Re: [Disarmo] Fwd: Rwm in Sardegna.Gli operai della fabbrica di bombe: «No alla riconversione»




Ho scritto che Luigi parla in chiaro, non che dà la linea.
E scusate l'interruzione, magari riprendiamo domani: il mio zoo pretendeva la cena. E l'orto l'acqua, con questo clima si lavora di notte.

Ho visto che intanto ha scritto pure Elio. Ho cominciato intanto, a leggermi il documento da cui Rossana ha pubblicato l'estratto, me lo guardo con calma. Altra epoca, operai politicizzati, visione internazionale e internazionalista. Di questo non è rimasto nulla se non tra le nostre nicchie. Era già in cantiere nel '78, non serviva che ce lo dicesse qualcuno che le BR non erano compagni di strada ma nemici del popolo. Ma i pifferai, i camerieri e i capò sono stati bravi, ché non solo le BR erano ben eterodirette. Lavora consuma crepa è diventato il dogma dilagante, nessun argine ha tenuto. Taluno perchè marcio, altri per convenienza e connivenza. Soldi a bizzeffe, pure all'operaio, che avrebbe poi pagato tutto ma nessuno poteva più farglielo capire. I devastanti anni '80, la fabbrica PMI trasformata da sapienza artigianale e conduzione e coscienza operaia a catena di montaggio di merci e operai coatti, nel passaggio generazionale del padrone e degli operai - e del sindacato, che invece di discutere con noi passava direttamente in ufficio. A 30 anni e libero da impegni, non potevo accettarlo: meglio vivere in bosco. Il famoso 'ritiro nel privato'... Tornerò in fabbrica e cantiere nel 2006, ma questa è un'altra storia.

Ora, se l'obiettivo è incidere, agire per risolvere, o come direbbero Bartali o Lenin vincere, prima di tutto non vengono metodi, discussioni, alleanze e riunioni. Prima cosa da decidere è lo scopo che ci si pone. Se lo scopo è una democrazia popolare compiuta, viva, indipendente e sovrana, come con parole grezze dice Luigi, col quale su QUESTO concordo, serve sia dichiararlo chiaro, che tracciare un ipotetico percorso per raggiungere lo scopo dato - e condiviso. Le tappe intermedie possono pure essere la difesa della Costituzione esistente, la più bella del mondo ma mai applicata - come mai? QUESTO è un vero tema di discussione - nata da un compromesso sociale di altissimo livello (questo significa 'nata dalla Resistenza', che non è un totem). O la lotta antimilitarista, che non significa solo rinunciare alle armi di offesa e legarsi le mani dietro la schiena per prendere scapellotti dal primo che capita, ma trasformare il popolo da suddito a protagonista della vita pubblica, farlo partecipe di una difesa popolare pronta ad affrontare ogni emergenza si presenti, da un terremoto alla difesa del territorio da qualsiasi pericolo si presenti (e qualche buon sistema di difesa me lo conserverei pure, sia mai). Comprendendo, ovviamente, buttar fuori dal territorio nazionale le basi militari sotto controllo straniero, e la denuncia degli accordi che non rispettano non la Costituzione, ma questo progetto di Nazione prospera e pacifica che con le basi straniere non ha nulla da spartire. Ovviamente, andrebbe ripristinata la 'leva popolare' modello svizzero, se non proprio jugoslavo o israeliano.
Dico, tanto per cominciare...
Ma in primo luogo, definire e condividere l'obiettivo finale: chi non ci sta, vada pure a discutere all'ONU di altre cose o a pescare migranti in mare per avere crediti all'università e un posto in UNHCR o ICS, o si faccia la sua Perugia-Assisi con Lotti, D'Alema, Zanotelli e retedisarmo.

Ciao, buonanotte.

Il 05/08/2017 21:51, rossana123 ha scritto:
Non mi pare proprio viste le condizioni in cui siamo. Luigi ad esempio, tu come sei organizzato? Quale lotta sei riuscito a portare avanti?
Per sentire ne abbiamo sentite tante. https://www.youtube.com/watch?v=Vr4oB0O0Dt0

Il 05/08/2017 21:38, jure LT (via disarmo Mailing List) ha scritto:

Bene, se io sussurro Luigi parla in chiaro.

