Teulada, ecco una proposta del Codacons «Un giubbotto antiproiettile ai bagnanti»



    dalla nuova sardegna del  5\6\2004

  
  
   

  
Teulada, mentre cresce la protesta ecco una proposta del Codacons  
  
  
  
  
 

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 TEULADA. La sfida continua. I pescatori locali, ieri mattina, hanno invaso
di nuovo le acque interdette del Poligono di Capo Teulada. Anche le esercitazioni
militari continuano, come da programma. Senza problemi, questa volta. Le
quindici barche, erano controllate da una motovedetta della Capitaneria
di Porto di Cagliari, che le ha scortate sino alla rada di Zafferano. Alla
vista dei manifestanti le esercitazioni sono state sospese tempestivamente.
Le due marinerie hanno annunciato l?intenzione di proseguire, anche nei
prossimi giorni, con questa forma di protesta.
 Intanto non si placano le polemiche e le prese di posizione per gli? errori?
commessi dalle forze armate.
 I proiettili lanciati in spiaggia ed i colpi d?artiglieria, esplosi durante
la protesta davanti alle coste del Poligono hanno contribuito ad alimentare
un pericoloso clima di tensione.
 Ieri pomeriggio il comitato «Fermiamo la Guerra», ha organizzato una manifestazione
di protesta a Cagliari, che sarà ripetuta questa mattina (per chi legge)
alle ore 11,00 a Teulada «Pisci no bombasa» è lo slogan coniato dal Comitato.
«Diciamo basta alle basi militari nella nostra isola - si legge, in un comunicato
- perché rubano la terra da coltivare, il pascolo per gli allevamenti, il
mare ai pescatori e la salute agli abitanti».
 Carlo Rienzi, presidente nazionale del Codacons, ricorre ad una pittoresca
provocazione: «Perché non dotare i bagnanti di giubbotti antiproiettile?
In questo modo s?impedirebbe ai colpi fuori bersaglio, sparati dalle forze
armate, di provocare conseguenze irreparabili».
 Al di là della facile ironia, la situazione è molto grave. I pescatori
sono consapevoli del fatto che in queste ore si stiano giocando le carte
decisive per il loro futuro: «La vertenza è giunta ad un punto cruciale
- ammette, Sandro Uccheddu, uno dei leader della protesta - potrebbe sbloccarsi
da un momento all?altro, ma c?è anche la possibilità che tutto finisca in
una bolla di sapone. Purtroppo in queste settimane ci siamo accorti che
qualcuno s?è rimangiato le promesse. Persino in occasione della riunione
del comitato tecnico, presso il ministero della difesa, anziché difendere
le nostre posizioni sono state avanzate perplessità sulle richieste fatte.
Andremo avanti, nonostante tutto, ma vorremmo che certi personaggi avessero
il pudore di non farsi più vedere alle nostre riunioni».
 Qualcuno pensa che gli ultimi episodi, che hanno avuto come protagoniste
le forze armate, possano rappresentare un deciso giro di vite.
 «La sensazione è proprio questa - ammette, Pietro Paolo Di Giovanni, presidente
della cooperativa San Giuseppe - dopo le prime aperture nei nostri confronti
adesso siamo costretti a registrare un?inversione di tendenza che ci preoccupa.
In altre parole, le autorità militari ed il ministero della difesa non intendono
chiudere la nostra vertenza e cominciano a lanciare dei chiari segnali d?avvertimento».
 Intanto i fatti degli ultimi giorni avranno ripercussioni anche sulla prossima
riunione del Comitato Misto Paritetico Regionale delle Servitù Militari.
La riunione è prevista per la prossima settimana, con all?ordine del giorno
il calendario delle esercitazioni militari per il secondo semestre 2004.
 «Chiederò che si parli anche di questa vertenza - afferma, Salvatore Mocci,
sindaco di Teulada - è impensabile, infatti, che la Regione sarda ed i vertici
delle Forze Armate continuino ad ignorare un problema che ha una grande
rilevanza economica e sociale e sta mobilitando non solo i pescatori ma
anche le forze politiche e sindacali e tutta l?opinione pubblica».
Enrico Cambedda  
 
