Fw: DPN e DCNAN



----- Original Message -----
From: "Maja Maiore" <majamaiore at tiscali.it>
To: <disarmo at peacelink.it>
Sent: Thursday, May 18, 2006 11:42 PM
Subject: Re: DPN e DCNAN


> Ciao,
> al di la' del fatto che non ho capito neanche una delle sigle che citi.
> vorrei invitarti a metter i piedi, ahime, per terra riguardo alla tua
> descrizione della lotta a La Maddalena.
> Magari fosse come la descrivi! Vengo da un'esperienza di lotta contro la
> base, il Cocis. Comitato nato spontaneo contro la base Usa di S. Stefano e
> morto fra le fauci di politicanti che lo hanno minato da dentro per poter
> bellamente diffondere la falsa notizia del suo smantellamento.
>
> In Sardegna c'è un bel movimento antimilitarista, come tu dici, per quanto
i
> gruppi talvolta tendano più a fare scena piuttosto che a lottare
> coerentemente e soprattutto costantemente. Ma la situazione a La Maddalena
è
> esattamente come descrivi la situazione a Ghedi. E' identica.
>
> mi farà piacere se vorrai farmi capire tutte quelle sigle, magari posso
dare
> una mano.
> Maja
> ----- Original Message -----
> From: <alfonsonavarra at virgilio.it>
> To: <disarmo at peacelink.it>
> Sent: Friday, April 21, 2006 11:57 PM
> Subject: DPN e DCNAN
>
>
> > Milano 20 aprile 2006
> >
> > Cari amici del Coordinamento politico OSM-DPN,
> >
> > l'Assemblea degli OSM di Cattolica (1 e 2 aprile 2006) ha deciso di
> > istituire un "Osservatorio per la DPN" che include tra i suoi compiti,
> > al punto 3, la mappatura delle esperienze di DPN in Italia.
> >
> > La mozione
> > "SOLIDARIETA' A TURI VACCARO ED IMPEGNO PER LA DPN CONTRO LA DIFESA
> > NUCLEARIZZATA" specifica il significato della mappatura, dal momento
> > che ricomprende "tra le esperienze vive ed operanti di DPN, da studiare
> > e sostenere criticamente, tutte le lotte che vedono oggi contrapporsi
> > le comunità locali con le basi militari "straniere" e nazionali, a la
> > Maddalena come a Taranto, ad Aviano, come a Camp Darby (e via
> > elencando)".
> >
> > Il punto 3 della mozione sull'Osservatorio viene altresi'
> > integrato dalla mozione "per la DPN contro la difesa nuclearizzata"
> > laddove si istituisce un settore di lavoro specifico "per eseguire e
> > dare attuazione all'impegno per Turi e per il disarmo atomico,
> > declinato come incardinamento della necessità di garantire sicurezza e
> > difesa delle popolazioni".
> >
> > Tale gruppo di lavoro all'interno
> > dell'Osservatorio quindi deve portare avanti la mappatura avendo gia'
> > definito come esperienze di DPN una serie di lotte in corso.
> >
> > La
> > mozione, pero', non chiarisce se lotte come quella della Val di Susa,
> > per fare l'esempio piu' attuale ed eclatante, possano essere
> > considerate esperienze dirette di DPN.
> > A tal fine sollecito una
> > discussione.
> > Personalmente ho gia' sottoposto il problema a Tonino
> > Drago. Ma intendo interpellare anche altri studiosi "amici della
> > nonviolenza" (Alberto L'Abate, Nanni Salio, Lorenzo Porta, Rocco
> > Altieri, eccetera) per il loro parere in merito.
> >
> > Poiche' non si tratta
> > di una questione, come si suol dire, accademica, ma di rilevanza
> > politica cruciale, e' bene che tutto il movimento degli obiettori vi
> > faccia mente locale, ci rifletta su e prenda una decisione, guardando
> > alle implicazioni pratiche del problema, non all'esigenza di mettere
> > un'etichetta buona per i nostri schemi intellettuali.
> > Io penso che e'
> > molto importante dare retta a cio' che suggerisce il cuore: la
> > "battaglia" (scusate il termine) No-TAV la sentiamo DPN oppure no?
