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Re: radioattività ed lavori alla base dela maddalena e altre news dallae zone militari sarde



Grazie a B.C. per aver unuco a mettere in risalto che nella giornata del 20
marzo a Roma, la carovana sarda ha letto il documento unitario (come si
diceva un tempo) su: Solidarietà ai pescatori di Teulada, che non possono
lavorare a cuasa dell'inquinamento marino da proiettili inesplosi.
Sospensione di tutte le attività militari nel Poligono del Salto di Quirra e
Capo S.Lorenzo frazione di Quirra fino a quando non sia stato individuato
l'agente patogeno responsabile dell'enormwe aumento di patologie nell'area
circostante i poligoni citati.Istuzione di una commissione  d'inchiesta per
l'accertamento delle responsabilità.  Applicazione della risoluzione del
Consiglio regionale sardo sullo smantellamento in tempi brevi e certi della
base atomica della U.S.Navy alla Maddalena-Santo Stefano. Oltre a questo ho
letto una poesia scritta dia bambini di Burgos paese dove le istutzioni e
gli uomini sono particolarmente presi di mira da vili attentatori, perchè il
tema della Carovana sarda era contro tutte le guerre e tutte le violenze per
una società più equa e solidale. a si biri in paris Giancarlo Nonis
----- Original Message -----
From: "giuseppe scano" <useppescano@virgilio.it>
To: <disarmo@peacelink.it>
Cc: <caomar@tiscali.it>; <antonella@censurati.it>
Sent: Sunday, March 28, 2004 3:16 PM
Subject: radioattività ed lavori alla base dela maddalena e altre news
dallae zone militari sarde


>
>  La nuova   sardegna cronaca  Olbia  Gallura  del  25\3\2004
>
> Un'associazione di donne, multilaterale
> La Maddalena, il volontariato supera le divisioni con gli americani
>
>
>
>
>  LA MADDALENA. Anna Maria Nieddu, presidente dell'Associazione "Donna
Oggi",
> prende spunto dalla recente intervista a Mariella Cao per precisare gli
> obiettivi del gemellaggio tra le donne maddalenine e le americane che
> ruotano attorno alla base US Navy.
>  «Questo incontro, avvenuto il 27 febbraio scorso, in un momento così
> difficile per tutta la problematica sollevata intorno alla base americana,
> ha avuto il valore di trovare un accordo nell'ambito del volontariato, al
di
> fuori delle strumentalizzazioni dei partiti. Vogliamo soprattutto -
continua
> la Nieddu - aiutare le persone in difficoltà, colpite da problemi di
salute.
> Le donne americane per molti anni hanno svolto questo compito, esattamente
> come l'associazione che rappresento ha operato in tal senso nel territorio
> isolano. Per questo ci siamo ritrovate e abbiamo deciso di gemellarci
> creando un "Gruppo di Supporto" che aiuti le donne in generale anche a
> livello finanziario, nel momento in cui si trovano ad affrontare un
problema
> grave quale la malattia da tumore».
>  In particolare, spiega Anna Maria Nieddu, «pensiamo di poter far fronte
ai
> disagi che si affrontano per i viaggi nei centri specializzati. Abbiamo
> anche proposto di acquistare un carrello per trasportare i bambini da un
> reparto all'altro dell'Ospedale civile».
>  Il primo approccio è così raccontato da Anna Maria Nieddu: «Sono stata
> contattata da questa delegazione di donne americane che volevano conoscere
> personalmente il presidente di "Donna Oggi" e capire se c'era la
possibilità
> di unire le forze di fronte a problematiche comuni. Si è trattato di un
> incontro molto bello, abbiamo organizzato una festa con un concerto, cui
> hanno partecipato anche molte donne maddalenine. C'è sembrato un segnale
per
> dimostrare l'affetto e l'alleanza possibile tra due mondi solo
> apparentemente diversi. C'erano donne statunitensi ufficiali, infermiere,
> tutte sensibili ed impegnate nel sociale. Non vogliamo essere etichettate,
> né coinvolte nella querelle sulla radioattività. Siamo solo un gruppo di
> volontariato».
