Re: [Disarmo] Fwd: Rwm in Sardegna.Gli operai della fabbrica di bombe: «No alla riconversione»



Infatti non ho chiesto la linea ma il tipo di organizzazione con cui portare avanti una lotta. La linea casomai è quella che tenta di abbozzare lui. L'inizio degli anni novanta si porta dietro la sconfitta della classe operaia, la lunga repressione di un movimento. "Dopo anni di piombo solo anni di merda" tanto per sintetizzare. Diciamolo con poesia:

Poesia sugli anni di piombo e glia anni di merda

PICCOLO APPELLO AI NOSTRI BENEAMATI LETTORI
ovvero
POESIA SUGLI ANNI DI PIOMBO E GLI ANNI DI MERDA

 Eccoci qua ancora una volta
sotto gli occhi dei nostri beneamati lettori
che pigramente adagiati sfogliando
queste pagine si aspettano

 rocambolesche avventure avvincenti intrighi
passioni . struggenti inebrianti eccetera
ma scherzo naturalmente so benissimo
che il beneamato lettore è smaliziato

 è un furbone di tre cotte e matricolato
non c’è nessuno che gliela dà da bere
ne sa una più del diavolo
sa che la letteratura è menzogna

che tutte le vacche sono nere
che 2+2 non fa quasi mai quattro
che la società dello spettacolo ci ha disintegrati
mica è fesso è bastato che leggesse il titolo

e ha capito al volo immantinente
che da queste pagine sarebbe uscito
un suono aspro e dissonante
l’eco lontana di sogni dimenticati o sepolti

le cui tracce sono state accuratamente
contraffatte cancellate dissolte da un esercito
di mercenari giornalisti storicisti televisìsti
lautamente remunerati per riscrivere la storia

di un paese minacciato da un’orda sanguinaria
che voleva bruciare le banche e le chiese
mangiare i bambini e sputare sui vecchietti
e sui sacri partiti nati dalla resistenza

che voleva non lavarsi e non lavorare mai
farla finita con i valori le regole le ideologie
come stigmatizzano illustri sapientoni
e anche appendere i padroni per le palle 

e tutte le possibili nefandezze sovversive ma
spiegano le cronache falsificate d’italia
le forze dell’ordine e della civiltà
hanno infine prevalso e i biechi eversori

sono stati tutti quanti incatenati o sparati
così imparano a contestarci proclamarono
i banditi dell’arco costituzionale vittoriosi
e così i valorosi salvatoti della patria in pericolo

poterono dedicarsi indisturbati a saccheggiarla
il più straordinario saccheggio di tutti i tempi
e dall’emergenza sbocciò il nuovo rinascimento yuppíe
i magnifici anni 80 insensato da tutti gli alberoní

gli anni di merda insinuano i maldicenti gli anni
della restaurazione dell’opportunismo del cinismo
con tanti soldi cocaina fotomodelle per chi ci sta
eroina o muccíolí per chi proprio non ci sta

e tv spazzatura per rincoglionirci tutti quanti
gli anni culturalmente più vuoti e squallidi del secolo
in cui nugoli di intellettuali collaborazionisti
ben lottizzati e benissimo pagati ci rifilavano

le meraviglie dell’effimero e del postmoderno
una letteraturina da telefonini bianchi
le voci bianche del pensiero flebile
e la storia che pluf finisce proprio adesso

come ben ricordano i nostri beneamati lettori
voi lì che queste cose le sapevate tutte ovviamente
e le sopportavate sì ma con indignazione maIrepressa
scuotendo spesso la testolina e sospirando forte

e ci soffrivate un po’ anzi tantissimo in silenzio
nel silenzio dei vostri cuori e delle vostre menti
ma diciamolo pure ora che si può dirlo forte
anche voi non vedevate l’ora che le cose cambiassero

magari perfino speravate con indomito coraggio
che tutto questo puttanaio finísse prima o poi
anche se non potevate farci proprio niente ahimè
non importa lo auspicavate fermamente e spesso

ma adesso ìIproblema non è vedere quanto avete
le mani pulite non è che dovete alzarle se
avete goduto con sgarbi o pippobaudo
se berlusconi è stato il vostro modello di vita

 se vi siete pentiti del 63 o del 68
se avete pensato che il capitalismo è una figata
che la poesia è la parola innamorata
che la rivoluzione cambia il mondo solo in peggio

 e altre insostenibili leggerezze del vostro essere
questo non è Panno del terrore nessuno pensa
di tagliarvi la testa o la mano per queste inezie
son cazzi vostri giù le mani e niente paura

 perché adesso c’è ben altro da fare
dopo che la gran cuccagna è terminata
perché non c’era più niente da saccheggiare
e adesso che bisognerebbe ricominciare tutto da capo

ci ritroviamo invece di nuovo con kossiga
ipadroni che spadroneggiano impuniti
amnistie per poveri tangentisti maltrattati
un vuoto culturale e spazzatura

per cui ci appelliamo a voi beneamati lettori
adesso come altre volte in tempi bui
in cui discorrere di rivolte è quasi un delitto
ascoltateci ancora una volta con indulgenza

(1993) Nanni Balestrini





Il 06/08/2017 00:30, jure LT (via disarmo Mailing List) ha scritto:

Ho scritto che Luigi parla in chiaro, non che dà la linea.
E scusate l'interruzione, magari riprendiamo domani: il mio zoo pretendeva la cena. E l'orto l'acqua, con questo clima si lavora di notte.

