[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Re: [Disarmo] Armi ai kurdi, il fantasma libico
- Subject: Re: [Disarmo] Armi ai kurdi, il fantasma libico
- From: "farabir.fb" <farabir at iii.it>
- Date: Thu, 28 Aug 2014 11:47:38 +0200
Se la ministra Mogherini avesse un po' di buon
senso ed amor proprio non accetterebbe di andare a fare la comparsa a Bruxelles
e da paravento a Berlusconi.
Renzi se li è scelti bene i collaboratori più
stretti, tutti con la vocazione al servilismo e sottomissione.
Franco
-----------------------------------------
Franco BORGHI
Via Frescobaldi 13 - 44042 CENTO
Tel. 051.6836715
Cell.348.3802633
E-mail: xenos at iii.it - farabir at iii.it
Franco BORGHI
Via Frescobaldi 13 - 44042 CENTO
Tel. 051.6836715
Cell.348.3802633
E-mail: xenos at iii.it - farabir at iii.it
----- Original Message -----
From: <rossana123 at libero.it>
To: <disarmo at peacelink.it>
Sent: Thursday, August 28, 2014 10:25
AM
Subject: [Disarmo] Armi ai kurdi, il fantasma
libico
> C’entrano invece le stellette Nato/belliche che la ministra Mogherini deve
> guadagnarsi per la corsa al dubbio onore di guidare le nuove avventure
> umanitario-petrolifere dell’Unione Europea e, insieme, un grosso favore da
> fare a Berlusconi per evitare a lui e all’Italia una possibile condanna
> Onu per la Libia
>
> di Sergio Finardi
>
> Era estate anche allora, i parlamentari avevano fretta di andare in
> vacanza e il governo cercava di infilare quante più cose poteva in leggi-
> omnibus. Ma c’era chi vigilava. La deputata Mogherini nella seduta della
> Camera del 28 luglio 2009 e la senatrice Pinotti nella seduta del Senato dell’
> 1 agosto dello stesso anno votarono entrambe contro la proposta di legge
> (n.1715) dei deputati Edmondo Cirielli (Pdl) e Stefano Stefani (Lega).
>
> La proposta di legge avrebbe potenzialmente dato al governo il controllo
> sulle armi sequestrate nel ’94 sulla Jadran Express, una nave diretta in Croa
> zia con un enorme carico illegale di armi e munizioni destinate alla guerra
> in Bosnia. Con Mogherini e Pinotti votarono contro quasi tutti gli altri par
> lamentari del Pd e, se avessero vinto, il governo sarebbe stato costretto a
> dare finalmente esecuzione a un ordine della magistratura di qualche anno
> prima che intimava la distruzione di quelle armi illegali, custodite nei
> bunker dell’isola di Santo Stefano alla Maddalena. Non bastò. La destra
> vinse e il decreto divenne la Legge 108 del 3 agosto 2009 che, all’articolo 5,
> comma 3, stabiliva:
>
> «3. Le armi, le munizioni, gli esplosivi e gli altri materiali di inte
> resse militare sequestrati e acquisiti dallo Stato a seguito di provvedi
> mento definitivo di confisca dell’autorità giudiziaria possono essere
> assegnati al ministero della difesa per finalità istituzionali, con
> decreto del ministro della giustizia, di concerto con i ministri della
> difesa e dell’economia e delle finanze[…]. Le disposizioni di cui al pre
> sente comma si applicano anche alle armi, alle munizioni, agli esplosivi e
> agli altri materiali di interesse militare per i quali, anteriormente alla
> data di entrata in vigore della presente legge, è stata disposta ma non
> ancora eseguita la distruzione».
>
> Secondo le dichiarazioni registrate dalla stampa il 21 agosto, il premier
> Renzi, la ministra degli Esteri Mogherini e della Difesa Pinotti si riferi
> rebbero paradossalmente proprio a quella legge, a cui si opposero, per
> sostenere il diritto a utilizzare quell’arsenale, mandarlo all’Iraq e forse
> ai miliziani kurdi. Oltre alle ragioni contro l’invio, costituzionali e
> logiche, esposte da Tommaso Di Francesco il 19 agosto su queste colonne,
> si possono aggiungere tre altre importanti ragioni.
