla falda e' minore, e quindi non c'e' sufficiente filtraggio delle sostanze tossiche raccolte nell'aria dalla pioggia mentre cade. - se da una parte conosciamo bene le controindicazioni dell'uso della plastica come contenitore, dall'altra ho scoperto che le bottiglie di vetro vengono lavate con la soda caustica, e c'e' il rischio concreto che dei residui di tale sostanza non vengano completamente eliminati. Mi sono allora chiesto: come mai tanti come me usano acqua minerale, anche se magari solo per bere? La risposta migliore che sono riuscito a darmi e' che, a parte il sapore, l'acqua minerale ha l'etichetta. Sembra la scoperta dell'acqua calda :-), ma pensandoci bene il punto sta proprio nel fatto che l'acqua del rubinetto non ha l'"etichetta"! Solo qui ho sentito parlare di potabilizzatori ad ozono (a proposito, che cosa sono? Dove sono in funzione?) e del fatto che: >l'acqua del rubinetto, sia come residui che come durezza in genere >e' migliore della stragrande maggioranza delle acque minerali Ma come si fa ad esserne sicuri? I dati sulle analisi agli acquedotti sono di dominio pubblico? Dove sono reperibili? Da chi sono fatte? Ora, grazie ai vostri consigli, inizio a pensare che la soluzione migliore sia probabilmente un filtro, anche se bisogna a mio avviso accertarsi con ogni mezzo che questo sistema non rilasci sostanze dannose (e cioe', che il rimedio non sia peggiore del male...). Ma, filtro o non filtro, la cosa fondamentale a mio avviso e' che noi, utenti dell'acqua comunale, si possa verificare la qualita' dell'acqua che usiamo e paghiamo. Non vi sembra? Una specie di monitoraggio, simile a quello fatto per l'aria delle citta'. Esiste gia' e io non ne so niente? Altrimenti, senza dati, il paragone tra acqua minerale e quella del rubinetto assomiglia a quello, in ambito sanitario, tra cliniche private e ospedali: da una parte nelle cliniche paghi e vieni (almeno apparentemente) "rassicurato" sulla qualita' del servizio, dall'altra si dice che i medici e le strutture degli ospedali pubblici siano i migliori, ma l'apparenza e le garanzie sono decisamente insufficienti. E alla fine molti di noi, anche in questo caso e potendoselo permettere, preferiscono le cliniche. Magari e' stupido (a Roma si dice "contenti e cojonati":-)), pero' e' cosi'! In coda al messaggio, per chi fosse interessato, riporto due estratti di libri che ho letto, e che hanno contribuito in modo determinante a convincermi ad usare acqua minerale. Sono i punti di vista di due medici "alternativi" (un omeopata e un ortomolecolare), anche se ritengo che l'opinione della medicina tradizionale non sia diversa. Mi rendo conto che il loro punto di vista e' di tipo "salutista": ma la propria salute non e' parte anch'essa, fondamentale, dell'ecologia? Ancora un grazie. Stefano Da "Vademecum omeopatico" del dott. Claudio Bellecca (omeopata di Roma): "evitate di bere acqua gassata o acque con il residuo fisso alto, (...) che deve essere inferiore almeno ai 150 mg/lt. Se supera questi limiti l'acqua e' da ritenersi "pesante", cioe' contiene una quantita' di minerali inorganici troppo alta. Questi non sono assimilabili e pertanto costituiscono un dannoso sovraccarico metabolico per l'organismo intero, specie per i reni, con formazione ad esempio di calcoli. (...) E' importante ricordare di non bere assolutamente l'acqua del rubinetto di casa, perche' gli acquedotti sono spesso inquinati da infiltrazioni, da parte di scarichi industriali, fognature, etc.. Non e' da trascurare inoltre il fatto che le viene aggiunto del cloro a scopo battericida." Da "Medicina ortomolecolare" di Adolfo Panfili, dopo essere entrato maggiormente in dettagli rispetto agli argomenti della precedente citazione: "la filtrazione ad osmosi inversa rimuove sali e sedimenti, ma non modifica i prodotti chimici inorganici come il piombo. Sembra essere il presidio che piu' si avvicina alle caratteristiche di un filtro appena sufficiente alle caratteristiche di un'acqua appena potabile. Se potete, sfruttate acque naturali, anche per cucinare, con un residuo fisso inferiore ai 50 mg/lt ed un pH inferiore ai 6,6-6,5. La filtrazione a carbone attivo e' efficace solo per le sostanze organiche ed inorganiche ma non altera la concentrazione di calcio e magnesio. Trattiene gran parte dei solventi organici ed alcuini tipi di pesticidi, eliminando sapori e odori sgradevoli. (C'e' pero' il) rischio di proliferazioni microbiche nella cartuccia. Si esauriscono improvvisamente e senza preavviso con forte rilascio di acqua maggiormente inquinata e contaminata. I cosiddetti addolcenti dell'acqua eliminano l'eccesso di calcio e magnesio ma aggiungono sodio, pericoloso per la pressione arteriosa e per l'apparato cardiovascolare. Prima di queste acque filtrate vengono almeno 44 acque minerali normalmente reperibili in commercio. Sulla scorta di questi semplici elementi e' possibile verificare con 'occhio vigile' la validita' delle acque delle nostre tavole. Elemento curioso, che si desume dai riscontri di laboratorio che vi accludo, e' la non assoluta corrispondenza tra qualita' ed 'importanza dell'etichetta', ovvero il 'nome per quanto altisonante non garantisce il prodotto' e i valori riferiti sulle etichette non sempre corrispondono alle caratteristiche organolettiche delle acque esaminate."
- References:
- Acqua bis
- From: Stefano Carboni <s.carboni at agora.stm.it>
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