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Re: [SPF:fail] Il debito e le spese militari
- Subject: Re: [SPF:fail] Il debito e le spese militari
- From: antonio bontempi <antonio at bontempi.net>
- Date: Mon, 9 Jan 2012 15:55:44 +0100
Ho letto con piacere il messaggio che rispondeva alla mia domanda "quale modello di difesa" per l'Italia.
Ritengo che sia indispensabile, in tutte le nostre argomentazioni ed iniziative, specificare in modo preciso l'obiettivo delle stesse.
Affermare: noi chiediamo non solo una riduzione delle spese militari immediate, ma un ridisegno a brevissimo termine della struttura del nostro esercito limitandolo all'effettiva difesa dei confini nazionali, tutto questo in vista nel medio termine di un suo superamento e riconversione totale è parlare chiaro. Quando si parla chiaro il senso delle richieste è immediato e sono impossibili gli equivoci e i giochetti.
Grazie Antonio On 08/gen/12, at 21:56, Alberto Stefanelli wrote:
Credo che delineare un "modello di difesa" voglia dire, in pratica, delineare che tipo di società si ha in mente.Diciamo quindi che un mondo senza eserciti basato su relazioni economiche dicooperazione anzichè di rapina mi pare un buon punto di arrivo.Per questo mi trovo molto d'accorco nel pensare di sciogliere gli eserciti ericonvertire le risorse oggi bruciate negli apparti bellici a funzioni socialmente utili.Partendo da qui credo che un buon primo passo sia un modello di difesa che rispetti il dettato costituzionale; un modello di difesa difensivo, con una riduzione quantitativa ma soprattutto qualitativa degli apparati militari.Quindi un modello di difesa che preveda forze armate ridotte ed equipaggiate con armi ed addestremento adatto al compito della difesa, per ora anchemilitare, del territorio nazionale da aggressioni militari esterne; un modello di difesa strutturalmente inadatto a funzionare come corpo dispedizione per fare guerre in giro per il mondo; un modello di difesa che NON veda le forze armate come strumento spendibile nel gioco delle realzioni internazionali o come "leva" nella difesa degli interessi economici dei padroni del vapore (eni, finmeccanica...); un modello che non affidi allostrumento militare compiti impropri come l'ordine pubblico... Ma soprattutto immagino un modello di difesa che sappia sperimentare, concretamente già da oggi, forme di difesa non armata e nonviolenta... Questo detto in due parole.Credo però che il punto centrale non sia quale proposta o quale associazione sappia scrivere la proposta più bella, più completa o più radicale. Quelloche serve è la capacità di dialogare e di ascoltarsi, per riuscire acostruire percorsi comuni che riescano - senza perdere mai di vista la metafinale - ad incidere concretamente nella realtà. Saluti di pace Alberto -----Messaggio originale----- Da: disarmo-request at peacelink.it [mailto:disarmo-request at peacelink.it]Per conto di antonio bontempi Inviato: domenica 8 gennaio 2012 16.53 A: disarmo at peacelink.it Oggetto: Re: [SPF:fail] Il debito e le spese militariUna domanda al sig. Alberto Stefanelli, che non vuole essere offensiva.Ma quale è il modello per la Difesa che proponete? Nell'ottica del vostro OTTIMO ragionamento o si precisa in modo concreto quale "difesa" si voglia, oppure, come mi sono già permesso di suggerire a questa lista, si chiede lo scioglimento e la riconversione dell'esercito per un'Italia coerentemente di Pace. Tutto il resto viene di conseguenza ... uscita dalla Nato, ecc, ecc. Antonio Salò(...) UN ALTRO MODELLO PER LA “DIFESA” Arriviamo allora al punto che più ci interessa. Le spese militari italiane (ed europee) vanno drasticamente ridotte come conseguenza di una scelta politica precisa: non vogliamo più un modello di “difesa” pensato e strutturato per fare la guerra. Sia che si tratti di quello attuale con sprechi, privilegi e spese inutili; sia che si tratti di quello più “efficace” nel fare le guerre che vorrebbero il ministro Di Paola o il gen. Roberta Pinotti (e La Russa, prima di lei). Non vogliamo più la partecipazione italiana alle guerre illegittime e alle missioni militari della Nato; vogliamo che l’Italia esca dalla Nato e questa “obsoleta” alleanza militare venga sciolta – o comunque che l’Europa scelga una postura internazionale pacifica e di cooperazione e co-sviluppo con il Mediterraneo, l’Asia, l’America latina e l’Africa. È sulla base di queste scelte politiche che affrontiamo il nodo del taglio alle spese militari. Non per arrivare a forze armate più pronte ed efficenti nel partecipare alle guerre della Nato, ma per un diverso modello di difesa. Un modello di difesa che tenga conto che con l’equivalente di 15 giorni di guerra Emergency ha realizzato in Afghanistan tre centri chirurgici, 28 ambulatori e un centro di maternità e che l’intero programma di Emergency in Afghanistan si mantiene con l’equivalente di due giorni di presenza militare italiana. Un modello di difesa che tenga conto, (...)-- Mailing list Disarmo dell'associazione PeaceLink. Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://web.peacelink.it/mailing_admin.html Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/disarmo Area tematica collegata: http://www.peacelink.it/disarmo Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: http://web.peacelink.it/policy.html -- Mailing list Disarmo dell'associazione PeaceLink. Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://web.peacelink.it/mailing_admin.html Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/disarmo Area tematica collegata: http://www.peacelink.it/disarmo Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: http://web.peacelink.it/policy.html
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- From: "Alberto Stefanelli" <media.rossa at tiscali.it>
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