>
> 1. La prima è di carattere militare: quelle armi e munizioni sovietiche,
> qualche centinaio di razzi e un po’ di missili guidati anti-carro degli
> anni 70 e 80, non avranno alcun rilievo strategico nella bilancia di quella
> situazione bellica, come ognuno può constatare dal conto dettagliato che
> ne diedi in un articolo su Altreconomia nel 2011. «Ragionevole» o irra
> gionevole che sia quell’invio, esso è prima di tutto militarmente inutile
> e in più espone l’Italia a diventare bersaglio possibile di vendette dell’
> Isis o dei suoi alleati.
>
> 2. La seconda, più importante, è relativa alla gravissima manomissione
> di una prova della possibile violazione dell’embargo Onu (Risoluzione del
> 26 febbraio 2011) sulle armi alla Libia da parte dell’Italia, proprio mentre
> — e forse non a caso — gli esperti dell’Onu vi stanno indagando.
>
> Si ricorderà infatti che, secondo rivelazioni di stampa, tra il febbraio e
> il maggio 2011, il premier Berlusconi, il ministro della Difesa La Russa e
> il capo di stato maggiore, il generale Abrate, avrebbero approvato l’invio
> di parte di quelle armi ai miliziani libici anti-Gheddafi e il governo avrebbe
> poi imposto il segreto di stato per impedire la prosecuzione di una inchie
> sta della magistratura di Tempio Pausania sull’accaduto.
>
> Quelle armi — si sospetta — dovevano servire non già a qualche forza d’
> interposizione per proteggere i civili contro l’esercito libico (teorica
> mente consentita — previa comunicazione al Consiglio di sicurezza —
> dalla risoluzione Onu del 17 marco 2011), ma più prosaicamente a far (ri)
> guadagnare all’Eni di Scaroni la «simpatia» e i contratti energetici dei
> futuri padroni di Bengasi e Tripoli (ampi fornitori di armi all’Isis e ad
> altri gruppi in Siria tra la fine del 2011 e il 2013, con l’aiuto dei servizi
> segreti «occidentali»), con gli esiti che conosciamo.
>
> 3. La terza ragione è che di quelle armi né il governo Berlusconi nel 2011,
> né quello di Renzi oggi, potevano disporre automaticamente: il dettato
> della legge del 2009 che abbiamo riportato all’inizio non dà affatto carta
> bianca ai governi, ma autorizza il ministero della Difesa a disporre delle
> armi sotto sequestro solo in presenza di un decreto «del ministro della giu
> stizia, di concerto con i ministri della difesa e dell’economia e delle
> finanze». Di un tal decreto non vi è alcuna traccia pubblica.
>
> I kurdi e l’avanzata dell’Isis non c’entrano niente con l’invio di quelle
> armi. C’entrano invece le stellette Nato/belliche che la ministra Mogherini
> deve guadagnarsi per la corsa al dubbio onore di guidare le nuove avven
> ture umanitario-petrolifere dell’Unione Europea e, insieme, un grosso favore
> da fare a Berlusconi per evitare a lui e all’Italia una possibile con
> danna Onu per la Libia.
>
>
>
> Lista Disarmo
> Per iscriversi o cancellarsi dalla lista:
> http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
Questa e-mail è priva di virus e malware perché è attiva la protezione avast! Antivirus . |
- Follow-Ups:
- Re: [Disarmo] Armi ai kurdi, il fantasma libico
- From: Jure Ellero LT <glry at ngi.it>
- Re: [Disarmo] Armi ai kurdi, il fantasma libico
- References:
- [Disarmo] Armi ai kurdi, il fantasma libico
- From: "rossana123 at libero.it" <rossana123 at libero.it>
- [Disarmo] Armi ai kurdi, il fantasma libico
- Prev by Date: [Disarmo] Armi ai kurdi, il fantasma libico
- Next by Date: Re: [Disarmo] Armi ai kurdi, il fantasma libico
- Previous by thread: [Disarmo] Armi ai kurdi, il fantasma libico
- Next by thread: Re: [Disarmo] Armi ai kurdi, il fantasma libico
- Indice: