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Re: Le basi militari in Emilia Romagna
- Subject: Re: Le basi militari in Emilia Romagna
- From: "Giano. Pace Ambiente Problemi globali" <redazionegiano at fastwebnet.it>
- Date: Tue, 30 Jan 2007 19:01:37 +0100
Cara Rossana, grazie per la risposta. Il movimento soffre di improvvisazione , generosa ma poco scientifica. Tu hai molto senso della ricerca e dell'esatta esposizione. Il tema è cruciale. Conosci "Giano"? Non perdiamo il contatto. Luigi Cortesi ------------------------------------------------------------- Giano. Pace ambiente problemi globali Rivista quadrimestrale interdisciplinare via Fregene, 10, 00183 Roma Tel-fax 06/70491513 e-mail: redazionegiano at fastwebnet.it pagina web: http://www.odradek.it/giano ----- Original Message ----- From: "rossana" <rossana at comodinoposta.org> To: <disarmo at peacelink.it> Sent: Tuesday, January 30, 2007 6:43 PM Subject: Re: Le basi militari in Emilia Romagna > Vi rispondo direttamente perchè quel lavoro l'ho fatto io. > Ciò che proponete è davvero molto interessante. > So che dietro ci sarebbe da lavorare un pò, per quella inchiesta > regionale sono andata a spulciarmi interrogazioni parlamentari, > documenti, ecc. > Ci penso. > > Giano. Pace Ambiente Problemi globali ha scritto: > > Non so chi sia "rossana", ma il problema delle basi ci interessa molto. E > > magari chi ha fatto la ricerca ci scrivesse un saggio (per "Giano") sulle > > basi militari straniere in Italia (storia, accordi, limiti di segretezza e > > descrizione), conn relative cartine. Preghiamo "rossana" di risponderci o > > farci rispondere dalla persona interessata. Grazie Luigi Cortesi > > > > > > ------------------------------------------------------------- > > Giano. Pace ambiente problemi globali > > Rivista quadrimestrale interdisciplinare > > via Fregene, 10, 00183 Roma Tel-fax 06/70491513 > > e-mail: redazionegiano at fastwebnet.it pagina web: > > http://www.odradek.it/giano > > ----- Original Message ----- > > From: "rossana" <rossana at comodinoposta.org> > > To: <disarmo at peacelink.it> > > Sent: Tuesday, January 30, 2007 9:26 AM > > Subject: Le basi militari in Emilia Romagna > > > > > > > >> (Questi appunti vogliono essere un contributo alla giornata "Convegno > >> nazionale "Disarmiamoli" il 10 febbraio 2007 a Bologna". Sono stati > >> prodotti nel 2004 e hanno subito aggiunte di carattere tecnico ed > >> informativo nel mese 01/07. Si dividono in 2 parti: la prima riguarda le > >> basi ER, la seconda gli accordi nazionali e internazionali, quelli > >> interni alla NATO e al suo rapporto con l'Unione Europea.). > >> > >> Le basi NATO e USA in Italia. > >> In questa cartina fornita dal quotidiano La Stampa mancano le basi > >> militari presenti in Emilia Romagna. > >> > >> > >> > > http://www.lastampa.it/redazione/_inc/infobox.asp?indirizzo=/redazione/cmssezioni/infografica/200701images/basi_nato01g.jpg > > > >> Eppure il COFA di Poggio Renatico e il CAOC5 ivi operante, gestisce > >> tutte le attività operative militari (cioè quelle che hanno a che fare > >> con finalità militari compreso l'addestramento e l'osservazione) per la > >> difesa nazionale e di altri paesi della NATO. > >> I voli militari sia nazionali sia stranieri, ma autorizzati ad operare > >> in Italia sulla base di accordi specifici (es. 31° FW di stanza ad > >> Aviano), devovo passare attraverso il suo controllo. > >> > >> La situazione delle basi militari USA in Italia: > >> > >> L'Italia vedrebbe rafforzato il suo ruolo con l’ampliamento delle basi > >> militari già esistenti e con lo spostamento dall’estero di centri di > >> comando (il comando navale USA in Europa a Napoli, comando ad alta > >> prontezza operativa della NATO a Solbiate Olona, nuova stazione navale a > >> Taranto) > >> > >> Nel documento del Department of Defence, Base Structure Report – As Qf > >> 30 dept 02, troviamo componenti delle forze americane Army, Navy, Air > >> Force a: > >> Camp Derby, Camp Ederle, Coltano, Vicenza, Livorno, Longare, Pisa, > >> Sigonella, La Maddalena, Aviano, Maniago, Pordenone, Rovereto, San Vito > >> > > dei > > > >> Normanni (Brindisi), Vigonovo, Napoli. > >> > >> Nel documento DoD Financial Management Regulation, Volume 11°, Charter > >> 9, Annex 1, aprile 2003 con titolo “International Military Headquarters > >> > > and > > > >> Related Agencies and Administrative Agent Responsabile for Their Support > >> and for Support to U.S Elements”, troviamo: > >> > >> NATO Headquarters or Agency: Roma, Latina. > >> Regional HQ Allied Forces Southern Europe: Napoli, Verona. > >> Multinational HQ and Reaction Force HQ: Poggio Renatico, Napoli, Milano, > >> Taranto > >> Supreme Al lied Commander, Atlantic: La Spezia > >> > >> Esploriamo il territorio emiliano-romagnolo partendo dall’informazione > >> presente nel documento del Dipartimento della Difesa USA. > >> Prima tappa: Poggio Renatico (Ferrara). > >> > >> A Poggio Renatico ha sede il COFA (comando operativo delle forze aeree) > >> e il suo centro operativo (COFACO). Inizialmente la sede era a Vicenza e > >> > > la > > > >> sua data di costituzione è il 1 gennaio 1998. > >> Lo spostamento del Comando da Vicenza a Poggio Renatico ha dato luogo a > >> più interpellanze parlamentari (anni 2001 e 2002). > >> Alcune costituiscono vere e proprie sintesi storiche: > >> > >> Nel 1951 fu costituita la LVI ATAF (forza aerotattica, sciolta da > >> qualche anno) con comandi nazionali e NATO e con sede a Vicenza. > >> Nel 1962 i sistemi della difesa aerea nazionale furono integrati in > >> quelli della NATO e la LVI ne assunse il