> > La
> > definizione teorica in campo sociale deve venire solo dopo,
> > razionalizzare successivamente l'esperienza ed il sentimento posti a
> > base del giudizio.
> > Per questo penso sia opportuno che vengano fuori le
> > posizioni spontanee, istintive, di pancia, con le relative
> > argomentazioni giustificative, da sottoporre comunque ad un vaglio
> > critico collettivo (in cui anche gli esperti giocano un loro ruolo).
> > Non propongo di abdicare alla ragione intellettuale, ma semplicemente
> > di metterla al servizio di una logica piu' profonda e complessa.
> > Rivalutare il pensiero emozionale penso sia un modo concreto di
> > rivendicare orgogliosamente il nostro essere "figli di Venere", come ci
> > suggerisce, ricordando il punto di vista femminista, la nostra Lina
> > Appiano.
> >
> > La lotta che coinvolge anche gli OSM pugliesi contro le basi
> > tipo Mirandola ed i simboli del militarismo (il monumento all'aviazione
> > militare nella rotonda di Foggia), dovremmo cominciare a guardarla con
> > gli occhi di chi vede in essa una possibile esperienza di DPN.
> > Il metro
> > di giudizio e': quanto il "popolo" la sente propria - la lotta - e vi
> > partecipa?
> >
> > Tempo fa (direi un mesetto) ho preso contatti con il Social
> > Forum di Brescia, a proposito della base di Ghedi, che ospita decine di
> > atomiche americane. Li ho invitati a seguire l'esempio di Aviano, altra
> > base atomica nel Friuli, dove cittadini che abitano a ridosso della
> > base hanno denunciato il governo degli Stati Uniti.
> > "- Ho degli
> > avvocati disponibili a farvi da supporto tecnico-", ho detto loro per
> > incoraggiarli ad agire.
> > Ieri ho risentito il portavoce del Brescia
> > Social Forum, che mi ha dato cattive notizie.
> > Eccole:
> > "- E'
> > difficilissimo trovare a Ghedi cittadini che vogliano esporsi per la
> > denuncia. Un quarto degli abitanti e' formato da militari che hanno
> > avuto dal governo la casa. La gente in stragrande maggioranza crede
> > ancora di poter campare sulla base (invero da tempo non e' piu' cosi'.
> > Ma la percezione della realta' stenta a farsi strada). Tu pensa che lo
> > stesso consigliere di Rifondazione comunista e' un dirigente di una
> > fabbrica di esplosivi. Lui non vuole che si tocchi la base di Ghedi-".
> > Ecco, il dissenso di pochi attivisti per me non e' DPN. A Ghedi non
> > c'e' una DPN da studiare ma la generosa opposizione di alcuni pacifisti
> > isolati (in questo momento tra l'altro demoralizzati per gli scazzi
> > interni di Rifondazione).
> >
> > La situazione, ne abbiamo parlato gia' a
> > cattolica, e' invece completamente diversa a La Maddalena: li' c'e'
> > DPN, li' ormai e' l'intera popolazione che si ribella alla base dei
> > sommergibili nucleari boicottandola in tutti i modi (pacifici)
> > possibili ed immaginabili.
> > Li' c'e' da studiare come ci si organizza,
> > come ci si mobilita, come si conquista il consenso di politici ed
> > istituzioni, come si vince.
> > I pescatori li' non hanno mai sentito
> > l'espressione DPN pur facendola in concreto.
> > Io l'ho detto a Gavino
> > Sale: guarda che tu stai facendo DPN.
> > Gavino mi ha risposto con la sua
> > ruvida ma bonaria ironia:
> > "-Sara' come dici tu, non lo so. Quello che
> > so e' che noi ci sentiamo invasi da un esercito straniero che ci ha
> > reso la vita impossibile. Siamo tutti d'accordo per rendergli, a nostra
> > volta, la vita impossibile finche' non tolgono le tende. Quando parlo
> > con i soldati americani - sono dei poveracci come me - dico loro: vi
> > voglio qui da turisti non come invasori-".
