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un altro morto di leucemia causato dall'uranio impoverito da indymdia sardegna e muova manifestazione
- Subject: un altro morto di leucemia causato dall'uranio impoverito da indymdia sardegna e muova manifestazione
- From: "giuseppe scano" <useppescano at virgilio.it>
- Date: Wed, 10 Mar 2004 18:02:34 +0100
Un altro morto di leucemia causata dall'Uranio Impoverito. Questa volta il militare non ha svolto missioni di peacekeeping all'estero, quindi, la malattia è stata contratta per l'Uranio presente nei poligoni sardi. Capo Frasca. Lavorava in Aeronautica e viveva a Santa Giusta Un maresciallo muore di leucemia Le cause della malattia? La moglie non ha dubbi Ancora un caso di morte sospetta di militare riconducibile all'uranio impoverito è stato segnalato da Falco Accame, presidente dell'Ana-Vafaf, l'associazione che assiste le vittime arruolate nelle forze armate. «Dopo una lunga serie di casi recentemente segnalati - scrive in una lettera - c'e stato anche il decesso, lo scorso 16 gennaio, del maresciallo dell'Aeronautica, Luciano Falsarone, nel poligono di tiro di Capo Frasca, in Sardegna». «Mio marito si è ammalato di leucemia a luglio», racconta la vedova, Assuntina Giuntoli, che vive a Santa Giusta. «Lavorava nell'Aeronautica da 31 anni. Ne aveva diciassette quando ha cominciato e 48 quando è morto». Falsarone era un elettricista: «Lavorava in zone con campi elettrici e magnetici, a contatto con generatori il cui carburante si è poi rivelato cancerogeno. Tutto senza protezione, perciò quando si è ammalato non abbiamo avuto dubbi che ci fosse un collegamento tra la malattia e il suo lavoro alla base e soprattutto nel poligono. Anche se non aveva partecipato a missioni all'estero». La vicenda era rimasta riservata ed è venuta fuori solo ieri, per opera di Falco Accame. «Io non avrei voluto», dice ancora Assuntina Giuntoli, «ma non perché non ritenga giusto che si sappiano queste cose. Mi rendo conto che è bene che l'opinione pubblica conosca il problema, soprattutto per chi subisce ciò che anche io ho sofferto. Il fatto è che io non volevo che la diffusione di queste notizie potesse danneggiare ciò che mio marito aveva fatto pensando al nostro bene. Mi riferisco alla domanda perché gli venisse riconosciuta la causa di servizio. Due mesi fa ho letto che a un altro ragazzo, anche lui elettricista è stata riconosciuta per la stessa malattia». Proprio delle misure di sicurezza è tornato a occuparsi Accame nella sua nota. «L'Italia - sostiene - è stata avvertita fin dal 1984 del pericolo del maneggio dei materiali all'uranio impoverito e delle norme di sicurezza da adottare. All'estero gli Stati Uniti hanno adottato tali norme fin dal 1993, in Somalia, durante la Restore Hope. L'Italia ha adottato delle norme solo nel novembre '99 nei Balcani. «Anche nei poligoni di tiro - prosegue la nota - non vengono adottate norme di protezione specifiche nei riguardi dell'uranio impoverito. È necessario, anche in relazione alle nuove segnalazioni, specie dalla Sardegna (tre) che purtroppo stanno pervenendo, che vengano emanati ordini severissimi per la messa in atto delle disposizioni di sicurezza, che venga punito chi non le fa applicare e che il personale che opera sia pienamente edotto sui rischi connessi, specificati nelle norme». Infine un riferimento al recente clamore suscitato dal caso di Valery Melis, la cui vicenda è stata portata all'attenzione generale. «Ho seguito la vicenda di Valery sulla stampa», conclude la vedova di Falsarone, «ma c'è una differenza. La maggior parte di questi ragazzi è stato in missione, mentre mio marito non era andato nè in Kosovo nè in altre nazioni». Carlo Alberto Melis www.unionesarda.it/unione/2004/NZ0403/CROP/MOR01/A01.html marzo 2004 ore 18 - via san Giovanni 51 - Cagliari Il 21 Febbraio a Cagliari c'e' stata una grossa manifestazione contro le servitu' militari, da tutta l'isola sono scesi sardi stanchi di essere servi del dollaro. Il 20 Marzo sara' la giornata mondiale contro le guerre, scenderanno in piazza milioni di persone stanche dei carri armati. Noi crediamo pero' che la lotta qui in Sardegna sia diversa, per fermare la guerra bisogna eliminare le armi, queste armi le abbiamo proprio sotto il naso, non c'e' bisogno di andare a Roma a protestare, noi da qui possiamo fare molto di piu' di un semplice sit-in sotto l'ambasciata USA. Queste armi si chiamano: La Maddalena, Teulada, Quirra, Decimo, Calamosca ... Da sempre si e' protestato contro le basi, contro la militarizzazione del territorio, delle volte il popolo si e' alzato compatto e ha vinto, altre volte no. Noi crediamo che con tanto sacrificio si possa costruire un movimento capace di pianificare un percorso di lotta vincente, ma ci deve essere un impegno concreto (non come dice Berlusconi...) da parte di tutti ed e' per questo che facciamo questo appello. Questo movimento noi lo vogliamo far nascere dagli studenti, studenti medi e universitari uniti contro l'intolleranza, la guerra e per l'uguaglianza e la fratellanza tra i popoli. Parole belle che pero' vanno supportate dai fatti. Quello che proponiamo e' di costruire un comitato studentesco contro le basi e la guerra, un comitato antifascista con un programma di lotte future, che non si fermi alla prossima manifestazione ma che continui una lotta seria nel tempo. Chi crede che questo sia possibile, venga domenica 14 Marzo alle 18 in via San Giovanni 51. "O sardinnia kusta est s'ora ki ti depes iskidare!" p.s.: per chi non conoscesse il posto, l'appuntamento e' alle 17:30 nelle scalinate del bastione st. Remy.
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