Il 05/08/2017 21:22, Luigi Guasco (via disarmo Mailing List) ha scritto:
Eppure una lezione di come si esce concretamente da questi ricatti occupazionali(e relative subalternità materiali e culturali) ci viene in queste ore dal Venezuela,con la Costituente(rappresentanti dei settori produttivi e sociali)ribadiscono la proprietà comune delle risorse da usare a fini sociali;chiunque sia in grado di intendere e volere capisce che questo costituisce la premessa per ogni alternativa produttiva:non vedo da queste parti lo stesso livore che viene dedicato invece ai lavoratori subalterni nei confronti dei prenditori per conto terzi(multinazioli)anzi:come mai?;i vari comitati per i beni comuni non prendono posizione,invece di fare petizioni e raccolte di firme per convincere i camerieri dei padroni a cambiare idea(?)non indicano COSTITUENTE OVUNQUE!.
pace e bene a tutti

Il giorno 5 agosto 2017 20:47, rossana123 <rossana123 at fastwebnet.it> ha scritto:

In realtà della lettera ne parlano tutte le testate sarde. Personalmente non mi stupisce che sia stata organizzata una azione simile:

http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2017/08/04/i_dipendenti_rwm_rompono_il_silenzio_non_siamo_noi_a_causare_le_g-68-630365.html

https://www.gazzettadelsulcis.it/rwm-lettera-aperta-dei-lavoratori-basta-strumentalizzazioni-lavoriamo-nel-rispetto-delle-leggi/

Il 05/08/2017 19:55, jure LT (via disarmo Mailing List) ha scritto:

"mi pare faccia il paio con il comunicato sindacale già passato qui: "

Poco ma sicuro. Mi sembra l'avevo inviato io, ma non c'entra.
Ma, mentre quello era su carta intestata Confindustria Sardegna ed era firmato esplicitamente Confindustria Sardegna Meridionale, Cgil-Filctem e Cisl-Femca, questa breve ANSA non ha nulla che ne possa determinare il reale sostegno dei singoli lavoratori e nemmeno dell'RSA. Non mi pare differenza da poco, potrebbe pure indicare che qualcuno lì è in difficoltà e che la RWM e lo stato italiano cerchino forzature.

Jure

Il 05/08/2017 18:22, rossana123 ha scritto:


Il 05/08/2017 18:10, jure LT (via disarmo Mailing List) ha scritto:

Mi pare evidente che il comunicato ANSA, che riporti in altra mail, è un estratto, utile al governo e alla RWM, di una fantomatica lettera 'dei lavoratori' (nessuna firma, solo affermazioni numeriche incerte, spedizione tramite e-mail aziendali). La lotta continua, avanti Avvenire.

mi pare faccia il paio con il comunicato sindacale già passato qui:

 Cagliari, 13 Lug 2017 – In occasione della convocazione in via straordinaria per oggi 13 luglio del Consiglio Comunale di Iglesias per discutere del tema “Stabilimento Rwm”, Confindustria Sardegna Meridionale e le organizzazioni sindacali, Cgil-Filctem e Cisl-Femca del Sulcis Iglesiente ribadiscono fermamente il diritto dei lavoratori e della società Rwm Italia SpA ad esercitare serenamente il diritto al proprio lavoro e alla iniziativa economica.

Nel rispetto delle libertà di espressione si ritiene necessario e doveroso evidenziare come, soprattutto in un territorio già pesantemente colpito da dismissioni industriali e crisi occupazionali senza precedenti e per cui non si vedono all’orizzonte concrete prospettive di inversioni di rotta, occorra tutelare in ogni modo possibile tutte le realtà industriali legittimamente autorizzate ed operanti nel pieno rispetto delle leggi vigenti, quali la Rwm Italia SpA.

Confindustria Sardegna Meridionale, Cgil-Filctem e Cisl-Femca si dissociano fermamente da ogni iniziativa del “Comitato di Riconversione Rwm” che, se realizzata, avrà l’unico risultato di provocare la chiusura dello Stabilimento Rwm Italia di Domusnovas ed il suo trasferimento in un altro Paese dell’UE.

Considerato che tutti i “fantomatici” progetti di riconversione industriale in Sardegna non sono mai stati attuati, questa iniziativa che si stigmatizza avrà come diretta conseguenza che non ci sarà più lavoro per le 270 famiglie che oggi vivono grazie allo stabilimento né per le future famiglie che avranno un lavoro grazie agli investimenti che la società sta eseguendo nel territorio, né per le numerose imprese di appalto che oggi vivono quasi esclusivamente del lavoro fornito loro dalla Rwm Italia SpA.

E chi avrà perso alla fine saranno solo, ancora una volta, i lavoratori sardi e le imprese.

Si fa quindi appello al Sindaco della Città di Iglesias, al Consiglio ed alla Giunta Comunali affinché adempiano con senso di responsabilità al proprio ruolo di tutela dei cittadini e di garanti del diritto costituzionale al lavoro nel territorio, sostenendo, nel pieno rispetto delle leggi, a cui ogni realtà industriale deve sottostare, la crescita e lo sviluppo di una delle pochissime realtà industriali ancora rimaste nel Sulcis Iglesiente.

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