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Re: Le basi militari in Emilia Romagna
- Subject: Re: Le basi militari in Emilia Romagna
- From: "Giano. Pace Ambiente Problemi globali" <redazionegiano at fastwebnet.it>
- Date: Tue, 30 Jan 2007 17:18:26 +0100
Non so chi sia "rossana", ma il problema delle basi ci interessa molto. E magari chi ha fatto la ricerca ci scrivesse un saggio (per "Giano") sulle basi militari straniere in Italia (storia, accordi, limiti di segretezza e descrizione), conn relative cartine. Preghiamo "rossana" di risponderci o farci rispondere dalla persona interessata. Grazie Luigi Cortesi ------------------------------------------------------------- Giano. Pace ambiente problemi globali Rivista quadrimestrale interdisciplinare via Fregene, 10, 00183 Roma Tel-fax 06/70491513 e-mail: redazionegiano at fastwebnet.it pagina web: http://www.odradek.it/giano ----- Original Message ----- From: "rossana" <rossana at comodinoposta.org> To: <disarmo at peacelink.it> Sent: Tuesday, January 30, 2007 9:26 AM Subject: Le basi militari in Emilia Romagna > (Questi appunti vogliono essere un contributo alla giornata "Convegno > nazionale "Disarmiamoli" il 10 febbraio 2007 a Bologna". Sono stati > prodotti nel 2004 e hanno subito aggiunte di carattere tecnico ed > informativo nel mese 01/07. Si dividono in 2 parti: la prima riguarda le > basi ER, la seconda gli accordi nazionali e internazionali, quelli > interni alla NATO e al suo rapporto con l'Unione Europea.). > > Le basi NATO e USA in Italia. > In questa cartina fornita dal quotidiano La Stampa mancano le basi > militari presenti in Emilia Romagna. > > http://www.lastampa.it/redazione/_inc/infobox.asp?indirizzo=/redazione/cmssezioni/infografica/200701images/basi_nato01g.jpg > > Eppure il COFA di Poggio Renatico e il CAOC5 ivi operante, gestisce > tutte le attività operative militari (cioè quelle che hanno a che fare > con finalità militari compreso l'addestramento e l'osservazione) per la > difesa nazionale e di altri paesi della NATO. > I voli militari sia nazionali sia stranieri, ma autorizzati ad operare > in Italia sulla base di accordi specifici (es. 31° FW di stanza ad > Aviano), devovo passare attraverso il suo controllo. > > La situazione delle basi militari USA in Italia: > > L'Italia vedrebbe rafforzato il suo ruolo con l’ampliamento delle basi > militari già esistenti e con lo spostamento dall’estero di centri di > comando (il comando navale USA in Europa a Napoli, comando ad alta > prontezza operativa della NATO a Solbiate Olona, nuova stazione navale a > Taranto) > > Nel documento del Department of Defence, Base Structure Report – As Qf > 30 dept 02, troviamo componenti delle forze americane Army, Navy, Air > Force a: > Camp Derby, Camp Ederle, Coltano, Vicenza, Livorno, Longare, Pisa, > Sigonella, La Maddalena, Aviano, Maniago, Pordenone, Rovereto, San Vito dei > Normanni (Brindisi), Vigonovo, Napoli. > > Nel documento DoD Financial Management Regulation, Volume 11°, Charter > 9, Annex 1, aprile 2003 con titolo “International Military Headquarters and > Related Agencies and Administrative Agent Responsabile for Their Support > and for Support to U.S Elements”, troviamo: > > NATO Headquarters or Agency: Roma, Latina. > Regional HQ Allied Forces Southern Europe: Napoli, Verona. > Multinational HQ and Reaction Force HQ: Poggio Renatico, Napoli, Milano, > Taranto > Supreme Al lied Commander, Atlantic: La Spezia > > Esploriamo il territorio emiliano-romagnolo partendo dall’informazione > presente nel documento del Dipartimento della Difesa USA. > Prima tappa: Poggio Renatico (Ferrara). > > A Poggio Renatico ha sede il COFA (comando operativo delle forze aeree) > e il suo centro operativo (COFACO). Inizialmente la sede era a Vicenza e la > sua data di costituzione è il 1 gennaio 1998. > Lo spostamento del Comando da Vicenza a Poggio Renatico ha dato luogo a > più interpellanze parlamentari (anni 2001 e 2002). > Alcune costituiscono vere e proprie sintesi storiche: > > Nel 1951 fu costituita la LVI ATAF (forza aerotattica, sciolta da > qualche anno) con comandi nazionali e NATO e con sede a Vicenza. > Nel 1962 i sistemi della difesa aerea nazionale furono integrati in > quelli della NATO e la LVI ne assunse il controllo sino a giungere alla > dimostrazione di una valida esperienza operativa durante le operazioni > in Bosnia e poi nella ex Jugoslavia. > Dal 1993 la NATO diresse operazioni nei Balcani, in particolare nel 1999 > furono ordinate più di 38 mila missioni di volo sui cieli della Serbia e > del Kosovo. > Dopodiché la NATO decise di spostare le sue funzioni a Ferrara dove > esiste un grande bunker. Il trasferimento operativo cominciò con la > stazione NATO > nel 2001 e poi nel 2002 con il COFA, comportando notevoli disagi al > personale militare e costi aggiuntivi per la nuova sede. > In particolare si è dovuto addizionare a quelli già esistenti circa 80 > alloggi per militari con famiglie, per il personale celibe o nubile sono > disponibili alloggi per 389 posti letto, e altri 187 in corso di > realizzazione. Altri 96 posti letto saranno disponibili per i militari > di truppa. > > La scelta di Poggio Renatico è stata motivata in quanto era già presente > una importante installazione NATO e, con finanziamenti della Alleanza > Atlantica, si è potuto aggiungere una sede protetta da utilizzare e > condividere da entità nazionali e NATO. > > Poggio Renatico era conosciuta dagli addetti ai lavori per la presenza > di un radar della NATO, inserito nella catena Nadge dell’Alleanza che > proteggeva gli spazi della Turchia e della Norvegia. Poggio aveva un > radar con tecnologia francese chiamato Pioppo per via dei pioppeti della > zona.. > Dalla prima metà degli anni ’90 le nuove strategie della NATO volte più > a SUD-EST, convincevano lo stato maggiore aeronautica a costruire nella > pianura ferrarese un grande e unico centro di comando e controllo di > tutte le operazioni aeree (incluse quelle di soccorso). > Il bunker (struttura stagna) doveva essere a prova di atomica e posto su > tre piani interrati, con una sala operativa con una trentina di computer. > Nasce così il COFA dove confluiscono tutti i segnali radar ubicati sul > territorio nazionale, ma anche quelli degli “Awacs” cioè tutto quello che > entra ed esce o sorvola lo spazio aereo nazionale (civile e militare). > Il COFA ordina l’alzata in volo su allarme degli intercettori. La sua > giurisdizione si spinge sino all’Ungheria e ai Balcani. > > La fase di ammodernamento del COFA e COAC 5 (5° centro operativo aereo > combinato della NATO per le operazioni NATO in Italia, Slovenia e Ungheria) > è continuata sino al giugno 2004 per garantire l’alloggio delle > 1500-1600 persone. Il bunker attualmente è stato svuotato e per quasi > due anni si > svolgeranno lavori per la riconfigurazione degli spazi interni, per > l’installazione di un nuovo sistema di comando e controllo NATO ACCS (Air > Combat and Control System) realizzato dalla ACSI (Air Command System > International) joint venture di Raytheon e Thales. > > COFA e COAC 5 sono il punto di conciliazione delle catene di comando e > controllo nazionale e NATO e coordinano le Forze Aree in caso di > crisi/guerra, esercitazioni aeree, addestramento dei reparti di volo > italiani, operazioni di ricerca e soccorso (SAR). > Le funzioni del SODA, uno dei centri radar nazionale e NATO sono: > sorveglianza spazio aereo e, in caso di guerra impiego dei mezzi di difesa, > in caso di pace guida dei caccia per intercettazione e riconoscimento ai > velivoli non autorizzati o sospetti. > > Dal COFA dipende il Centro interforze telerilevamento satellitare > terrestre: a Pratica di Mare è ubicato il sistema HELIOS attuato da > Francia, Italia e Spagna. > La capo commessa è la MATRA Marconi Space (Astrium) Francia e poi ci sono > Alenia, Telespazio, Vitrocised, Datamat e ACS per l’Italia. > La componente spaziale e il Centro di comando e controllo è ubicato a > Tolosa e nell’isola di Kerguelen (oceano indiano). > E’ di quest’anno (2007) la notizia che Teledife ha firmato un contratto > del valore di 5 milioni di euro con Selex Sistemi integrati e Selex > Communications per la fornitura di due posti comando mobili dotati di > sistema di comando, controllo e comunicazioni destinati proprio al > Comando Operativo di vertice Interforze (COI). Ogni posto di comando si > compone di due automezzi su telaio VM90, dotati di cabina protetta > contro il munizionamento di piccolo calibro; in un veicolo trovano posto > due consolle operative più una console impiegata per il monitoraggio > della rete di comunicazione, mentre nel secondo si trovano gli apparati > che permettono di mantenere i collegamenti digitali e analogici sia in > area, grazie a radio UHF e VHF, sia a grande distanza, attraverso i > sistemi satellitari. Ognuno dei due veicoli è dotato di un gruppo > elettrogeno carrellato; un gruppo è sufficiente per assicurare > l’alimentazione di tutti gli apparati, mentre il secondo ha funzioni di > back-up. Ciascun automezzo è dotato di navigatore GPS e telefono > satellitare. L’insieme può essere agevolmente rischiarato per via aerea, > dato che i due veicolo ed entrambi i generatori possono essere > trasferiti da un unico C130J. Per poter operare è necessario collegare i > due veicolo, cosicché il posto di comando può operare unicamente da > fermo. I nuovi sistemi permetteranno di garantire l’attività di comando > e controllo fin dai primi momenti di ogni missione, senza la necessità > di attendere che venga approntato un posto comando fisso. La loro > consegna avverrà entro la fine del 2007. > > Il radar di Poggio Renatico è stato oggetto di indagine come causa di più > casi di tumore: > > “Troppi casi di bambini colpiti da tumore: è giallo > FERRARA, 3 GENNAIO 2003 - Un'indagine epidemiologica della Asl sta > preoccupando Poggio Renatico, in provincia di Ferrara, dove c'è un maxi > radar della Nato. I casi di tumore infantile al cervello sono > statisticamente anomali, sopra la media attesa localmente: uno rilevato nel > '91 e altri due nel '98. E l'amministrazione comunale, appena ricevuto > il rapporto dalla Asl, ha deciso di impiegare le speciali apparecchiature > dell'Arpa per monitorare le emissioni dell'antenna Nato”. > > <http://www.emilianet.it/database/emilianet/emilianet2.nsf/0/75ae1076fa9a998 3c1256ca3002a1341?OpenDocument>http://www.emilianet.it/database/emilianet/em ilianet2.nsf/0/75ae1076fa9a9983c1256ca3002a1341?OpenDocument > http://www.arpa.emr.it/piacenza/progetti.htm > > Spostiamoci e andiamo verso Parma, a Noceto. > > Nel resoconto della IV commissione permanente (Difesa) del 25 luglio > 2001 si legge la descrizione effettuata dal Segretario Generale della Difesa > sull’assetto organizzativo della componente tecnico-amministrativa della > Difesa: a Noceto di Pama vi è uno stabilimento del polo di munizionamento. > > E’ l’Agenzia industriale della Difesa che ha sede a Roma a gestire gli > stabilimenti di allestimento e smilitarizzazione (di cui fa parte quello di > Noceto e in cui si sottolinea l’attività logistica sui missili Hawk). > > Il 29 marzo 2000 in un atto del Governo si legge che tale stabilimento > viene destinato allo smaltimento di mine del modello Valmara 69 (secondo la > relazione illustrativa che accompagna lo schema del decreto, i costi di > questa operazione – se affidato a industrie private – comporterebbero una > spesa cinque volte superiori), e si chiedono chiarimenti circa le mine > antiuomo NATO all’uranio impoverito. > Il 25 ottobre 2002 vi è una risposta del governo circa il ruolo dello > stabilimento di Baiano di Spoleto in cui si dice che il caricamento delle > bombe è stato effettuato a Noceto di Parma. > > In tale stabilimento si sono svolte assemblee di lavoratori che hanno > espresso il loro NO alla guerra. > > Anche a Piacenza, nel Polo di Mantenimento Armi Pesanti Nord, una > bandiera della pace ha sventolato per una notte intera per esprimere il > No alla guerra. > > Nella Gazzetta Ufficiale del 1998 n. 79 si illustra la riorganizzazione > dell’area tecnico-industriale del Ministero della Difesa in cui si prevede > la costituzione di un Ente dipendente dall’ispettorato logistico > dell’esercito nell’arsenale di Piacenza. > > In una interrogazione urgente del 12 febbraio 2001 circa l’uso di > ordigni e mezzi corazzati contenenti uranio impoverito, si legge che nel > Polo di > mantenimento pesante nord si provvede alla manutenzione e alla revisione > dei mezzi corazzati dell’esercito (anche pezzi di quelli che furono usati > nel Kosovo), che per tali operazioni è stato usato anche personale civile. > L’ARPA dovrebbe essere coinvolta in questo campo visto il ruolo che > rivesteed essendo specializzata nel settore radioattività, a causa della > presenza > sul territorio di competenza della centrale nucleare di Corso. > > Il 21 marzo 2003 sul quotidiano Il Giorno è apparsa la notizia di > assemblee dei lavoratori che si oppongono alla privatizzazione > dell’arsenale di Piacenza e quindi alla riduzione del personale. > Il 3 giugno 2004 su Libertà si legge di numerose visite presso tale Polo > di vari parlamentari che hanno avuto incontri anche con le RSU. > > Allo stabilimento del Polo Mantenimento Pesante Nord sono stati > assegnati attualmente 59.902.308 (in euro). > > Nella base militare di S. Damiano (Piacenza) vi è la Divisione caccia > bombardieri ricognitori ed è esattamente la sede del 50° Stormo. > > Vi sono inoltre: il 155° gruppo E.T.S. (Tornado), il 450° gruppo per i > servizi tecnico operativi e il 550° gruppo per i servizi logistici > operativi. > Le missioni sono di protezione e supporto alle forze alleate. Con l’uso > del Tornado ECR (guerra elettronica) si svolgono missioni sul territorio > nazionale ed estero ed esercitazioni con forze NATO. > Il Tornado configurazione IT ECR ha una missione dedicata al ruolo di > soppressione delle difese aeree nemiche SEAD (Search for Enemy Aircraft > Defense) e in quanto tali, montano il missile antiradar AGM-88 HARM. > Il 155° gruppo viene affidato a S. Damiano nel 1990 e usato in > operazioni contro l’Iraq (1991). E’ in quel periodo e durante una > operazione che > l’aereo del Magg. Bellini e Cap. Cuccioline viene abbattuto, > l’equipaggio fatto prigioniero e poi rilasciato al termine del conflitto. > Tale gruppo si addestra per acquisire capacità di neutralizzare con il > lancio di armamento dedicato le sorgenti elettromagnetiche del nemico. > E’ del 26 gennaio 2007 la notizia di una interrogazione parlamentare > sull’aeroporto di Piacenza: > Il 50 Stormo potrebbe lasciare Piacenza : I Tornado di stanza a Piacenza > dovrebbero trasferirsi a Ghedi, ma non è detto che i giochi siano del > tutto fatti. L’aeroporto di Piacenza, però, resterà operativo dal punto > di vista militare e manterrà tutte le sue potenzialità per essere pronto > in qualsiasi momento a garantire una base operativa a supporto di > missioni internazionali NATO. > La stessa notizia circola da più tempo: > http://www.filibertoputzu.it/riprende_quota_l'aeroporto_merci_sc_4604.htm > > Base della Divisione Caccia Intercettori di Cervia (Ravenna). > > Nella base di Cervia troviamoli V° Stormo con: > > 23° Gruppo caccia intercettori ogni tempo (F-16ADF), 605° Gruppo > squadriglia collegamenti (S208M, MB339A), 505° gruppo servizi logistici > operativi, 405° Gruppo servizi tecnici operativi. > > Il 5° Stormo è stato trasferito a Cervia nel 1995 e partecipa alle > operazioni di difesa nel settore Nord della Penisola assicurando un > supporto anche al settore meridionale. Vi è un periodico schieramento > dei suoi velivoli presso gli aeroporti di Trapani-Birgi e Catania-Sigonella. > E’ in costante addestramento per il mantenimento della “prontezza al > combattimento” con esercitazioni a profilo supersonico, intercettazione > radar a media e bassa quota, combattimenti aerei simulati, navigazione a > bassa quota, tiri aria-suolo, aerocooperazione con forze di superficie, > rischiaramento su basi nazionali ed estere. > > Il V° Stormo con l’introduzione del Lockheed-Martin F-16ADF (Viper) e > Block 15ADF viene definito “combat ready” e dall’inizio dell’anno compie > missioni di polizia aerea attraverso intercettazioni e identificazioni > di aeromobili estranei(in tempo di pace), in tempo di guerra grazie alla > disponibilità di missili AMRAAM (gittata “medium range” elevata), può > affrontare azioni di combattimento. > Gli aerei noleggiati dall’Italia sono 30 F-16° Block 15 e 4 F-16B OCU > Block per 7 anni di attività. > Della sua manutenzione si occupano circa 200 persone, 150 sottufficiali > specializzati dell’AM e 50 civili americani. Gli F-16 italiani sono quelli > che hanno prestato servizio a Torrejon in Spagna e avrebbero potuto > essere trasferiti a Crotone. > Tutti i velivoli compreso la versione F-16B (esemplare biposto del Block > 15) sono idonei alla missione di difesa aerea e all’impiego del cannone > General Electric M61A1 “Vulcan” da 20 mm con 515 colpi, all’impiego del > missile aria-aria a corto raggio Raytheon AIM-9L ed AIM-9L/I “Sindewinder” > e di quello a medio raggio Raytheon (Hughes) AIM-120B “Stammer” (AMRAAM). > L’impiego di missili aria-superficie viene lasciato ai Tornado IDS e > all’AMX “Ghibli”. > Tutti i piloti hanno effettuato il loro addestramento al Viper sulla > Davis-Monthan Air Force Base di Tucson (Arizona). > Il forte potere aspirante dell’ F-16 mette a rischio le persone anche a > 8 metri di distanza quando il motore è acceso, per questo i piazzali sono > stati disegnati con semicerchi di colore rosso per delimitarne la zona.. > Sempre a proposito di sicurezza il serbatoio interno al velivolo > contiene 25 litri di idrazina utilizzata per utilizzare la turbinetta di > emergenza, > per cui in caso di perdita sono state avviate procedure per bonificare > il terreno, pompieri e addetti alla manutenzione e supervisori americani. Il > carburante del biposto arriva a 952 kg di carburante. > > Ma nell’aeroporto di Cervia si sono dovute apportare diverse novità, > dall’allargamento della pista a 45 metri alla adeguazione del sistema di > illuminazione, agli ausili per l’atterraggio (anche per via della nebbia > presente da ottobre a marzo circa). > La difesa delle installazioni di Cervia si affida alla vicinanza di un > reggimento HAWK dell’Esercito e a procedure di allarme. > Il WOC (Wing Operation Centre) è il punto nevralgico della base, un > edificio (bunker) protetto e dotato di docce e polveri anti-NBC. La Combat > Room è il suo locale principale, sede delle comunicazioni e informazioni. > Si trovano poi l’aula briefing, una intelligence, una impianti, sala > NAV, una mensa, il dormitorio e la sala STO (Survise To Operate). > In totale il personale dovrebbe essere di 800 fra uomini e donne. > > Nel Consiglio comunale di Cervia sono stati discussi più ordini del > giorno che avevano come contenuti i pericoli derivanti dall’inquinamento > acustico, > elettromagnetico e vari rischi ambientali. > Nella risposta ad uno di essi (gruppo consiliare Verde) del 2003, > l’allora Col. Pil. Responsabile della base, scrisse di improbabili > rischi di tale > natura (compreso l’uso di uranio impoverito). > Sono state effettuate visite ispettive di gruppi parlamentari. > > Nel frattempo la base di Cervia viene usata per l’addestramento di > piloti provenienti dagli Stati europei dell’Est nell’ambito di una > maggiore integrazione tra le forze NATO. > Una descrizione: > > 2006/10/10. Dal 2 al 13 Ottobre, presso il 5° Stormo di Cervia, si sono > rischierati 3 MIG-29 Ungheresi del 59° Tactical Fighter Wing per > partecipare all'esercitazione LONG STEP 2006. E' stata la prima assoluta > per uno squadrone di caccia ungherese sul suolo italiano. I tre Mig, un > biposto (26) e due monoposto (18 e 21), sono stati accompagnati da 2 > AN-26 che hanno trasportato uomini e materiale per il supporto logistico. > L'esercitazione, inquadrata nel programma NUEX (N.A.T.O. UNIT EXCHANGE), > ha avuto come finalita' ultima lo scambio di esperienze in ambito della > difesa aerea. I MIG-29 hanno potuto confrontarsi con gli F-16 ADF del > 23° Gruppo Caccia Intercettori di Cervia ma anche con amx del 32° > Stormo, EF-2000 del 4°Stormo e Tornado di vari reparti. Dopo i primi > giorni di permanenza durante i quali sono state svolte missioni di > ambientamento, si sono svolte missioni di crescente complessita' > partendo da combattimenti 1 vs 1 BFM (Basic Fighter Manouvers), 2 vs 2 > ACM (Advanced Combat Manouvers) fino all'organizzazione di una vera e > propria esercitazione COMAO (COMposite Air Ops) all'interno della quale > sono stati simulati scenari complessi come quelli di Escort e CAP, > supportati dai Centri Radar della Difesa Aerea, dal COFA di Poggio > Renatico e con la partecipazione "offensive" di alcuni siti antiaerei. > Viste le ore di manutenzione per ore volate di cui ha bisogno il > Fulcrum, anche il personale di terra e' stato duramente impegnato per > riuscire ad assicurare le 2 missioni al giorno che sono state schedulate > tutti i giorni per due settimane. > La LONG STEP 06 e' stata anche la prima occasione che ha avuto il > personale della forza aerea ungherese di ammirare l'EF-2000 e a > giudicare dalla folla che si e' creata appena atterrati i due esemplari > provenienti da Grosseto, e' stato sicuramente apprezzato. > > Arriviamo a Rimini: > > E’ presente l’ 83° centro SAR (Search and Rescue – Ricerca e soccorso) > con la squadriglia collegamenti 15° dotata di elicotteri (HH-3F). > Le tipologie di intervento SAR riguardano il soccorso in zone isolate, > trasporti sanitari urgenti, ricerca e soccorso in mare, SAR terrestri e per > aeromobili. > Nella missione denominata “operazione Babilonia” l'Aeronautica impiega > elicotteri HH-3F corazzati e con equipaggi specializzati in operazioni SAR. > L’attività di Ricerca e Soccorso avviene anche in concorso con altri > Dicasteri competenti in materia di Soccorso e Protezione Civile. > > Presso Rimini era presente il gruppo logistico USA per l’attivazione di > bombe nucleari, di questa passata presenza vi è traccia in interrogazioni > parlamentari. Una vicenda che fa venire in mente quanto poco si sappia > di ciò che si decide nel territorio nazionale, una conferma viene dalle > dichiarazioni del Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale > Armamenti. Il 23 luglio 2001 dichiara che l’Alleanza atlantica ha sempre > affermato la necessità di una difesa missilistica costruita a strati e > di vario genere (scudo spaziale) e ammette la disponibilità di un programma > MEADS (Medium Extend Air Defence System) approvato già nella scorsa > legislatura (centrosinistra). > > Per l’esperienza maturata sia in campo nazionale sia internazionale, > l’83° Centro Combat Sar viene considerato uno dei migliori reparti > specializzati Combat SAR della NATO. > > Si vuole ricordare qui la presenza del comando della Brigata Friuli che > partirà in missione per l’operazione Antica Babilonia. > > La Friuli porta in Iraq circa 1.600 persone dei reggimenti: 66° fanteria > aeromobile Trieste di Forlì, Savoia Cavalleria di Grosseto, 7° AVES Vega di > Rimini e reparto comando e supporti tattici della brigata. Completano il > contingente: il 6° reggimento genio pionieri, il 10° reggimento trasporti, > assetti specialistici delle trasmissioni, NBC, CIMIC, incursori del 9° > reggimento Col Moschin, una compagnia del reggimento S.Marco della Marina, > il 6° ROA dell'Aeronautica e i carabinieri del reggimento MSU, per un > totale di circa 3.000 uomini: > > La Brigata Aeromobile "Friuli" è una delle Grandi Unità che la Forza > Armata annovera fra le forze proiettabili. Nel 2004 si è completato il > processo di riconversione da unità meccanizzata in aeromobile. E’ > dislocata in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana, si compone > di due reggimenti elicotteri, uno di fanteria aeromobile ed uno di > cavalleria di linea. > > Inoltre nel territorio emiliano-romagnolo è situata sul Monte Cimone > (MODENA) una stazione telecomunicazioni gestita dall’Aeronautica > Militare Italiana ma che viene usata anche per scopi civili. > http://www.area.fi.cnr.it/r&f/n9/bonasoni.htm > > Bologna e Modena sono le sedi dei due club del Comitato Atlantico per > l’Emilia Romagna. > Il Comitato Atlantico è un Ente che svolge da cinquanta anni un attività > di studio, formazione ed informazione, sui temi di politica estera, > sicurezza ed economia internazionale, relativi all'Alleanza Atlantica. > > IL VINCOLO DI SEGRETEZZA INTORNO AI TRATTATI CHE DISCIPLINANO L’USO > DELLE BASI MILITARI AMERICANE/NATO IN ITALIA. > > “E’ ora di dire basta a quei patti firmati solo dal Governo e non > sottoposti al parlamento. Intese che riguardano le basi di truppe e > accesso ai missili. Si conoscono solo alcune clausole: si dice che gli > Stati si impegnano a prestarsi assistenza reciproca. Si prevede > l’impiego di consiglieri militari in Italia. Roba da Vietnam”. (prof. > Motzo ex Ministro) > > Accordi: sulla base dell'art. 80 della Costituzione non sono ammissibili > operazioni di “diplomazia segreta” > 1995: “Shell agreement”. > Vi è scritto della nuova base di Solbiate, Taranto, Napoli. > > Alcuni accordi internazionali classificati segreti dovrebbero essere > resi pubblici: > > accordi del 1957 per la concessione della base di Sigonella > accordi del 1959 per la installazione dei missili Jupiter a testata nucleare > accordi del 1972 per la cessione della base dei sommergibili nucleari > della Maddalena > accordi per la base dei missili Cruise a Comiso > > Comitato Parlamentare per i Servizi di informazione e di sicurezza, 1995 > Parte della Relazione: > > PREMESSA. > > Lo Stato democratico ha diritto alla ricerca di informazioni riservate > ed all’acquisizione di notizie in qualsiasi modo rilevanti per la difesa > della propria integrità e della sicurezza pubblica. > > LA DISCIPLINA DEL SEGRETO DI STATO. > > Ciò conferma la vigenza ancora attuale delle norme risalenti al 1941 che > infatti coprono, all’interno della nozione più ampia, l’ambito specifico > del segreto militare. Ma il Regio decreto del 1941 offre una definizione > ed una disciplina del segreto militare, in relazione a finalità > belliche, evidentemente eccezionali, limitate nel tempo e in un contesto > di straordinarietà che è incompatibile con i principi costituzionali. > (G. MOTZO, Regime giuridico delle basi militari NATO e di altri Stati > nel territorio nazionale alla luce delle vigenti disposizioni > costituzionali e degli accordi internazionali conclusi dall'Italia, in > Le basi militari della NATO e di paesi esteri in Italia, Camera dei > Deputati, Roma 1990, p. 37). > > LA DUPLICE DELEGA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E LE FUNZIONI DI > AUTORITA’ NAZIONALE PER LA SICUREZZA. > > Alcuni accordi in ambito NATO ne hanno regolato (vertice del Servizio > segreto militare) l’esercizio nei rapporti tra il Governo italiano e i > Governi dei paesi alleati. Si è realizzato così un innesco. Gli accordi > internazionali hanno definito un sistema di segretazione relativo a > documenti ed informazioni, che nell’ordinamento italiano poteva essere > ricondotto sia al Regio decreto legislativo del 1941 sia alle previsioni > del codice penale. > L’ Autorità nazionale per la sicurezza è una figura che ha avuto una > origine entro l’organizzazione NATO. Nell’ordinamento italiano essa è > stata soltanto recepita da circolari riservate. Dopo il 1977, la > situazione di fatto si è mantenuta identica, pur essendo mutato il > regime legislativo. > > IL COMPITO DI SOVRAINTENDENTE. > > L’assenza di una distinzione tra le funzioni attinenti al segreto di > Stato e quelle dei Servizi di informazione e di sicurezza è ereditata > dalla prassi, dalle circolari riservate e dalla disciplina legislativa > anteriore alla legge n. 801 del 1977. > > I Servizi di Informazione e Sicurezza > <http://www.interno.it/sezioni/attivita/sicurezza/s_000000119.htm>http://www .interno.it/sezioni/attivita/sicurezza/s_000000119.htm > > TRATTATO DEL NORD ATLANTICO > > Washington D.C., 4 aprile 1949 > > Le Parti del presente Trattato, riaffermando la propria fede negli scopi > e nei principi della Carta delle Nazioni Unite, ed il desiderio di > vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi, decisi a > salvaguardare la libertà dei propri popoli, il proprio retaggio comune e > la propria civiltà, fondati sui principi della democrazia, sulle libertà > individuali e sul predominio del diritto, desiderosi di favorire nella > regione dell'Atlantico settentrionale il benessere e la stabilità, > decisi a riunire i loro sforzi per la loro difesa collettiva e per il > mantenimento della pace e della sicurezza, hanno siglato d'intesa il > presente Trattato del Nord Atlantico. > > L’assetto delle forze dell’Alleanza > Da: NUOVO CONCETTO STRATEGICO DELL’ALLEANZA ATLANTICA. > Consiglio del Nord Atlantico, Washington D.C., 23 e 24 aprile 1999 > > Linee direttive per l’assetto delle forze dell’Alleanza. > > b. la distribuzione geografica delle forze in tempo di pace assicurerà > una presenza militare sufficiente in ogni parte del territorio > dell’Alleanza, compresa la possibilità di stazionamento e dispiegamento > di forze fuori dai territori e dalle acque nazionali e in previsione di > proiezioni di forze dove e quando necessaria. > 60. L’interazione fra le forze dell’Alleanza e l’ambiente civile (sia > governativo che non), in cui esse operano, è cruciale per il successo > delle operazioni. La cooperazione civile-militare è interdipendente: > mezzi militari sono richiesti sempre di più per assistere le autorità > civili; allo stesso tempo il supporto civile alle operazioni militari è > importante per la logistica, le comunicazioni, il supporto sanitario e > le relazioni pubbliche. > 62. La suprema garanzia della sicurezza degli Alleati è fornita dalle > forze nucleari strategiche dell’Alleanza, in particolare da quelle degli > Stati Uniti; le forze nucleari indipendenti della Gran Bretagna e della > Francia. > 63. Un assetto delle forze nucleari dell’Alleanza che sia credibile e la > possibilità di dimostrare la solidarietà alleata e il comune impegno > nella prevenzione della guerra continuano a richiedere, da parte degli > Alleati europei interessati, una diffusa partecipazione ai compiti > nucleari nella pianificazione collettiva della difesa, all’insediamento > di armi nucleari sui propri territori in tempo di pace e al dispositivo > di comando, di controllo e consultazione. L’Alleanza manterrà quindi > adeguate forze nucleari in Europa. > 64. Le forze nucleari della NATO non hanno più alcun paese come > obiettivo. Ciò nonostante la NATO manterrà, al minimo livello > consistente con il contesto di sicurezza predominante, adeguate forze > sub-strategiche dislocate in Europa, che costituiranno un collegamento > essenziale con le forze strategiche nucleari, rafforzando il rapporto > transatlantico. > > ACCORDI riguardanti l’ITALIA/NATO/USA e utilizzo delle basi: > > NATO: 4 aprile 1949: Trattato ratificato con la legge del 1 agosto 1949 > n. 465. Prevede la creazione di una organizzazione militare di difesa > fra tutti i paesi aderenti. Convenzione sullo Statuto delle forze (SOFA) > formata a Londra nel 1951 e ratificata dall’Italia nel 1955. > BASI: Trattato Italia-USA (BIA) del 1954 (segreto). Disciplina l’uso > delle armate statunitensi nelle infrastrutture concesse loro in uso. > 2 febbraio1995 accordo Italia-USA che riguarda le basi USA sul > territorio italiano. E’ lo SHELL-AGREEMENT: sancisce poteri precisi del > comandante italiano della base, mentre il comando operativo spetta a > quello americano. Considerazioni sullo spazio aereo, il controllo del > traffico aereo si deve svolgere secondo le regole e modalità stabilite > dalle autorità italiane. Le installazioni sono poste sotto il comando > italiano anche se il comando USA esercita il controllo pieno sul > personale, l’equipaggiamento e le operazioni statunitensi. Il vertice > americano deve preventivamente informare il comando italiano in merito a > tutte le attività di rilievo, particolarmente alle attività operative e > di addestramento nonché ad avvenimenti o inconvenienti che dovessero > verificarsi. Alcune di questi aspetti sono stati approvati con vari > Memorandum d’intesa, tecnici e locali per regolamentare l’uso delle > singole basi. Per la base di Aviano sono stati stipulati il Memorandum > d’uso nel 1956 e nel 1993 e 1994. > 15 dicembre 1995. Memorandum d’intesa stipulato fra il Ministro della > Difesa italiano e il Comando Supremo delle forze alleate in Europa > (SHAPE). Riguarda la fornitura di supporto logistico alle Forze esterne > in transito o temporaneamente stanziate sul territorio italiano in > applicazione del piano “Joint Endeavour” di SACEUR. E’ stato usato per > la copertura delle operazioni in Bosnia e in Kosovo, e hanno avuto come > appendici tre sottoaccordi con le tre Forze armate. > > Nel marzo 1999 il governo D’Alema, a seguito della strage del Cermis, > annunciò l’abolizione del segreto sul trattato bilaterale > italo-americano del 1954 e su quello del 1995. L’accordo è rimasto segreto. > > 13 aprile 1999: rapporto della commissione bilaterale Tricarico – > Pruher. Questo rapporto nasce dopo l’incidente del Cermis e contiene > raccomandazioni inerenti le attività di volo di velivoli militari > statunitensi. > > Sempre dopo questa vicenda, in un documento scritto da due comandanti > militari e intitolato “Sovranità dello Stato: implicazioni negli accordi > internazionali”, si legge: > > La presenza di Forze alleate nel territorio dello Stato viene accettata > e disciplinata da accordi/trattati internazionali bilaterali che non > hanno il rango necessario e sufficiente per modificare la sovranità > nazionale ma che sono lo strumento indispensabile per raggiungere quegli > scopi sopranazionali prioritari irraggiungibili da un singolo Stato. > Sempre all’interno della sovranità nazionale trova il naturale alveo il > modo paritetico e reciproco in cui avviene il conferimento delle > attribuzioni tra diverse nazioni alleate che, peraltro, si realizza > soltanto all’interno di una mera “concessione in uso” di alcune > infrastrutture e/o nello svolgimento di mansioni ufficiali connesse alle > primarie attività dell’alleanza. In tale contesto è da evidenziare che > la sovranità degli Stati è già riconosciuta dal NATO SOFA sin dal > lontano 1951, anno della sua emanazione. > > I pochi no dell’Italia agli USA: > > 1985: Craxi risponde no alle richieste dei militari USA circa la > consegna di esponenti dell’OLP atterrati all’aeroporto di Sigonella. > L'Isola è suolo italiano e non americano e sempre Craxi (1986) a negare > le basi militari ed il sorvolo dello spazio aereo a Reagan per > bombardare la Libia. > "Tante cose possono essere riviste o rinegoziate, senza dare adito a > strumentalizzazioni, all’impressione che si rompa la solidarietà. Per > Lampedusa, è in corso una trattativa con gli americani e forse, fin da > subito, la base di orientamento marittimo può essere messa sotto comando > italiano". > > STATUS DEI QUARTIERI GENERALI MILITARI INTERNAZIONALI NEL TERRITORIO > ITALIANO > > Decreto del Presidente della repubblica 18 settembre 1962, n. 2083 > Gazzetta Ufficiale, 9 luglio, n. 1985. > > Esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano ed il Comando supremo > alleato in Europa degli Stati membri del Trattato dell'Atlantico del > Nord sulle particolari condizioni di installazione e di funzionamento > nel territorio italiano dei Quartieri generali militari internazionali > che vi sono o che vi potranno essere installati, firmato a Parigi il 26 > luglio 1961. > > Articolo 1. Definizioni. > > Nel testo del presente Accordo: > a) per "Convenzione", si intende la convenzione fra gli Stati > partecipanti al Trattato dell'Atlantico del Nord sullo statuto delle > loro Forze, firmata a Londra il 19 giugno 1951; > b) per "Protocollo" si intende il protocollo sullo statuto dei Quartieri > generali militari internazionali istituiti in virtù del Trattato > dell'Atlantico del Nord, firmato a Parigi il 28 agosto 1952; > c) l'abbreviazione "SHAPE" significa "Supreme Headquarters Allied Powers > Europe" (Quartiere Generale Supremo Potenze Alleate in Europa); > d) per "Quartiere Generale interalleato" si intende SHAPE ed ogni > Quartier generale militare internazionale dipendente direttamente da > SHAPE nonchè ogni altro Quartier generale militare internazionale > dipendente da SHAPE, per il quale sia applicabile il "Protocollo" in > seguito a decisione del Consiglio Nord Atlantico. > > Articolo 2. Dislocazione dei Quartieri Generali Interalleati. > > La dislocazione, nonchè gli eventuali spostamenti, in tempo di pace, dei > Quartieri Generali Interalleati in territorio italiano, verranno > stabiliti in seguito ad accordi diretti tra il Governo italiano e SHAPE. > > Articolo 4. Immunità. > > Agendo nello spirito del paragrafo 2 dell'art. XI del Protocollo e > subordinatamente alle limitazioni ivi indicate, il Governo italiano > riconoscerà che i beni immobili e mobili dei Quartieri Generali > Interalleati saranno immuni da perquisizioni, requisizioni, confisca, > sequestro, esproprio e da qualsiasi provvedimento cautelare. > > Articolo 5. Immunità e privilegi del personale di rango elevato. > > a) Gli ufficiali generali ed ammiragli di nazionalità non italiana, che > svolgono funzioni di alta responsabilità presso i Quartieri Generali > interalleati, godranno, per quanto concerne gli atti compiuti durante il > loro servizio nella loro qualità ufficiale entro i limiti della loro > competenza (ivi compresi i loro scritti e le loro parole), del > trattamento previsto in materia giurisdizionale dagli atti e dalle > consuetudini internazionali applicabili in materia. Nell'ambito delle > esenzioni e privilegi riconosciuti dalle consuetudini internazionali e > dagli accordi in vigore, essi godranno fra l'altro: > 1) della inviolabilità delle carte e documenti personali; > 2) delle facilitazioni inerenti al cambio ed alla valuta, simili a > quelle concesse ai funzionari del Corpo diplomatico; > 3) le stesse facilitazioni godute dai funzionari del Corpo diplomatico, > per quanto riguarda il bagaglio personale. > > b) il Governo italiano, di comune accordo con lo SHAPE, compilerà un > elenco delle persone di cui alla lettera a). > > Articolo 9. Contratti per servizi. > > a) L'espletamento dei servizi interessanti l'attività dei Quartieri > Generali Interalleati, quali la manutenzione, la pulizia e servizi > similari, affidati a terzi, dovrà essere regolato sotto la forma > dell'appalto. Con apposite clausole sarà vietato il sub-appalto e sarà > sancito l'obbligo degli appaltatori di osservare nei confronti del > personale, a pena di decadenza del contratto, le disposizioni di legge > sulla tutela del lavoro ed i contratti collettivi vigenti per il settore > di attività più affine. Di tali appalti i Quartieri Generali > Interalleati daranno comunicazione all'Ispettorato del lavoro > territorialmente competente. > > b) I Quartieri Generali Interalleati faciliteranno, nei limiti del > possibile e compatibilmente con le esigenze della sicurezza, il compito > di vigilanza devoluto agli ispettori del lavoro. > > SECURITY WITHIN THE NORTH ATLANTIC TREATY ORGANISATION (NATO) > http://www.statewatch.org/news/2006/sep/nato-sec-classifications.pdf > > L’Unione Europea e la NATO hanno siglato “l'accordo di sicurezza di > EU/NATO”, requisito preliminare per il braccio militare dell'UE (seconda > colonna) e per avere accesso alla NATO. > Accordo fra Unione Europea e la NATO sulla sicurezza delle informazioni. > Sicurezza e protezione delle informazioni classificate scambiate fra la > NATO e UE. > A testo integrale: EU/NATO > http://www.statewatch.org/news/2003/jun/eunato15764.pdf > http://www.statewatch.org/news/2003/jun/nato10006.en03.pdf > http://www.statewatch.org/news/2001/mar/05775.pdf > > -- > Mailing list Disarmo dell'associazione PeaceLink. > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/disarmo/maillist.html > Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/disarmo/index.html > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html > > > > -- > No virus found in this incoming message. > Checked by AVG Free Edition. > Version: 7.5.432 / Virus Database: 268.17.14/657 - Release Date: 29/01/2007 9.04 >
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