[Disarmo] il movimento per la pace ha già salvato il mondo (temporaneamente)



da parte di Alfonso Navarra - FERMIAMO CHI SCHERZA COL FUOCO ATOMICO - c/o Campagna OSM-DPN
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Il movimento per la pace ha già salvato il mondo (solo temporaneamente)

 

L'opinione pubblica in generale, inclusi in essa i movimenti alternativi, non ha piena consapevolezza del pericolo rappresentato dalle armi nucleari e dall'apparato della deterrenza atomica.

Un luogo comune diffuso è che proprio le armi atomiche sarebbero riuscite ad impedire che la "guerra fredda" tra le due superpotenze USA e URSS degenerasse in "guerra calda".

La verità è che siamo stati molto fortunati e solo il caso ha evitato che esplodesse, per un mix di motivi politici e situazioni accidentali, un conflitto nucleare generalizzato che avrebbe sicuramente significato la fine del mondo "civile".

Il caso ed anche l'impegno dei movimenti pacifisti e nonviolenti, in particolare quello degli anni '80 contro gli "euromissili", considerato a torto "perdente" perché non riconosciuto nel suo ruolo e nei suoi risultati.

Questo giudizio di "sconfitta" accomuna molti nonviolenti e No-war, i NO-MUOS ed intellettuali come Adriano Sofri.

Oggi un libro di Eric Schlosser si propone di confutare la bufala storica di una deterrenza nucleare che avrebbe garantito la pace.

Il libro, di quasi 700 pagine, si intitola "Command and Control", ed al momento è edito solo in inglese (Allen Lane, 2013). E' basato su documenti declassificati dovuti al Freedom of Information Act.

Schlosser sottolinea che gli arsenali nucleari comportano tre rischi: un conflitto che impieghi armi atomiche; una guerra scatenata in modo accidentale; il terrorismo.

Manca un quarto aspetto, che ci permettiamo di richiamare: il nucleare cosiddetto "civile" come copertura di proliferazione militare e causa di accumulazione di enorme inquinamento radioattivo che di per sé pone a rischio la sopravvivenza della biosfera. 1 Megawatt = 1 Hiroshima di potenziale inquinante ogni anno, 1 centrale è 1.000 Megawatt di media = 1.000 Hiroshime all'anno, nel mondo sono 443 i reattori "civili" funzionanti ...

Scorie radioattive: 5 kg di plutonio basterebbero già, se ottimalmente distribuite, a sterminare l'intera popolazione italiana, in Italia dovremmo averne accumulato una 80ina di Kg (in parte spediti temporaneamente in Germania ed in Francia).

Il plutonio dimezza in circa 25.000 anni ed è pericoloso per circa 200.000: un periodo geologico in cui dovremmo riuscire a tenerlo sempre confinato.

Le scorie radioattive da "sistemare" in Italia, un Paese che ha detto No al nucleare con due referendum popolari, ammontano a 90.000 metri cubi (di cui 20.000 quelli ad alta e media attività).

Morale della favola, a partire da queste brevi note italiane: l'umanità è già estinta se non riesce presto ad inventarsi tecnologie efficaci di confinamento e trasmutazione...

Schlosser ricorda che l'effetto stabilizzante delle armi nucleari viene smentito dal fatto che il mondo è andato più volte vicino ad una guerra nucleare, sia in momenti di tensione tra USA e URSS (crisi di Berlino, Cuba 1962, contenzioso sugli euromissili), sia in circostanze del tutto casuali, determinate da falsi allarmi.

Per quanto riguarda la guerra per errore anche ne "La guerra nucleare spiegata a Greta" (di Alfonso Navarra, EMI Edizioni, 2007), è segnalato l'episodio del 1995 quando Yeltsin venne informato che gli USA avevano lanciato un attacco. Per fortuna si scoprì all'ultimo momento che si trattava del lancio di un satellite metereologico norvegese preannunciato da settimane alla Russia.

Ma Schlosser esemplifica con il 1960, quando i radar indicarono che era partito un attacco nucleare contro gli USA.

Così ricostruiscono Francesco Calogero e Giorgio La Malfa nell'articolo "Il nucleare è più di un pericolo" (Sole 24 Ore del 29 novembre 2013):

"Scattò la massima allerta. Partirono aerei e solo a pochi minuti dal punto di non ritorno, ci si rese conto che era stato male interpretato da parte dei computer il sorgere della luna. Nel 1979, i radar segnalarono l'arrivo di decine di missili sovietici, salvo scoprire che era stato inserito per sbaglio nei pc il programma di un'esercitazione".

