news sulal base a quirra unione sarda del 15\4\2004




Battaglie virtuali, buste paga reali
Soddisfazione a Perdasdefogu per il potenziamento della base
dal nostro inviato
Stefano Lenza

Perdasdefogu Sarà pure un matrimonio d'interesse ma regge bene, benissimo,
da mezzo secolo. Festeggiate le nozze d'oro già si pensa a quelle di
diamante in un rapporto ora consolidato dall'annuncio di nuovi investimenti
per fare del Poligono sperimentale del Salto di Quirra (Pisq, l'acronimo
militare) la Disneyland europea dei giochi di guerra elettronici. Mentre
prepara le valigie per volare, con Giunta al seguito, alla tre giorni della
presentazione ufficiale organizzata a Roma, il sindaco Walter Mura ha l'aria
di chi incassa una bella vincita al Lotto: «Abbiamo sempre chiesto il
potenziamento della capacità sperimentale dei combattimenti virtuali e ora è
cosa fatta. La creazione del centro europeo per l'addestramento dei piloti
all'uso dei sistemi antimissile comporterà buone ricadute economiche per
tutto il territorio. Sia in termini di reddito che di occupazione».
Paese con le stelletteCon buona pace degli antimilitaristi, dei pacifisti e
di chiunque abbia allergie alle divise, a Perdas sono ben felici di essere
un paese con le stellette. «Qui la Difesa distribuisce cinquecento buste
paga tra militari e civili. Piaccia o non piaccia è la prima industria in
Ogliastra». Alto indice di gradimento e il sindaco lo esprime in valuta
corrente: «Tra stipendi e indotto, la base alimenta un giro d'affari di
parecchie decine di milioni di euro». Vale quindi la pena di convivere con
qualche patema d'animo sulla neutralità d'impatto ambientale delle
esercitazioni? «Nessun timore, personalmente sono convinto che lavorare nel
Poligono sia meno rischioso che trascorrere otto ore al giorno in un
cantiere edile. Come amministrazione non inseguiamo voci e non ci lasciamo
intimorire da sospetti non provati. La salute dei cittadini la difendiamo
chiedendo controlli rigorosi a chi è preposto a farli. Finora abbiamo avuto
informazioni più che rassicuranti. Non quadra pertanto l'equazione poligono
uguale malattie. Uranio impoverito? Chi dice che c'è lo dimostri con dati
incontestabili. Altrimenti si fa solo allarmismo». Di quel che sentirà nella
tre giorni romana Walter Mura sa già tutto o quasi: «Con il comando abbiamo
rapporti costanti e veniamo preventivamente informati delle nuove
iniziative».
L'opposizione attaccaDifetti di comunicazioni lamenta invece il capo gruppo
dell'opposizione, Rita Melis, praticante legale di 32 anni. «Visto che ci ha
esclusi dalla delegazione partita per Roma, mi auguro che al rientro il
sindaco convochi un'assemblea popolare per illustrare i risultati della
conferenza». Auspicio al vetriolo, ma per il resto i rapporti tra la
maggioranza di centrosinistra e la minoranza della lista civica non
conoscono grandi tensioni. «Basta andare a vedere il voto delle delibere,
tutte approvate all'unanimità. Abbiamo detto no solo al bilancio perché ci
sono stati negati alcuni chiarimenti e le nostre proposte non sono state
accolte. La pensiamo diversamente ma ci unisce la volontà di fare il
possibile per il paese. I nuovi investimenti della Difesa ci vanno benissimo
perché siamo afflitti dalla disoccupazione. Il Comune ormai ha quasi le mani
legate. Di anno in anno tagliano i finanziamenti e le risorse sono sempre
più insufficienti».
In uno dei bar del corso Vittorio Emanuele le quotazioni dei militari sono
alte ancor più che in Municipio: «Il poligono è un problema per chi viene da
fuori, non per noi. Tanti foghesi ci hanno lavorato per anni ed anni e non
se ne starebbero zitti e tranquilli sapendo di rischi per la popolazione»,
osserva il figlio del proprietario, Giuseppe, 27 anni, fratello di Rita
Melis. Un suo amico avrebbe voluto indossare la divisa fino alla pensione ma
non ce l'ha fatta: «Sono stato nella base per dodici mesi: volontario in
ferma breve. Poi non ho superato il concorso. Ma lo ritenterò».
Giovani e concorsiÈ andata bene invece a un suo coetaneo. «Ora sono
sottufficiale a Civitavecchia. Voglia di tornare? No, c'è tempo. Perdas è
un'alternativa come tante altre, poi non è che offra molto ai giovani. Fa
piacere, comunque, venire in licenza». Esercitazioni a fuoco e simulazioni
di ogni tipo e genere, lasciano indifferente Marco Pitzalis, 45 anni,
disoccupato: «Tiro avanti alla giornata. Il Poligono non mi ha mai dato
lavoro e non me lo darà certo ora. Mio padre invece ci ha trascorso
quarant'anni: cuoco civile, ha sfamato generazioni di soldati». Gli sta
vicino un pensionato che della base non vuole neppure sentir parlare: «Sono
partito quarant'anni fa per la leva perché mi hanno costretto. Sono
antimilitarista convinto».
Cinquemila ettariL'azionista di maggioranza del Poligono è Villaputzu che ha
ceduto cinquemila degli undicimila ettari (al resto hanno contribuito Perdas
e altri centri): «Del nuovo centro d'addestramento non so nulla», fa sapere
il sindaco Gianfranco Piu. «Mi ha stupito la convocazione della conferenza
perché finora non era mai stato fatto niente di simile». Il giudizio lo darà
al rientro da Roma. «Niente posizioni preconcette. In assenza di alternative
la base resta l'unica risorsa».
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Esperimenti sui tubi per metano


Il trasporto di metano diventerà un affare? È possibile, visto che si pensa
di creare un metanodotto che attraverserà il Mediterraneo, dall'Algeria alla
Corsica passando per la Toscana. Nel poligono di Quirra si fanno esperimenti
anche in questo campo, strettamente civile. Il metano dovrà infatti passare
dentro tubi con una pressione altissima. Ora ne esistono da 4 bar (due volte
la pressione di uno pneumatico), ma se ne costruirà uno da 400 bar di
pressione, lungo 450 metri. Lo si terrà per due anni in prova, come si fa
con un'auto prima di venderla. L'area di Quirra garantisce la necessaria
sicurezza per condurre questi esperimenti: i tubi vengono bucati come da uno
spillo e si verifica la tenuta delle fasce di sicurezza, che interrompono la
rottura integrale del tubo. Durante l'ultimo esperimento sono venuti a
curiosare anche gli inglesi che trasportano petrolio e i francesi di
FranzGas. Un buon campo di sviluppo, dove col tempo potrebbero trovare
impiego anche professionalità locali.