Re: [Disarmo] Boicottare i prodotti turchi
- Subject: Re: [Disarmo] Boicottare i prodotti turchi
- From: rossana <rossana123 at libero.it>
- Date: Fri, 18 Oct 2019 21:36:21 +0200
Sì, vecchie alleanze si stanno ridefinendo ma in generale
l'instabilità è la condizione che meglio spiega questo tempo.
Comunque tanto per rimanere su Israele:
Per Israele Trump «corre tanto ma poi non taglia il traguardo» di
Michele Giorgio
Medio oriente/curdi. Il traguardo è il pugno di ferro con la
Siria, l’Iran e i suoi alleati. Il presidente israeliano però
sembra avere alcuna voglia di raggiungerlo e in casa israeliana è
scattato l’allarme. Eppure Trump ha riconosciuto Gerusalemme
capitale di Israele.
«Mettiamola così, il presidente Trump è come un mezzofondista che
corre forte per quasi tutta la gara ma poi si ferma all’improvviso
sulla pista e non taglia il traguardo». Il professor Eytan Gilboa,
del Centro di studi strategici BeSa di Tel Aviv, vicino al governo
Netanyahu, ci propone questo paragone con l’atletica per spiegare
ciò che pensa del disimpegno degli Stati uniti dalla Siria,
culminato poco più di una settimana fa nell’abbandono degli
alleati curdi alla mercè dell’offensiva militare di Ankara. Il
traguardo al quale si riferisce Gilboa è il pugno di ferro con la
Siria, l’Iran e i suoi alleati. Trump però ha alcuna voglia di
raggiungerlo e in casa israeliana è scattato l’allarme. «Netanyahu
– prosegue Gilboa – ha apprezzato la decisione di Washington di
sanzionare di nuovo Tehran e di minacciare la guerra. Da qualche
mese però l’incantesimo è svanito di fronte alla linea
rinunciataria di Trump».
Netanyahu ha espresso solidarietà ai curdi e promesso aiuti
umanitari. I riservisti dell’esercito israeliano hanno invocato
l’assistenza militare diretta ai combattenti delle Fds. Tuttavia
non è tanto la sorte dei curdi, con i quali Tel Aviv ha legami da
tempo – in Iraq, non nel Rojava -, a tenere in apprensione il
governo Netanyahu. Per Israele il voltafaccia di Trump nei
confronti delle Fds curde è solo l’ultimo episodio tra i tanti che
indicano l’inaffidabilità della Casa Bianca. «Trump era l’alleato
di ferro sul quale Netanyahu contava ciecamente – spiega Gilboa -,
nelle ultime due campagne elettorali (9 aprile e 17 settembre) il
primo ministro aveva fatto costante riferimento all’amicizia con
il presidente americano che ha riconosciuto Gerusalemme come
capitale di Israele e la sovranità israeliana sulle Alture del
Golan, ha preso a schiaffoni i palestinesi ed è uscito
dall’accordo internazionale sul nucleare iraniano. Ora Netanyahu
non capisce più un alleato che cambia con eccezionale rapidità le
sue decisioni e altrettanto velocemente mette alla porta i suoi
consiglieri e ministri».
«Le recenti aperture all’Iran hanno fatto venire meno le certezze
– aggiunge il professor Gilboa – e a ciò si è aggiunta la mancata
risposta degli Usa al recente attacco con i droni ai giacimenti
petroliferi sauditi per il quale era stato accusato l’Iran. Un
segno di debolezza da cui trarrà vantaggio Tehran». Gli alleati
degli Stati Uniti in Medio oriente non possono più fidarsi degli
Usa, dicono gli israeliani. E questo sta spingendo l’Arabia
saudita – che come Tel Aviv punta sullo scontro duro con Tehran –
a ridefinire le sue strategie, al punto da rivolgersi alla Russia
che sta occupando lo spazio vuoto lasciato nella regione dal
disimpegno di Trump. Lo confermano anche il viaggio storico di
Vladimir Putin a Riyadh e negli Emirati e il ruolo svolto dalla
Russia nel favorire l’accordo tra curdi e governo di Damasco.
