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Rc locale chiede la riconversione della Base di santo stefano



 dalla nuova sardegna de cronaca di Olbia  -Gallura del 30\3\2004

Via la base Usa, subito un albergo»
Rifondazione comunista chiede la riconversione di Santo Stefano
«Ora anche il sindaco dà retta alle posizioni contro gli americani »




 LA MADDALENA. Il direttivo di Rifondazione comunista della Maddalena
interviene, con un comunicato, per far conoscere il suo pensiero dopo le
notizie sui possibili, probabili, licenziamenti di personale italiano
occupato nella base Usa di Santo Stefano che hanno fatto venir meno - dice
il partito che si riconosce in Agostino Bifulco - «anche l'ultima arma di
ricatto in mano a chi, con futili motivi, sia a livello locale che
nazionale, ha difeso negli anni a spada tratta la loro pericolosa presenza».
 A giudizio dei componenti il direttivo «era sotto gli occhi di tutti, ma
proprio tutti, che l' amministrazione militare statunitense non ha mai
riservato trattamenti particolarmente benevoli alla comunità locale
lasciando in quest'isola solo briciole per quanto riguarda appalti e servizi
e arrivando a violare le nonne riguardanti i lavoratori extracomunitari a
danno dei disoccupati locali».
 Questo ridimensionamento all'indomani del via libera all' ampliamento delle
strutture militari di Santo Stefano dimostra quindi una volta di più -
scrivono gli uomini di Rifondazione - «la considerazione che gli americani e
i loro amici hanno per i maddalenini, per la loro sicurezza, per le loro
aspettative, per il loro futuro. E di questo forse, e in netto ritardo, si
deve essere resa conto anche il nostro sindaco, che ora va a chiedere tutele
e garanzie a destra e a manca a coloro che risultavano essere i suoi
garanti, ogni qualvolta manifestava ceca fiducia nell'onestà d'intenti dei
militari statunitensi. «Ciò che accade da qualche tempo a questa parte ha
purtroppo confermato - prosegue la nota - quanto sostenuto dal nostro
partito in tempi non sospetti, ma non di meno riteniamo urgente, oltre l'
allontanamento della base militare Usa, la garanzia occupazionale per chi
attualmente lavora in questa struttura. Per questo valutiamo indispensabile
l'acquisizione al patrimonio comunale dell'area di Santo Stefano occupata
dalla base militare». La richiesta è senza altro una provocazione vera e
propria che però fa capire quali sono le intenzioni di Rifondazione per
poter venir fuori da un impasse che davvero frena lo sviluppo locale e
pertanto confermano che nell' area di Santo Stefano «riteniamo in tempi
contenuti, si potrà far nascere una struttura ricettivo-albergbiera di
livello superiore dove si potranno costruire i banchinamenti necessari per l
'attracco delle navi da crociera con relativo servizio di navette gestito
localmente. Ciò consentirà finalmente una dilatazione della stagione
turistica con benefici per tutta l'economia locale attualmente agonizzante».
Ma non solo: «Si potrà utilizzare lo specchio acqueo antistante come campo
di regata per manifestazioni velistica e off-shore e inserire in questo
contesto anche il recupero produttivo dell'Arsenale Militare che, tra l'
indifferenza a livello nazionale e l'impotenza locale, si avvia a diventare
un inutile simbolo di archeologia industriale».
 Che cosa chiede, quindi, Rifondazione Comunista? «L'apertura di una
vertenza ai più alti livelli per ottenere la chiusura della base americana,
il passaggio al Comune delle aree dismesse e l'avvio della progettazione
delle strutture su descritte e di tutte quelle altre iniziative che possano
valorizzare le enormi potenzialità turistiche del nostro arcipelago con
importanti e durature ricadute economiche ed occupazionali. In questo
contesto - chiude la nota di Rc - riteniamo che debba assumere il ruolo di
forza trainante anche il Parco nazionale che fino a ora è risultato, insieme
alla presenza militare americana, il maggior freno per lo sviluppo di quest'
isola e della sua economia».

Andrea Nieddu