[Disarmo] Ecco «il mondo più sicuro»
- Subject: [Disarmo] Ecco «il mondo più sicuro»
- From: "rossana123 at libero.it" <rossana123 at libero.it>
- Date: Wed, 27 Nov 2013 19:01:50 +0100 (CET)
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Manlio Dinucci
Finalmente «si è aperta la strada verso un mondo più sicuro,
un futuro nel quale possiamo verificare che il programma
nucleare dell’Iran sia pacifico e che esso non possa costruire
un’arma nucleare»: la buona novella viene annunciata, un mese
prima di Natale, dal presidente Obama, il Premio Nobel per la
pace che ha appena reso il mondo più sicuro ordinando di
potenziare le centinaia di bombe nucleari che gli Stati uniti
mantengono in Europa: le B61-11 vengono trasformate in B61-12,
che possono essere usate anche come bombe anti-bunker in un
first strike nucleare.
Ciò rientra nella «roadmap» dell’amministrazione Obama per
mantenere la supremazia nucleare degli Stati uniti. Essi
dispongono di circa 2150 testate nucleari schierate, ossia
pronte al lancio con missili e bombardieri, più altre 2500
stoccate in depositi e rapidamente attivabili, alle quali si
aggiungono oltre 3000 ritirate ma non smantellate e quindi
riutilizzabili: in totale circa 8000 testate nucleari.
Analogo l’arsenale della Russia, la quale però ha meno testate
pronte al lancio, circa 1800. Il nuovo trattato Start tra
Stati uniti e Russia non limita il numero delle testate
nucleari operative nei due arsenali, ma solo quelle pronte al
lancio su vettori strategici con gittata superiore ai 5500 km:
il tetto è stabilito in 1550 per parte, ma è in realtà
superiore poiché ciascun bombardiere pesante viene contato
come una singola testata anche se ne trasporta venti o più. Il
trattato lascia aperta la possibilità di potenziare
qualitativamente le forze nucleari.
A tal fine gli Stati uniti stanno installando in Europa uno
«scudo» antimissili, ufficialmente per neutralizzare un
attacco iraniano (impossibile allo stato attuale), in realtà
per conseguire una vantaggio strategico sulla Russia, la quale
sta prendendo delle contromisure. Oltre a quelle statunitensi,
la Nato dispone di circa 300 testate nucleari francesi e di
225 britanniche, quasi tutte pronte al lancio.
Israele – che costituisce l’unica potenza nucleare in Medio
Oriente e, a differenza dell’Iran, non aderisce al Trattato di
non-proliferazione – possiede secondo le stime da 100 a 300
testate con relativi vettori e produce tanto plutonio da
fabbricare ogni anno 10-15 bombe tipo quella di Nagasaki;
produce anche trizio, gas radioattivo con cui si fabbricano
testate neutroniche, che provocano minore contaminazione
radioattiva ma più alta letalità.
Cresce allo stesso tempo il confronto nucleare nella regione
Asia/Pacifico, dove gli Stati uniti stanno attuando una
escalation militare. La Cina possiede un arsenale nucleare,
stimato in circa 250 testate, e circa 60 missili balistici
intercontinentali. L’India possiede circa 110 testate
nucleari; il Pakistan 120, la Corea del nord probabilmente
qualche testata.
Oltre ai nove paesi in possesso di armi nucleari, ve ne sono
almeno altri 40 in grado di costruirle. Non esiste infatti una
netta separazione tra uso civile e uso militare dell’energia
nucleare e, dai reattori, si ricavano uranio altamente
arricchito e plutonio adatti alla fabbricazione di armi
nucleari. Si calcola che se ne sia accumulata nel mondo una
quantità tale da fabbricare oltre 100mila armi nucleari, e si
continua a produrne quantità crescenti: vi sono oltre 130
reattori nucleari «civili» che producono uranio altamente
arricchito, adatto alla fabbricazione di armi nucleari.
Questo è il mondo che «diviene più sicuro» perché le 5
maggiori potenze nucleari, più la Germania (che ha fornito a
Israele i sottomarini da attacco nucleare), hanno concluso
l’accordo secondo cui «il programma nucleare iraniano sarà
esclusivamente pacifico».
(il manifesto, 26 novembre 2013)
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