Continuare con Vicenza ...e le Donne



Ho letto e condiviso  il contributo dei compagni di Como sulla lotta
No Dal Molin e le prospettive del movimento contro la guerra infinita,
dal titolo"No Dal Molin: una battaglia ancora aperta". E per questo
ringrazio Ortolani dell'inoltro che mi ha stimolato oggi a scrivere.

Ero a Vicenza ed ero il 17 marzo a Roma, ho fatto nei miei limiti quel
che era possibile per diffondere i due appuntamenti straordinari, non
ordinari, del calendario del movimento: malgrado Tutto. Come tanti.
La partecipazione delle donne è stata anch'essa straordinaria e non
ordinaria e non subalterna.

 Con questa affermazione, ripeto la mia non appartenenza a movimenti
femministi o percorsi di una gioventù, ormai lontana, nel femminismo,
sia nella pratica che nel pensiero: ma le contraddizioni e la
discriminazione della e sulla donna le ho vissute e assimilate
tutte.Faccio questa precisazione perchè assai spesso molte e molti si
sono sentiti esclusi dalle lotte femministe o perchè non vissute in
quanto neanche erano nati o perchè oggi appaiono distanti.
 Trovo quindi importante segnalare  il testo  di Luisa Muraro,
chiarissima , lei filosofa e pensatrice.
In rete ho conosciuto Thea Valentina Gardellin del comitato No Dal Molin,
una tra le tante voci inascoltate dalle istituzioni vicentine e
italiane. Ho raccolto allora il suo messaggio e l'ho diffuso. Ho dato
forza alle sue parole e lei l'ha data a me, a noi tutti.
Ho incontrato in forma del tutto privata pochi giorni fa una donna
dell'Honduras, Maria Magdalena Perez Vieda, è in Italia da mesi e
racconta la sua lotta di contadina e donna, chiede  ascolto e
solidarietà, chiede di far conoscere la loro condizione drammatica e
sconosciuta ai più, portata avanti  con forza e gioia come il movimento
di tutto il centro e sud America sa fare: penso alla Ruta Pacifica e
al movimento zapatista.
Per questo oggi inoltro il testo di Luisa Muraro, come Maria Magdalena,
Come Thea anch'esso chiede nei fatti come possiamo-nella misura che
vogliamo, solidarietà e diffusione. Solo nello scambio reciproco e
nell'attenzione costante possiamo prendere forza per continuare, non
solo   la resistenza alla violenza delle armi e della guerra guerreggiata
e sociale ma opporci  e  rifiutare   chi vuol fare credere che
questa sia l'unica "pace" possibile da praticare.
 E le donne conoscono bene il peso del silenzio e della rimozione.

Doriana Goracci
12.4.2007

Ricordo a tutti il sito www.altravicenza.it
e www.nodalmolin.it
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Dal sito della Libreria delle Donne

"Vicenza si oppone al progetto del Pentagono (che i nostri governanti non
hanno saputo contrastare al momento giusto) con una lotta pacifica,
tenace, capillare, libera da politicismi, che vede una forte presenza di
donne e la partecipazione di alcuni cittadini americani. La chiamano
"politica dal basso", io la considero politica vera e propria, anzi
per me e chisse' quante altre/i, oggi e' l'unica in cui vale la pena
impegnarsi.
Grazie ai vicentini e a quelli che li appoggiano, il paesaggio politico ha
preso vita e si e' colorato di speranza. I mass-media hanno smesso di
dare notizie imprecise o false sul progetto Dal Molin. La manifestazione
del 17 febbraio ha mostrato la ricchezza umana del movimento, in
contrasto con gli allarmismi interessati del governo. Non sono risultati
da poco.
Sta capitando qualcosa di nuovo e positivo anche su un altro piano.
L'argomento dei favorevoli alla base Dal Molin ("ci sara' lavoro,
faremo
affari, ci sara' da guadagnare per tutti"), vero o falso che sia (certi
pensano che, a conti fatti, sia falso), non ha fatto presa sulla
popolazione. Dunque, una moltitudine di persone pensa che non si puo'
inseguire l'arricchimento ad ogni costo, a costo cioe' di prestarsi come
territorio e come popolazione ad una politica di guerre aggressive
("guerre preventive" questo vuol dire). Politica che e' contraria al
diritto
internazionale, all'Onu, alle dottrine religiose piu' sante. C'e' un
limite
agli affari, non si puo' dar via la civilta', la coscienza, il
territorio e
mettere a rischio la vita di innumerevoli persone.
Il movimento di Vicenza si alimenta alle sorgenti autentiche della
passione politica e si vede: c'e' voglia di riunirsi, di mettersi in
rapporto con
altri, c'e' fiducia reciproca, c'e' la capacita' di parlare e di
contagiare.
Ma e' un'impresa umana e come tale, fragile. In questi casi, si sa, i
politici di professione contano sullo spegnersi dell'entusiasmo per
riprendere la loro vecchia strada: aiutiamoli a sbagliarsi di grosso e a
trovare la strada giusta!
Scrivo queste righe per invitare chi le legge a entrare in rapporto con
donne e uomini di Vicenza e a fargli sentire che la loro lotta e' anche
la nostra: che a loro arrivi il nostro sostegno, che a noi arrivi il loro
esempio, che si estenda e rinforzi la rete in cui circolano le idee e le
energie"

Luisa Muraro
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p.s. apprendo ora, mentre stavo per inviarvi la mail, che alcune
parlamentari del centrosinistra incontreranno Nancy Pelosi a Washington
per parlarle della questione della seconda base americana a Vicenza e
chiederle di adoperarsi a far riconsiderare il progetto, per far
conoscere la questione No Dal Molin.
 E  a  mio avviso giustamente Susanne Scheidt su ListaSinistra  commenta:

"Che brutta notizia ! tradotta come si deve, significa che perfino quei
parlamentari italiani che rappresentano l'opposizione alla cieca alleanza
con i neo-con USA, non hanno alcun dubbio che a decidere sulle basi
militari in territorio italiano siano gli USA. Se non presentano più la
loro opposizione al progetto d'allargamento al Dal Molin al proprio
pubblico,
ma a quello americano, significa che non ritengono più il governo, il
parlamento e le autorità giudiziarie in Italia competenti in materia. Che
vadano dalla Pelosi va benissimo, ma ci dovevano andare per ricordarle di
dare un posto centrale nella sua campagna elettorale allo sviluppo di un
sistema sanitario pubblico negli USA. Delle basi militari in Italia
invece, si devono occupare loro stessi, con il loro governo
italianissimo."