controllo sino a giungere alla > >> dimostrazione di una valida esperienza operativa durante le operazioni > >> in Bosnia e poi nella ex Jugoslavia. > >> Dal 1993 la NATO diresse operazioni nei Balcani, in particolare nel 1999 > >> furono ordinate più di 38 mila missioni di volo sui cieli della Serbia e > >> del Kosovo. > >> Dopodiché la NATO decise di spostare le sue funzioni a Ferrara dove > >> esiste un grande bunker. Il trasferimento operativo cominciò con la > >> stazione NATO > >> nel 2001 e poi nel 2002 con il COFA, comportando notevoli disagi al > >> personale militare e costi aggiuntivi per la nuova sede. > >> In particolare si è dovuto addizionare a quelli già esistenti circa 80 > >> alloggi per militari con famiglie, per il personale celibe o nubile sono > >> disponibili alloggi per 389 posti letto, e altri 187 in corso di > >> realizzazione. Altri 96 posti letto saranno disponibili per i militari > >> di truppa. > >> > >> La scelta di Poggio Renatico è stata motivata in quanto era già presente > >> una importante installazione NATO e, con finanziamenti della Alleanza > >> Atlantica, si è potuto aggiungere una sede protetta da utilizzare e > >> condividere da entità nazionali e NATO. > >> > >> Poggio Renatico era conosciuta dagli addetti ai lavori per la presenza > >> di un radar della NATO, inserito nella catena Nadge dell’Alleanza che > >> proteggeva gli spazi della Turchia e della Norvegia. Poggio aveva un > >> radar con tecnologia francese chiamato Pioppo per via dei pioppeti della > >> zona.. > >> Dalla prima metà degli anni ’90 le nuove strategie della NATO volte più > >> a SUD-EST, convincevano lo stato maggiore aeronautica a costruire nella > >> pianura ferrarese un grande e unico centro di comando e controllo di > >> tutte le operazioni aeree (incluse quelle di soccorso). > >> Il bunker (struttura stagna) doveva essere a prova di atomica e posto su > >> tre piani interrati, con una sala operativa con una trentina di computer. > >> Nasce così il COFA dove confluiscono tutti i segnali radar ubicati sul > >> territorio nazionale, ma anche quelli degli “Awacs” cioè tutto quello che > >> entra ed esce o sorvola lo spazio aereo nazionale (civile e militare). > >> Il COFA ordina l’alzata in volo su allarme degli intercettori. La sua > >> giurisdizione si spinge sino all’Ungheria e ai Balcani. > >> > >> La fase di ammodernamento del COFA e COAC 5 (5° centro operativo aereo > >> combinato della NATO per le operazioni NATO in Italia, Slovenia e > >> > > Ungheria) > > > >> è continuata sino al giugno 2004 per garantire l’alloggio delle > >> 1500-1600 persone. Il bunker attualmente è stato svuotato e per quasi > >> due anni si > >> svolgeranno lavori per la riconfigurazione degli spazi interni, per > >> l’installazione di un nuovo sistema di comando e controllo NATO ACCS (Air > >> Combat and Control System) realizzato dalla ACSI (Air Command System > >> International) joint venture di Raytheon e Thales. > >> > >> COFA e COAC 5 sono il punto di conciliazione delle catene di comando e > >> controllo nazionale e NATO e coordinano le Forze Aree in caso di > >> crisi/guerra, esercitazioni aeree, addestramento dei reparti di volo > >> italiani, operazioni di ricerca e soccorso (SAR). > >> Le funzioni del SODA, uno dei centri radar nazionale e NATO sono: > >> sorveglianza spazio aereo e, in caso di guerra impiego dei mezzi di > >> > > difesa, > > > >> in caso di pace guida dei caccia per intercettazione e riconoscimento ai > >> velivoli non autorizzati o sospetti. > >> > >> Dal COFA dipende il Centro interforze telerilevamento satellitare > >> terrestre: a Pratica di Mare è ubicato il sistema HELIOS attuato da > >> Francia, Italia e Spagna. > >> La capo commessa è la MATRA Marconi Space (Astrium) Francia e poi ci sono > >> Alenia, Telespazio, Vitrocised, Datamat e ACS per l’Italia. > >> La componente spaziale e il Centro di comando e controllo è ubicato a > >> Tolosa e nell’isola di Kerguelen (oceano indiano). > >> E’ di quest’anno (2007) la notizia che Teledife ha firmato un contratto > >> del valore di 5 milioni di euro con Selex Sistemi integrati e Selex > >> Communications per la fornitura di due posti comando mobili dotati di > >> sistema di comando, controllo e comunicazioni destinati proprio al > >> Comando Operativo di vertice Interforze (COI). Ogni posto di comando si > >> compone di due automezzi su telaio VM90, dotati di cabina protetta > >> contro il munizionamento di piccolo calibro; in un veicolo trovano posto > >> due consolle operative più una console impiegata per il monitoraggio > >> della rete di comunicazione, mentre nel secondo si trovano gli apparati > >> che permettono di mantenere i collegamenti digitali e analogici sia in > >> area, grazie a radio UHF e VHF, sia a grande distanza, attraverso i > >> sistemi satellitari. Ognuno dei due veicoli è dotato di un gruppo > >> elettrogeno carrellato; un gruppo è sufficiente per assicurare > >> l’alimentazione di tutti gli apparati, mentre il secondo ha funzioni di > >> back-up. Ciascun automezzo è dotato di navigatore GPS e telefono > >> satellitare. L’insieme può essere agevolmente rischiarato per via aerea, > >> dato che i due veicolo ed entrambi i generatori possono essere > >> trasferiti da un unico C130J. Per poter operare è necessario collegare i > >> due veicolo, cosicché il posto di comando può operare unicamente da > >> fermo. I nuovi sistemi permetteranno di garantire l’attività di comando > >> e controllo fin dai primi momenti di ogni missione, senza la necessità > >> di attendere che venga approntato un posto comando fisso. La loro > >> consegna avverrà entro la fine del 2007. > >> > >> Il radar di Poggio Renatico è stato oggetto di indagine come causa di più > >> casi di tumore: > >> > >> “Troppi casi di bambini colpiti da tumore: è giallo > >> FERRARA, 3 GENNAIO 2003 - Un'indagine epidemiologica della Asl sta > >> preoccupando Poggio Renatico, in provincia di Ferrara, dove c'è un maxi > >> radar della Nato. I casi di tumore infantile al cervello sono > >> statisticamente anomali, sopra la media attesa localmente: uno rilevato > >> > > nel > > > >> '91 e altri due nel '98. E l'amministrazione comunale, appena ricevuto > >> il rapporto dalla Asl, ha deciso di impiegare le speciali apparecchiature > >> dell'Arpa per monitorare le emissioni dell'antenna Nato”. > >> > >> > >> > > <http://www.emilianet.it/database/emilianet/emilianet2.nsf/0/75ae1076fa9a998 > > 3c1256ca3002a1341?OpenDocument>http://www.emilianet.it/database/emilianet/em > > ilianet2.nsf/0/75ae1076fa9a9983c1256ca3002a1341?OpenDocument > > > >> http://www.arpa.emr.it/piacenza/progetti.htm > >> > >> Spostiamoci e andiamo verso Parma, a Noceto. > >> > >> Nel resoconto della IV commissione permanente (Difesa) del 25 luglio > >> 2001 si legge la descrizione effettuata dal Segretario Generale della > >> > > Difesa > > > >> sull’assetto organizzativo della componente tecnico-amministrativa della > >> Difesa: a Noceto di Pama vi è uno stabilimento del polo di munizionamento. > >> > >> E’ l’Agenzia industriale della Difesa che ha sede a Roma a gestire gli > >> stabilimenti di allestimento e smilitarizzazione (di cui fa parte quello > >> > > di > > > >> Noceto e in cui si sottolinea l’attività logistica sui missili Hawk). > >> > >> Il 29 marzo 2000 in un atto del Governo si legge che tale stabilimento > >> viene destinato allo smaltimento di mine del modello Valmara 69 (secondo > >> > > la > > > >> relazione illustrativa che accompagna lo schema del decreto, i costi di > >> questa operazione – se affidato a industrie private – comporterebbero una > >> spesa cinque volte superiori), e si chiedono chiarimenti circa le mine > >> antiuomo NATO all’uranio impoverito. > >> Il 25 ottobre 2002 vi è una risposta del governo circa il ruolo dello > >> stabilimento di Baiano di Spoleto in cui si dice che il caricamento delle > >> bombe è stato effettuato a Noceto di Parma. > >> > >> In tale stabilimento si sono svolte assemblee di lavoratori che hanno > >> espresso il loro NO alla guerra. > >> > >> Anche a Piacenza, nel Polo di Mantenimento Armi Pesanti Nord, una > >> bandiera della pace ha sventolato per una notte intera per esprimere il > >> No alla guerra. > >> > >> Nella Gazzetta Ufficiale del 1998 n. 79 si illustra la riorganizzazione > >> dell’area tecnico-industriale del Ministero della Difesa in cui si prevede > >> la costituzione di un Ente dipendente dall’ispettorato logistico > >> dell’esercito nell’arsenale di Piacenza. > >> > >> In una interrogazione urgente del 12 febbraio 2001 circa l’uso di > >> ordigni e mezzi corazzati contenenti uranio impoverito, si legge che nel > >> Polo di > >> mantenimento pesante nord si provvede alla manutenzione e alla revisione > >> dei mezzi corazzati dell’esercito (anche pezzi di quelli che furono usati > >> nel Kosovo), che per tali operazioni è stato usato anche personale civile. > >> L’ARPA dovrebbe essere coinvolta in questo campo visto il ruolo che > >> rivesteed essendo specializzata nel settore radioattività, a causa della > >> presenza > >> sul territorio di competenza della centrale nucleare di Corso. > >> > >> Il 21 marzo 2003 sul quotidiano Il Giorno è apparsa la notizia di > >> assemblee dei lavoratori che si oppongono alla privatizzazione > >> dell’arsenale di Piacenza e quindi alla riduzione del personale. > >> Il 3 giugno 2004 su Libertà si legge di numerose visite presso tale Polo > >> di vari parlamentari che hanno avuto incontri anche con le RSU. > >> > >> Allo stabilimento del Polo Mantenimento Pesante Nord sono stati > >> assegnati attualmente 59.902.308 (in euro). > >> > >> Nella base militare di S. Damiano (Piacenza) vi è la Divisione caccia > >> bombardieri ricognitori ed è esattamente la sede del 50° Stormo. > >> > >> Vi sono inoltre: il 155° gruppo E.T.S. (Tornado), il 450° gruppo per i > >> servizi tecnico operativi e il 550° gruppo per i servizi logistici > >> operativi. > >> Le missioni sono di protezione e supporto alle forze alleate. Con l’uso > >> del Tornado ECR (guerra elettronica) si svolgono missioni sul territorio > >> nazionale ed estero ed esercitazioni con forze NATO. > >> Il Tornado configurazione IT ECR ha una missione dedicata al ruolo di > >> soppressione delle difese aeree nemiche SEAD (Search for Enemy Aircraft > >> Defense) e in quanto tali, montano il missile antiradar AGM-88 HARM. > >> Il 155° gruppo viene affidato a S. Damiano nel 1990 e usato in > >> operazioni contro l’Iraq (1991). E’ in quel periodo e durante una > >> operazione che > >> l’aereo del Magg. Bellini e Cap. Cuccioline viene abbattuto, > >> l’equipaggio fatto prigioniero e poi rilasciato al termine del conflitto. > >> Tale gruppo si addestra per acquisire capacità di neutralizzare con il > >> lancio di armamento dedicato le sorgenti elettromagnetiche del nemico. > >> E’ del 26 gennaio 2007 la notizia di una interrogazione parlamentare > >> sull’aeroporto di Piacenza: > >> Il 50 Stormo potrebbe lasciare Piacenza : I Tornado di stanza a Piacenza > >> dovrebbero trasferirsi a Ghedi, ma non è detto che i giochi siano del > >> tutto fatti. L’aeroporto di Piacenza, però, resterà operativo dal punto > >> di vista militare e manterrà tutte le sue potenzialità per essere pronto > >> in qualsiasi momento a garantire una base operativa a supporto di > >> missioni internazionali NATO. > >> La stessa notizia circola da più tempo: > >> http://www.filibertoputzu.it/riprende_quota_l'aeroporto_merci_sc_4604.htm > >> > >> Base della Divisione Caccia Intercettori di Cervia (Ravenna). > >> > >> Nella base di Cervia troviamoli V° Stormo con: > >> > >> 23° Gruppo caccia intercettori ogni tempo (F-16ADF), 605° Gruppo > >> squadriglia collegamenti (S208M, MB339A), 505° gruppo servizi logistici > >> operativi, 405° Gruppo servizi tecnici operativi. > >> > >> Il 5° Stormo è stato trasferito a Cervia nel 1995 e partecipa alle > >> operazioni di difesa nel settore Nord della Penisola assicurando un > >> supporto anche al settore meridionale. Vi è un periodico schieramento > >> dei suoi velivoli presso gli aeroporti di Trapani-Birgi e > >> > > Catania-Sigonella. > > > >> E’ in costante addestramento per il mantenimento della “prontezza al > >> combattimento” con esercitazioni a profilo supersonico, intercettazione > >> radar a media e bassa quota, combattimenti aerei simulati, navigazione a > >> bassa quota, tiri aria-suolo, aerocooperazione con forze di superficie, > >> rischiaramento su basi nazionali ed estere. > >> > >> Il V° Stormo con l’introduzione del Lockheed-Martin F-16ADF (Viper) e > >> Block 15ADF viene definito “combat ready” e dall’inizio dell’anno compie > >> missioni di polizia aerea attraverso intercettazioni e identificazioni > >> di aeromobili estranei(in tempo di pace), in tempo di guerra grazie alla > >> disponibilità di missili AMRAAM (gittata “medium range” elevata), può > >> affrontare azioni di combattimento. > >> Gli aerei noleggiati dall’Italia sono 30 F-16° Block 15 e 4 F-16B OCU > >> Block per 7 anni di attività. > >> Della sua manutenzione si occupano circa 200 persone, 150 sottufficiali > >> specializzati dell’AM e 50 civili americani. Gli F-16 italiani sono quelli > >> che hanno prestato servizio a Torrejon in Spagna e avrebbero potuto > >> essere trasferiti a Crotone. > >> Tutti i velivoli compreso la versione F-16B (esemplare biposto del Block > >> 15) sono idonei alla missione di difesa aerea e all’impiego del cannone > >> General Electric M61A1 “Vulcan” da 20 mm con 515 colpi, all’impiego del > >> missile aria-aria a corto raggio Raytheon AIM-9L ed AIM-9L/I “Sindewinder” > >> e di quello a medio raggio Raytheon (Hughes) AIM-120B “Stammer” (AMRAAM). > >> L’impiego di missili aria-superficie viene lasciato ai Tornado IDS e > >> all’AMX “Ghibli”. > >> Tutti i piloti hanno effettuato il loro addestramento al Viper sulla > >> Davis-Monthan Air Force Base di Tucson (Arizona). > >> Il forte potere aspirante dell’ F-16 mette a rischio le persone anche a > >> 8 metri di distanza quando il motore è acceso, per questo i piazzali sono > >> stati disegnati con semicerchi di colore rosso per delimitarne la zona.. > >> Sempre a proposito di sicurezza il serbatoio interno al velivolo > >> contiene 25 litri di idrazina utilizzata per utilizzare la turbinetta di > >> emergenza, > >> per cui in caso di perdita sono state avviate procedure per bonificare > >> il terreno, pompieri e addetti alla manutenzione e supervisori americani. > >> > > Il > > > >> carburante del biposto arriva a 952 kg di carburante. > >> > >> Ma nell’aeroporto di Cervia si sono dovute apportare diverse novità, > >> dall’allargamento della pista a 45 metri alla adeguazione del sistema di > >> illuminazione, agli ausili per l’atterraggio (anche per via della nebbia > >> > > > > > >> presente da ottobre a marzo circa). > >> La difesa delle installazioni di Cervia si affida alla vicinanza di un > >> reggimento HAWK dell’Esercito e a procedure di allarme. > >> Il WOC (Wing Operation Centre) è il punto nevralgico della base, un > >> edificio (bunker) protetto e dotato di docce e polveri anti-NBC. La Combat > >> Room è il suo locale principale, sede delle comunicazioni e informazioni. > >> Si trovano poi l’aula briefing, una intelligence, una impianti, sala > >> NAV, una mensa, il dormitorio e la sala STO (Survise To Operate). > >> In totale il personale dovrebbe essere di 800 fra uomini e donne. > >> > >> Nel Consiglio comunale di Cervia sono stati discussi più ordini del > >> giorno che avevano come contenuti i pericoli derivanti dall’ inquinamento > >> acustico, > >> elettromagnetico e vari rischi ambientali. > >> Nella risposta ad uno di essi (gruppo consiliare Verde) del 2003, > >> l’allora Col. Pil. Responsabile della base, scrisse di improbabili > >> rischi di tale > >> natura (compreso l’uso di uranio impoverito). > >> Sono state effettuate visite ispettive di gruppi parlamentari. > >> > >> Nel frattempo la base di Cervia viene usata per l’addestramento di > >> piloti provenienti dagli Stati europei dell’Est nell’ambito di una > >> maggiore integrazione tra le forze NATO. > >> Una descrizione: > >> > >> 2006/10/10. Dal 2 al 13 Ottobre, presso il 5° Stormo di Cervia, si sono > >> rischierati 3 MIG-29 Ungheresi del 59° Tactical Fighter Wing per > >> partecipare all'esercitazione LONG STEP 2006. E' stata la prima assoluta > >> per uno squadrone di caccia ungherese sul suolo italiano. I tre Mig, un > >> biposto (26) e due monoposto (18 e 21), sono stati accompagnati da 2 > >> AN-26 che hanno trasportato uomini e materiale per il supporto logistico. > >> L'esercitazione, inquadrata nel programma NUEX (N.A.T.O. UNIT EXCHANGE), > >> ha avuto come finalita' ultima lo scambio di esperienze in ambito della > >> difesa aerea. I MIG-29 hanno potuto confrontarsi con gli F-16 ADF del > >> 23° Gruppo Caccia Intercettori di Cervia ma anche con amx del 32° > >> Stormo, EF-2000 del 4°Stormo e Tornado di vari reparti. Dopo i primi > >> giorni di permanenza durante i quali sono state svolte missioni di > >> ambientamento, si sono svolte missioni di crescente complessita' > >> partendo da combattimenti 1 vs 1 BFM (Basic Fighter Manouvers), 2 vs 2 > >> ACM (Advanced Combat Manouvers) fino all'organizzazione di una vera e > >> propria esercitazione COMAO (COMposite Air Ops) all'interno della quale > >> sono stati simulati scenari complessi come quelli di Escort e CAP, > >> supportati dai Centri Radar della Difesa Aerea, dal COFA di Poggio > >> Renatico e con la partecipazione "offensive" di alcuni siti antiaerei. > >> Viste le ore di manutenzione per ore volate di cui ha bisogno il > >> Fulcrum, anche il personale di terra e' stato duramente impegnato per > >> riuscire ad assicurare le 2 missioni al giorno che sono state schedulate > >> tutti i giorni per due settimane. > >> La LONG STEP 06 e' stata anche la prima occasione che ha avuto il > >> personale della forza aerea ungherese di ammirare l'EF-2000 e a > >> giudicare dalla folla che si e' creata appena atterrati i due esemplari > >> provenienti da Grosseto, e' stato sicuramente apprezzato. > >> > >> Arriviamo a Rimini: > >> > >> E’ presente l’ 83° centro SAR (Search and Rescue – Ricerca e soccorso) > >> con la squadriglia collegamenti 15° dotata di elicotteri (HH-3F). > >> Le tipologie di intervento SAR riguardano il soccorso in zone isolate, > >> trasporti sanitari urgenti, ricerca e soccorso in mare, SAR terrestri e > >> > > per > > > >> aeromobili. > >> Nella missione denominata “operazione Babilonia” l'Aeronautica impiega > >> elicotteri HH-3F corazzati e con equipaggi specializzati in operazioni > >> > > SAR. > > > >> L’attività di Ricerca e Soccorso avviene anche in concorso con altri > >> Dicasteri competenti in materia di Soccorso e Protezione Civile. > >> > >> Presso Rimini era presente il gruppo logistico USA per l’attivazione di > >> bombe nucleari, di questa passata presenza vi è traccia in interrogazioni > >> parlamentari. Una vicenda che fa venire in mente quanto poco si sappia > >> di ciò che si decide nel territorio nazionale, una conferma viene dalle > >> dichiarazioni del Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale > >> Armamenti. Il 23 luglio 2001 dichiara che l’Alleanza atlantica ha sempre > >> affermato la necessità di una difesa missilistica costruita a strati e > >> di vario genere (scudo spaziale) e ammette la disponibilità di un > >> > > programma > > > >> MEADS (Medium Extend Air Defence System) approvato già nella scorsa > >> legislatura (centrosinistra). > >> > >> Per l’esperienza maturata sia in campo nazionale sia internazionale, > >> l’83° Centro Combat Sar viene considerato uno dei migliori reparti > >> specializzati Combat SAR della NATO. > >> > >> Si vuole ricordare qui la presenza del comando della Brigata Friuli che > >> partirà in missione per l’operazione Antica Babilonia. > >> > >> La Friuli porta in Iraq circa 1.600 persone dei reggimenti: 66° fanteria > >> aeromobile Trieste di Forlì, Savoia Cavalleria di Grosseto, 7° AVES Vega > >> > > di > > > >> Rimini e reparto comando e supporti tattici della brigata. Completano il > >> contingente: il 6° reggimento genio pionieri, il 10° reggimento trasporti, > >> assetti specialistici delle trasmissioni, NBC, CIMIC, incursori del 9° > >> reggimento Col Moschin, una compagnia del reggimento S.Marco della Marina, > >> il 6° ROA dell'Aeronautica e i carabinieri del reggimento MSU, per un > >> totale di circa 3.000 uomini: > >> > >> La Brigata Aeromobile "Friuli" è una delle Grandi Unità che la Forza > >> Armata annovera fra le forze proiettabili. Nel 2004 si è completato il > >> processo di riconversione da unità meccanizzata in aeromobile. E’ > >> dislocata in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana, si compone > >> di due reggimenti elicotteri, uno di fanteria aeromobile ed uno di > >> cavalleria di linea. > >> > >> Inoltre nel territorio emiliano-romagnolo è situata sul Monte Cimone > >> (MODENA) una stazione telecomunicazioni gestita dall’Aeronautica > >> Militare Italiana ma che viene usata anche per scopi civili. > >> http://www.area.fi.cnr.it/r&f/n9/bonasoni.htm > >> > >> Bologna e Modena sono le sedi dei due club del Comitato Atlantico per > >> l’Emilia Romagna. > >> Il Comitato Atlantico è un Ente che svolge da cinquanta anni un attività > >> di studio, formazione ed informazione, sui temi di politica estera, > >> sicurezza ed economia internazionale, relativi all'Alleanza Atlantica. > >> > >> IL VINCOLO DI SEGRETEZZA INTORNO AI TRATTATI CHE DISCIPLINANO L’USO > >> DELLE BASI MILITARI AMERICANE/NATO IN ITALIA. > >> > >> “E’ ora di dire basta a quei patti firmati solo dal Governo e non > >> sottoposti al parlamento. Intese che riguardano le basi di truppe e > >> accesso ai missili. Si conoscono solo alcune clausole: si dice che gli > >> Stati si impegnano a prestarsi assistenza reciproca. Si prevede > >> l’impiego di consiglieri militari in Italia. Roba da Vietnam”. (prof. > >> Motzo ex Ministro) > >> > >> Accordi: sulla base dell'art. 80 della Costituzione non sono ammissibili > >> operazioni di “diplomazia segreta” > >> 1995: “Shell agreement”. > >> Vi è scritto della nuova base di Solbiate, Taranto, Napoli. > >> > >> Alcuni accordi internazionali classificati segreti dovrebbero essere > >> resi pubblici: > >> > >> accordi del 1957 per la concessione della base di Sigonella > >> accordi del 1959 per la installazione dei missili Jupiter a testata > >> > > nucleare > > > >> accordi del 1972 per la cessione della base dei sommergibili nucleari > >> della Maddalena > >> accordi per la base dei missili Cruise a Comiso > >> > >> Comitato Parlamentare per i Servizi di informazione e di sicurezza, 1995 > >> Parte della Relazione: > >> > >> PREMESSA. > >> > >> Lo Stato democratico ha diritto alla ricerca di informazioni riservate > >> ed all’acquisizione di notizie in qualsiasi modo rilevanti per la difesa > >> della propria integrità e della sicurezza pubblica. > >> > >> LA DISCIPLINA DEL SEGRETO DI STATO. > >> > >> Ciò conferma la vigenza ancora attuale delle norme risalenti al 1941 che > >> infatti coprono, all’interno della nozione più ampia, l’ambito specifico > >> del segreto militare. Ma il Regio decreto del 1941 offre una definizione > >> ed una disciplina del segreto militare, in relazione a finalità > >> belliche, evidentemente eccezionali, limitate nel tempo e in un contesto > >> di straordinarietà che è incompatibile con i principi costituzionali. > >> (G. MOTZO, Regime giuridico delle basi militari NATO e di altri Stati > >> nel territorio nazionale alla luce delle vigenti disposizioni > >> costituzionali e degli accordi internazionali conclusi dall'Italia, in > >> Le basi militari della NATO e di paesi esteri in Italia, Camera dei > >> Deputati, Roma 1990, p. 37). > >> > >> LA DUPLICE DELEGA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E LE FUNZIONI DI > >> AUTORITA’ NAZIONALE PER LA SICUREZZA. > >> > >> Alcuni accordi in ambito NATO ne hanno regolato (vertice del Servizio > >> segreto militare) l’esercizio nei rapporti tra il Governo italiano e i > >> Governi dei paesi alleati. Si è realizzato così un innesco. Gli accordi > >> internazionali hanno definito un sistema di segretazione relativo a > >> documenti ed informazioni, che nell’ordinamento italiano poteva essere > >> ricondotto sia al Regio decreto legislativo del 1941 sia alle previsioni > >> del codice penale. > >> L’ Autorità nazionale per la sicurezza è una figura che ha avuto una > >> origine entro l’organizzazione NATO. Nell’ordinamento italiano essa è > >> stata soltanto recepita da circolari riservate. Dopo il 1977, la > >> situazione di fatto si è mantenuta identica, pur essendo mutato il > >> regime legislativo. > >> > >> IL COMPITO DI SOVRAINTENDENTE. > >> > >> L’assenza di una distinzione tra le funzioni attinenti al segreto di > >> Stato e quelle dei Servizi di informazione e di sicurezza è ereditata > >> dalla prassi, dalle circolari riservate e dalla disciplina legislativa > >> anteriore alla legge n. 801 del 1977. > >> > >> I Servizi di Informazione e Sicurezza > >> > >> > > <http://www.interno.it/sezioni/attivita/sicurezza/s_000000119.htm>http://www > > .interno.it/sezioni/attivita/sicurezza/s_000000119.htm > > > >> TRATTATO DEL NORD ATLANTICO > >> > >> Washington D.C., 4 aprile 1949 > >> > >> Le Parti del presente Trattato, riaffermando la propria fede negli scopi > >> e nei principi della Carta delle Nazioni Unite, ed il desiderio di > >> vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi, decisi a > >> salvaguardare la libertà dei propri popoli, il proprio retaggio comune e > >> la propria civiltà, fondati sui principi della democrazia, sulle libertà > >> individuali e sul predominio del diritto, desiderosi di favorire nella > >> regione dell'Atlantico settentrionale il benessere e la stabilità, > >> decisi a riunire i loro sforzi per la loro difesa collettiva e per il > >> mantenimento della pace e della sicurezza, hanno siglato d'intesa il > >> presente Trattato del Nord Atlantico. > >> > >> L’assetto delle forze dell’Alleanza > >> Da: NUOVO CONCETTO STRATEGICO DELL’ALLEANZA ATLANTICA. > >> Consiglio del Nord Atlantico, Washington D.C., 23 e 24 aprile 1999 > >> > >> Linee direttive per l’assetto delle forze dell’Alleanza. > >> > >> b. la distribuzione geografica delle forze in tempo di pace assicurerà > >> una presenza militare sufficiente in ogni parte del territorio > >> dell’Alleanza, compresa la possibilità di stazionamento e dispiegamento > >> di forze fuori dai territori e dalle acque nazionali e in previsione di > >> proiezioni di forze dove e quando necessaria. > >> 60. L’interazione fra le forze dell’Alleanza e l’ambiente civile (sia > >> governativo che non), in cui esse operano, è cruciale per il successo > >> delle operazioni. La cooperazione civile-militare è interdipendente: > >> mezzi militari sono richiesti sempre di più per assistere le autorità > >> civili; allo stesso tempo il supporto civile alle operazioni militari è > >> importante per la logistica, le comunicazioni, il supporto sanitario e > >> le relazioni pubbliche. > >> 62. La suprema garanzia della sicurezza degli Alleati è fornita dalle > >> forze nucleari strategiche dell’Alleanza, in particolare da quelle degli > >> Stati Uniti; le forze nucleari indipendenti della Gran Bretagna e della > >> Francia. > >> 63. Un assetto delle forze nucleari dell’Alleanza che sia credibile e la > >> possibilità di dimostrare la solidarietà alleata e il comune impegno > >> nella prevenzione della guerra continuano a richiedere, da parte degli > >> Alleati europei interessati, una diffusa partecipazione ai compiti > >> nucleari nella pianificazione collettiva della difesa, all’insediamento > >> di armi nucleari sui propri territori in tempo di pace e al dispositivo > >> di comando, di controllo e consultazione. L’Alleanza manterrà quindi > >> adeguate forze nucleari in Europa. > >> 64. Le forze nucleari della NATO non hanno più alcun paese come > >> obiettivo. Ciò nonostante la NATO manterrà, al minimo livello > >> consistente con il contesto di sicurezza predominante, adeguate forze > >> sub-strategiche dislocate in Europa, che costituiranno un collegamento > >> essenziale con le forze strategiche nucleari, rafforzando il rapporto > >> transatlantico. > >> > >> ACCORDI riguardanti l’ITALIA/NATO/USA e utilizzo delle basi: > >> > >> NATO: 4 aprile 1949: Trattato ratificato con la legge del 1 agosto 1949 > >> n. 465. Prevede la creazione di una organizzazione militare di difesa > >> fra tutti i paesi aderenti. Convenzione sullo Statuto delle forze (SOFA) > >> formata a Londra nel 1951 e ratificata dall’Italia nel 1955. > >> BASI: Trattato Italia-USA (BIA) del 1954 (segreto). Disciplina l’uso > >> delle armate statunitensi nelle infrastrutture concesse loro in uso. > >> 2 febbraio1995 accordo Italia-USA che riguarda le basi USA sul > >> territorio italiano. E’ lo SHELL-AGREEMENT: sancisce poteri precisi del > >> comandante italiano della base, mentre il comando operativo spetta a > >> quello americano. Considerazioni sullo spazio aereo, il controllo del > >> traffico aereo si deve svolgere secondo le regole e modalità stabilite > >> dalle autorità italiane. Le installazioni sono poste sotto il comando > >> italiano anche se il comando USA esercita il controllo pieno sul > >> personale, l’equipaggiamento e le operazioni statunitensi. Il vertice > >> americano deve preventivamente informare il comando italiano in merito a > >> tutte le attività di rilievo, particolarmente alle attività operative e > >> di addestramento nonché ad avvenimenti o inconvenienti che dovessero > >> verificarsi. Alcune di questi aspetti sono stati approvati con vari > >> Memorandum d’intesa, tecnici e locali per regolamentare l’uso delle > >> singole basi. Per la base di Aviano sono stati stipulati il Memorandum > >> d’uso nel 1956 e nel 1993 e 1994. > >> 15 dicembre 1995. Memorandum d’intesa stipulato fra il Ministro della > >> Difesa italiano e il Comando Supremo delle forze alleate in Europa > >> (SHAPE). Riguarda la fornitura di supporto logistico alle Forze esterne > >> in transito o temporaneamente stanziate sul territorio italiano in > >> applicazione del piano “Joint Endeavour” di SACEUR. E’ stato usato per > >> la copertura delle operazioni in Bosnia e in Kosovo, e hanno avuto come > >> appendici tre sottoaccordi con le tre Forze armate. > >> > >> Nel marzo 1999 il governo D’Alema, a seguito della strage del Cermis, > >> annunciò l’abolizione del segreto sul trattato bilaterale > >> italo-americano del 1954 e su quello del 1995. L’accordo è rimasto > >> > > segreto. > > > >> 13 aprile 1999: rapporto della commissione bilaterale Tricarico – > >> Pruher. Questo rapporto nasce dopo l’incidente del Cermis e contiene > >> raccomandazioni inerenti le attività di volo di velivoli militari > >> statunitensi. > >> > >> Sempre dopo questa vicenda, in un documento scritto da due comandanti > >> militari e intitolato “Sovranità dello Stato: implicazioni negli accordi > >> internazionali”, si legge: > >> > >> La presenza di Forze alleate nel territorio dello Stato viene accettata > >> e disciplinata da accordi/trattati internazionali bilaterali che non > >> hanno il rango necessario e sufficiente per modificare la sovranità > >> nazionale ma che sono lo strumento indispensabile per raggiungere quegli > >> scopi sopranazionali prioritari irraggiungibili da un singolo Stato. > >> Sempre all’interno della sovranità nazionale trova il naturale alveo il > >> modo paritetico e reciproco in cui avviene il conferimento delle > >> attribuzioni tra diverse nazioni alleate che, peraltro, si realizza > >> soltanto all’interno di una mera “concessione in uso” di alcune > >> infrastrutture e/o nello svolgimento di mansioni ufficiali connesse alle > >> primarie attività dell’alleanza. In tale contesto è da evidenziare che > >> la sovranità degli Stati è già riconosciuta dal NATO SOFA sin dal > >> lontano 1951, anno della sua emanazione. > >> > >> I pochi no dell’Italia agli USA: > >> > >> 1985: Craxi risponde no alle richieste dei militari USA circa la > >> consegna di esponenti dell’OLP atterrati all’aeroporto di Sigonella. > >> L'Isola è suolo italiano e non americano e sempre Craxi (1986) a negare > >> le basi militari ed il sorvolo dello spazio aereo a Reagan per > >> bombardare la Libia. > >> "Tante cose possono essere riviste o rinegoziate, senza dare adito a > >> strumentalizzazioni, all’impressione che si rompa la solidarietà. Per > >> Lampedusa, è in corso una trattativa con gli americani e forse, fin da > >> subito, la base di orientamento marittimo può essere messa sotto comando > >> italiano". > >> > >> STATUS DEI QUARTIERI GENERALI MILITARI INTERNAZIONALI NEL TERRITORIO > >> ITALIANO > >> > >> Decreto del Presidente della repubblica 18 settembre 1962, n. 2083 > >> Gazzetta Ufficiale, 9 luglio, n. 1985. > >> > >> Esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano ed il Comando supremo > >> alleato in Europa degli Stati membri del Trattato dell'Atlantico del > >> Nord sulle particolari condizioni di installazione e di funzionamento > >> nel territorio italiano dei Quartieri generali militari internazionali > >> che vi sono o che vi potranno essere installati, firmato a Parigi il 26 > >> luglio 1961. > >> > >> Articolo 1. Definizioni. > >> > >> Nel testo del presente Accordo: > >> a) per "Convenzione", si intende la convenzione fra gli Stati > >> partecipanti al Trattato dell'Atlantico del Nord sullo statuto delle > >> loro Forze, firmata a Londra il 19 giugno 1951; > >> b) per "Protocollo" si intende il protocollo sullo statuto dei Quartieri > >> generali militari internazionali istituiti in virtù del Trattato > >> dell'Atlantico del Nord, firmato a Parigi il 28 agosto 1952; > >> c) l'abbreviazione "SHAPE" significa "Supreme Headquarters Allied Powers > >> Europe" (Quartiere Generale Supremo Potenze Alleate in Europa); > >> d) per "Quartiere Generale interalleato" si intende SHAPE ed ogni > >> Quartier generale militare internazionale dipendente direttamente da > >> SHAPE nonchè ogni altro Quartier generale militare internazionale > >> dipendente da SHAPE, per il quale sia applicabile il "Protocollo" in > >> seguito a decisione del Consiglio Nord Atlantico. > >> > >> Articolo 2. Dislocazione dei Quartieri Generali Interalleati. > >> > >> La dislocazione, nonchè gli eventuali spostamenti, in tempo di pace, dei > >> Quartieri Generali Interalleati in territorio italiano, verranno > >> stabiliti in seguito ad accordi diretti tra il Governo italiano e SHAPE. > >> > >> Articolo 4. Immunità. > >> > >> Agendo nello spirito del paragrafo 2 dell'art. XI del Protocollo e > >> subordinatamente alle limitazioni ivi indicate, il Governo italiano > >> riconoscerà che i beni immobili e mobili dei Quartieri Generali > >> Interalleati saranno immuni da perquisizioni, requisizioni, confisca, > >> sequestro, esproprio e da qualsiasi provvedimento cautelare. > >> > >> Articolo 5. Immunità e privilegi del personale di rango elevato. > >> > >> a) Gli ufficiali generali ed ammiragli di nazionalità non italiana, che > >> svolgono funzioni di alta responsabilità presso i Quartieri Generali > >> interalleati, godranno, per quanto concerne gli atti compiuti durante il > >> loro servizio nella loro qualità ufficiale entro i limiti della loro > >> competenza (ivi compresi i loro scritti e le loro parole), del > >> trattamento previsto in materia giurisdizionale dagli atti e dalle > >> consuetudini internazionali applicabili in materia. Nell'ambito delle > >> esenzioni e privilegi riconosciuti dalle consuetudini internazionali e > >> dagli accordi in vigore, essi godranno fra l'altro: > >> 1) della inviolabilità delle carte e documenti personali; > >> 2) delle facilitazioni inerenti al cambio ed alla valuta, simili a > >> quelle concesse ai funzionari del Corpo diplomatico; > >> 3) le stesse facilitazioni godute dai funzionari del Corpo diplomatico, > >> per quanto riguarda il bagaglio personale. > >> > >> b) il Governo italiano, di comune accordo con lo SHAPE, compilerà un > >> elenco delle persone di cui alla lettera a). > >> > >> Articolo 9. Contratti per servizi. > >> > >> a) L'espletamento dei servizi interessanti l'attività dei Quartieri > >> Generali Interalleati, quali la manutenzione, la pulizia e servizi > >> similari, affidati a terzi, dovrà essere regolato sotto la forma > >> dell'appalto. Con apposite clausole sarà vietato il sub-appalto e sarà > >> sancito l'obbligo degli appaltatori di osservare nei confronti del > >> personale, a pena di decadenza del contratto, le disposizioni di legge > >> sulla tutela del lavoro ed i contratti collettivi vigenti per il settore > >> di attività più affine. Di tali appalti i Quartieri Generali > >> Interalleati daranno comunicazione all'Ispettorato del lavoro > >> territorialmente competente. > >> > >> b) I Quartieri Generali Interalleati faciliteranno, nei limiti del > >> possibile e compatibilmente con le esigenze della sicurezza, il compito > >> di vigilanza devoluto agli ispettori del lavoro. > >> > >> SECURITY WITHIN THE NORTH ATLANTIC TREATY ORGANISATION (NATO) > >> http://www.statewatch.org/news/2006/sep/nato-sec-classifications.pdf > >> > >> L’Unione Europea e la NATO hanno siglato “l'accordo di sicurezza di > >> EU/NATO”, requisito preliminare per il braccio militare dell'UE (seconda > >> colonna) e per avere accesso alla NATO. > >> Accordo fra Unione Europea e la NATO sulla sicurezza delle informazioni. > >> Sicurezza e protezione delle informazioni classificate scambiate fra la > >> NATO e UE. > >> A testo integrale: EU/NATO > >> http://www.statewatch.org/news/2003/jun/eunato15764.pdf > >> http://www.statewatch.org/news/2003/jun/nato10006.en03.pdf > >> http://www.statewatch.org/news/2001/mar/05775.pdf > >> > >> -- > >> Mailing list Disarmo dell'associazione PeaceLink. > >> Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > >> Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/disarmo/maillist.html > >> Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/disarmo/index.html > >> Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > >> http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html > >> > >> > >> > >> -- > >> No virus found in this incoming message. > >> Checked by AVG Free Edition. > >> Version: 7.5.432 / Virus Database: 268.17.14/657 - Release Date: > >> > > 29/01/2007 9.04 > > > > > > -- > > Mailing list Disarmo dell'associazione PeaceLink. > > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > > Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/disarmo/maillist.html > > Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/disarmo/index.html > > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html > > > > > > > > > > -- > Mailing list Disarmo dell'associazione PeaceLink. > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/disarmo/maillist.html > Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/disarmo/index.html > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html > > > > -- > No virus found in this incoming message. > Checked by AVG Free Edition. > Version: 7.5.432 / Virus Database: 268.17.14/657 - Release Date: 29/01/2007 9.04 > >
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