>  La prossima iniziativa congiunta è prevista per il 31 marzo, giorno in
cui
> è previsto un conviviale dove maddalenine e americane s'incontreranno di
> nuovo per stringere ancora di più rapporti d'amicizia e reciproca
conoscenza
> e, soprattutto, per mettere in programma nuove iniziative comuni per dare
> alla Maddalena una forma nuova di associazionismo, multilaterale.
>  Barbara Calanca
>
>
>
> LA MADDALENA
> Alla manifestazione della pace  del 20\3\2004  il caso della base della Us
> Navy
>
>
>
>
>  LA MADDALENA. La manifestazione per la pace di Roma ha assunto un
> significato particolare per la Sardegna che ospita il 60 per cento delle
> installazioni militari presenti sul territorio italiano. A Roma, la
Sardegna
> è stata rappresentata da diverse sigle e numerosi cittadini che hanno
> portato all'attenzione del popolo pacifista i pericoli e i vincoli
economici
> connessi alla presenza dei numerosi poligoni e della base nucleare
> statunitense di Santo Stefano. L'arcipelago della Maddalena ha fatto
sentire
> la propria voce di pace grazie al Cocis (Comitato cittadino spontaneo) che
> ha sfilato per la Capitale ricordando che sull'isola di Santo Stefano,
> vicinissimo ai centri abitati della Maddalena e Palau, esiste dal 1972 una
> base statunitense (non Nato) per l'assistenza ai sommergibili a
propulsione
> nucleare e che tale base, per volere dell'attuale Governo, è in fase di
> ampliamento. L'emozionante marcia pacifista si è conclusa nella splendida
> cornice del Circo Massimo, dove è stato dato largo spazio alle carovane
> della pace che hanno attraversato tutta l'Italia nell'ultimo. Il
> rappresentante della carovana che, giovedì 18 marzo è stata accolta alla
> Maddalena da centinaia di maddalenini e palaesi, ha avuto l'onore di
leggere
> il primo comunicato, totalmente incentrato sul poligono di Quirra e sulla
> base Usa di Santo Stefano. Il portavoce della carovana sarda, con cui il
> Cocis ha concordato il testo dell'intervento, ha avanzato dal palco del
> Circo Massimo la seguente richiesta: smantellamento graduale e
prestabilito
> della base nucleare di Santo Stefano nel rispetto dei livelli
occupazionali
> esistenti, così come stabilito dal consiglio regionale il 28 gennaio 2004.
> B.C.
>
>
> --------------
>
>   dalla stessa sezione dela nuopva  del  28\03\2004
>
> Radioattività, servono nuovi controlli»
> Parla un radiochimico della Maddalena. Timori sull'uranio impoverito
>
>
>
>
>
>  LA MADDALENA. Gian Carlo Fastame è un radiochimico, è maddalenino,
conosce
> il problema della radioattività, ne vuole parlare, contribuendo al
dibattito
> sulla presenza americana nell'isola, sugli eventuali rischi.
>  - Esiste il problema dell'inquinamento radioattivo a La Maddalena?
>  «No, secondo le relazioni mensili del presidio multizonale di prevenzione
> della Asl nº 1, riferite alla base dal 1979»
>  - Ma il Criirad francese ha rilevato problemi di radioattività...
>  «Per la base o per i sottomarini no; ha rilevato livelli elevati di
> Thorio-234 radioisotopo naturale nelle alghe rosse».
>  - Che relazione c'è tra i dati del Pmp e quelli della Criirad?
>  «Nessuna relazione, sono due cose diverse. Il Pmp ricerca radioisotopi
> artificiali di possibile rilascio dai sottomarini della base e la Criirad
> non ha rilevato radioisotopi artificiali».
>  - Quindi non dobbiamo preoccuparci per la base di S. Stefano?
