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Fw: DPN e DCNAN
- Subject: Fw: DPN e DCNAN
- From: "Maja Maiore" <majamaiore at tiscali.it>
- Date: Fri, 19 May 2006 00:39:45 +0200
----- Original Message ----- From: "Maja Maiore" <majamaiore at tiscali.it> To: <disarmo at peacelink.it> Sent: Thursday, May 18, 2006 11:42 PM Subject: Re: DPN e DCNAN > Ciao, > al di la' del fatto che non ho capito neanche una delle sigle che citi. > vorrei invitarti a metter i piedi, ahime, per terra riguardo alla tua > descrizione della lotta a La Maddalena. > Magari fosse come la descrivi! Vengo da un'esperienza di lotta contro la > base, il Cocis. Comitato nato spontaneo contro la base Usa di S. Stefano e > morto fra le fauci di politicanti che lo hanno minato da dentro per poter > bellamente diffondere la falsa notizia del suo smantellamento. > > In Sardegna c'è un bel movimento antimilitarista, come tu dici, per quanto i > gruppi talvolta tendano più a fare scena piuttosto che a lottare > coerentemente e soprattutto costantemente. Ma la situazione a La Maddalena è > esattamente come descrivi la situazione a Ghedi. E' identica. > > mi farà piacere se vorrai farmi capire tutte quelle sigle, magari posso dare > una mano. > Maja > ----- Original Message ----- > From: <alfonsonavarra at virgilio.it> > To: <disarmo at peacelink.it> > Sent: Friday, April 21, 2006 11:57 PM > Subject: DPN e DCNAN > > > > Milano 20 aprile 2006 > > > > Cari amici del Coordinamento politico OSM-DPN, > > > > l'Assemblea degli OSM di Cattolica (1 e 2 aprile 2006) ha deciso di > > istituire un "Osservatorio per la DPN" che include tra i suoi compiti, > > al punto 3, la mappatura delle esperienze di DPN in Italia. > > > > La mozione > > "SOLIDARIETA' A TURI VACCARO ED IMPEGNO PER LA DPN CONTRO LA DIFESA > > NUCLEARIZZATA" specifica il significato della mappatura, dal momento > > che ricomprende "tra le esperienze vive ed operanti di DPN, da studiare > > e sostenere criticamente, tutte le lotte che vedono oggi contrapporsi > > le comunità locali con le basi militari "straniere" e nazionali, a la > > Maddalena come a Taranto, ad Aviano, come a Camp Darby (e via > > elencando)". > > > > Il punto 3 della mozione sull'Osservatorio viene altresi' > > integrato dalla mozione "per la DPN contro la difesa nuclearizzata" > > laddove si istituisce un settore di lavoro specifico "per eseguire e > > dare attuazione all'impegno per Turi e per il disarmo atomico, > > declinato come incardinamento della necessità di garantire sicurezza e > > difesa delle popolazioni". > > > > Tale gruppo di lavoro all'interno > > dell'Osservatorio quindi deve portare avanti la mappatura avendo gia' > > definito come esperienze di DPN una serie di lotte in corso. > > > > La > > mozione, pero', non chiarisce se lotte come quella della Val di Susa, > > per fare l'esempio piu' attuale ed eclatante, possano essere > > considerate esperienze dirette di DPN. > > A tal fine sollecito una > > discussione. > > Personalmente ho gia' sottoposto il problema a Tonino > > Drago. Ma intendo interpellare anche altri studiosi "amici della > > nonviolenza" (Alberto L'Abate, Nanni Salio, Lorenzo Porta, Rocco > > Altieri, eccetera) per il loro parere in merito. > > > > Poiche' non si tratta > > di una questione, come si suol dire, accademica, ma di rilevanza > > politica cruciale, e' bene che tutto il movimento degli obiettori vi > > faccia mente locale, ci rifletta su e prenda una decisione, guardando > > alle implicazioni pratiche del problema, non all'esigenza di mettere > > un'etichetta buona per i nostri schemi intellettuali. > > Io penso che e' > > molto importante dare retta a cio' che suggerisce il cuore: la > > "battaglia" (scusate il termine) No-TAV la sentiamo DPN oppure no? > > La > > definizione teorica in campo sociale deve venire solo dopo, > > razionalizzare successivamente l'esperienza ed il sentimento posti a > > base del giudizio. > > Per questo penso sia opportuno che vengano fuori le > > posizioni spontanee, istintive, di pancia, con le relative > > argomentazioni giustificative, da sottoporre comunque ad un vaglio > > critico collettivo (in cui anche gli esperti giocano un loro ruolo). > > Non propongo di abdicare alla ragione intellettuale, ma semplicemente > > di metterla al servizio di una logica piu' profonda e complessa. > > Rivalutare il pensiero emozionale penso sia un modo concreto di > > rivendicare orgogliosamente il nostro essere "figli di Venere", come ci > > suggerisce, ricordando il punto di vista femminista, la nostra Lina > > Appiano. > > > > La lotta che coinvolge anche gli OSM pugliesi contro le basi > > tipo Mirandola ed i simboli del militarismo (il monumento all'aviazione > > militare nella rotonda di Foggia), dovremmo cominciare a guardarla con > > gli occhi di chi vede in essa una possibile esperienza di DPN. > > Il metro > > di giudizio e': quanto il "popolo" la sente propria - la lotta - e vi > > partecipa? > > > > Tempo fa (direi un mesetto) ho preso contatti con il Social > > Forum di Brescia, a proposito della base di Ghedi, che ospita decine di > > atomiche americane. Li ho invitati a seguire l'esempio di Aviano, altra > > base atomica nel Friuli, dove cittadini che abitano a ridosso della > > base hanno denunciato il governo degli Stati Uniti. > > "- Ho degli > > avvocati disponibili a farvi da supporto tecnico-", ho detto loro per > > incoraggiarli ad agire. > > Ieri ho risentito il portavoce del Brescia > > Social Forum, che mi ha dato cattive notizie. > > Eccole: > > "- E' > > difficilissimo trovare a Ghedi cittadini che vogliano esporsi per la > > denuncia. Un quarto degli abitanti e' formato da militari che hanno > > avuto dal governo la casa. La gente in stragrande maggioranza crede > > ancora di poter campare sulla base (invero da tempo non e' piu' cosi'. > > Ma la percezione della realta' stenta a farsi strada). Tu pensa che lo > > stesso consigliere di Rifondazione comunista e' un dirigente di una > > fabbrica di esplosivi. Lui non vuole che si tocchi la base di Ghedi-". > > Ecco, il dissenso di pochi attivisti per me non e' DPN. A Ghedi non > > c'e' una DPN da studiare ma la generosa opposizione di alcuni pacifisti > > isolati (in questo momento tra l'altro demoralizzati per gli scazzi > > interni di Rifondazione). > > > > La situazione, ne abbiamo parlato gia' a > > cattolica, e' invece completamente diversa a La Maddalena: li' c'e' > > DPN, li' ormai e' l'intera popolazione che si ribella alla base dei > > sommergibili nucleari boicottandola in tutti i modi (pacifici) > > possibili ed immaginabili. > > Li' c'e' da studiare come ci si organizza, > > come ci si mobilita, come si conquista il consenso di politici ed > > istituzioni, come si vince. > > I pescatori li' non hanno mai sentito > > l'espressione DPN pur facendola in concreto. > > Io l'ho detto a Gavino > > Sale: guarda che tu stai facendo DPN. > > Gavino mi ha risposto con la sua > > ruvida ma bonaria ironia: > > "-Sara' come dici tu, non lo so. Quello che > > so e' che noi ci sentiamo invasi da un esercito straniero che ci ha > > reso la vita impossibile. Siamo tutti d'accordo per rendergli, a nostra > > volta, la vita impossibile finche' non tolgono le tende. Quando parlo > > con i soldati americani - sono dei poveracci come me - dico loro: vi > > voglio qui da turisti non come invasori-". > > > > Gavino, nella sua profonda > > semplicita' popolana, fa risaltare un punto di fondamentale importanza: > > la popolazione sarda avverte il militarismo come una invasione, una > > minaccia, una fonte di violenze in atto e di violenze future da cui, in > > senso proprio, si sta difendendo con l'"arma" della noncollaborazione > > attiva di massa. > > E' la pancia che fa sentire loro la loro lotta come > > una "difesa". > > Quello che dobbiamo spiegare a questa popolazione e' che > > la loro difesa - qui ed ora - deve diventare un modello permanente ed > > alternativo di difesa. > > La garanzia di sicurezza contro ogni possibile > > minaccia e' mantenere la loro capacita' di mobilitazione popolare > > unitaria. > > > > Non e' un passaggio automatico e scontato. > > Ma a questo punto > > dovremmo intervenire noi, gli OSM, i nonviolenti. Dovremmo fare capire > > a La Maddalena, come negli altri posti significativi che andremo ad > > individuare, che la loro difesa attuale è la base del modello di difesa > > del futuro. > > Questa comprensione potra' avvenire se riusciremo a far > > confrontare e a mettere in rete queste esperienze di resistenza alla > > militarizzazione (solo alla militarizzazione?) con carattere popolare. > > E' il compito del nostro gruppo di lavoro, per il quale dovremmo darci > > un piano di lavoro, con obiettivi, agenda di contatti ed incontri, > > scadenze per la sedimentazione delle consapevolezze e delle forze. > > Costruire questa "rete" e' la stessa cosa, in questa fase, che > > costruire la DPN dal basso. Ed e' anche cio' che ci permettera' di dare > > un senso al nostro sforzo di attivare e gestire percorsi istituzionali > > di DPN. > > > > Altra domanda, che e' stata posta con forza da Daniela > > Tagliaferri a Cattolica, e che rivolgerei a tutti (ai Drago e ai > > L'Abate, ma anche a noi stessi): dovendo necessariamente, da animali > > sociali, lavorare con le etichette (vale a dire i simboli, le parole) > > ci conviene definire la DCNANV (difesa civile non armata e nonviolenta) > > come la dimensione istituzionale della DPN, la quale DPN deve comunque > > conservare una sua dimensione sociale separata ed autonoma dalla > > burocrazia di Stato? > > Pensiamoci su, non abbiamo fretta. Organizziamoci > > la clausura (il seminario) per definire una posizione politica, non > > l'ennesimo ascolto "di studio" dei soliti - bravissimi, per carita'- > > relatori. > > Ma e' bene che restiamo consapevoli di questo aspetto: sul > > modo di funzionare e lavorare del Comitato DCNANV, ed anche sui suoi > > documenti, sono in gioco, la fisionomia e l'immagine essenziali della > > Campagna OSM-DPN. Il Comitato, infatti, la cui attivazione è stata > > rivendicata come nostro successo addirittura di portata storica > > (sarebbe il primo organismo a livello mondiale a "rompere" il monopolio > > sulla difesa da parte dei militari), oltretutto include in modo > > determinante tra i suoi membri suoi autorevoli e prestigiosi esponenti > > della Campagna medesima. > > Dobbiamo quindi stare molto attenti nel > > valutare i rischi che un malfunzionamento del Comitato DCNANV > > comporterebbe di stravolgimento del concetto di difesa nonviolenta che > > intendiamo affermare, per di più in presenza di condizioni non > > favorevoli (inattendibilità della politica estera e di sicurezza dei > > governi, partenariato con una macchina militare costruita su un modello > > di difesa offensivo per conto terzi, retroterra politico ed > > istituzionale poco o per nulla sensibilizzato, condizionamento > > incombente dei vizi tipici dell'"Italietta", assenza di una nostra base > > sociale organizzata). > > > > Un caro saluto a tutti > > > > Alfonso Navarra > > Lega per > > il disarmo unilaterale > > Coordinamento politico OSM-DPN > > > > > > -- > > Mailing list Disarmo dell'associazione PeaceLink. > > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > > Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/disarmo/maillist.html > > Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/disarmo/index.html > > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html > > > > >
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