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La verità sulle armi di Saddam Hussein
- Subject: La verità sulle armi di Saddam Hussein
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
- Date: Sun, 15 Jun 2003 00:40:17 +0200
Sotto accusa le informazioni della Casa Bianca e del governo britannico
per ottenere il consenso alla guerra all'Iraq
La verità sulle armi
di Saddam Hussein
Inchieste a Londra e Washington: è stata una montatura?
di VANNA VANNUCCINI
NEW YORK - Mentre gli europei si esercitavano a Evian nella rimozione
collettiva del passato in nome della pace transatlantica, la "questione
della credibilità" delle ragioni addotte da Londra e Washington per
l'invasione dell'Iraq ha raggiunto infine anche l'opinione pubblica
americana. Due commissioni del Senato hanno presentato un'interrogazione
per sapere se la Casa Bianca ha esagerato il pericolo delle armi di Saddam
Hussein, se non addirittura intenzionalmente gonfiato. Bush è comunque più
fortunato di Blair: solo il 31 per cento degli americani pensa di essere
stato ingannato, due su tre continuano a credere che il presidente abbia
detto la verità.
Ma anche per il governo britannico si annunciano momenti difficili: oggi il
ministro degli Esteri Jack Straw - che ha lasciato precipitosamente il
vertice Nato a Madrid - risponderà alla Camera alle accuse dell'opposizione
liberal-democratica. Ed è molto probabile che venga istituita una
commissione parlamentare sui servizi segreti per avviare un'inchiesta sulle
informazioni dell'intelligence britannica sulle armi di distruzione di
massa di Saddam usate dal governo per convincere l'opinione pubblica sulla
necessità della guerra.
Le due commissioni Usa cominceranno i lavori nei prossimi giorni.
Potrebbero esser chiamati a testimoniare lo stesso presidente, i ministri
degli Esteri e dalla Difesa Powell e Rumsfeld, e il direttore della Cia
Tenet, che sedeva ostentatamente dietro Powell quando questi arringò il
Consiglio di Sicurezza dell'Onu il 5 febbraio. Il Segretario di Stato ha
ribadito a Sharm el Sheik di aver fornito all'Onu "informazioni solide" e
Tenet ha difeso "l'integrità" della sua agenzia. Ma agenti e ex agenti
della Cia accusano l'Amministrazione di aver sistematicamente distorto le
informazioni, "come mai era accaduto prima", per ottenere il consenso del
Congresso alla guerra.
Paradossalmente era stato proprio Rumsfeld, forse per eccessiva sicurezza
di sé, a gettare olio sul fuoco spiegando in un convegno di esperti che se
Saddam non aveva usato le armi di distruzione di massa era probabilmente
"perché aveva deciso di distruggerle prima". Come se non fosse stata quella
la richiesta delle Nazioni Unite. Più chiaro ancora era stato il suo numero
due Wolfowitz: "Abbiamo insistito sulle armi di sterminio per motivi
burocratici, in quanto tutti potevano concordare. Ma non è mai stata questa
la motivazione principale della guerra" aveva detto in un'intervista,
spiegando che il primo movente per gli Stati Uniti era stato rimuovere le
truppe dall'Arabia Saudita.
"Ho votato per la guerra convinta dalle informazioni, anche riservate,
forniteci dall'Amministrazione sul pericolo costituito dalle armi di Saddam
e dai suoi legami con Al Qaeda" ha detto alla Cnn la senatrice democratica
Jane Harman. "Può essere stato un inganno". "Il fatto che non si trovino
non significa che non ci fossero. In fondo nemmeno Saddam si trova, eppure
c'era", ha detto un senatore repubblicano. Ma anche molti repubblicani sono
a favore di un esame della "qualità dell'intelligence americana". "Se
queste armi ci sono, bisogna scoprirle" ha detto il senatore McCaine -
visto anche "lo scetticismo degli europei". Che le armi non fossero on the
field, sul terreno, come era stato detto, non è più un segreto per nessuno.
Secondo alcune ipotesi Saddam le avrebbe distrutte e nascosto poi le
capacità produttive in fabbriche normali.
Lo scetticismo europeo ha trovato nuovo nutrimento nel rapporto conclusivo
dato all'Onu lunedì dal capo ispettore Hans Blix. Gli ispettori non hanno
trovato prove che Saddam fosse in possesso di armi di sterminio, ribadisce
Blix che indirettamente accusa Washington e Londra di aver ostacolato il
lavoro degli ispettori facendo loro mancare il tempo per esaminare le
ultime indicazioni fornite dagli iracheni.
(4 giugno 2003)
Fonte:
http://www.repubblica.it/online/esteri/iraqattaccotrentadue/verita/verita.html