Gentili Antonio ed Alessandro, nel quadro di una revisione
radicale del comparto "difesa" nessuno intende infilare nelle case
degli italiani dei fucili d'assalto...
Rispetto all'obiezione di coscienza è chiaro che l'unico modo con
cui questa si può esprimere, anche politicamente, è ripristinando
il servizio militare/civile di leva.
Rispetto alla presunta modernità del modello professionale va
detto che in termini costituzionali e democratici questo è ben più
antico di quello di leva/popolare. Certo è più moderno se
consideriamo il fatto che serve un assetto neocoloniale in
politica estera su stretto modello anglo-americano. Questo tipo di
utilizzo sarebbe tecnicamente e giuridicamente impossibile con la
leva (ragione per cui è stata sospesa su espressa richiesta Usa a
tutti gli alleati Nato).
Se fosse possibile votare domani per l'abolizione unilaterale
delle forze armate il sottoscritto voterebbe si di buon grado. Ma
è chiaro che disarmo e conversione industriale richiederanno
invece tempi ben diversi. La proposta abbozzata nell'articolo va
in questa direzione: riduzione del danno con strutturale
incompatibilità con gli standard Nato e razionale e concreta
integrazione con la protezione civile. Potrebbe costare anche
molto meno, procurarci meno nemici, e contemporaneamente
restituire un minimo di senso ai dieci mesi passati in caserma (o
nel servizio alternativo).
caro Jure, anch'io rispondo da un palmo del confine sloveno
basta che l'esercito " di difesa popolare/territoriale" non ci
faccia fare la fine dell'ex jugoslavia, dove ognuno aveva in
casa il kalashnikov della milizia territoriale (popolare) di
estrazione partigiana, ed abbiamo visto com'è finita. Nel clima
surriscaldato e falso dei giorni nostri, l'effetto sarebbe quasi
garantito. La cosa potrebbe a mio avviso stare in piedi se
l'antica l'obiezione di coscienza viene ripresa e portata
finalmente a esito, come il ripudio della guerra dice nella
nostra costituzione. Progressivamente, sia in termini di metodo
che di convenienza politica
Alessandro
Il 28 novembre 2018 alle 9.43 Antonio Bontempi
<disarmo at peacelink.it> ha scritto:
Diciamo che un esercito per avere senso deve essere molto
forte, attrezzato con le moderne armi di distruzione e
controllo, avere soldati e t! ecnici addestrati ed invasati.
Oggi se non hai tutto questo la tua “difesa” militare non
serve ad una mazza.
Quindi o sei per un esercito come loro chiamano moderno o sei
contro e quindi antimilitarista.
Il tuo esercito …. popolare … può essere utile solo per forme
di resistenza armata in caso di invasione fisica del
territorio.
Militarmente paragonabili alle capacità di fuoco delle nostre
formazioni partigiane … in proporzione.
La mia convinzione è che la tua sia una visione un po
romantica ….
con rispetto
Antonio
On 28 Nov 2018, at 09:19, jure LT (via disarmo Mailing List)
<disarmo at peacelink.it> wrote:
Discorso sacrosanto, specie nel suo nucleo: quello di un
esercito di difesa popolare/territoriale, e quindi di leva.
Ma guai a dirlo in giro: o passi per scemo o per
militarista. Invece il modello dev'essere quello qui
indicato, con partecipazione popolare di! ffusa nei
territori, come era ad esempio nell'ex Jugoslavi! a e ancora
oggi in Slovenia (parlo per esperienza personale, abito a un
palmo dal confine e il territorio lo conosco), oppure in
Svizzera. Meriterebbe da solo una campagna di propaganda, e
un bel terreno di confronto con il 'populismo di destra' e
con il 'pacifismo di sinistra'.
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