>  «Il lavoro del Pmp è solo una parte del controllo richiesto dalle leggi e
a
> noi non possono bastare dati statistici postumi. Penso che il piano
> analitico sia lacunoso, da rivedere per i punti di prelievo e di controllo
> e, soprattutto, che la gestione in loco sia assente e non trasparente. E'
> certo che il rischio zero non esiste in nessun'attività umana. Se in
questo
> momento c'è un rilascio radioattivo, il Pmp lo rileva e suona un
preallarme
> come conseguenza. Fra due mesi il sindaco leggerà il dato analitico
diluito
> nella media giornaliera. Questo è il vero problema, il sistema dei
controlli
> nella normalità, non le relazioni mensili».
>  - Il Criirad ha lavorato bene?
>  «Sì, il laboratorio è qualificato, ho invece serie perplessità sui metodi
> di campionamento che ha accettato, alla fine prevale il lato positivo: la
> discussione. Invece l'allarme Criirad sull'uranio impoverito non è stato
> raccolto. Il Criirad dice: "il Thorio-234 è naturale oppure proviene dai
> proiettili d'uranio". Qualcuno si è preoccupato di assicurarci che a
> Caprera, a Punta Rossa, non sono usati?»
>  - Qual è la sua conclusione?
>  «La conclusione soltanto apparentemente è confortante: non sono rilevati
> problemi di radioattività dalla base ed è infondata l'equazione thorio
> uguale radioattività uguale base Usa. Paradossalmente, stiamo parlando di
> radioattività della base soltanto per merito dell'Hartford, ma questa
> occasione è stata gestita in maniera fuorviante. Il problema principale è
il
> sistema dei controlli in condizione di normale operatività d'un
sottomarino
> e non necessariamente in conseguenza di un incidente. In pratica, la
> gestione dei dati in tempo reale, esponendoli su un monitor in piazza del
> Comune: tutto il contrario delle relazioni mensili e tutte cose che non si
> decidono a Roma ma in consiglio comunale. Basterebbe, tra l' altro,
> applicare anche il decreto legislativo 230 del 17 marzo 1995 per il capo X
> relativo a "navi a propulsione nucleare in aree portuali", art.115 e
> art.129. Finché c'è la base mi comporterei come se ci fosse la possibilità
> di rilascio e mi organizzerei secondo la legge, per la tutela dei
cittadini
> e dell'ambiente».
> B.C.
>
>
>
> LA LETTERA
> La Uiltrasporti sugli Usa alla Maddalena «Il sindaco la pensa come noi,
> brava»
> Riceviamo e pubblichiamo.
>
> Le dichiarazioni del sindaco Rosanna Giudice riportate a grandi titoli
dalla
> stampa qualche giorno fa non hanno potuto che far piacere alla sacrivente
> che in passato si è adoperata a favore dei lavoratori maddalenini
> allorquando, non più tardi di due anni fa, si dovette assistere alla
venuta
> delle imbarcazioni targate Lauro che diedero inizio al trasporto di
> personale verso la base di Santo Stefano.
>  La Uiltrasporti denunciò la mancanza di attenzione verso l'imprenditoria
> locale da parte delle autorità Usa e avviò trattative con l'armatore Lauro
> allo scopo di iniziare l'assunzione di marittimi locali per ridurre i
danni
> fatti all'economia isolana. Assunzioni che ebbero decorrenza immediata.
>  La Uiltrasporti non si stupisce delle parole del sindaco Rosanna Giudice
> che chiede rispetto per i propri concittadini e occhio di riguardo verso
le
> maestranze presenti nel territorio per le quali esige una congrua ricaduta
> economica a tutte le attività Usa in atto.
>  Uiiltrasporti approva in pieno l'atteggiamento del sindaco che senza
mezzi
> termini chiede prima di ogni altra cosa chiarezza nell'informazione alla
> popolazione in merito ai sospetti di radioattività e rivela la
> determinazione di procedere verso la conoscenza esatta della situazione.
