Re: [Disarmo] Gregorio risponde: Bombardamento climatico: necessario ripensare i concetti di “difesa e sicurezza”




Giusto Gregorio, questa è la strada. Nella precedente replica ad Antonio, che Alessandro non ha riportato e forse non ha letto, seguivo questa traccia, e l'esempio che ho fatto su Jugoslavia (e Svizzera) non pescava certo della guerra di liberazione dei partigiani jugoslavi, di tre generazioni antica, e i cui ideali non sono stati certo ispiratori di chi, interno e soprattutto esterno, nei '90 la Jugoslavia ha deciso di distruggerla, con armi ben più recenti dei mitra di Tito e di calibro 92-NATO. Il mio modello indicava invece degli esempi di condivisione sociale di difesa del territorio e dei beni di un Paese da eventi naturali o frutto dell'urbanizzazione e devastazione predatoria del 'mercato', di gestione collettiva del territorio come bene comune da tramandare: ho scritto tutt'altro che di difesa armata da un Nemico immaginario o costruito ad arte, interno o esterno che sia. Non a caso denunciavo la distruzione di un corpo civile come la Guardia forestale, ora integrata nella Polizia militare - Carabinieri, o i ripetuti tentativi di militarizzazione, talvolta riusciti come per la GdF, altri che marciano sottotraccia, come il Corpo dei VVFF e oggi la distribuzione di armi alla Guardia municipale, operazioni che non sono state certo opera della sola 'destra fascista'. Vi rimando alla lettura di quanto ho scritto prima, altrimenti mi ripeto e mi divento noioso.

Jure

Il 28/11/18 15:35, rossana (via disarmo Mailing List) ha scritto:

da parte di Gregorio:

Gentili Antonio ed Alessandro, nel quadro di una revisione radicale del comparto "difesa" nessuno intende infilare nelle case degli italiani dei fucili d'assalto...
Rispetto all'obiezione di coscienza è chiaro che l'unico modo con cui questa si può esprimere, anche politicamente, è ripristinando il servizio militare/civile di leva.
Rispetto alla presunta modernità del modello professionale va detto che in termini costituzionali e democratici questo è ben più antico di quello di leva/popolare. Certo è più moderno se consideriamo il fatto che serve un assetto neocoloniale in politica estera su stretto modello anglo-americano. Questo tipo di utilizzo sarebbe tecnicamente e giuridicamente impossibile con la leva (ragione per cui è stata sospesa su espressa richiesta Usa a tutti gli alleati Nato).
Se fosse possibile votare domani per l'abolizione unilaterale delle forze armate il sottoscritto voterebbe si di buon grado. Ma è chiaro che disarmo e conversione industriale richiederanno invece tempi ben diversi. La proposta abbozzata nell'articolo va in questa direzione: riduzione del danno con strutturale incompatibilità con gli standard Nato e razionale e concreta integrazione con la protezione civile. Potrebbe costare anche molto meno, procurarci meno nemici, e contemporaneamente restituire un minimo di senso ai dieci mesi passati in caserma (o nel servizio alternativo).


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