  
 

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 TEULADA. La sfida continua. I pescatori locali, ieri mattina, hanno invaso
di nuovo le acque interdette del Poligono di Capo Teulada. Anche le esercitazioni
militari continuano, come da programma. Senza problemi, questa volta. Le
quindici barche, erano controllate da una motovedetta della Capitaneria
di Porto di Cagliari, che le ha scortate sino alla rada di Zafferano. Alla
vista dei manifestanti le esercitazioni sono state sospese tempestivamente.
Le due marinerie hanno annunciato l?intenzione di proseguire, anche nei
prossimi giorni, con questa forma di protesta.
 Intanto non si placano le polemiche e le prese di posizione per gli? errori?
commessi dalle forze armate.
 I proiettili lanciati in spiaggia ed i colpi d?artiglieria, esplosi durante
la protesta davanti alle coste del Poligono hanno contribuito ad alimentare
un pericoloso clima di tensione.
 Ieri pomeriggio il comitato «Fermiamo la Guerra», ha organizzato una manifestazione
di protesta a Cagliari, che sarà ripetuta questa mattina (per chi legge)
alle ore 11,00 a Teulada «Pisci no bombasa» è lo slogan coniato dal Comitato.
«Diciamo basta alle basi militari nella nostra isola - si legge, in un comunicato
- perché rubano la terra da coltivare, il pascolo per gli allevamenti, il
mare ai pescatori e la salute agli abitanti».
 Carlo Rienzi, presidente nazionale del Codacons, ricorre ad una pittoresca
provocazione: «Perché non dotare i bagnanti di giubbotti antiproiettile?
In questo modo s?impedirebbe ai colpi fuori bersaglio, sparati dalle forze
armate, di provocare conseguenze irreparabili».
 Al di là della facile ironia, la situazione è molto grave. I pescatori
sono consapevoli del fatto che in queste ore si stiano giocando le carte
decisive per il loro futuro: «La vertenza è giunta ad un punto cruciale
- ammette, Sandro Uccheddu, uno dei leader della protesta - potrebbe sbloccarsi
da un momento all?altro, ma c?è anche la possibilità che tutto finisca in
una bolla di sapone. Purtroppo in queste settimane ci siamo accorti che
qualcuno s?è rimangiato le promesse. Persino in occasione della riunione
del comitato tecnico, presso il ministero della difesa, anziché difendere
le nostre posizioni sono state avanzate perplessità sulle richieste fatte.
Andremo avanti, nonostante tutto, ma vorremmo che certi personaggi avessero
il pudore di non farsi più vedere alle nostre riunioni».
 Qualcuno pensa che gli ultimi episodi, che hanno avuto come protagoniste
le forze armate, possano rappresentare un deciso giro di vite.
 «La sensazione è proprio questa - ammette, Pietro Paolo Di Giovanni, presidente
della cooperativa San Giuseppe - dopo le prime aperture nei nostri confronti
adesso siamo costretti a registrare un?inversione di tendenza che ci preoccupa.
In altre parole, le autorità militari ed il ministero della difesa non intendono
chiudere la nostra vertenza e cominciano a lanciare dei chiari segnali d?avvertimento».
 Intanto i fatti degli ultimi giorni avranno ripercussioni anche sulla prossima
riunione del Comitato Misto Paritetico Regionale delle Servitù Militari.
La riunione è prevista per la prossima settimana, con all?ordine del giorno
il calendario delle esercitazioni militari per il secondo semestre 2004.
 «Chiederò che si parli anche di questa vertenza - afferma, Salvatore Mocci,
sindaco di Teulada - è impensabile, infatti, che la Regione sarda ed i vertici
delle Forze Armate continuino ad ignorare un problema che ha una grande
rilevanza economica e sociale e sta mobilitando non solo i pescatori ma
anche le forze politiche e sindacali e tutta l?opinione pubblica».
Enrico Cambedda