>  Uiltrasporti condivide il coinvolgimento, auspicato dal sindaco, di tutto
> il territorio nord est Sardegna comprendente l'intera Costa Smeralda
poiché
> da tempo il nostro intervento nel campo lavorativo abbraccia
effettivamente
> tale territorio nella consapevolezza che l'unione fa la forza.
>  Dove a molti le dichiarazioni del sindaco Rosanna Giudice sembrano
utopia,
> alla scrivente segreteria suonano come un segnale di riconoscimento sulle
> nostre recenti attività, a condivisione dei problemi del territorio al
quale
> apparteniamo e per i quali, da più di vent'anni, ci battiamo affinché
venga
> garantita, a tutti, la dovuta dignità di cittadini e di lavoratori.
>
> Gaetano Selva Segretario Uiltrasporti
>
>
> unione sarda    cronaca olbia gallura del 27\32004
>
> Centraline di rilevamento su nave e sommergibili: «Mai un valore anomalo»
> Welcome in Santo Stefano baraccopoli nel paradiso
> Caserma inagibile, container e rottami ovunque e gli americani spiegano:
> «Ecco cosa vogliamo fare»
>
>
> Dal nostro inviato
> Vito Fiori
>
> Santo Stefano Poveri soldatini americani, costretti a vivere in
> prefabbricati manco fossero terremotati italiani. O a dormire nelle
chiatte
> attraccate al pontile di Santo Stefano, a fianco alla Emory Land e ai
> sommergibili a propulsione nucleare. Tutti i loro sforzi per migliorare la
> base messa a disposizione dal Ministero della Difesa italiana non hanno
> prodotto grandi risultati. «Casino abominevole», è la gentile definizione
> del capitano di vascello Francesco Palopoli, comandante delle scuole
> sottufficiali della Marina e delegato ai rapporti con l'Us Navy. Che
sorride
> dopo averla pronunciata, e si scusa con il senatore Pino Mulas per l'
> esagerazione verbale. Ma non è un'esagerazione la sua. Basta avvicinarsi
> alla "zona Alfa", quella parte dell'isola dove sventola sì il tricolore
> nazionale ma che è sotto il controllo totale dei militari americani. Nella
> garitta manca solo lo spray dei wrighters metropolitani per farne un
piccolo
> monumento al degrado. È giusto un assaggio. Il resto è all'interno. Con il
> primo capannone dall'aspetto molto più che precario dove una dozzina di
> marcantoni giocano a pallacanestro e altri a fare esercizi di ginnastica.
> «Vede Ñ dice alzando lo sguardo il lieutenant Jennifer Cheswick, elegante
a
> dispetto della mimetica Ñ quando piove, qui si allaga tutto. È un
problema».
> Uno dei tanti che vengono lamentati da tempo per spingere sul progetto di
> ristrutturazione della base. Non perché non ce ne sia bisogno, sia chiaro.
A
> leggerlo in chiave filoamericana sarebbe una normale dimostrazione (l'
> ennesima) di ospitalità. Già, perché loro qui sono ospiti e gli ospiti non
> si possono trattare male. Fosse così semplice nessuno farebbe obiezioni.
> Però sorprende davvero questo casino abominevole, con rottami rugginosi
> ovunque, container vecchi e nuovi ammassati sulla banchina, decine di
> pianali e rocchetti in legno sistemati in qualche angolo del cortile. E
poi
> la caserma, la vecchia caserma della Marina utilizzata per diversi anni
dall
> 'Us Navy e ora ridotta a rudere pericolante dopo essere stata dichiarata
> inagibile. La dolce Jennifer fa da cicerone mostrando gli alloggi dei
> soldati. Un corridoio lungo una decina di metri e stanze quattro per tre
da
> una parte e dall'altra dove dormono una ventina di fortunati (due per ogni
> camera), gli altri a infilarsi nelle cuccette dei barconi di servizio.
> Captain Eddie Gardiner, l'ufficiale che dirige la baracca anzi le baracche
> in assenza del commodoro, non parla italiano ma è gentile e disponibile.