"La Repubblica" del 2 agosto 2013, con un articolo di Ettore Livini, riporta del "discorso della Regina (Elisabetta-ndr) che annuncia la terza guerra mondiale".

Questo il sottotitolo: "Pubblicati i documenti segreti del governo britannico relativi al 1983: fantastoria da risiko? No, simulazione Nato – Gli strateghi avevano immaginato l’attacco dell’Urss in Scandinavia - Dopo la caduta del Muro, sono state sospese queste esercitazioni e i discorsi della Regina sono diventati materiale da notte degli Oscar"…

Il tono scandalistico e superficialmente ironico, giocato sulla associazione discorso di Edoardo, discorso di Elisabetta, non riesce a nascondere la sostanza della vicenda: "(L' Armageddon nucleare è una) ipotesi che quell'anno stava per diventare realtà quando l'Unione Sovietica interpretò "Able Archer 83" - un'esercitazione dell'Alleanza Atlantica - come una vera aggressione, arrivando a un passo dal lancio di ordigni tattici".

Tralasciamo la storia degli incidenti nucleari (ad esempio le varie bombe nucleari cadute dai B52 e non esplose) e concentriamoci sull'essenza del problema.

E' la logica della deterrenza nucleare in sé che ci fa danzare sull'orlo di un baratro. Da questa logica (sopravvivere ad un primo colpo del "nemico" e poi rispondere) è nata Internet che ha ora MILNET specificamente dedicata alla guerra atomica.

Il capitolo 8 de "La guerra nucleare spiegata a Greta si intitola: "La guerra nucleare per errore: nelle mani delle macchine".

Il personaggio dei dialoghi Mamma Adele così vi parla: "Il rischio di una guerra nucleare accidentale potrebbe aumentare proprio a causa di quesi sistemi computerizzati che dovrebbero evitarla... Oggi si teme che i supercomputer intelligenti ereditati dalla SDI reaganiana (lo scudo spaziale antimissile) potrebbero distruggere tutti i satelliti russi per un semplice errrore di progettazione software. All'inevitabile risposta russa si scatenerebbe una guerra forse più allucinante di quella atomica: a segnare il nostro destino potrebbero essere robot killer e armamenti autonomi".

E conclude Papà Arturo: "Gli Stati Uniti si stano dirigendo verso una pericolosa direzione: l'auomatizzazione della guerra. Ormai armamenti autonomi e robot killer non sono più fantascienza, ma rappresentano campi di ricerca in cui il governo americano sta investendo miliardi di dollari. E i prodigi della tecnologia hanno già mostrato più volte i loro limiti, portandoci vicini alla terza guerra mondiale più di quanto si possa immaginare".

Il movimento per la pace degli anni '80 in sostanza ha evitato al mondo la caduta nel precipizio. L'opposizione popolare si massa, che si espresse come un fiume in piena a livello internazionale, fu decisiva sia nel spingere Ronald Reagan a lanciare la retorica dell'"opzione zero", sia nell'influenzare la cultura del nuovo leader sovietico Gorbacev, che, recependo in parte le nostre idee, adottò la logica del disarmo unilaterale parziale che spianò la strada degli accordi INF dell'8 dicembre 1987. Il disarmo che seguì portò, in alcuni anni, le testate atomiche da oltre 100.000 unità al numero più ridotto di 20.000...

Noi antimilitaristi nonviolenti, con anni di opposizione pagati col carcere, con i campi per la pace, con le azioni dirette nonviolente, con il Cruise-watching, con le manifestazioni di massa, abbiamo aiutato il mondo a salvarsi, ma questo la maggior parte della gente non lo ha affatto capito (ignora la realtà terribile del pericolo atomico, che abbiamo rischiato davvero la guerra nucleare) e non ce lo ha pertanto riconosciuto.

Poco male. Non siamo in cerca di medaglie. Abbiamo fatto sterzare il guidatore ubriaco che, ancora imbottito dall'alcool della "deterrenza" (e della "crescita" e dell'accumulazione del massimo profitto monetario) continua nella direzione sbagliata a bordeggiare l'abisso. Non basta più tirarlo per la giacchetta affinché sterzi, dovremmo avere più forza, la forza di tirarlo giù dalla macchina, di scendere tutti per intraprendere a piedi un nuovo cammino deciso di comune accordo...

E' questo il "riconoscimento" cui aspiriamo: dare respiro, con il nostro lavoro sociale, politico e culturale, al flusso della vita naturale di cui facciamo parte, contribuire a fondare la speranza di un futuro di pace nella libertà e nella giustizia.