[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Re: [Disarmo] Kurdi, la minoranza che avanza
- Subject: Re: [Disarmo] Kurdi, la minoranza che avanza
- From: Jure Ellero LT <glry at ngi.it>
- Date: Fri, 22 Aug 2014 22:10:35 +0200
Inglesi e Società delle nazioni in Iraq nel 1920 - '30 come difensori dei diritti delle minoranze? Cos'è, una battuta di Renzi?
Cito dall'articolo:<<La questione delle minoranze è stata affrontata in Iraq (si presume quindi dall'occupante britannico 1918 - 1948, mia nota) proprio per le sollecitazioni che nel 1930 venivano dalla Lega delle Nazioni per una salvaguardia dei loro diritti. Ma assunse una rilevanza cruciale già dal 1921. Sin da allora le minoranze (assiri, kurdi, turcomanni e yazidi) vennero progressivamente escluse dal processo politico di formazione dello stato>>
Partendo bene, qui G. Acconcia finisce male, attribuendo all'imperialismo britannico post prima guerra mondiale una volontà di difesa delle minoranze in iraq 'a scopo umanitario' di cui non c'è certo traccia nel comportamento coloniale britannico nelle sue infinite colonie nè allora (tanto per restare in M.O. durante la spartizione tra Francia e Gran Bretagna dell'impero Ottomano, vedasi la strumentalizzazione di Ibn Saud e Hussein-Feysal in Arabia, o dei vari popoli di Palestina, o la frammentazione della Siria nel 1919 in 5 staterelli inventati su basi etnico-religiose, metodi sconosciuti da quei popoli da millenni; per non dire del Golfo Persico da Hormuz in su fino a inventarsi con riga e compasso, utili ai propri fini strategici, i confini del Kuwait) nè in futuro, durante la II guerra mondiale e fino alla fine del suo impero, sul quale non tramontava il Sole, come oggi gli Usa. Il dividi et impera era reale e non inventato dai sunniti, e comune a tutte le potenze coloniali, allora come ora - vedi un po' cosa è stato fatto ala Jugoslavia, e poi fino ad oggi si continua a fare. Ogni popolo - non 'minoranza' - utile è stato usato, vedi gli Armeni caduti nel 1915 nella trappola inglese - francese - russa - statunitense, usati prima come carne da cannone dall'Intesa e poi lasciati sterminare dai turchi. Oggi è di nuovo la volta dei Kurdi, dati in pasto all'IS inventato oltreatlantico (e il cui leader è stato addestrato a Guantanamo), armati di mitra contro artiglieria pesante, così che una 'coalizione di volontari' potrà aiutarli, bombardando prima l'Iraq del nord e poi la Siria, dove oggi Obama dice di voler aprire 'un altro fronte', dopo aver visto un cittadino statunitense sgozzato da un suddito di Sua Maestà britannica. Due piccioni con una fava. Intanto, Israele completa l'opera di Hertzl e si collega via Siria 'liberata' direttamente alla Nato di Turchia e Georgia, Assad viene fatto fuori, e l'Iraq giammai sarà riunificato. Arabi nuovamente fuori gioco e senza Stato che non sia l'utile Saud. E via lisci verso Nord, verso Caucaso e Iran.
Quattro righe infine sulla 'formazione dell'Iraq moderno' come Acconcia definisce lo Stato arabo sorto a grsndi linee sui siti storici mesopotamici, inventato dagli inglesi. Tutta la storia dell'Iraq è contrassegnata dall'ingerenza, dall'occupazione, dagli interessi degli Imperi vincitori del primo conflitto mondiale. Non c'è stato nei fatti alcuna costituzione autonoma dello stato Iraq se non sotto controllo di detti imperi e dalla Società delle Nazioni loro espressione. Tutt'altro processo, cioè, di ciò che è stato fatto in Turchia, o entro ceryti limiti in Egitto, o nell'Iran post - Scià. La storia dell'Iraq somiglia piuttosto q quella della Siria sotto protettorato francese. Non a caso Feysal, figlio di Hussein dell'Hegiaz e posto dai francoinglesi a re di Siria, sconfitto dai francesi nel corso delle lotte arabe per l'indipendenza, fu portato a Baghdad dagli inglesi a far da re fantoccio del nuovo stato ('anche un re usato può far comodo', cit. F. Gaja). Una parvenza di Parlamento ratificava muto le decisioni dell'occupante, composto com'era da notabili locali ben pagati e dagli infiniti membri della famiglia reale di Feysal. I confini furono tracciati dall'occupante (confini naturali non ne esistono, a parte il confine con l'Iran comunque occupato da Sua Maestà). A sud il Kuwait sotto controllo inglese a chiudere lo sbocco al mare, ad ovest riga e compasso e poi invenzione della Giordania, con altro re fantoccio, a nord - zone pretolifere - popoli e confini, non a caso, frastagliati per impedire un spontaneo sentimento di unità nazionale. E proprio là, guarda caso, oggi si affaccia l'Isis. Idem per la Siria. Il controllo inglese dell'Iraq è continuato come occupazione militare fino al'48, poi con il controllo indiretto con basi militari al'interno, controllo totale ai confini e sudditanza economica: tutto il petrolio estratto veniva portato direttamente all'estero con strutture e mezzi inglesi, le raffinerie stavano ad Abadan nel'Iran sotto controllo inglese, e al 'nuovo stato' creato dagli occupanti nel 1925 non rimaneva nulla. Alla faccia della 'difesa dei popoli', e sotto gli occhi della Società delle Nazioni.
Jure Ellero Il 20/08/2014 07:41, rossana123 at libero.it ha scritto:
di Giuseppe Acconcia Mai come in questo momento sembra che la richiesta della formazione di uno stato autonomo sarà ascoltata. Con il sostegno di Israele I kurdi iracheni guadagnano posizioni, grazie ai raid Usa e all’appoggio dell’esercito regolare iracheno. Non solo, da una parte, incassano la decisione dell’Unione europea di fornire armi ai combattenti kurdi peshmerga. Dall’altra, sebbene il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) stia fornendo supporto logistico alla guerriglia kurda, il leader storico del Pkk, Adullah Ocalan, dopo la lettera del 2013 in cui chiedeva la fine della lotta armata, ha ribadito, in un documento dal carcere di Imrali (Mar di Marmara), la richiesta di chiudere il conflitto con le autorità turche. Ocalan ha ricordato che il Partito democratico popolare (Hdp) ha ottenuto il 9,8% dei voti alle elezioni di agosto, confermandosi il maggior movimento di opposizione all’invincibile Akp del presidente Recep Tayyp Erdogan. Nonostante per dieci anni, il governo centrale sciita abbia marginalizzato i kurdi iracheni, l’accordo strumentale tra Baghdad e il governo autonomo kurdo di Massud Barzani sembra ora l’unica chiave per contenere l’avanzata dei jihadisti dell’Isil (Stato islamico dell’Iraq e del Levante), appoggiati da elementi del vecchio regime di Saddam Hussein. E così, mai come in questo momento sembra che la richiesta della formazione di uno stato autonomo kurdo sarà ascoltata. Questa evenienza, da una parte, trova il sostegno israeliano, dall’altra, confligge con gli interessi turco e iraniano che temono la riattivazione dei movimenti indipendentisti kurdi, presenti nei due paesi. Israele ha appoggiato per anni la guerriglia kurda nelle province di Kermanshah e Sanandaj