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news sulal base a quirra unione sarda del 15\4\2004
- Subject: news sulal base a quirra unione sarda del 15\4\2004
- From: "giuseppe scano" <useppescano at virgilio.it>
- Date: Thu, 15 Apr 2004 14:55:10 +0200
Battaglie virtuali, buste paga reali Soddisfazione a Perdasdefogu per il potenziamento della base dal nostro inviato Stefano Lenza Perdasdefogu Sarà pure un matrimonio d'interesse ma regge bene, benissimo, da mezzo secolo. Festeggiate le nozze d'oro già si pensa a quelle di diamante in un rapporto ora consolidato dall'annuncio di nuovi investimenti per fare del Poligono sperimentale del Salto di Quirra (Pisq, l'acronimo militare) la Disneyland europea dei giochi di guerra elettronici. Mentre prepara le valigie per volare, con Giunta al seguito, alla tre giorni della presentazione ufficiale organizzata a Roma, il sindaco Walter Mura ha l'aria di chi incassa una bella vincita al Lotto: «Abbiamo sempre chiesto il potenziamento della capacità sperimentale dei combattimenti virtuali e ora è cosa fatta. La creazione del centro europeo per l'addestramento dei piloti all'uso dei sistemi antimissile comporterà buone ricadute economiche per tutto il territorio. Sia in termini di reddito che di occupazione». Paese con le stelletteCon buona pace degli antimilitaristi, dei pacifisti e di chiunque abbia allergie alle divise, a Perdas sono ben felici di essere un paese con le stellette. «Qui la Difesa distribuisce cinquecento buste paga tra militari e civili. Piaccia o non piaccia è la prima industria in Ogliastra». Alto indice di gradimento e il sindaco lo esprime in valuta corrente: «Tra stipendi e indotto, la base alimenta un giro d'affari di parecchie decine di milioni di euro». Vale quindi la pena di convivere con qualche patema d'animo sulla neutralità d'impatto ambientale delle esercitazioni? «Nessun timore, personalmente sono convinto che lavorare nel Poligono sia meno rischioso che trascorrere otto ore al giorno in un cantiere edile. Come amministrazione non inseguiamo voci e non ci lasciamo intimorire da sospetti non provati. La salute dei cittadini la difendiamo chiedendo controlli rigorosi a chi è preposto a farli. Finora abbiamo avuto informazioni più che rassicuranti. Non quadra pertanto l'equazione poligono uguale malattie. Uranio impoverito? Chi dice che c'è lo dimostri con dati incontestabili. Altrimenti si fa solo allarmismo». Di quel che sentirà nella tre giorni romana Walter Mura sa già tutto o quasi: «Con il comando abbiamo rapporti costanti e veniamo preventivamente informati delle nuove iniziative». L'opposizione attaccaDifetti di comunicazioni lamenta invece il capo gruppo dell'opposizione, Rita Melis, praticante legale di 32 anni. «Visto che ci ha esclusi dalla delegazione partita per Roma, mi auguro che al rientro il sindaco convochi un'assemblea popolare per illustrare i risultati della conferenza». Auspicio al vetriolo, ma per il resto i rapporti tra la maggioranza di centrosinistra e la minoranza della lista civica non conoscono grandi tensioni. «Basta andare a vedere il voto delle delibere, tutte approvate all'unanimità. Abbiamo detto no solo al bilancio perché ci sono stati negati alcuni chiarimenti e le nostre proposte non sono state accolte. La pensiamo diversamente ma ci unisce la volontà di fare il possibile per il paese. I nuovi investimenti della Difesa ci vanno benissimo perché siamo afflitti dalla disoccupazione. Il Comune ormai ha quasi le mani legate. Di anno in anno tagliano i finanziamenti e le risorse sono sempre più insufficienti». In uno dei bar del corso Vittorio Emanuele le quotazioni dei militari sono alte ancor più che in Municipio: «Il poligono è un problema per chi viene da fuori, non per noi. Tanti foghesi ci hanno lavorato per anni ed anni e non se ne starebbero zitti e tranquilli sapendo di rischi per la popolazione», osserva il figlio del proprietario, Giuseppe, 27 anni, fratello di Rita Melis. Un suo amico avrebbe voluto indossare la divisa fino alla pensione ma non ce l'ha fatta: «Sono stato nella base per dodici mesi: volontario in ferma breve. Poi non ho superato il concorso. Ma lo ritenterò». Giovani e concorsiÈ andata bene invece a un suo coetaneo. «Ora sono sottufficiale a Civitavecchia. Voglia di tornare? No, c'è tempo. Perdas è un'alternativa come tante altre, poi non è che offra molto ai giovani. Fa piacere, comunque, venire in licenza». Esercitazioni a fuoco e simulazioni di ogni tipo e genere, lasciano indifferente Marco Pitzalis, 45 anni, disoccupato: «Tiro avanti alla giornata. Il Poligono non mi ha mai dato lavoro e non me lo darà certo ora. Mio padre invece ci ha trascorso quarant'anni: cuoco civile, ha sfamato generazioni di soldati». Gli sta vicino un pensionato che della base non vuole neppure sentir parlare: «Sono partito quarant'anni fa per la leva perché mi hanno costretto. Sono antimilitarista convinto». Cinquemila ettariL'azionista di maggioranza del Poligono è Villaputzu che ha ceduto cinquemila degli undicimila ettari (al resto hanno contribuito Perdas e altri centri): «Del nuovo centro d'addestramento non so nulla», fa sapere il sindaco Gianfranco Piu. «Mi ha stupito la convocazione della conferenza perché finora non era mai stato fatto niente di simile». Il giudizio lo darà al rientro da Roma. «Niente posizioni preconcette. In assenza di alternative la base resta l'unica risorsa». ---------------- Esperimenti sui tubi per metano Il trasporto di metano diventerà un affare? È possibile, visto che si pensa di creare un metanodotto che attraverserà il Mediterraneo, dall'Algeria alla Corsica passando per la Toscana. Nel poligono di Quirra si fanno esperimenti anche in questo campo, strettamente civile. Il metano dovrà infatti passare dentro tubi con una pressione altissima. Ora ne esistono da 4 bar (due volte la pressione di uno pneumatico), ma se ne costruirà uno da 400 bar di pressione, lungo 450 metri. Lo si terrà per due anni in prova, come si fa con un'auto prima di venderla. L'area di Quirra garantisce la necessaria sicurezza per condurre questi esperimenti: i tubi vengono bucati come da uno spillo e si verifica la tenuta delle fasce di sicurezza, che interrompono la rottura integrale del tubo. Durante l'ultimo esperimento sono venuti a curiosare anche gli inglesi che trasportano petrolio e i francesi di FranzGas. Un buon campo di sviluppo, dove col tempo potrebbero trovare impiego anche professionalità locali.
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