Ho visto che intanto ha scritto pure Elio. Ho cominciato intanto, a leggermi il documento da cui Rossana ha pubblicato l'estratto, me lo guardo con calma. Altra epoca, operai politicizzati, visione internazionale e internazionalista. Di questo non è rimasto nulla se non tra le nostre nicchie. Era già in cantiere nel '78, non serviva che ce lo dicesse qualcuno che le BR non erano compagni di strada ma nemici del popolo. Ma i pifferai, i camerieri e i capò sono stati bravi, ché non solo le BR erano ben eterodirette. Lavora consuma crepa è diventato il dogma dilagante, nessun argine ha tenuto. Taluno perchè marcio, altri per convenienza e connivenza. Soldi a bizzeffe, pure all'operaio, che avrebbe poi pagato tutto ma nessuno poteva più farglielo capire. I devastanti anni '80, la fabbrica PMI trasformata da sapienza artigianale e conduzione e coscienza operaia a catena di montaggio di merci e operai coatti, nel passaggio generazionale del padrone e degli operai - e del sindacato, che invece di discutere con noi passava direttamente in ufficio. A 30 anni e libero da impegni, non potevo accettarlo: meglio vivere in bosco. Il famoso 'ritiro nel privato'... Tornerò in fabbrica e cantiere nel 2006, ma questa è un'altra storia.

Ora, se l'obiettivo è incidere, agire per risolvere, o come direbbero Bartali o Lenin vincere, prima di tutto non vengono metodi, discussioni, alleanze e riunioni. Prima cosa da decidere è lo scopo che ci si pone. Se lo scopo è una democrazia popolare compiuta, viva, indipendente e sovrana, come con parole grezze dice Luigi, col quale su QUESTO concordo, serve sia dichiararlo chiaro, che tracciare un ipotetico percorso per raggiungere lo scopo dato - e condiviso. Le tappe intermedie possono pure essere la difesa della Costituzione esistente, la più bella del mondo ma mai applicata - come mai? QUESTO è un vero tema di discussione - nata da un compromesso sociale di altissimo livello (questo significa 'nata dalla Resistenza', che non è un totem). O la lotta antimilitarista, che non significa solo rinunciare alle armi di offesa e legarsi le mani dietro la schiena per prendere scapellotti dal primo che capita, ma trasformare il popolo da suddito a protagonista della vita pubblica, farlo partecipe di una difesa popolare pronta ad affrontare ogni emergenza si presenti, da un terremoto alla difesa del territorio da qualsiasi pericolo si presenti (e qualche buon sistema di difesa me lo conserverei pure, sia mai). Comprendendo, ovviamente, buttar fuori dal territorio nazionale le basi militari sotto controllo straniero, e la denuncia degli accordi che non rispettano non la Costituzione, ma questo progetto di Nazione prospera e pacifica che con le basi straniere non ha nulla da spartire. Ovviamente, andrebbe ripristinata la 'leva popolare' modello svizzero, se non proprio jugoslavo o israeliano.
Dico, tanto per cominciare...
Ma in primo luogo, definire e condividere l'obiettivo finale: chi non ci sta, vada pure a discutere all'ONU di altre cose o a pescare migranti in mare per avere crediti all'università e un posto in UNHCR o ICS, o si faccia la sua Perugia-Assisi con Lotti, D'Alema, Zanotelli e retedisarmo.

Ciao, buonanotte.

Il 05/08/2017 21:51, rossana123 ha scritto:
Non mi pare proprio viste le condizioni in cui siamo. Luigi ad esempio, tu come sei organizzato? Quale lotta sei riuscito a portare avanti?
Per sentire ne abbiamo sentite tante. https://www.youtube.com/watch?v=Vr4oB0O0Dt0

Il 05/08/2017 21:38, jure LT (via disarmo Mailing List) ha scritto:

Bene, se io sussurro Luigi parla in chiaro.

