https://www.pressenza.com/it/2017/12/ministero-la-pace-dipartimento-della-difesa
http://www.azionenonviolenta.it/ministero-la-pace-dipartimento-della-difesa/?#
Ministero per la Pace e Dipartimento della Difesa
Il Movimento Nonviolento aderisce
alla campagna, promossa dall’Associazione Comunità Papa Giovanni
XXIII e rivolta alle Istituzioni, al Parlamento, al Governo, per
l’istituzione del Ministero della Pace.
Le motivazioni di questa adesione vengono da
lontano e si intrecciano con il nostro attuale impegno nella
campagna per la Difesa civile non armata e nonviolenta.
In un articolo del 1948, Aldo Capitini mostrava
la speranza che il Fronte Democratico Popolare potesse accogliere
la sua proposta di istituire il servizio civile e quella di un
Ministero della pace o almeno di un Commissariato per la
“Resistenza alla guerra”. La sua proposta fu destinata al
naufragio dopo il risultato elettorale da cui la sinistra uscì
sconfitta.
Capitini proponeva l’istituzione di un Ministero
(o Commissariato – oggi diremmo Dipartimento) per la pace e per la
resistenza alla guerra. Questi i compiti da lui immaginati:
“Esso dovrebbe addestrare tutti i cittadini,
fin da fanciulli, alla noncollaborazione nonviolenta con un
eventuale invasore. In quanti modi si può ostacolare l’invasore
senza uccidere nessuno! Ma bisogna imparare, bisogna avere
pronti certi mezzi. Una noncollaborazione attivissima di
moltitudini non è una terza via oltre la guerra e il cedere?
oltre il prendere le armi, che oramai sarebbe sempre al servizio
di altri, e il cedere a chi porti la guerra qui?” (Mattino del
popolo, 13 marzo 1948).
Settant’anni dopo torna l’idea/proposta, rivolta
al mondo della politica, di istituire il Ministero per la pace
come una cabina di regia istituzionale che sia in grado di dar
corpo ad una politica strutturale per la pace e la prevenzione
della violenza. L’ispirazione principale deriva dall’articolo
11 della Costituzione, sia nel suo imperativo di “ripudio
della guerra“, sia nella necessità di un “ordinamento
che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”.
Nel contempo c’è bisogno di ottemperare all’articolo
52 della Carta costituzionale, rivolto ad ogni
cittadino chiamato al “sacro dovere” della “difesa della
patria“.
Costruire la pace e difendere la patria
sono le due facce della stessa medaglia.
La campagna “Un’altra difesa è possibile” ha
predisposto il testo della proposta di Legge n. 3438 “Istituzione
del Dipartimento per la Difesa civile non armata e nonviolenta“,
all’esame della Commissione Difesa della Camera, intendendo il
nuovo Dipartimento proprio come una “cabina di regia” della varie
forme di difesa civile e non armata già esistenti nel Paese: il
servizio civile, i corpi civili di pace, la protezione civile. Il
riconoscimento giuridico di forme di difesa nonviolenta è già
stato fatto proprio dal nostro ordinamento (due sentenze della
Corte costituzionale, la n. 164/1985 e 470/1989, la legge del 230
del 1998 di riforma dell’obiezione di coscienza e la legge 64 del
2001 istitutiva del servizio civile nazionale, e con il Decreto
Legislativo n. 40 del 6 marzo 2017 sul Servizio Civile
Universale).
Dopo 45 anni dall’entrata in vigore della prima
legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare e
l’avvio del servizio civile, è il momento di sottrarre
la parola “difesa” al monopolio militare e di dare corpo ad una
politica istituzionale per la pace.
Il Dipartimento della Difesa civile, non armata e
nonviolenta ed il Ministero per la Pace sono le due gambe con le
quali cammina la necessaria visione del combinato disposto degli
articoli 11 e 52 della Costituzione: la costruzione della
Pace è il nuovo nome della Difesa della patria.
Mao Valpiana presidente del Movimento Nonviolento