> Preoccupato, innanzitutto, di sottolineare che a Santo Stefano funziona
> tutto a meraviglia. Dal depuratore che serve anche l'insediamento della
> Marina, alle centraline di rilevamento della radioattività. «Le nostre Ñ
> dice Gardiner Ñ stanno sulle navi e sui sommergibili. Raccolgono campioni
di
> acqua e le analizzano». Domanda stupida per una risposta scontata: qualche
> anomalia in tutti questi anni? «Assolutamente no». E invita a porre lo
> stesso quesito agli operai che stanno controllando i generatori di
corrente.
> Sono maddalenini e contenti di lavorare per gli Usa. «Io sono
> tranquillissimo Ñ afferma sicuro Domenico Ugazzi Ñ se solo avessi il
minimo
> dubbio sui rischi per la salute, beh, pensa che sarei tanto scemo da
> correrli?». Mezzogiorno è passato da un pezzo quando il tenente Cheswick
> torna nel gruppo con delle carte in mano. È quasi orgogliosa nel mostrare
> una gigantografia realizzata al computer. «Ecco, questo è il progetto che
> migliorerà la nostra base». Edifici bassi, massimo due piani, che forse
non
> stravolgeranno l'attuale vista sull'isola. La sola differenza, che
comunque
> non è di poco conto come sostengono ambientalisti e quanti si oppongono al
> progetto, è che al posto dei prefabbricati ci saranno dei manufatti in
> cemento e che di amovibile e di precario non ci sarà più niente. Elettra
> Deiana, deputato di Rifondazione comunista, in una sua recente visita a
> Santo Stefano si era fatta scappare un'osservazione abbastanza indicativa:
> "O si porta avanti la ristrutturazione oppure si cacciano gli americani".
> Difficile, almeno per ora, che la seconda ipotesi dell'onorevole Deiana
> venga solo presa in considerazione. Per la prima, invece, ormai non ci
> sarebbero neanche dubbi. Il benestare dell'assessorato regionale all'
> ambiente che ritiene non pregiudizievole la cubatura prevista, è più di un
> passo avanti e segue, in ogni caso, gli indirizzi del Governo, più volte
> confermati dal Ministro della Difesa nonostante i diversi tentativi di
> bloccare la pratica. Per il casino abominevole, per questo magazzino a
cielo
> aperto (parole di Francesco Paolopoli) è solo una questione di tempo.
>
>
>
>
> DATI SU RADIOATTIVITÀ
> «I controlli
> metteteli
> su Internet >>
>
> Il senatore Pino Mulas è
> prima di tutto un medico,
> e come tale si preoccupa
> della salute pubblica. La
> sua decisione di visitare la
> base di Santo Stefano
> nasce infatti da questo
> presupposto. «Voglio
> sapere come stanno le
> cose. Voglio la massima
> chiarezza possibile ma ho
> anche necessità di capire,
> di conoscere la situazione.
> Mi sembra che i cittadini
> siano poco informati su
> quanto accade qui». L'onorevole
> prende nota delle
> spiegazioni: tre sistemi di
> controllo, due con tre
> sensori ciascuno (sono
> della Asl e della Marina) e
> l'altro con un solo sensore
> (della Protezione civile),
> distribuiti tra Santo
> Stefano, Caprera, La Maddalena
> e Santa Teresa.
> Tengono sotto controllo
> l'aria nell'intera zona dell'arcipelago
> (l'acqua solo a
> Santo Stefano con una
> colonnina della Asl). Problemi?
> «Mai». In caso di
> emergenza? «Siamo operativi
> in cinque minuti.
> Esiste un sistema di controllo
> automatica che ci
> avverte sui cellulari. Ma i
> monitor sono controllati
> dagli uomini 24 ore su 24,
> tutti i giorni». Mulas
> propone di mandare su
> Internet i dati rilevati dalle
> centraline così da non
> creare apprensione inutile.
> «È una buona idea -
> risponde Palopoli - ci si
> può pensare ». (v. f.)
>
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