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Continuare con Vicenza ...e le Donne
- Subject: Continuare con Vicenza ...e le Donne
- From: "Doriana Goracci" <doriana at inventati.org>
- Date: Thu, 12 Apr 2007 10:47:49 +0000
- Bounce-to: "Doriana Goracci" <doriana at inventati.org>
Ho letto e condiviso il contributo dei compagni di Como sulla lotta No Dal Molin e le prospettive del movimento contro la guerra infinita, dal titolo"No Dal Molin: una battaglia ancora aperta". E per questo ringrazio Ortolani dell'inoltro che mi ha stimolato oggi a scrivere. Ero a Vicenza ed ero il 17 marzo a Roma, ho fatto nei miei limiti quel che era possibile per diffondere i due appuntamenti straordinari, non ordinari, del calendario del movimento: malgrado Tutto. Come tanti. La partecipazione delle donne è stata anch'essa straordinaria e non ordinaria e non subalterna. Con questa affermazione, ripeto la mia non appartenenza a movimenti femministi o percorsi di una gioventù, ormai lontana, nel femminismo, sia nella pratica che nel pensiero: ma le contraddizioni e la discriminazione della e sulla donna le ho vissute e assimilate tutte.Faccio questa precisazione perchè assai spesso molte e molti si sono sentiti esclusi dalle lotte femministe o perchè non vissute in quanto neanche erano nati o perchè oggi appaiono distanti. Trovo quindi importante segnalare il testo di Luisa Muraro, chiarissima , lei filosofa e pensatrice. In rete ho conosciuto Thea Valentina Gardellin del comitato No Dal Molin, una tra le tante voci inascoltate dalle istituzioni vicentine e italiane. Ho raccolto allora il suo messaggio e l'ho diffuso. Ho dato forza alle sue parole e lei l'ha data a me, a noi tutti. Ho incontrato in forma del tutto privata pochi giorni fa una donna dell'Honduras, Maria Magdalena Perez Vieda, è in Italia da mesi e racconta la sua lotta di contadina e donna, chiede ascolto e solidarietà, chiede di far conoscere la loro condizione drammatica e sconosciuta ai più, portata avanti con forza e gioia come il movimento di tutto il centro e sud America sa fare: penso alla Ruta Pacifica e al movimento zapatista. Per questo oggi inoltro il testo di Luisa Muraro, come Maria Magdalena, Come Thea anch'esso chiede nei fatti come possiamo-nella misura che vogliamo, solidarietà e diffusione. Solo nello scambio reciproco e nell'attenzione costante possiamo prendere forza per continuare, non solo la resistenza alla violenza delle armi e della guerra guerreggiata e sociale ma opporci e rifiutare chi vuol fare credere che questa sia l'unica "pace" possibile da praticare. E le donne conoscono bene il peso del silenzio e della rimozione. Doriana Goracci 12.4.2007 Ricordo a tutti il sito www.altravicenza.it e www.nodalmolin.it _________________________________________________________ Dal sito della Libreria delle Donne "Vicenza si oppone al progetto del Pentagono (che i nostri governanti non hanno saputo contrastare al momento giusto) con una lotta pacifica, tenace, capillare, libera da politicismi, che vede una forte presenza di donne e la partecipazione di alcuni cittadini americani. La chiamano "politica dal basso", io la considero politica vera e propria, anzi per me e chisse' quante altre/i, oggi e' l'unica in cui vale la pena impegnarsi. Grazie ai vicentini e a quelli che li appoggiano, il paesaggio politico ha preso vita e si e' colorato di speranza. I mass-media hanno smesso di dare notizie imprecise o false sul progetto Dal Molin. La manifestazione del 17 febbraio ha mostrato la ricchezza umana del movimento, in contrasto con gli allarmismi interessati del governo. Non sono risultati da poco. Sta capitando qualcosa di nuovo e positivo anche su un altro piano. L'argomento dei favorevoli alla base Dal Molin ("ci sara' lavoro, faremo affari, ci sara' da guadagnare per tutti"), vero o falso che sia (certi pensano che, a conti fatti, sia falso), non ha fatto presa sulla popolazione. Dunque, una moltitudine di persone pensa che non si puo' inseguire l'arricchimento ad ogni costo, a costo cioe' di prestarsi come territorio e come popolazione ad una politica di guerre aggressive ("guerre preventive" questo vuol dire). Politica che e' contraria al diritto internazionale, all'Onu, alle dottrine religiose piu' sante. C'e' un limite agli affari, non si puo' dar via la civilta', la coscienza, il territorio e mettere a rischio la vita di innumerevoli persone. Il movimento di Vicenza si alimenta alle sorgenti autentiche della passione politica e si vede: c'e' voglia di riunirsi, di mettersi in rapporto con altri, c'e' fiducia reciproca, c'e' la capacita' di parlare e di contagiare. Ma e' un'impresa umana e come tale, fragile. In questi casi, si sa, i politici di professione contano sullo spegnersi dell'entusiasmo per riprendere la loro vecchia strada: aiutiamoli a sbagliarsi di grosso e a trovare la strada giusta! Scrivo queste righe per invitare chi le legge a entrare in rapporto con donne e uomini di Vicenza e a fargli sentire che la loro lotta e' anche la nostra: che a loro arrivi il nostro sostegno, che a noi arrivi il loro esempio, che si estenda e rinforzi la rete in cui circolano le idee e le energie" Luisa Muraro *************************************************************__________________________________________________________ p.s. apprendo ora, mentre stavo per inviarvi la mail, che alcune parlamentari del centrosinistra incontreranno Nancy Pelosi a Washington per parlarle della questione della seconda base americana a Vicenza e chiederle di adoperarsi a far riconsiderare il progetto, per far conoscere la questione No Dal Molin. E a mio avviso giustamente Susanne Scheidt su ListaSinistra commenta: "Che brutta notizia ! tradotta come si deve, significa che perfino quei parlamentari italiani che rappresentano l'opposizione alla cieca alleanza con i neo-con USA, non hanno alcun dubbio che a decidere sulle basi militari in territorio italiano siano gli USA. Se non presentano più la loro opposizione al progetto d'allargamento al Dal Molin al proprio pubblico, ma a quello americano, significa che non ritengono più il governo, il parlamento e le autorità giudiziarie in Italia competenti in materia. Che vadano dalla Pelosi va benissimo, ma ci dovevano andare per ricordarle di dare un posto centrale nella sua campagna elettorale allo sviluppo di un sistema sanitario pubblico negli USA. Delle basi militari in Italia invece, si devono occupare loro stessi, con il loro governo italianissimo."
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