Il 05/08/2017 21:22, Luigi Guasco (via disarmo Mailing List) ha scritto:
Eppure una lezione di come si esce concretamente da questi ricatti occupazionali(e relative subalternità materiali e culturali) ci viene in queste ore dal Venezuela,con la Costituente(rappresentanti dei settori produttivi e sociali)ribadiscono la proprietà comune delle risorse da usare a fini sociali;chiunque sia in grado di intendere e volere capisce che questo costituisce la premessa per ogni alternativa produttiva:non vedo da queste parti lo stesso livore che viene dedicato invece ai lavoratori subalterni nei confronti dei prenditori per conto terzi(multinazioli)anzi:come mai?;i vari comitati per i beni comuni non prendono posizione,invece di fare petizioni e raccolte di firme per convincere i camerieri dei padroni a cambiare idea(?)non indicano COSTITUENTE OVUNQUE!.
pace e bene a tutti

Il giorno 5 agosto 2017 20:47, rossana123 <rossana123 at fastwebnet.it> ha scritto:

In realtà della lettera ne parlano tutte le testate sarde. Personalmente non mi stupisce che sia stata organizzata una azione simile:

http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2017/08/04/i_dipendenti_rwm_rompono_il_silenzio_non_siamo_noi_a_causare_le_g-68-630365.html

https://www.gazzettadelsulcis.it/rwm-lettera-aperta-dei-lavoratori-basta-strumentalizzazioni-lavoriamo-nel-rispetto-delle-leggi/

Il 05/08/2017 19:55, jure LT (via disarmo Mailing List) ha scritto:

"mi pare faccia il paio con il comunicato sindacale già passato qui: "

Poco ma sicuro. Mi sembra l'avevo inviato io, ma non c'entra.
Ma, mentre quello era su carta intestata Confindustria Sardegna ed era firmato esplicitamente Confindustria Sardegna Meridionale, Cgil-Filctem e Cisl-Femca, questa breve ANSA non ha nulla che ne possa determinare il reale sostegno dei singoli lavoratori e nemmeno dell'RSA. Non mi pare differenza da poco, potrebbe pure indicare che qualcuno lì è in difficoltà e che la RWM e lo stato italiano cerchino forzature.

Jure

Il 05/08/2017 18:22, rossana123 ha scritto:


Il 05/08/2017 18:10, jure LT (via disarmo Mailing List) ha scritto:

Mi pare evidente che il comunicato ANSA, che riporti in altra mail, è un estratto, utile al governo e alla RWM, di una fantomatica lettera 'dei lavoratori' (nessuna firma, solo affermazioni numeriche incerte, spedizione tramite e-mail aziendali). La lotta continua, avanti Avvenire.

mi pare faccia il paio con il comunicato sindacale già passato qui:

 Cagliari, 13 Lug 2017 – In occasione della convocazione in via straordinaria per oggi 13 luglio del Consiglio Comunale di Iglesias per discutere del tema “Stabilimento Rwm”, Confindustria Sardegna Meridionale e le organizzazioni sindacali, Cgil-Filctem e Cisl-Femca del Sulcis Iglesiente ribadiscono fermamente il diritto dei lavoratori e della società Rwm Italia SpA ad esercitare serenamente il diritto al proprio lavoro e alla iniziativa economica.

Nel rispetto delle libertà di espressione si ritiene necessario e doveroso evidenziare come, soprattutto in un territorio già pesantemente colpito da dismissioni industriali e crisi occupazionali senza precedenti e per cui non si vedono all’orizzonte concrete prospettive di inversioni di rotta, occorra tutelare in ogni modo possibile tutte le realtà industriali legittimamente autorizzate ed operanti nel pieno rispetto delle leggi vigenti, quali la Rwm Italia SpA.

Confindustria Sardegna Meridionale, Cgil-Filctem e Cisl-Femca si dissociano fermamente da ogni iniziativa del “Comitato di Riconversione Rwm” che, se realizzata, avrà l’unico risultato di provocare la chiusura dello Stabilimento Rwm Italia di Domusnovas ed il suo trasferimento in un altro Paese dell’UE.

Considerato che tutti i “fantomatici” progetti di riconversione industriale in Sardegna non sono mai stati attuati, questa iniziativa che si stigmatizza avrà come diretta conseguenza che non ci sarà più lavoro per le 270 famiglie che oggi vivono grazie allo stabilimento né per le future famiglie che avranno un lavoro grazie agli investimenti che la società sta eseguendo nel territorio, né per le numerose imprese di appalto che oggi vivono quasi esclusivamente del lavoro fornito loro dalla Rwm Italia SpA.

E chi avrà perso alla fine saranno solo, ancora una volta, i lavoratori sardi e le imprese.

Si fa quindi appello al Sindaco della Città di Iglesias, al Consiglio ed alla Giunta Comunali affinché adempiano con senso di responsabilità al proprio ruolo di tutela dei cittadini e di garanti del diritto costituzionale al lavoro nel territorio, sostenendo, nel pieno rispetto delle leggi, a cui ogni realtà industriale deve sottostare, la crescita e lo sviluppo di una delle pochissime realtà industriali ancora rimaste nel Sulcis Iglesiente.

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