> >
> > Gavino, nella sua profonda
> > semplicita' popolana, fa risaltare un punto di fondamentale importanza:
> > la popolazione sarda avverte il militarismo come una invasione, una
> > minaccia, una fonte di violenze in atto e di violenze future da cui, in
> > senso proprio, si sta difendendo con l'"arma" della noncollaborazione
> > attiva di massa.
> > E' la pancia che fa sentire loro la loro lotta come
> > una "difesa".
> > Quello che dobbiamo spiegare a questa popolazione e' che
> > la loro difesa - qui ed ora - deve diventare un modello permanente ed
> > alternativo di difesa.
> > La garanzia di sicurezza contro ogni possibile
> > minaccia e' mantenere la loro capacita' di mobilitazione popolare
> > unitaria.
> >
> > Non e' un passaggio automatico e scontato.
> > Ma a questo punto
> > dovremmo intervenire noi, gli OSM, i nonviolenti. Dovremmo fare capire
> > a La Maddalena, come negli altri posti significativi che andremo ad
> > individuare, che la loro difesa attuale è la base del modello di difesa
> > del futuro.
> > Questa comprensione potra' avvenire se riusciremo a far
> > confrontare e a mettere in rete queste esperienze di resistenza alla
> > militarizzazione (solo alla militarizzazione?) con carattere popolare.
> > E' il compito del nostro gruppo di lavoro, per il quale dovremmo darci
> > un piano di lavoro, con obiettivi, agenda di contatti ed incontri,
> > scadenze per la sedimentazione delle consapevolezze e delle forze.
> > Costruire questa "rete" e' la stessa cosa, in questa fase, che
> > costruire la DPN dal basso. Ed e' anche cio' che ci permettera' di dare
> > un senso al nostro sforzo di attivare e gestire percorsi istituzionali
> > di DPN.
> >
> > Altra domanda, che e' stata posta con forza da Daniela
> > Tagliaferri a Cattolica, e che rivolgerei a tutti (ai Drago e ai
> > L'Abate, ma anche a noi stessi): dovendo necessariamente, da animali
> > sociali, lavorare con le etichette (vale a dire i simboli, le parole)
> > ci conviene definire la DCNANV (difesa civile non armata e nonviolenta)
> > come la dimensione istituzionale della DPN, la quale DPN deve comunque
> > conservare una sua dimensione sociale separata ed autonoma dalla
> > burocrazia di Stato?
> > Pensiamoci su, non abbiamo fretta. Organizziamoci
> > la clausura (il seminario) per definire una posizione politica, non
> > l'ennesimo ascolto "di studio" dei soliti - bravissimi, per carita'-
> > relatori.
> > Ma e' bene che restiamo consapevoli di questo aspetto: sul
> > modo di funzionare e lavorare del Comitato DCNANV, ed anche sui suoi
> > documenti, sono in gioco, la fisionomia e l'immagine essenziali della
> > Campagna OSM-DPN. Il Comitato, infatti, la cui attivazione è stata
> > rivendicata come nostro successo addirittura di portata storica
> > (sarebbe il primo organismo a livello mondiale a "rompere" il monopolio
> > sulla difesa da parte dei militari), oltretutto include in modo
> > determinante tra i suoi membri suoi autorevoli e prestigiosi esponenti
> > della Campagna medesima.
> > Dobbiamo quindi stare molto attenti nel
> > valutare i rischi che un malfunzionamento del Comitato DCNANV
> > comporterebbe di stravolgimento del concetto di difesa nonviolenta che
> > intendiamo affermare, per di più in presenza di condizioni non
> > favorevoli (inattendibilità della politica estera e di sicurezza dei
> > governi, partenariato con una macchina militare costruita su un modello
> > di difesa offensivo per conto terzi, retroterra politico ed
> > istituzionale poco o per nulla sensibilizzato, condizionamento
> > incombente dei vizi tipici dell'"Italietta", assenza di una nostra base
> > sociale organizzata).
> >
> > Un caro saluto a tutti
> >
> > Alfonso Navarra
> > Lega per
> > il disarmo unilaterale
> > Coordinamento politico OSM-DPN
> >
> >
> > --
> > Mailing list Disarmo dell'associazione PeaceLink.
> > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
> > Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/disarmo/maillist.html
> > Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/disarmo/index.html
> > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
> > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html
> >
> >
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