contro Tehran. In questi giorni, esperti israeliani appaiono continuamente in trasmissioni televisive kurde per spiegare gli eventi sul campo. Gli israeliani si feliciterebbero così della nascita di uno stato kurdo perché i kurdi sono di etnia ariana, quindi non araba. Questo a loro avviso, potrebbe ridisegnare la mappa del Medio oriente a favore dello stato di Israele. Molti dimenticano però che i kurdi sono in molti casi comunisti e in Iraq controllano una parte importante del mercato petrolifero. In particolare, i kurdi iracheni sono stati essenziali per il processo di costruzione nazionale. Che agli interessi della nascita di uno stato kurdo si frapponga il nazionalismo arabo non è una novità. Sin dalla formazione dell’Iraq moderno, le minoranze sono state considerate come dei nemici, vicini ai colonizzatori, per enfatizzare le qualità del nazionalismo arabo. La questione delle minoranze è stata affrontata in Iraq proprio per le sollecitazioni che nel 1930 venivano dalla Lega delle Nazioni per una salvaguardia dei loro diritti. Ma assunse una rilevanza cruciale già dal 1921. Sin da allora le minoranze (assiri, kurdi, turcomanni e yazidi) vennero progressivamente escluse dal processo politico di formazione dello stato. Non stupisce quindi che il nazionalismo arabo puntasse sulla rivalità verso i kurdi, ariani e legati alla Persia, per cementare l’ideologia del nuovo stato. I kurdi sfidavano la nozione di integrità territoriale del paese. In particolare, il movimento separatista dei kurdi di Mosul fomentò la contrapposizione ideologica del nazionalismo iracheno che voleva evitare a tutti i costi l’indipendenza kurda. Questa evenienza avrebbe impedito ai sunniti di continuare a tenere le redini dello stato, in parallelo con il continuo aumento della popolazione sciita. Il nazionalismo iracheno è nato così non solo sul risentimento verso le autorità coloniali britanniche, percepite come un impedimento all’autodeterminazione irachena. Ma anche in opposizione al sostegno britannico per le minoranze e la promozione dei loro diritti, percepito come parte di un /divide et impera/ che impediva lo sviluppo di uno stato iracheno autonomo. Come precondizione per l’indipendenza infatti, l’Iraq dovette dimostrare alla Lega delle Nazioni di stare salvaguardando le minoranze. I nazionalisti videro in questa richiesta un’interferenza bella e buona alla sovranità nazionale rafforzando l’idea che la Gran Bretagna stesse sostenendo le minoranze kurde per indebolire il governo di Baghdad. E così i kurdi vennero esclusi dall’ideologia nazionale (per esempio, il kurdo non veniva insegnato nelle scuole) mentre nelle campagne gli /sheikh/ tribali kurdi (/agha/) venivano «comprati» dalle autorità di Baghdad con meccanismi di inclusione clientelare. Non solo, l’indipendentismo kurdo rese necessario il rafforzamento dell’esercito centrale per garantire la sicurezza dello stato. All’interno dell’esercito, composto da coscritti, vennero incluse anche le minoranze. Armando i kurdi, ancora una volta, la comunità internazionale punta su una minoranza per ricostruire l’identità nazionale irachena. Ma questa volta i kurdi iracheni sembrano pronti ad andare fino in fondo per conquistare la loro indipendenza. Anche se questo potrebbe disintegrare l’Iraq che fin qui conosciamo. Lista Disarmo Per iscriversi o cancellarsi dalla lista: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
- References:
- [Disarmo] Kurdi, la minoranza che avanza
- From: "rossana123 at libero.it" <rossana123 at libero.it>
- [Disarmo] Kurdi, la minoranza che avanza
- Prev by Date: [Disarmo] Fwd: [Nonviolenti] Ebrei contro il massacro + Anche boicottaggio accademico + Fwd: NO all'addestramento dell'esercito israeliano in Sardegna!
- Next by Date: [Disarmo] kurdi comunisti e armi ... non italiane
- Previous by thread: [Disarmo] Kurdi, la minoranza che avanza
- Next by thread: [Disarmo] [SPF:fail] No Basi No esercitazioni d'Israele in Sardegna
- Indice: