Re: proposte e contraddizioni



cara Doriana Cossiga farebbe bene a svelarci quello che sa sulle stragi di Stato.
Allora sì che darebbe uno scossone a quest'Italia supina.
Perchè lui sa benissimo cos'è il segreto di Stato. Mannaggia si è fatto scappare Ustica! Sarà la vecchiaia o qualcosa d'altro?

ps.: alcuni pacifisti bolognesi sabato (c'è stato un presidio anche con la presenza di rappresentanti vicentini) hanno pensato che si volesse entrare nella casa di Prodi senza chiedere permesso.
E se ne sono stati a casa. Ecchecavolo, non siamo così maleducati!


Rimetto parte dell'inchiesta sulle basi in Emilia Romagna che inizia proprio così:

“E’ ora di dire basta a quei patti firmati solo dal Governo e non sottoposti al parlamento. Intese che riguardano le basi di truppe e accesso ai missili. Si conoscono solo alcune clausole: si dice che gli Stati si impegnano a prestarsi assistenza reciproca. Si prevede l’impiego di consiglieri militari in Italia. Roba da Vietnam”. (prof. Motzo ex Ministro)

IL VINCOLO DI SEGRETEZZA INTORNO AI TRATTATI CHE DISCIPLINANO L’USO DELLE BASI MILITARI AMERICANE/NATO IN ITALIA.

Qui inizia il viaggio nel buio. Solo barlumi di luce hanno permesso di guardare a ciò che è già accaduto. Ma era il 1998 e riguardava un documento del 1995, lo “Shell agreement”.
Vi era scritto della nuova base di Solbiate, Taranto, Napoli.

Eppure in base all’art. 80 della Costituzione non sono ammissibili operazioni di “diplomazia segreta”. Alcuni accordi internazionali classificati segreti che dovrebbero essere resi pubblici:

accordi del 1957 per la concessione della base di Sigonella
accordi del 1959 per la installazione dei missili Jupiter a testata nucleare
accordi del 1972 per la cessione della base dei sommergibili nucleari della Maddalena
accordi per la base dei missili Cruise a Comiso

Comitato Parlamentare per i Servizi di informazione e di sicurezza, 1995
Parte della Relazione:


PREMESSA.


Lo Stato democratico ha diritto alla ricerca di informazioni riservate ed all’acquisizione di notizie in qualsiasi modo rilevanti per la difesa della propria integrità e della sicurezza pubblica.

LA DISCIPLINA DEL SEGRETO DI STATO.


Ciò conferma la vigenza ancora attuale delle norme risalenti al 1941 che infatti coprono, all’interno della nozione più ampia, l’ambito specifico del segreto militare. Ma il Regio decreto del 1941 offre una definizione ed una disciplina del segreto militare, in relazione a finalità belliche, evidentemente eccezionali, limitate nel tempo e in un contesto di straordinarietà che è incompatibile con i principi costituzionali. (G. MOTZO, Regime giuridico delle basi militari NATO e di altri Stati nel territorio nazionale alla luce delle vigenti disposizioni costituzionali e degli accordi internazionali conclusi dall'Italia, in Le basi militari della NATO e di paesi esteri in Italia, Camera dei Deputati, Roma 1990, p. 37).

LA DUPLICE DELEGA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E LE FUNZIONI DI AUTORITA’ NAZIONALE PER LA SICUREZZA.

Alcuni accordi in ambito NATO ne hanno regolato (vertice del Servizio segreto militare) l’esercizio nei rapporti tra il Governo italiano e i Governi dei paesi alleati. Si è realizzato così un innesco. Gli accordi internazionali hanno definito un sistema di segretazione relativo a documenti ed informazioni, che nell’ordinamento italiano poteva essere ricondotto sia al Regio decreto legislativo del 1941 sia alle previsioni del codice penale. L’ Autorità nazionale per la sicurezza è una figura che ha avuto una origine entro l’organizzazione NATO. Nell’ordinamento italiano essa è stata soltanto recepita da circolari riservate. Dopo il 1977, la situazione di fatto si è mantenuta identica, pur essendo mutato il regime legislativo.

IL COMPITO DI SOVRAINTENDENTE.


L’assenza di una distinzione tra le funzioni attinenti al segreto di Stato e quelle dei Servizi di informazione e di sicurezza è ereditata dalla prassi, dalle circolari riservate e dalla disciplina legislativa anteriore alla legge n. 801 del 1977.

I Servizi di Informazione e Sicurezza
<http://www.interno.it/sezioni/attivita/sicurezza/s_000000119.htm>http://www.interno.it/sezioni/attivita/sicurezza/s_000000119.htm


TRATTATO DEL NORD ATLANTICO


Washington D.C., 4 aprile 1949


Le Parti del presente Trattato, riaffermando la propria fede negli scopi e nei principi della Carta delle Nazioni Unite, ed il desiderio di vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi, decisi a salvaguardare la libertà dei propri popoli, il proprio retaggio comune e la propria civiltà, fondati sui principi della democrazia, sulle libertà individuali e sul predominio del diritto, desiderosi di favorire nella regione dell'Atlantico settentrionale il benessere e la stabilità, decisi a riunire i loro sforzi per la loro difesa collettiva e per il mantenimento della pace e della sicurezza, hanno siglato d'intesa il presente Trattato del Nord Atlantico.

L’assetto delle forze dell’Alleanza
Da: NUOVO CONCETTO STRATEGICO DELL’ALLEANZA ATLANTICA.
Consiglio del Nord Atlantico, Washington D.C., 23 e 24 aprile 1999


Linee direttive per l’assetto delle forze dell’Alleanza.


b. la distribuzione geografica delle forze in tempo di pace assicurerà una presenza militare sufficiente in ogni parte del territorio dell’Alleanza, compresa la possibilità di stazionamento e dispiegamento di forze fuori dai territori e dalle acque nazionali e in previsione di proiezioni di forze dove e quando necessaria. 60. L’interazione fra le forze dell’Alleanza e l’ambiente civile (sia governativo che non), in cui esse operano, è cruciale per il successo delle operazioni. La cooperazione civile-militare è interdipendente: mezzi militari sono richiesti sempre di più per assistere le autorità civili; allo stesso tempo il supporto civile alle operazioni militari è importante per la logistica, le comunicazioni, il supporto sanitario e le relazioni pubbliche. 62. La suprema garanzia della sicurezza degli Alleati è fornita dalle forze nucleari strategiche dell’Alleanza, in particolare da quelle degli Stati Uniti; le forze nucleari indipendenti della Gran Bretagna e della Francia. 63. Un assetto delle forze nucleari dell’Alleanza che sia credibile e la possibilità di dimostrare la solidarietà alleata e il comune impegno nella prevenzione della guerra continuano a richiedere, da parte degli Alleati europei interessati, una diffusa partecipazione ai compiti nucleari nella pianificazione collettiva della difesa, all’insediamento di armi nucleari sui propri territori in tempo di pace e al dispositivo di comando, di controllo e consultazione. L’Alleanza manterrà quindi adeguate forze nucleari in Europa. 64. Le forze nucleari della NATO non hanno più alcun paese come obiettivo. Ciò nonostante la NATO manterrà, al minimo livello consistente con il contesto di sicurezza predominante, adeguate forze sub-strategiche dislocate in Europa, che costituiranno un collegamento essenziale con le forze strategiche nucleari, rafforzando il rapporto transatlantico.

ACCORDI riguardanti l’ITALIA/NATO/USA e utilizzo delle basi:


NATO: 4 aprile 1949: Trattato ratificato con la legge del 1 agosto 1949 n. 465. Prevede la creazione di una organizzazione militare di difesa fra tutti i paesi aderenti. Convenzione sullo Statuto delle forze (SOFA) formata a Londra nel 1951 e ratificata dall’Italia nel 1955. BASI: Trattato Italia-USA (BIA) del 1954 (segreto). Disciplina l’uso delle armate statunitensi nelle infrastrutture concesse loro in uso. 2 febbraio1995 accordo Italia-USA che riguarda le basi USA sul territorio italiano. E’ lo SHELL-AGREEMENT: sancisce poteri precisi del comandante italiano della base, mentre il comando operativo spetta a quello americano. Considerazioni sullo spazio aereo, il controllo del traffico aereo si deve svolgere secondo le regole e modalità stabilite dalle autorità italiane. Le installazioni sono poste sotto il comando italiano anche se il comando USA esercita il controllo pieno sul personale, l’equipaggiamento e le operazioni statunitensi. Il vertice americano deve preventivamente informare il comando italiano in merito a tutte le attività di rilievo, particolarmente alle attività operative e di addestramento nonché ad avvenimenti o inconvenienti che dovessero verificarsi. Alcune di questi aspetti sono stati approvati con vari Memorandum d’intesa, tecnici e locali per regolamentare l’uso delle singole basi. Per la base di Aviano sono stati stipulati il Memorandum d’uso nel 1956 e nel 1993 e 1994. 15 dicembre 1995. Memorandum d’intesa stipulato fra il Ministro della Difesa italiano e il Comando Supremo delle forze alleate in Europa (SHAPE). Riguarda la fornitura di supporto logistico alle Forze esterne in transito o temporaneamente stanziate sul territorio italiano in applicazione del piano “Joint Endeavour” di SACEUR. E’ stato usato per la copertura delle operazioni in Bosnia e in Kosovo, e hanno avuto come appendici tre sottoaccordi con le tre Forze armate.

Nel marzo 1999 il governo D’Alema, a seguito della strage del Cermis, annunciò l’abolizione del segreto sul trattato bilaterale italo-americano del 1954 e su quello del 1995. L’accordo è rimasto segreto.

13 aprile 1999: rapporto della commissione bilaterale Tricarico – Pruher. Questo rapporto nasce dopo l’incidente del Cermis e contiene raccomandazioni inerenti le attività di volo di velivoli militari statunitensi.

Sempre dopo questa vicenda, in un documento scritto da due comandanti militari e intitolato “Sovranità dello Stato: implicazioni negli accordi internazionali”, si legge:

La presenza di Forze alleate nel territorio dello Stato viene accettata e disciplinata da accordi/trattati internazionali bilaterali che non hanno il rango necessario e sufficiente per modificare la sovranità nazionale ma che sono lo strumento indispensabile per raggiungere quegli scopi sopranazionali prioritari irraggiungibili da un singolo Stato. Sempre all’interno della sovranità nazionale trova il naturale alveo il modo paritetico e reciproco in cui avviene il conferimento delle attribuzioni tra diverse nazioni alleate che, peraltro, si realizza soltanto all’interno di una mera “concessione in uso” di alcune infrastrutture e/o nello svolgimento di mansioni ufficiali connesse alle primarie attività dell’alleanza. In tale contesto è da evidenziare che la sovranità degli Stati è già riconosciuta dal NATO SOFA sin dal lontano 1951, anno della sua emanazione.

I pochi no dell’Italia agli USA:


1985: Craxi risponde no alle richieste dei militari USA circa la consegna di esponenti dell’OLP atterrati all’aeroporto di Sigonella. L'Isola è suolo italiano e non americano e sempre Craxi (1986) a negare le basi militari ed il sorvolo dello spazio aereo a Reagan per bombardare la Libia. "Tante cose possono essere riviste o rinegoziate, senza dare adito a strumentalizzazioni, all’impressione che si rompa la solidarietà. Per Lampedusa, è in corso una trattativa con gli americani e forse, fin da subito, la base di orientamento marittimo può essere messa sotto comando italiano".