Netanyahu è preoccupato anche dai riflessi che l’immagine di
presidente debole e incerto in politica estera che Trump si sta
cucendo addosso, finisca per danneggiarlo agli occhi dell’opinione
pubblica mentre Israele non ha ancora un governo. Sono ben
visibili in giro i manifesti elettorali con i due leader che si
stringono la mano, con la scritta «Grazie presidente Trump». Foto
diventate imbarazzanti. Netanyahu non ha criticato pubblicamente
Trump dopo il ritiro Usa dal nord della Siria ma sta prendendo le
distanze dalla Casa Bianca in attesa di tempi migliori. E in
occasione dell’anniversario della guerra dello Yom Kippur del
1973, ha dichiarato che Israele apprezza il sostegno degli Stati
Uniti ma applicherà la sua regola di base: agirà da solo contro
ogni minaccia.
Qua cambia tutto!
La Turchia non era l'allegata storica di Israele negli ultimi decenni?
Davide
Il 18/10/2019 18:44, rossana (via disarmo Mailing List) ha scritto:
>
> Se ti riferisci al PD o 5S è vero, mi risulta che Sinistra Italiana partecipi alla campagna di boicottaggio verso Israele. Comunque hai fatto bene a tirare in ballo Israele perchè tutto si complica visto che "Israele condanna fermamente l’invasione turca delle aree curde in Siria e mette in guardia contro la pulizia etnica dei curdi da parte della Turchia e dei suoi delegati, ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un post di Facebook".
>
> “Israele è pronto a fornire assistenza umanitaria al coraggioso popolo curdo”, ha scritto.
>
> Il 18/10/2019 18:15, Luigi Guasco (via disarmo Mailing List) ha scritto:
>> Peccato non abbiano pensato di aggiungere Israele al boicottaggio,eppure anche loro sono molto attivi in Siria a sostegno dei tagliagole:una innocente dimenticanza,sarà per la prossima volta.
>> BDS Italia - BDS Italia
>>
>> https://bdsitalia.org
>> BDS Italia - sezione italiana per il movimento a guida palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele.
>>
>> Il giorno ven 18 ott 2019 alle ore 17:25 rossana <disarmo at peacelink.it> ha scritto:
>>
>> Domani ore 15.00 Bologna Mobilitazione contro la guerra di Erdogan: al
>> fianco del Rojava!,
>> -----
>>
>> Dall'Emilia-Romagna una risoluzione per boicottare i prodotti turchi
>>
>> Come segnale al governo Erdogan. Il Movimento 5 stelle vota con Pd e
>> Sinistra italiana
>>
>> BOLOGNA - Dall'assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna arriva una
>> risoluzione della maggioranza (Pd-Sinistra Italiana) votata anche dal
>> Movimento 5 stelle, per il boicottaggio dei prodotti turchi come segno
>> di protesta per l'attacco del governo di Erdogan al Rojava, il
>> territorio dei curdi nel nord della Siria.
>> L'atto è stato proposto da Igor Taruffi (Sinistra italiana) e Antonio
>> Mumolo (Pd) per chiedere alla giunta di "esprimere solidarietà al popolo
>> curdo" dopo l'attacco del governo turco, "promuovendo in tutte le sedi
>> istituzionali l'attivazione dei canali diplomatici volti alla
>> risoluzione del conflitto". Un documento "per far sentire la voce
>> dell'Europa", cercando di evitare che "l'Isis sfrutti il caos che si
>> verrebbe a creare nel nord della Siria per riorganizzarsi". Per questo,
>> Mumolo sollecita il "boicottaggio di tutti i marchi di prodotti
>> registrati in Turchia, in modo che il governo riceva un segnale, anche
>> sollecitato dalle aziende". Il centrodestra si è astenuto.
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