STATUS DEI QUARTIERI GENERALI MILITARI INTERNAZIONALI NEL TERRITORIO ITALIANO


Decreto del Presidente della repubblica 18 settembre 1962, n. 2083
Gazzetta Ufficiale, 9 luglio, n. 1985.


Esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano ed il Comando supremo alleato in Europa degli Stati membri del Trattato dell'Atlantico del Nord sulle particolari condizioni di installazione e di funzionamento nel territorio italiano dei Quartieri generali militari internazionali che vi sono o che vi potranno essere installati, firmato a Parigi il 26 luglio 1961.

Articolo 1. Definizioni.


Nel testo del presente Accordo:
a) per "Convenzione", si intende la convenzione fra gli Stati partecipanti al Trattato dell'Atlantico del Nord sullo statuto delle loro Forze, firmata a Londra il 19 giugno 1951; b) per "Protocollo" si intende il protocollo sullo statuto dei Quartieri generali militari internazionali istituiti in virtù del Trattato dell'Atlantico del Nord, firmato a Parigi il 28 agosto 1952; c) l'abbreviazione "SHAPE" significa "Supreme Headquarters Allied Powers Europe" (Quartiere Generale Supremo Potenze Alleate in Europa); d) per "Quartiere Generale interalleato" si intende SHAPE ed ogni Quartier generale militare internazionale dipendente direttamente da SHAPE nonchè ogni altro Quartier generale militare internazionale dipendente da SHAPE, per il quale sia applicabile il "Protocollo" in seguito a decisione del Consiglio Nord Atlantico.

Articolo 2. Dislocazione dei Quartieri Generali Interalleati.


La dislocazione, nonchè gli eventuali spostamenti, in tempo di pace, dei Quartieri Generali Interalleati in territorio italiano, verranno stabiliti in seguito ad accordi diretti tra il Governo italiano e SHAPE.

Articolo 4. Immunità.


Agendo nello spirito del paragrafo 2 dell'art. XI del Protocollo e subordinatamente alle limitazioni ivi indicate, il Governo italiano riconoscerà che i beni immobili e mobili dei Quartieri Generali Interalleati saranno immuni da perquisizioni, requisizioni, confisca, sequestro, esproprio e da qualsiasi provvedimento cautelare.

Articolo 5. Immunità e privilegi del personale di rango elevato.


a) Gli ufficiali generali ed ammiragli di nazionalità non italiana, che svolgono funzioni di alta responsabilità presso i Quartieri Generali interalleati, godranno, per quanto concerne gli atti compiuti durante il loro servizio nella loro qualità ufficiale entro i limiti della loro competenza (ivi compresi i loro scritti e le loro parole), del trattamento previsto in materia giurisdizionale dagli atti e dalle consuetudini internazionali applicabili in materia. Nell'ambito delle esenzioni e privilegi riconosciuti dalle consuetudini internazionali e dagli accordi in vigore, essi godranno fra l'altro:
1) della inviolabilità delle carte e documenti personali;
2) delle facilitazioni inerenti al cambio ed alla valuta, simili a quelle concesse ai funzionari del Corpo diplomatico; 3) le stesse facilitazioni godute dai funzionari del Corpo diplomatico, per quanto riguarda il bagaglio personale.

b) il Governo italiano, di comune accordo con lo SHAPE, compilerà un elenco delle persone di cui alla lettera a).

Articolo 9. Contratti per servizi.


a) L'espletamento dei servizi interessanti l'attività dei Quartieri Generali Interalleati, quali la manutenzione, la pulizia e servizi similari, affidati a terzi, dovrà essere regolato sotto la forma dell'appalto. Con apposite clausole sarà vietato il sub-appalto e sarà sancito l'obbligo degli appaltatori di osservare nei confronti del personale, a pena di decadenza del contratto, le disposizioni di legge sulla tutela del lavoro ed i contratti collettivi vigenti per il settore di attività più affine. Di tali appalti i Quartieri Generali Interalleati daranno comunicazione all'Ispettorato del lavoro territorialmente competente.

b) I Quartieri Generali Interalleati faciliteranno, nei limiti del possibile e compatibilmente con le esigenze della sicurezza, il compito di vigilanza devoluto agli ispettori del lavoro.


“Questo accostamento di caos e precisione irritava la mente umana. Nella
formazione e distruzione delle forme secondo un unico modello c’era
contemporaneamente una perfezione matematica e una completa anarchia di
morte”. (Stanislaw Lem).

Una nuova generazione di basi militari virtuali intorno al mondo.
Cosa può significare questa frase tratta da un articolo presente in Jane's
Information Group?
Che gli Stati Uniti con i nuovi sistemi d’arma hanno meno bisogno di basi
fisse, che alcune zone intorno al mondo possono essere usate senza dispute
politiche e ogni volta che è necessario.

Un approccio risultato dalla trasformazione del sistema-Difesa statunitense
che ha come obiettivo una totale conoscenza e controllo del teatro di
operazione attraverso una estesa applicazione dottrinale e tecnologica
della Information Superiority. L’impegno nel settore net-centric-operation
è decisivo per il futuro delle forze armate, riesce a conseguire obiettivi
senza l’impiego di strutture pesanti ma disperse, e quindi meno vulnerabili.

“Riportare a casa le truppe dall’Europa e dall’Asia è una decisione che
prende atto della realtà delle cose. La seconda guerra mondiale è finita da
59 anni, la guerra fredda da 15 e l’affidabilità dei nostri alleati è
cresciuta” -. Questo è quanto scrive il Seattle Post-Intelligencer a
proposito del ritiro delle truppe statunitensi di stanza in Europa e in
Asia (in gran parte Germania e Corea del Sud).

Secondo la riconfigurazione di Rumsfeld alcune basi saranno chiuse e altre
accorpate seguendo la logica dello spostamento delle basi e truppe
dall’Asia Nord orientale verso il Sud Est Asiatico, ma anche l’Africa
assumerà un ruolo crescente nella rete militare globale USA.

In Germania l’US Army ha schierato negli circa 56.000 soldati in più di 250
basi, altri 28.000 in Corea del Sud per 80 basi. Scenari diversi e più
opzioni hanno calcolato quanto gli USA potrebbero risparmiare puntanto ad
un generale snellimento delle infrastrutture militari e quanto sia più
consono alle nuove minacce multiformi e indeterminate, chiudere con forze a
stanziamento permanente.

Ma veniamo all’Italia e al suo ruolo che le verrebbe rafforzato con
l’ampliamento delle basi militari già esistenti e con lo spostamento
dall’estero di centri di comando (il comando navale USA in Europa a
Napoli, comando ad alta prontezza operativa della NATO a Solbiate Olona,
nuova stazione navale a Taranto)

Nel documento del Department of Defence, Base Structure Report – As Qf 30
dept 02, troviamo componenti delle forze americane Army, Navy, Air Force a:
Camp Derby, Camp Ederle, Coltano, Vicenza, Livorno, Longare, Pisa,
Sigonella, La Maddalena, Aviano, Maniago, Pordenone, Rovereto, San Vito dei
Normanni (Brindisi), Vigonovo, Napoli.

Nel documento DoD Financial Management Regulation, Volume 11°, Charter 9,
Annex 1, aprile 2003 con titolo “International Military Headquarters and
Related Agencies and Administrative Agent Responsabile for Their Support
and for Support to U.S Elements”, troviamo:

NATO Headquarters or Agency: Roma, Latina.
Regional HQ Allied Forces Southern Europe: Napoli, Verona.
Multinational HQ and Reaction Force HQ: Poggio Renatico, Napoli, Milano,
Taranto
Supreme Al lied Commander, Atlantic: La Spezia